#4X24 Gethsemane - Getsemani

#4X24 Gethsemane - Getsemani
di Chris Carter
diretto da R.W. Goodwin


Mulder e Scully stanno cercando la verità quando un antropologo scopre quelli che potrebbero essere i resti congelati di una forma di vita extaterrestre.
Scully entra nell'appartamento di Mulder, dove un gruppo di agenti investigativi e della scientifica la stanno aspettando. Il detective Rempulski si presenta, quindi solleva il lenzuolo sopra il corpo che giace sul pavimento. Scully identifica la vittima. Più tardi, Scully compare davanti ad un gruppo di ufficiali dell'FBI presieduto dal Capo Sezione Scott Blevins. Durante la riunione Scully narra di come, quattro anni prima, Blevins l'abbia assegnata ad un progetto noto come X-Files. Scully afferma che lo scopo della riunione corrente sia quello di provare l'illegittimità del lavoro di Mulder.

In un flashback, un paio di antropologi, Arlinsky e Babcock, si recano in elicottero presso un accampamento sulla neve ai piedi di una montagna. Accompagnati da una guida, i due si incamminano su un terreno scosceso. Al momento di raggiungere la vetta, gli uomini entrano in una caverna dove il corpo grigio di un alieno è perfettamente conservato nel ghiaccio.

Un gruppo di ospiti si raggruppa a casa della Sig.ra Scully per una cena. Fra gli invitati c'è il fratello di Dana, Bill Scully Jr., ed un prete cattolico, Padre McCue. Scully comprende che McCue è stato invitato da sua madre con lo scopo di parlare della sua fede dal momento che la salute di Scully è in grave pericolo a causa del suo cancro. Dopo cena, Padre McCue e Scully parlano brevemente del suo allontanamento dalla chiesa, ma la loro discussione viene interrotta da una telefonata di Mulder. Ha ricevuto delle informazioni di un qualcosa che è stato scoperto in Canada.

Mulder si mette d'accordo con Scully di incontrarsi con lui ed Arlinsky allo Smithsonian. Arlinsky afferma che, basandosi su un campione di ghiaccio interno prelevato dal luogo, il corpo alieno risale a circa duecento anni prima. Chiede l'assistenza degli agenti per verificare i resti dell'alieno. Mulder ed Arlinsky volano al campo base, che risulta essere misteriosamente abbandonato. A loro insaputa, un misterioso assassino armato di fucile ha assassinato i ricercatori. Al momento di raggiungere la vetta, gli uomini scoprono i corpi di Babcock e di un caposquadra. All'interno della caverna c'è un buco rettangolare al posto del corpo alieno. Più tardi, Babcock, ferito ma vivo, dice ai due di aver seppellito il corpo alieno sotto la sua tenda.

Nel frattempo, Scully e lo scienziato del laboratorio, Vitagliano, esaminano il campione di ghiaccio preso dalla caverna. Più tardi quella notte, Scully ritorna al laboratorio biologico, dove viene aggredita e fatta volare giù dalle scale da un ignoto assalitore. L'agente Hedin identifica il proprietario delle impronte digitali trovate sullo scorrimano: Michael Kritschgau, che lavora per la divisione della ricerca del Pentagono. Dopo aver analizzato l'archivio del personale, Scully identifica Kritschgau come il suo assalitore. Più tardi, incontra Kritschgau all'interno di un garage e lo arresta. Ma Kritschgau la avverte che se verrà messo in carcere le stesse persone che le hanno dato il cancro lo uccideranno.

Mulder e Arlinsky trasportano il corpo alieno in un magazzino dove può essere effettuata un'autopsia. Scully contatta il suo partner al magazzino e si accorda per un incontro per fargli ascoltare la storia di Kritschgau di persona. Poco dopo, l'assassino, Ostelhoff, colpisce ed uccide Arlinsky e Babcock presso il magazzino. Nel frattempo, Kritschgau, che sostiene di lavorare per un'arma di propaganda del Dipartimento della Difesa, dice agli agenti che il governo ha orchestrato un'elaborata beffa per allontanare l'attenzione da se stesso. Il cadavere alieno, afferma Kritschgau, è stato creato usando del bio-materiale congelato sul luogo da più di un anno. Egli insiste che Mulder era l'unico destinato a vedere l'alieno affinché credesse in una bugia. Mulder risponde che è Kritschgau quello che mente. Ma quando Mulder ritorna al magazzino, scopre i corpi di Arlinsky e Babcock - e l'esemplare alieno è scomparso. Poco dopo, Scully gli dice che gli uomini responsabili della beffa sono gli stessi che le hanno dato il cancro nello sforzo di fargli credere le loro bugie. Mulder resta sbalordito dalla rivelazione.

Tornata al presente, Scully riferisce agli ufficiali dell'FBI di aver ricevuto una telefonata dal dipartimento di polizia nella quale le chiedevano di identificare un corpo nell'appartamento di Mulder. Lottando per mantenere la calma, Scully rivela che Mulder è morto apparentemente per essersi sparato alla testa.

CONTINUA 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
JOHN FINN - Michael Kritschgau
MATTHEW WALKER - Arlinsky
JAMES SUTORIUS - Babcock
SHEILA LARKEN - Sig.ra Scully
PAT SKIPPER - Bill Scully Jr.
JOHN OLIVER - Rolston
CHARLES CIOFFI - Scott Blevins
STEVE MAKHA - Ostelhoff
NANCY KERR - Agente Hedin
BARRY W. LEVY - Vitagliano
ARNIE WALTERS - Padre McCue
ROB FREEMAN - Detective Rempulski
CRAIG BURNANSKI - Operatore 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 18/05/97
Italia 26/04/98
  • Tag Line - la solita frase "The Truth is Out There" viene sostituita da "Believe the Lie", una frase che viene ripetuta per tre volte in questo episodio.
  • Kritschgau porta il nome di un amico di scuola di Gillian Anderson.

Scarica il Flash Player per vedere il filmato.

SCENA 1

(L'inquadratura è stretta su un televisore che sta trasmettendo un documentario.)

