#10X01 My Struggle - La veritā č ancora lā fuori

#10X01 My Struggle - La veritā č ancora lā fuori
di Chris Carter
diretto da Chris Carter


Fox Mulder e Dana Scully vengono contattati da Tad O’Malley, un popolare teorico del complotto e conduttore di una web-tv che crede di avere scoperto un’importante cospirazione governativa.

L’episodio si apre con un monologo di Mulder che racconta la sua storia, e quella delle sue indagini negli X-Files. Mentre la voce racconta fuori campo, una mano ripone una sull’altra diverse foto che accompagnano la sua storia. Al termine del racconto la pila di foto e documenti prende fuoco. La voce di Mulder continua a parlare mentre scorrono immagini moderne di presunti avvistamenti UFO. Il racconto di Mulder termina mentre a video vediamo lo schianto a terra di un UFO, il famoso incidente di Roswell.

Siamo nel 1947, a Roswell. Un pullman militare si sta dirigendo sul luogo dello schianto dell’UFO. Al suo interno siede un medico e un uomo vestito di nero. Altri militari sono già sul posto.

Siamo ai giorni nostri. Scully è in ospedale e si sta preparando ad entrare in sala operatoria quando riceve una telefonata dal vicedirettore Skinner. Poco dopo, Scully avverte Mulder che Skinner lo sta cercando perché vuole delle informazioni su un certo Tad O’Malley che ha chiesto di loro all’FBI. Mulder, dapprima riluttante, acconsente ad incontrare O’Malley insieme a Scully.

Siamo in centro, a Washington, in pieno giorno. Mulder e Scully aspettano l’uomo per strada. I rapporti tra i due sembrano tesi. Tad O’Malley li raggiunge e li invita a salire sulla sua limousine per evitare che la loro conversazione possa essere spiata da qualcuno.

Durante la conversazione, O’Malley si dimostra un grande conoscitore della storia degli UFO e del lavoro di Mulder e Scully agli X-Files. L’uomo ha bisogno dell’esperienza degli ex-agenti per fare luce sulla cospirazione più diabolica che si sia mai vista. L’uomo porta Mulder e Scully nella campagna rurale della Virginia per conoscere Sveta. La ragazza sostiene di essere stata rapita molte volte dagli alieni e di aver dato alla luce dei figli che le sono stati strappati via prima della nascita. Sveta sostiene di avere del DNA alieno. Mulder chiede quindi a Scully di effettuare delle analisi alla ragazza per verificare le sue affermazioni.

Siamo di nuovo nel 1947, a Roswell. È notte fonda, ma sul luogo dello schianto, alcuni militari seguono delle tracce di una materia nera oleosa sparsa per terra. Il medico e l’uomo in nero sono con loro. Dopo alcuni istanti la squadra trova un alieno, ferito, che si sta trascinando sul terreno, tentando di fuggire. I militari fanno fuoco per uccidere la creatura.

Torniamo al presente. Scully sta prelevando dei campioni da Sveta per effettuare le analisi. La ragazza sostiene di essere in grado di leggere il pensiero. Stuzzicata da Scully, Sveta scopre che il rapporto tra Mulder e Scully è terminato a causa della depressione di lui, diagnosticata da Scully. Sveta scopre inoltre che anche Scully in passato è stata rapita.
Nel frattempo O’Malley porta Mulder in un luogo segreto dove è custodito un ARV: una replica di un velivolo alieno. Gli scienziati che lavorano al velivolo sostengono che questo funzioni sfruttando energia ricavata dall’universo tramite una tecnologia tenuta segreta per promuovere l’uso del petrolio, e quindi far arricchire uomini senza scrupoli. Lo scienziato mostra a Mulder che il velivolo è inoltre in grado di scomparire.

Nel 1947, nel deserto del Nuovo Messico, il medico militare copre con un telo il cadavere dell’alieno ucciso. Solleva la creatura e si allontana.

In ospedale, Scully si sta effettuando un prelievo di sangue proprio quando arriva O’Malley. Nel frattempo Mulder si reca da Sveta. La ragazza confessa a Mulder che dubita dei suoi ricordi. In realtà lei crede che siano stati degli uomini a prendere i suoi bambini.

Mulder chiama Scully sul cellulare. Scully in quel momento si trova con O’Malley sulla sua limousine. Mulder sostiene di aver capito perché O’Malley è venuto a cercarli ed è convinto che Sveta giochi un ruolo fondamentale in tutta questa storia.