SIMPOSIO NASA
UNIVERSITA’ DI BOSTON
20 NOVEMBRE 1972

GIORNALISTA: (nel documentario alla tv) Ogni anno aumentano le nostre previsioni sulla probabilità che ci sia vita su altri pianeti e sui mezzi e le capacità di individuarla. Un numero sempre maggiore di scienziati considera il contatto con altre civiltà non più un sogno irrealizzabile, ma un evento naturale nella storia dell’umanità, che probabilmente si verificherà nell’arco della vita di molti di noi.

(Mentre il giornalista parla, vengono inquadrati diversi personaggi: Carl Sagan, Philip Morrison, Ashley Montagu.)


SCENA 2
APPARTAMENTO DI MULDER

(E’ mattino presto. Ci sono persone nel salotto di Mulder. Scully si fa largo tra la gente mostrando il suo distintivo e ha un’espressione molto preoccupata.)

SCULLY: Mi scusi.
DETECTIVE: Fatela passare. Agente Scully, detective Rempulsky, dipartimento di polizia di Alexandria. Grazie di essere venuta subito.

(A terra, nel salotto, un corpo è avvolto da un lenzuolo bianco. Rempulsky si avvicina, scopre il volto del corpo e guarda Scully.)

DETECTIVE: E’ lui?

(Scully, pietrificata, guarda il corpo e annuisce con la testa.)

SCULLY: Sì.

(Scully si volta e se ne va.)


SCENA 3
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.

(In un’aula del quartier generale, attorno ad un tavolo rettangolare, sono riunite le più alte cariche dell’FBI. La luce è soffusa. Si apre una porta ed entra Scully.)

BLEVINS: Agente Scully, prego si sieda. (Scully si avvicina e si siede. Tiene in mano un fascicolo.) Io e lei abbiamo già avuto un breve colloquio, ma è disposta a confermare in questa sede le cose che ha detto a me?
SCULLY: Sì, signore. Quattro anni fa, il caposezione Blevins, mi assegnò al progetto che conoscete con il nome di “X-Files”. In qualità di dottore in medicina, specializzata in anatomia patologica, il mio compito consisteva soprattutto nel fornire una prospettiva analitica al lavoro dell’agente speciale Fox Mulder, le cui indagini nell’ambito del paranormale, erano alimentate dalla personale convinzione che sua sorella fosse stata rapita dagli alieni quando lui aveva dodici anni. Oggi, dopo quattro anni, ho accettato di venire qui, per riferire la totale illegittimità dell’incarico assegnato all’agente Mulder. Ritengo, da un punto di vista puramente scientifico, che egli nel corso di questi quattro anni, sia divenuto inconsapevolmente una vittima. Una vittima delle sue illusioni, delle sue stesse false speranze e della sua illimitata fiducia, in quella che era solo una menzogna.


SIGLA
SCENA 4
ST. ELIAS MOUNTAINS
TERRITORIO DELLO YUKON, CANADA

(Un elicottero sta sorvolando delle montagne innevate. All’interno, oltre ai piloti ci sono due uomini: Arlinsky e Babcock.)

ARLINKSY: Incontreremo il nostro uomo al campo base, sarà lui a guidarci.
BABCOCK: Lui l’ha visto?
ARLINSKY: Ah sì, ha detto che è una cosa incredibile.

(Babcock guarda fuori dal finestrino e vede delle tende gialle al campo base. Nel frattempo al campo base, un uomo vestito da alta montagna sta aspettando l’arrivo degli uomini. Atterrato l’elicottero, l’uomo va verso di loro e aiuta Arlinsky a scaricare il suo zaino. L’elicottero riparte e gli uomini vanno verso le tende.)

BABCOCK: Quando ci potremmo recare sul luogo?
UOMO: Andiamo subito. Dobbiamo arrivare sulla vetta prima che faccia buio.
BABCOCK: Allora mettiamoci in cammino, coraggio. Sto morendo dalla curiosità.
UOMO: (annuisce con la testa) Non sarà una passeggiata.
ARLINSKY: E’ una vita che aspetto questo momento!
BABCOCK: Andiamo!

(Gli uomini si incamminano su per la montagna. Arrivano a destinazione quando è già calato il buio. Entrano in una grotta all’interno della quale è allestito un mini campo. Qui vi sono altre tende gialle e altri uomini.)

UOMO#1: Siamo qui!
UOMO: Come va?
UOMO#1: Tutto a posto. Vi aspettavamo. (si stringono la mano con i nuovi arrivati.)
UOMO: Tutto bene?
UOMO#2: Venite.

(Gli uomini si avvicinano ad un muro della caverna e vedono il corpo di un alieno sepolto nel ghiaccio.)

ARLINSKY: Mio Dio. E’ bellissimo...


SCENA 5
QUARTIER GENERALE FBI

(Ritorno all’udienza di Scully.)

BLEVINS: Suppongo che le abbia delle buone ragioni per affermare queste cose.
SCULLY: Sì, signore. Gli ultimi eventi hanno gettato nuova luce sulla validità delle prove finora raccolte, che dovrebbero servire ad attestare l’esistenza di una vita extraterrestre, scopo questo che era alla base della totale dedizione dell’agente Mulder.
BLEVINS: A quali eventi si riferisce?
SCULLY: L’agente Mulder di recente era stato contattato da un uomo la cui aspirazione a raggiungere tale obiettivo coincideva con la sua. Ma a volte il bisogno di credere ci fa commettere degli sbagli, non volendo ci fa cadere preda di persone senza scrupoli. L’agente Mulder in pratica è stato raggirato con un atto di manipolazione scientifica, studiato per perpetuare l’inganno e per crearne degli altri ancora più grandi. Io mi trovo qui, oggi, per denunciare tutto questo. Per svelare il meccanismo di turpe raggiro nel quale sia lui che io siamo rimasti intrappolati e per descrivere la passione con cui lui svolgeva il suo lavoro.


SCENA 6
CASA DI MARGARETH SCULLY

(La madre di Scully ha organizzato una cena a casa sua, sta accendendo le candele sul tavolo. Scully sta parlando con qualcuno.)

SCULLY: Da piccoli eravamo molto legati, ci divertivamo sempre a farci i dispetti... una volta l’ho afferrato per le ginocchia e lui ha perso l’equilibrio! Mi è venuto addosso e siamo caduti tutti e due giù per le scale!!!

(Si sente bussare alla porta, mentre Maggie si avvicina a Scully e saluta il suo interlocutore.)

MARGARETH: Ciao.
SCULLY: A proposito di Billy, lui viene?

(La cameriera va ad aprire la porta ed è Bill.)

CAMERIERA: Buonasera.
BILL: Buonasera.
CAMERIERA: Mi dia il soprabito.
BILL: Grazie.
MARGARETH: (sorridendo) Eccolo!
BILL: Ciao, come stai?
UOMO IN UNIFORME: Bentornato Bill!
BILL: Grazie!

(Margareth Scully corre ad abbracciare il figlio.)

MARGARETH: (ride felice) Ciao!
BILL: Ciao, Dana!
SCULLY: (lo abbraccia felice) Ah... che bello rivederti fratellone!
BILL: Scusa il ritardo, ma la mia nave ha bucato una gomma!

(Gli ospiti ridono alla battuta di Bill e Scully fa una risata sarcastica.)

BILL: Hai ricevuto il mio invito?
SCULLY: Sì, sei stato carino a ricordartene quest’anno.
BILL: Meglio tardi che mai.

(Suona il campanello.)

MARGARETH: Padre McCue, la stavamo aspettando.

(La mamma di Scully apre la porta e fa entrare un sacerdote.)

PADRE McCUE: Signora Scully, è un piacere essere qui.

(Scully si volta verso la porta di ingresso e rimane un po’ perplessa.)

BILL: Come ti senti, Dana?
SCULLY: Bene, grazie. Ci mettiamo a tavola?
BILL: Sì, muoio di fame.

(Bill abbraccia Dana e vanno verso la sala da pranzo. Scully si volta a guardare sua madre che parla col sacerdote.)

MARGARETH: Mi dia il cappotto, ci penso io a metterglielo a posto va bene?
PADRE McCUE: Oh grazie, molto gentile.

(Più tardi sono tutti seduti a tavola, la signora Scully riempie i bicchieri. Tutti ridono ai racconti di Bill. Scully è seduta tra Bill e Padre McCue.)

BILL: E il pappagallo dice: (fa una voce gracchiante) “Solo una domanda...che ci faceva quel pollo là dentro?” (tutti ridono) Apro un’altra bottiglia di vino.
MARGARETH: Grazie, caro. (e gli consegna la bottiglia vuota)
PADRE McCUE: (rivolto a Scully) Io sono un po’ a disagio e sono sicuro che lo sei anche tu.
SCULLY: No, mi dispiace.
PADRE McCUE: Conosco la tua famiglia ormai da tanti anni. Tua madre mi ha chiesto di venire, per fare due chiacchiere con te. (Scully si volta verso sua madre e le due si guardano per un attimo) E’ passato molto tempo da quando abbiamo parlato l’ultima volta, cioè quando hai smesso di frequentare la mia chiesa.
SCULLY: Padre McCue...
PADRE McCUE: So che purtroppo hai dei problemi di salute molto seri, riavvicinarti alla fede ti sarebbe di grandissimo aiuto.
SCULLY: Padre McCue... Io capisco la preoccupazione di mia madre, e anche la sua. Il mio male non perdona, lo so, ma mi sto curando e so come affrontare la situazione.
PADRE McCUE: La fede può darti più forza.
SCULLY: Non sento questo bisogno, sono già... sono abbastanza forte e (suona il telefono di casa) non ho intenzione di ritornare sui miei passi. Io non sono come lei vorrebbe, in passato ho mentito sia a me stessa che a lei.
BILL: Dana? (è affacciato alla porta con il ricevitore in mano) Telefono.
SCULLY: (guarda il sacerdote e si alza dalla sedia per andare a rispondere) Mi scusi. (al telefono) Pronto?
MULDER: (dall’altro capo del telefono) Ciao Scully sono io, scusa, ti disturbo?
SCULLY: No, figurati. C’è qualche problema?
MULDER: Ho urgente bisogno del tuo aiuto. Mi ha chiamato un tale di nome Arlinsky dallo Smithsonian.
SCULLY: E cosa voleva da te?
MULDER: Parlarmi di una cosa che ha trovato in Canada.
SCULLY: Cioè?
MULDER: Preferisco non parlarne al telefono. E’ meglio che tu mi raggiunga allo Smithsonian.
SCULLY: Quando? (Bill la guarda mentre apre una bottiglia.)
MULDER: Immediatamente.
SCULLY: (guarda il fratello che se ne torna rassegnato nella sala da pranzo) Il tempo di arrivare.


SCENA 7
ISTITUTO SMITHSONIAN
WASHINGTON, D.C.

(Mulder e Scully salgono le scale.)

MULDER: Fa le mie scuse a tuo fratello e a tua madre, ma si tratta di una cosa urgente.
SCULLY: Ah, non importa. Chi è questo Arlinsky?
MULDER: E’ un antropologo con cui sono stato spesso in contatto in questi ultimi quattro anni. Qualche tempo fa fu coinvolto in uno scandalo con l’accusa di aver manipolato alcune foto di UFO, ma lui si dichiara innocente.
SCULLY: Cosa vuoi farmi vedere?
MULDER: Non ti anticipo niente, giudicherai da sola.


SCENA 8
LABORATORIO

(C’è la foto dell’alieno sepolto nel ghiaccio. Mulder cammina di fronte allo schermo.)