Mulder si reca in seguito all’FBI. Insieme a Skinner entra nel suo vecchio ufficio degli X-Files, ormai svuotato di tutto. Sul pavimento giace il suo vecchio poster. Mulder cerca i suoi archivi, ma Skinner non ha idea di dove si trovino. Skinner si dice preoccupato per lui e invita Mulder a fare qualcosa riguardo la situazione che si è venuta a creare dopo l’11 Settembre in tutto il paese.

Nel suo programma su Internet, O’Malley parla del lavoro che Scully sta svolgendo in ospedale, curando dei bambini affetti da una rara malattia genetica. Scully intanto riceve dei risultati di alcune analisi, ma dopo averli osservati con attenzione, chiede all’infermiera di ripeterne alcuni.

È notte e Mulder si incontra al National Mall con un suo informatore. L’uomo è un anziano signore, ma altri non è che il giovane medico militare visto nei flash-back precedenti. Mulder sostiene di essere stato manipolato in passato e racconta all’uomo di aver visto un ARV che utilizza una tecnologia usata in anni precedenti per esperimenti su esseri umani, compiuti da uomini, ma attribuiti ad alieni. Mulder sostiene che un ristretto gruppo di uomini abbia cospirato contro l’umanità intera sfruttando queste tecnologie. L’anziano non conferma nessuna delle teorie di Mulder, ma confessa che quella di Roswell fu solo una cortina di fumo.

Più tardi Scully si reca a casa di Mulder, preoccupata per lui. I due discutono nel portico. Mentre Mulder tenta di spiegare a Scully la sua nuova presa di coscienza, Scully è sempre più preoccupata per la salute dell’uomo che ha di fronte. La discussione tra i due si interrompe bruscamente quando Sveta compare sulla soglia della porta. Scully torna verso la sua auto ed è pronta ad andarsene quando arriva O’Malley.

Poco dopo, Mulder, Scully, Sveta e O’Malley si trovano all’interno della casa. Mulder ed O’Malley espongono a Scully la loro teoria di una cospirazione portata avanti da un’elite di uomini, che utilizzano tecnologie aliene a loro vantaggio, il cui scopo è quello di sottomettere il paese e conquistare il mondo intero con ogni mezzo.
Scully non crede ad una sola parola e rivela che le analisi di Sveta non hanno trovato alcuna traccia di DNA alieno nel suo organismo.

Nel suo programma, O’Malley mostra alcune dichiarazioni di Sveta alla stampa. La ragazza sostiene che l’uomo ha guidato le sue dichiarazioni e di essere stata pagata per inventare storie sui rapimenti alieni. Sia Mulder che Scully guardano la trasmissione.

Mentre Scully riceve i risultati della analisi che ha fatto ripetere, Mulder si reca a casa di Sveta, ma non la trova. Alcuni militari irrompono nel luogo dove è custodito l’ARV. Fanno esplodere il velivolo e uccidono così tutti gli scienziati presenti. Nel frattempo, il sito di O’Malley è stato reso temporaneamente non disponibile.

Scully si trova nel garage dell’ospedale e si avvia verso la sua auto. Quando la raggiunge nota che qualcuno ha scritto con un dito “Don’t give up” sul lunotto posteriore della vettura. Proprio in quel momento spunta fuori Mulder. Scully rivela a Mulder di aver effettuato delle analisi più approfondite su Sveta che hanno rivelato la presenza di DNA alieno. Inoltre, Scully confessa di essersi sottoposta alle stesse analisi che hanno prodotto il medesimo risultato. Nel momento in cui Scully dice a Mulder che chi ha fatto loro tutto questo deve essere fermato, entrambi ricevono un messaggio da Skinner. Il vicedirettore li avverte che la situazione è critica e che ha bisogno di vedere entrambi al più presto.
A questo punto, Mulder e Scully capiscono che dovranno riprendere il loro vecchio incarico all’FBI.

È notte. Sveta sta percorrendo in auto una strada isolata. All’improvviso la vettura perde potenza e si ferma. Una luce accecante proveniente dall’alto illumina l’interno dell’auto. Sveta vede un’astronave sopra di lei. Mentre sta tentando di uscire dall’auto, l’astronave apre il fuoco e disintegra la vettura.