ARLINSKY: Da una prima analisi del sedimento di campioni di ghiaccio prelevati, il corpo che state guardando ha oltre duecento anni.
MULDER: Sembra perfettamente integro.
ARLINSKY: Già.
MULDER: Ma dovrebbero esserci tracce di decomposizione.
ARLINSKY: Sì, ma il luogo in cui è stato trovato, un crepaccio a grande altitudine, ha permesso un processo di congelamento molto rapido.
MULDER: (guarda Scully che non sembra divertirsi molto) Geologicamente è possibile?
ARLINSKY: Il luogo del ritrovamento corrisponde alla parte terminale di un ghiacciaio un tempo molto più esteso. Duecento anni fa praticamente arrivava fino al limite della vegetazione (Mulder annuisce) Poi col tempo si è ritirato.
SCULLY: Chi l’ha trovato?
ARLINSKY: Una squadra canadese di ricerca geodetica (Scully sfoglia un fascicolo. Arlinsky le mostra una foto del gruppo di uomini sulla montagna.) Mi scusi. Sono andato con un mio collega di nome Babcock, loro sono rimasti sulla montagna.
MULDER: Qualcun altro lo sa?
ARLINSKY: No, nessuno. (Mulder lo guarda con uno strano sorriso, come per dirgli di non prenderlo in giro.) Lo so che cosa sta pensando, ma è sulla catena del Sant’Elia. Chi andrebbe lassù per fare uno scherzo?
MULDER: Se pensa che sia vero perché ci ha chiamati?
ARLINSKY: Beh, qualche dubbio ancora ce l’ho, lo ammetto, ma i campioni di ghiaccio che ho prelevato, non possono essere falsi.
SCULLY: Li ha qui? Possiamo vederli?
ARLINSKY: Sì, certo. (tira fuori dei cilindri dal freezer) Ognuno è stato prelevato accanto al corpo. Il sedimento trattato alla temperatura di 360 gradi appare integro. Vede, io credo sinceramente, con tutto il cuore, che siamo di fronte al corpo di un’entità biologica extraterrestre. Le prove sono inconfutabili.
MULDER: E’ una tesi del tutto insostenibile. Renda pubblica la cosa e nessuno le crederà, o peggio ancora non saprà mai la verità perché saranno le stesse persone che oggi la tengono nascosta a esaminare il corpo.
ARLINSKY: Perciò vi ho chiamati, devo estrarre quel corpo dal ghiaccio per poterlo analizzare. Quell’essere potrebbe significare molto per lei, finalmente avrebbe la prova che ha sempre voluto.
MULDER: E lei che cosa vuole?
ARLINSKY: Solo il riconoscimento.

(Mulder sorride e guarda Scully che dallo sguardo pare piuttosto irritata.)


SCENA 9
SCALE DELLO SMITHSONIAN

(Mulder e Scully si infilano i loro cappotti e scendono le scale. Scully davanti a Mulder, piuttosto seccata.)

MULDER: Che ne pensi?
SCULLY: Non mi sono ancora fatta un’opinione.
MULDER: Ma avrai pure un’idea?
SCULLY: Questo è il tuo Santo Graal, non il mio.
MULDER: Che vuoi dire con questo?

(Si fermano sulle scale.)

SCULLY: Solo che dimostrare al mondo l’esistenza degli extraterrestri non è la mia unica ragione di vita.
MULDER: In qualche modo però è una cosa che ci riguarda tutti. Questa non è solo una questione di soddisfazione personale, Scully, io mi sento in dovere di arrivare fino in fondo. Dimostrare che esseri extraterrestri dividono il tempo e lo spazio con noi cambierebbe ogni cosa. Tutte le nostre certezze verrebbero messe in discussione, non riesco a immaginare una scoperta scientifica più importante per l’umanità.
SCULLY: Tu sei già convinto Mulder, non hai bisogno di prove. Averne o meno non fa alcuna differenza per te.
MULDER: Se riuscissi a dimostrare l’esistenza di Dio cambierebbe qualcosa per te?
SCULLY: Solo se qualcuno l’avesse messa in discussione.
MULDER: Dunque accetti la possibilità che la fede in Dio sia una menzogna?
SCULLY: In realtà non me lo sono mai chiesto e comunque nessuno può dimostrare niente.
MULDER: Ma se fosse possibile? Non varrebbe la pena sapere la verità? O forse è più facile credere in una menzogna?
SCULLY: Scusa, ma non ti seguo più.
MULDER: Da almeno un’occhiata a quei campioni di ghiaccio e dimmi che ne pensi, non ti chiedo altro. (Scully annuisce) Grazie.


SCENA 10
QUARTIER GENERALE FBI

(Ritorno all’udienza di Scully.)

SCULLY: Non me la sentivo di dire all’agente Mulder, quello che io stessa avevo appena appreso, e cioè che il cancro che mi era stato diagnosticato diversi mesi prima era andato in metastasi e che i dottori mi avevano detto che solo un miracolo riuscirebbe a impedire la proliferazione del tumore nel mio corpo e l’inesorabile conclusione a cui sono destinata senza scampo.


SCENA 11
CAVERNA IN ALTA MONTAGNA

(Un operaio sta tagliando il ghiaccio con una motosega per poter estrarre il corpo dell’alieno. L’uomo che ha accompagnato Arlinsly e Bobcock sulla montagna si avvicina alla tenda di Babcock mentre questo sta maneggiando una pistola.)

UOMO: A che le serve?
BABCOCK: Non conosco bene questi uomini. E lei?
UOMO: Sì, quanto basta.
BABCOCK: Resterò solo quassù finché lei non tornerà e la prudenza non è mai troppa.
UOMO#2: (si avvicina alla tenda di Babcock) E’ meglio che veniate a dare un’occhiata. (Si avvicinano tutti al muro di ghiaccio dove c’è il corpo dell’alieno.) Stavamo facendo un taglio sul lato destro quando ho visto qualcosa nel ghiaccio. (Con le mani indica un punto nel ghiaccio in cui la superficie è diversa da tutto il resto.) Guardate qua.
UOMO: Che potrebbe essere secondo te?
BABCOCK: Non lo so. Forse una bolla, o una macchia.
UOMO: O un canale di scolo, sembra un’infiltrazione, come se si fosse infiltrato del liquido dall’alto.
BABCOCK: Sì, ma da dove?
UOMO: Non lo so.
BABCOCK: L’angolazione è molto strana.
UOMO: Sì, ha ragione.
BABCOCK: Coraggio, dobbiamo sbrigarci a tirarlo fuori da lì.

(L’operaio riaccende la motosega e si rimette al lavoro. Più tardi l’uomo sta scendendo la montagna verso il campo base.)


SCENA 12
LABORATORIO PALEOCLIMATICO
UNIVERSITA’ AMERICANA

(I nuclei di ghiaccio sono dentro ad una teca trasparente.)