Nel salotto di un’abitazione non identificata, vediamo un uomo seduto di fronte al camino mentre parla al telefono. L’inquadratura gira attorno all’uomo e ci rivela la sua identità: si tratta dell’Uomo che Fuma. Nella stanza è presente un’altra persona che porta una sigaretta alla gola dell’uomo, per farla inalare a quest’ultimo. L’Uomo che Fuma, parlando con il suo interlocutore, dice che gli X-Files sono stati riaperti.

 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
Mitch Pileggi - Walter Skinner
William B. Davis - Uomo che Fuma
Joel McHale - Tad O’Malley
Annet Mahendru - Sveta
Gardiner Millar - Uomo in Nero
Aliza Vellani - Infermiera
Shaker Paleja - Chirurgo dell'ospedale
Sandy Da Costa - Alieno
Nneka Croal - Capo della squadra militare 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 24/01/16
Italia 26/01/16
My Struggle #22
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My Struggle #21
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My Struggle #20
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My Struggle #19
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My Struggle #18
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My Struggle #17
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My Struggle #16
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My Struggle #15
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My Struggle #14
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My Struggle #13
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My Struggle #12
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My Struggle #11
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My Struggle #10
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My Struggle #9
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My Struggle #8
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My Struggle #7
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My Struggle #6
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My Struggle #5
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My Struggle #4
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My Struggle #3
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My Struggle #2
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My Struggle #1
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Dana Scully #2 - Stagione Dieci
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Dana Scully #1 - Stagione Dieci
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SCENA 1

(L’episodio inizia con la voce fuori campo di Mulder che riassume la storia di X-Files raccontata nelle stagioni precedenti. Durante il racconto si vede una mano posare delle fotografie sopra alcuni fascicoli dell’FBI. Le fotografie riguardano gli avvenimenti raccontati da Mulder.)

MULDER: (voce fuori campo) Mi chiamo Fox Mulder. Fin da piccolo sono stato ossessionato da un controverso fenomeno globale. Mia sorella minore è scomparsa quando avevo dodici anni. Io sono sicuro che è stato un rapimento alieno.
La mia ossessione mi ha portato all’FBI, dove ho indagato su casi inspiegabili in una unità conosciuta come “X-Files”. In tale veste ho continuato il mio lavoro sul fenomeno degli alieni e sulla ricerca di mia sorella.
Nel 1993 l’FBI ha tentato di screditarmi mandando una scienziata a confutare le mie conclusioni,ma nei dieci anni seguenti la mia ossessione si è rafforzata e lo scetticismo dell’agente Dana Scully è stato messo a dura prova. Nel 2002, in un improvviso cambio di direzione, l’FBI ha chiuso gli “X-Files”. E le nostre indagini sono cessate.
Ma la mia ossessione personale è ancora viva.

(Le foto all’improvviso prendono fuoco. Il racconto continua e possiamo vedere alcuni video di avvistamenti UFO. )

Solo in nord America ci sono diecimila avvistamenti ogni anno ed è sempre stato così, fin dall’inizio dei tempi. Ci sono riferimenti dall’età della pietra, nella Bibbia, fino all’era moderna.

(Sul video scorrono delle immagini di antiche rappresentazioni risalenti a varie epoche in cui vengono ritratti soggetti molti simili a degli UFO.)

Nel 1947, Kenneth Arnold vide nove UFO fuori dal finestrino del suo aereo, poi ci fu lo storico incidente di Roswell e il suo leggendario insabbiamento. Dieci anni dopo furono avvistati degli UFO sul Campidoglio e il Pentagono indisse delle conferenze stampa.

(Seguono immagini di repertorio di avvistamenti UFO e pagine di giornale che raccontano dell’incidente di Roswell.)

Nel 1967, dei testimoni presso la base aerea di Malstrom in Montana video alcuni UFO superare facilmente dei caccia e schizzare ad oltre duecentomila piedi di altitudine. Il doppio della quota massima dei nostri aerei da ricognizione.
Edgar Mitchell, il sesto uomo a camminare sulla Luna, menziona studi segreti su materiali e corpi extraterrestri.
Il segretario di Stato Cyrus Vance e il futuro Presidente Gerarld Ford menzionarono il fenomeno degli UFO in alcuni rapporti governativi ufficiali.

(Vediamo di nuovo alcune scene di UFO, la vestizione dell’astronauta Edgar Mitchell, immagini di repertorio di Cyrus Vance e Gerarld Ford. Scorrono le immagini di alcuni documenti ufficiali, alcune foto in bianco e nero di UFO. Poi la scena si sposta su una valle. Nel cielo appare un UFO che arriva a tutta velocità e si schianta al suolo.)