DOTT. VITAGLIANO: La concentrazione di ferro e il livello della temperatura rientrano nella norma. C’è un fitto nucleo di cristalli di ghiaccio qui al centro che conferma l’ipotesi del congelamento rapido. (Scully è di fianco al tecnico e stanno guardando i campioni di ghiaccio) Alle estremità ci sono particelle di idrocarburi, residui di combustibili di aerei che si trovano ovunque.
SCULLY: Ma non nel ghiaccio antico.
DOTT. VITAGLIANO: Non mi fraintenda, questo ghiaccio è antico. Il campione ha vari strati di sedimentazione che sono come gli anelli di un tronco d’albero.
SCULLY: Quindi non è stato alterato?
DOTT. VITAGLIANO: No. Almeno da quello che vedo. Come mai vuole analizzare questo ghiaccio?
SCULLY: Ah, sto facendo un favore a un mio collega.
DOTT. VITAGLIANO: Sa da dove proviene il campione?
SCULLY: Da una montagna nel territorio dello Yukon, perché?
DOTT. VITAGLIANO: Perché c’è materia cellulare nel nucleo di cristalli.
SCULLY: Vegetale o animale?
DOTT. VITAGLIANO: Non lo so, sono cellule che classificherei come chimere, cellule ibride.
SCULLY: Di che origine?
DOTT. VITAGLIANO: Come le ho detto, non lo so.
SCULLY: Sono in grado di dividersi?
DOTT. VITAGLIANO: Non so neanche questo. Le ho appena trovate, dovrei analizzarle al microscopio elettronico, se lei è d’accordo.
SCULLY: Sì, sì faccia pure.


SCENA 13
CAVERNA IN ALTA MONTAGNA

(E’ notte. Un uomo del quale si vedono soltanto i piedi sta camminando all’interno del campo base nella grotta. Uno degli uomini spegne la torcia e si mette a dormire. Si sente caricare un fucile e esplodere dei colpi. L’uomo spara dentro tutte le tende.)

(Il mattino seguente, un elicottero, dal quale scendono Mulder e Arlinsky, atterra al campo base.)

MULDER: Non doveva esserci qualcuno ad aspettarci?
ARLINSKY: Sì, un uomo. Si chiama Rudson.

(L’elicottero riparte. Mulder si guarda attorno, ma non c’è anima viva. Entrano entrambi dentro le tende del campo base.)


SCENA 14
TENDA DEL CAMPO BASE

(Mulder e Arlinsky si tolgono i guanti. Dentro non c’è nessuno. Arlinsky mette una mano sul fornello da campo ed è freddo. Mulder sta controllando la radio.)

ARLINSKY: Non capisco. Era tutto organizzato. Sapeva che avrebbe dovuto accompagnarci sulla vetta. Che facciamo ora?

(Mulder e Arlinsky si avviano verso la vetta da soli.)

ARLINSKY: Seguiamo la traccia fino al campo base. Lo incontreremo strada facendo.

(Inizia a nevicare. Ad un tratto vedono un corpo steso a terra.)

MULDER: Strano posto per schiacciare un pisolino. (Corrono entrambi verso il corpo. E’ l’uomo che li aveva accompagnati sulla vetta. E’ morto.) Gli hanno sparato.
ARLINSKY: Oh mio Dio.
MULDER: E’ Rudson?
ARLINSKY: Sì.

(Lasciano l’uomo lì a terra e riprendono il cammino.)


SCENA 15
LABORATORIO

(Scully è all’esterno del laboratorio. Guarda dal vetro della porta e vede un uomo che sta maneggiando i cilindri con dentro i nuclei di ghiaccio. Entra dentro e va verso di lui.)

SCULLY: Scusi, sto cercando il dottor Vitagliano. (L’uomo la guarda, ma non risponde.) Scusi, ha visto il dottor Vitagliano?
KRITSCHGAU: No, non l’ho visto. (Si mette un foglio dentro la giacca.)
SCULLY: Avevo un appuntamento qui con lui, ma sono arrivata in ritardo.
KRITSCHGAU: Mi spiace.

(L’uomo prende il cilindro con dentro il nucleo di ghiaccio ed esce. Scully si guarda attorno e vede che il freezer contenente i campioni è aperto e gli altri cilindri sono in disordine. Esce dal laboratorio e vede chiudersi la porta delle scale. Esce sul pianerottolo delle scale di emergenza, prova ad aprire l’altra porta, ma è chiusa. Ad un tratto Kritschgau apre e sbatte Scully contro al muro. Scully si rialza e lotta con l’uomo, ma lui la spinge giù per le scale. Scully rimane stesa a terra dolorante, Kritschgau esce e se ne va.)


SCENA 16
CAVERNA IN ALTA MONTAGNA

(E’ notte. Mulder e Arlinsky arrivano sulla vetta. C’è calma dentro al campo. I due lasciano i loro zaini all’ingresso. Mulder accende una torcia e prende in mano la sua pistola. Entrano e vedono gli uomini morti dentro le tende.)

ARLINSKY: Oh, mio Dio. Sono morti, gli hanno sparato. (Guardano dentro tutte le tende. Gli uomini sono tutti morti. Arlinsky apre la tenda di Babcock e anche lui è steso con gli occhi chiusi.) Babcock! L’alieno! (Arlinsky corre verso il muro dove c’era il corpo dell’alieno e non trova più niente.) E’ sparito! L’hanno preso. Chi può essere stato? Non lo sapeva nessuno!
MULDER: Avevano una trasmittente, forse qualcuno ha intercettato... (Si ferma. E ferma Arlinsky. Ha sentito un lamento.) Sshh. C’è qualcuno ancora vivo.

(Corrono verso la tenda di Babcock e vedono che è ancora vivo.)

ARLINSKY: E’ Babcock!
MULDER: Mi porti dell’acqua. Gli hanno sparato, ma la ferita è superficiale, il sangue si è fermato.
ARLINSKY: Chi può essere stato?
MULDER: (porta la bottiglia alla bocca di Babcock) Coraggio.
ARLINSKY: (a Babcock) Hanno portato via l’alieno.
BABCOCK: No, l’ho seppellito.
ARLINSKY: Dove?

(Spostano Babcock e la sua tenda. L’alieno è lì sotto. Mulder lo guarda esterrefatto.)