Oggi la gente non ci pensa più e solo Roswell viene ricordato.

(L’UFO si schianta a terra e tra la polvere si intravede la sagoma della nave spaziale)

… ma dobbiamo chiederci… è possibile che sia tutto un imbroglio?

(l’inquadratura si avvicina alla nave spaziale e vediamo una specie di mano muoversi all’interno.)

Siamo veramente soli… oppure ci hanno sempre mentito?
 
SIGLA
SCENA 2
HIGH DESERT
NUOVO MESSICO NORDOCCIDENTALE 1947


(Un autobus coi finestrini coperti sta attraversando la valle precedente. Al suo interno viaggiano un giovane militare ed un uomo vestito di nero.)

MILITARE: Posso sapere quanto manca?
UOMO IN NERO: Arriveremo in un baleno, dottore.

(L’autobus si ferma ed entrambi gli uomini scendono. Siamo di fronte all’UFO che abbiamo visto schiantarsi in precedenza. Diversi militari sono già al lavoro attorno alla navicella spaziale.)

UOMO IN NERO: Facciamo in fretta.
 
SCENA 3
OSPEDALE OUR LADY OF SORROWS
WASHINGTON, D.C.


(Un medico si sta preparando per entrare in sala operatoria. La vediamo solo di spalle, ma quando l’inquadratura si sposta capiamo che si tratta di Scully.)

INFERMIERA: Mi scusi. Dott.ssa Scully.
SCULLY: Sì?
INFERMIERA: La vogliono al telefono.
SCULLY: Devo andare in sala operatoria.
INFERMIERA: È quello che ho risposto anch’io, ma … lui ha detto che era importante.
SCULLY: Lui chi?
INFERMIERA: Ha detto di chiamarsi Walter Skinner, vicedirettore dell’FBI.

(A video segue un frammento dell’intervista di Jimmy Kimmel a Barack Obama.)

JIMMY KIMMEL: Se venissi eletto Presidente, subito dopo l’insediamento, e con la mano destra ancora appoggiata sulla Bibbia, correrei immediatamente nel posto dove tengono tutti quei documenti sull’Area 51 e sugli avvistamenti degli UFO, e li leggerei tutti per sapere che cosa è successo.
OBAMA: Gli alieni me lo impedirebbero. Ne sono sicuro.

(L’inquadratura si allarga e vediamo un uomo parlare al telefono mentre sul computer continua a scorrere il video della trasmissione televisiva. È Mulder che è al telefono con Scully.)

MULDER: Anche Obama ormai mi prende in giro. Che si dice nel mondo, Scully?
(us In lingua originale la battuta di Mulder è "My life's become a punchline" che significa "La mia vita è diventata una battuta")

SCULLY: Skinner ti sta cercando.

(Scully si trova fuori dalla sala operatoria. Mulder è in una stanza che assomiglia molto al vecchio ufficio che aveva ricostruito nella casa in cui l’avevamo visto, l’ultima volta, nel film “I Want To Believe”. Ci sono ritagli di giornali appesi ai muri, scaffali con vecchi archivi, matite sulla scrivania, semi di girasole in una ciotola… e un pezzo di scotch ricopre la videocamera integrata nel computer portatile di Mulder.)

MULDER: E perché non mi ha chiamato?
SCULLY: Perché non sa come trovarti, Mulder. A malapena ci riesco io.
MULDER: Cosa vuole da me?
SCULLY: Vuole sapere se hai mai seguito un certo Tad O’Malley su Internet. A quanto pare ha chiesto di noi all’FBI.
MULDER: Aspetta. Lo sto cercando.

(Sul computer di Mulder appare un video in cui vediamo Tad O’Malley.)

TAD O’MALLEY: Tutto si riduce a questo. Un mezzo di comunicazione governativo che vi mente sulla vostra vita, sulle libertà e sul vostro diritto divino di possedere un’arma.
MULDER: Perché dovrei guardare questo imbecille, Scully?
O’MALLEY: L’11 Settembre è stata un’operazione fantoccio. Nient’altro che una prova per la terza Guerra Mondiale. Ascoltatemi. Tutto fa parte di un complotto che ha avuto origine con lo schianto dell’UFO a Roswell.
MULDER: Pensavo che non volessi più saperne di UFO. Se ricordo bene li avevi definiti “la morsa alla gola della tua esistenza”.
SCULLY: Ambasciator non porta pena, Mulder. O’Malley vuole assolutamente incontrarti.
MULDER: Dì a Skinner che ci sto.
SCULLY: Sul serio?
MULDER: E non fare finta che non verrai.
 