SCENA 17
STANZA DELL’OSPEDALE

(Scully è davanti allo specchio e si sta rivestendo. La camicia ha delle macchie di sangue a causa della caduta dalle scale. La porta si apre. E’ Bill.)

BILL: Dana?
SCULLY: Bill! Che ci fai qui?

(Bill entra. Ha in mano dei vestiti di ricambio per Dana, avvolti in una busta di plastica.)

BILL: Ho risposto io al telefono quando hanno chiamato la mamma, ho pensato che volessi cambiarti.
SCULLY: Grazie, ma dov’è la mamma?
BILL: Non le ho detto quello che è successo. Ti va di parlarne?
SCULLY: Ecco... (sospira) mi hanno spinto giù dalle scale, ma per fortuna sto bene.
BILL: Tu non stai bene Dana. Lo so che hai un cancro.
SCULLY: La mamma non doveva dirtelo.
BILL: Perché?
SCULLY: (sospira) Perché è una cosa personale. Perché non voglio essere compatita.
BILL: (scuote la testa) Lo so, ma non puoi curarti da sola. La mamma mi ha anche detto che sei peggiorata, che le metastasi si sono propagate. Non puoi continuare a farti picchiare e buttare giù dalle scale, cosa vuoi dimostrare? Che niente può fermarti?
SCULLY: Basta Bill, ti prego.
BILL: La mamma è preoccupata per te. Per questo non le ho detto cosa ti è successo.
SCULLY: Ma che cosa dovrei fare?
BILL: Devi responsabilizzarti, non solo verso te stessa, ma anche verso chi ti circonda!
SCULLY: Senti, il fatto che non abbia affidato la mia anima a Dio, o a Padre McCue, o a te, non significa che non mi senta responsabile verso le persone che amo.
BILL: Che ami? Di chi parli? Di quel Mulder? Beh, dov’è ora Dana? Perché non è qui accanto a te?

(Scully rimane in silenzio per un attimo. Poi, triste e seccata, congeda Bill, prende i suoi vestiti e va in bagno.)

SCULLY: Grazie di essere venuto.
BILL: Dana...


SCENA 18
ZONA SUD EST DI WASHINGTON, D.C.

(Un camion accosta in retromarcia davanti alla porta di un magazzino. Un uomo apre lo sportello posteriore e l’autista lo raggiunge. Dentro c’è una cassa di legno. All’interno del magazzino, Mulder e Arlinsky aprono la cassa. All’interno c’è il blocco di ghiaccio con il corpo dell’alieno. Con un muletto caricano il blocco di ghiaccio e lo mettono dentro ad una vasca contenente acqua bollente.)

ARLINSKY: Dobbiamo fare un’analisi piuttosto approfondita in modo che non ci siano più dubbi.
MULDER: Ci converrebbe analizzarlo al Carbonio 14.
ARLINSKY: Sì, ma anche l’analisi fisiologica ci potrà dire molte cose.
MULDER: La truffa dell’uomo di Piltdown fu scoperta dopo quarant’anni col Carbonio 14 che comunque lasciò qualche dubbio.
BABCOCK: Se fosse solo una truffa non ci sarebbero sei cadaveri su quella montagna. No, qui c’è qualcuno oltre a noi che ha preso la cosa seriamente.


SCENA 19
LABORATORIO DELLA SCIENTIFICA DELL’FBI
WASHINGTON, D.C.

(Una donna, il tecnico di laboratorio, è seduta di fronte allo schermo di computer che mostra un’impronta digitale. Scully è in piedi dietro di lei.)

TECNICO: Quella scala è molto trafficata così siamo tornati al laboratorio di biologia dove abbiamo trovato diverse impronte di un estraneo. Corrispondono ad alcune trovate sulle scale, a quattro centimetri dalle sue.
SCULLY: Le avete mandate all’archivio generale?
TECNICO: Sì. Questa è del suo aggressore, ma sfortunatamente non è schedato.
SCULLY: Provi con l’archivio federale.
TECNICO: (la donna digita sulla tastiera e trova una corrispondenza.) Abbiamo fatto centro! Come sapeva che lavora per il governo?
SCULLY: Dove di preciso?
TECNICO: Qui a Washington. Michael Kritschgau. Prima lavorava per l’esercito, ora è addetto alla Divisione Ricerca del Pentagono in Virginia (Scully sospira, la donna continua a digitare sulla tastiera. Si apre una finestra con la scheda dell’uomo e c’è anche la sua fotografia.) E’ lui? (Scully annuisce.)


SCENA 19
MAGAZZINO

(Arlinsky sta facendo l’autopsia dell’alieno. Mulder sta appendendo le radiografie del corpo, Babcock riprende mentre Arlinsky parla.)

ARLINSKY: Il corpo ha una lunghezza di 147 centimetri. Pesa 24 chilogrammi, all’incirca. Il derma è glabro, grigio, di struttura elefantina e privo di odore. La superficie presenta numerose eruzioni cutanee, molto probabilmente dovute alla presenza di fosfato di ferro nel ghiaccio. Oltre a ciò, non presenta né cicatrici né segni di identificazione. La testa ha una circonferenza di 64 centimetri. Le mani sono provviste di 4 dita, e i piedi di 3. Il sesso è indeterminato. Gli occhi non hanno palpebre. Sono neri e coperti da una specie di sottile membrana che adesso mi accingo a rimuovere. (Arlinsky toglie la membrana oculare.) Il tessuto sottostante è semigelatinoso e irrorato da una fitta rete di vene su tutta la superficie. (Ora gli ha aperto il torace e sta togliendo le costole.) All’interno della cavità toracica si osserva la presenza di ciò che sembra essere un completo sistema cardio-polmonare, un cuore e due polmoni. Il tessuto interno dell’epidermide è compatto, bianco, di aspetto fibroso, non sembra corrispondere alla fisiologia umana.


SCENA 20
DIPARTIMENTO DELLA DIFESA
DIVISIONE RICERCA
SETHSBURG, VIRGINIA

(Scully è nella sua auto di fronte all’edificio quando vede uscire Kritschgau. Scully mette in moto e parte. Kritschgau entra nel parcheggio sotterraneo, sente un cigolio di gomme e vede un auto che sta andando verso di lui a tutta velocità. E’ Scully, che ferma la vettura ad un centimetro da lui. Kritschgau la riconosce e scappa. Scully scende dall’auto, tira fuori la pistola e lo rincorre.)

SCULLY: Fermo! FBI! Fermati! (Scully, con la pistola puntata cerca Kritschgau tra le auto parcheggiate.) Michael Kritschgau ti dichiaro in arresto! Segnala la tua posizione! (Si sente un motore di auto avviarsi e un’auto esce da un parcheggio facendo cigolare le gomme. E’ Kritschgau che tenta di scappare. Scully riesce a tagliargli la strada e gli si para davanti con la pistola puntata.) Scendi dall’auto! (Kritschgau tira il freno a mano e alza le mani) Scendi! Muoviti! (L’uomo spegne il motore e scende dall’auto con le mani alzate. Scully va verso di lui.)
KRITSCHGAU: Non sparare, non volevo farti del male, ma non avevo scelta.

(Scully chiude la porta dell’auto con un calcio e afferra l’uomo.)

SCULLY: Metti le mani sul cofano!

(Scully spinge l’uomo sul cofano dell’auto.)

KRITSCHGAU: Se mi porti in prigione mi uccideranno.
SCULLY: Chi ti ucciderà? Di chi stai parlando?
KRITSCHGAU: Delle persone che vogliono uccidere anche te. E ti hanno inoculato il cancro.

(Scully si blocca, con la pistola puntata alla testa di Kritschgau. E’ sconvolta.)


SCENA 22
MAGAZZINO

(Arlinsky pesa il cuore dell’alieno. Mulder sta guardando le lastre.)

ARLINSKY: Voglio analizzare i tessuti, fare un test del DNA ed eseguire una gastroscopia, oltre al test al Carbonio 14 come lei suggeriva. Comunque se questo non è un alieno, non so proprio cosa sia.

(Il cellulare di Mulder suona e lui risponde.)

MULDER: Pronto.


SCENA 23
QUARTIER GENERALE FBI

(Ritorno all’udienza di Scully.)

SCULLY: Raggiunsi telefonicamente l’agente Mulder in un magazzino alle porte di Sethsburg, in Virginia. Avevano imballato e portato a valle in elicottero, il corpo congelato di quello strano essere, e poi attraversato il confine canadese con un camion frigorifero. Dopo aver eseguito una prima serie di esami sul cadavere, l’agente Mulder era sempre più convinto che la creatura che aveva di fronte fosse un’entità biologica extraterrestre e che possedeva la prova così lungamente cercata. Quella prova avrebbe non solo dimostrato l’esistenza di forme di vita aliene, ma anche il rapimento di sua sorella Samantha.
BLEVINS: Ma quel tale, Kritschgau, la convinse del contrario. Come?
SCULLY: Raccontandomi una storia molto dettagliata in cui, punto per punto, mi spiegò in che modo l’agente Mulder in questi anni è stato sistematicamente ingannato e usato, e come io, sua collaboratrice, sia stata portata a seguirlo in questa avventura, nella quale non solo ho perso un membro della mia famiglia, ma ho anche contratto una malattia incurabile che a quanto disse quell’uomo, è stata voluta dalle stesse persone responsabili del raggiro ai danni dell’agente Mulder.
BLEVINS: Convinse il suo collega riportandogli questi fatti?
SCULLY: Riuscii solo a convincerlo ad incontrarmi affinché potesse sentire tutta la storia dalla viva voce di Kritschgau.


SCENA 24
FUORI DAL MAGAZZINO

(E’ notte. Mulder esce dal magazzino e sale sulla macchina. Mette in moto e parte. Dall’altra parte della strada, un uomo seduto in auto lo sta guardando andare via. Ha un fucile in mano. Dentro al magazzino, Arlinsky e Babcock stanno coprendo il corpo dell’alieno con del ghiaccio quando sentono aprire la porta. Un’ombra avanza all’interno del locale.)

ARLINSKY: Ma chi diavolo è lei?
KILLER: Non ti muovere. (rivolto a Babcock) La ferita? Come va?
BABCOCK: Sopravviverò.
ARLISNKY: Che significa Babcock?
KILLER: (rivolto a Babcock) Allontanati.

(Babcock, evidentemente d’accordo con il killer, guarda Arlinsky, poi si allontana. Il killer spara ad Arlinsky. Babcock ritorna verso il killer.)

KILLER: Dov’è andato Mulder?
BABCOCK: Gli hanno telefonato.
KILLER: Dici che l’ha bevuta?
BABCOCK: Altroché.
KILLER: Allora siamo i soli a sapere.
BABCOCK: Esatto.


SCENA 25
APPARTAMENTO DI MULDER


(Kritschgau è seduto su una poltrona. Mulder è sul divano di fronte a lui mentre Scully è appoggiata allo stipite della porta.)

KRITSHGAU: La menzogna in cui lei crede, la menzogna che abilmente quelle persone le hanno fatto credere, agente Mulder, è che esistono altre forme di vita oltre alla nostra. E che noi abbiamo avuto contatti con essa.
MULDER: Quindi sarebbe tutta una montatura, una truffa.
KRITSHGAU: E lei è stato usato per perpetuarla.
MULDER: E come ha fatto a scoprirlo?
KRITSHGAU: (sospira) Io lavoravo per l’esercito. Ho visto una struttura industriale militare operare in modo frenetico e senza controllo durante la guerra fredda per creare un diversivo che distogliesse l’attenzione dai loro continui misfatti. A questo scopo pensarono di fabbricare prove abbastanza credibili da convincere persone appassionate come lei, che gli extraterresti esistono.
MULDER: E si è imbattuto nell’agente Scully solo per caso?
KRITSHGAU: (sorride) Voi due siete uguali, agente Mulder. Sospettate di tutto, tranne di ciò che dovreste. Ho diretto la sezione Agitprop dell’esercito per dieci anni. Le potrei mostrare archivi di false informazioni risalenti alla guerra in Corea, quando lei non era ancora nato.
MULDER: Perché ha aspettato tanto tempo a parlarmene?
KRITSHGAU: Ho un figlio molto malato. Ha fatto la guerra del Golfo. Le menzogne erano così grandi, che il solo modo per coprirle era creare qualcosa di ancora più inverosimile. Lei è una loro invenzione. La sua regressione ipnotica, la storia del rapimento di sua sorella, tutte quelle bugie raccontate a suo padre, ma lei voleva credere a ogni costo. E chi può biasimarla?
MULDER: E le migliaia di avvistamenti UFO?
KRITSHGAU: (ride) Un’operazione top secret dell’aviazione militare ideata per alimentare l’isterismo generale.
MULDER: E le prove biologiche trovate?
KRITSHGAU: Non classificate. Fatte passare per anomalie biologiche naturali che alla fine la scienza riuscirà a spiegare.
MULDER: E quel corpo sulla montagna?
KRITSHGAU: Meticolosamente costruito. Con biomateriali creati per consentire l’ibridazione di cellule differenziate, quelle che chiamiamo “chimere”. Il processo di congelamento ha richiesto più di un anno, durante il quale sono stati aggiunti sedimenti per convalidarne l’età, introdotti attraverso uno stretto canale scavato nella roccia.
MULDER: Non hanno pensato che il test del Carbonio 14 avrebbe smascherato la truffa?
KRITSHGAU: Quel test non verrà mai eseguito, agente Mulder.
MULDER: Cosa vuol dire?
KRITSHGAU: Lei doveva solo vedere il corpo. Lo scopo era quello di convincerla e di farla compromettere al punto da rendere pubblica la notizia.
MULDER: (rivolto a Scully) Quest’uomo racconta frottole.
KRITSHGAU: Può verificare personalmente se vuole, a quest’ora il corpo è già sparito.

(Mulder si alza dal divano ed esce dall’appartamento.)


SCENA 26
MAGAZZINO

(Mulder e Scully entrano nel magazzino e c’è una grande confusione.)

MULDER: Dottor Arlinsky? (Guarda sul lettino, ma l’alieno è sparito.) Non c’è più.
SCULLY: Mulder? (Mentre Mulder aggira il tavolo va a sbattere contro qualcosa) Che c’è?
MULDER: E’ Arlinsky. E’ morto.
SCULLY: E qui ce n’è un altro. (Nella vasca dell’acqua c’è il cadavere di Babcock.) Chi può essere stato? Mulder?
MULDER: Quel corpo era la prova definitiva, avrebbe spazzato via ogni dubbio.
SCULLY: (sospira) L’hai detto anche tu. Erano necessarie altre analisi.
MULDER: I campioni di ghiaccio sono stati analizzati, e se risalgono a tanto tempo fa come può il corpo essere falso?
SCULLY: La materia cellulare trovata in quei campioni corrisponde perfettamente a ciò che quell’uomo, Kritschgau, ci ha descritto. Cellule ibride, chimere dentro cristalli di ghiaccio.
MULDER: E se invece si trattasse davvero di cellule extraterrestri?
SCULLY: Mulder, quell’uomo è stato molto preciso, non puoi ignorare tutto quello che ci ha detto. Mi dispiace ma i fatti eliminano ogni possibilità di ragionevole dubbio.
MULDER: Quei fatti sono smentiti dalle menzogne create per convalidarle.
SCULLY: L’unica menzogna qui, è quella a cui tu ti ostini a voler credere.
MULDER: Dopo tutto quello che ho visto e verificato in questi quattro anni, mi rifiuto di credere che non sia vero!
SCULLY: Perché è più facile credere ad una menzogna. Non è così?
MULDER: Cos’altro ti ha raccontato quell’uomo per farti abboccare alla sua storia?
SCULLY: Che chi ha architettato questa montatura, questa messinscena... ha fatto in modo che io mi ammalassi di cancro per convincerti.

(Mulder rimane senza parole. Se ne va, lasciando Scully sola dentro al magazzino.)


SCENA 27
APPARTAMENTO DI MULDER

(Mulder è seduto sul divano e sta guardando la televisione.)

ASHLEY MONTAGU: Ciò a cui ci riferiamo ovviamente, è una forma di vita intelligente, che in qualche modo assomiglia alla nostra. Dai recenti studi effettuati, è risultato altamente probabile che esistano forme di vita in altre galassie nell’universo, e riteniamo ancora più probabile che alcune siano molto più avanzate della nostra. A questo punto io credo di potere affermare senz’ombra di dubbio, che in vari punti del nostro universo, vivano altri esseri.
CARL SAGAN: Studiando la struttura dei pianeti intorno a noi, e stabilendo se su quei pianeti o su altre stelle esistano altre forme di civiltà, noi diamo un significato molto più profondo al contesto nel quale viviamo.

(Mulder sta piangendo.)

ASHLEY MONTAGU: Io penso che sia sbagliato aspettare passivamente che l’incontro si verifichi, dovremo piuttosto fare ciò che in nostro potere per prepararci a tale evento.
ISAAC ASIMOV: Personalmente non riesco ad immaginare incubo più sconvolgente e più terrificante della possibilità di stabilire un contatto con un cosiddetto essere superiore in grado di mettere in discussione tutte le nostre più avanzate tecnologie.

(Mulder continua a piangere.)


SCENA 28
QUARTIER GENERALE FBI

(Ritorno all’udienza di Scully.)

SCULLY: Questa mattina, all’alba, ho ricevuto una telefonata della polizia che mi chiedeva di andare nell’appartamento dell’agente Mulder. (Scully inizia a singhiozzare) Si richiedeva la mia presenza... perché era necessario identificare un cadavere.
BLEVINS: Agente Scully...
SCULLY: L’agente Mulder è deceduto la notte scorsa. Dai rilevamenti effettuati risulta che si è sparato alla testa.


Trascrizione effettuata da DanaScully


Boston University

Appartamento di Mulder
2630 Hegal Place - Appartamento num. 42 Alexandria, Virginia 23242

FBI Headquarters - Washington, D.C.

St. Elias Mountains - Yukon Territory, Canada

Casa di Margaret Scully

Smithsonian Institute - Washington, D.C.

Paleoclimatology Lab - American University

Southeast Washington, D.C.

FBI Sci-Crime Lab

Department of Defense - Research Division - Sethsburg, Virginia


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