SCENA 4
CENTRO CITTÀ
WASHINGTON, D.C.


(Scully è ferma su un marciapiede quando una macchina accosta ed esce Mulder.)

MULDER: (rivolto all’autista) Grazie.
SCULLY: Car sharing?
MULDER: Autostop. (Scully guarda Mulder in modo preoccupato) Rilassati, Scully. È una battuta.
SCULLY: Sono solo preoccupata per te.
MULDER: Stia tranquilla, dottoressa. Io so badare a me stesso.
SCULLY: Ti fa bene uscire da quel minuscolo buco, ogni tanto.
MULDER: Di sicuro ha fatto bene a te.
(I due si sorridono)
SCULLY: Sono sempre felice di vederti.
MULDER: E io sono felice di averne il motivo.

(Arriva una limousine da cui esce O’Malley. L’uomo va incontro a Mulder e Scully.)

O’MALLEY: Agente Mulder?
MULDER: Sì.
O’MALLEY: Tad O’Malley. E lei deve essere l’ex-agente Scully.
SCULLY: Esatto. Questa sì che è un’entrata ad effetto.
MULDER: L’ho vista sparare a degli uomini per molto meno.
O’MALLEY: Divertente. Lei è un tipo simpatico. Facciamo un giro?
MULDER: Sarò molto felice di parlarle, signor O’Malley, ma qui andrà più che bene.
O’MALLEY: È solo una precauzione. I velivoli di bassa quota usano apparecchi per registrare le conversazioni, preferisco un luogo più appartato.
SCULLY: Velivoli impiegati da chi?
O’MALLEY: Posso solo immaginarlo. Andiamo?

(La scena si sposta all’interno della limousine. O’Malley offre da bere ad entrambi.)

O’MALLEY: A proposito… gradite?
MULDER: Non per me, grazie. Scully?
SCULLY: (fa cenno di no) Lei ha dei nemici, a quanto ho capito.
O’MALLEY: In effetti, sì, ma non per mia scelta.
(us In lingua originale, O’Malley termina la frase chiamando Scully per nome provocando così la reazione di Mulder. La frase completa è “Well, not always of my choosing, Dana”.)

(Mulder tenta di abbassare il finestrino, ma l’apertura elettrica non funziona.)

MULDER: Inizia a fare parecchio caldo qui.
O’MALLEY: Oh, mi dispiace, quelli non si aprono. Ho fatto blindare il veicolo.
MULDER: Hai visto mai che qualcuno si metta a giocare a Oswald e Kennedy!
(us La frase originale è “Because you never know when a gun-toting liberal might go Hinckley” che significa “Perché non si può mai sapere quando un liberale che gira con una pistola possa trasformarsi in un Hinckley”)

SCULLY: La prego di scusarlo, O’Malley. Possiamo aiutarla in qualche modo?
O’MALLEY: Non sono l’ultimo arrivato in fatto di UFO, signor Mulder. Proprio come lei, ci credo davvero.
MULDER: No, io ci voglio credere. È diverso. Non so come, ma le prove rimangono stranamente sfuggenti.
O’MALLEY: Avete aperto gli “X-Files”. Eravate gli “X-Files”. Stavate cambiando la storia.
MULDER: Ho paura che quel capitolo sia chiuso.
SCULLY: Proprio come gli “X-Files”. Purtroppo o per fortuna, siamo andati avanti con le nostre vite.
MULDER: (guardando Scully) Sì, infatti. Purtroppo o per fortuna.
O’MALLEY: Non è questo il punto comunque.
MULDER: Qual è il punto, signor O’Malley? E com’è possibile che un conservatore come lei creda agli UFO o che l’11 Settembre sia stato frutto di una cospirazione interna?
O’MALLEY: Quindi dà per scontato che il mio sia un messaggio ipocrita.
MULDER: I complotti vendono e pagano le limousine blindate.
O’MALLEY: Crede che lo faccia per gli ascolti?
MULDER: Io credo che conduca un talk-show con delle trovate di seconda mano.
O’MALLEY: Quello che i talk-show sanno sta in un contagocce, mi creda.
(Mulder e Scully si scambiano uno sguardo.)
MULDER: Conosce il caso Kelly Cahill?
O’MALLEY: Kelly Cahill e suo marito stavano tornando a casa a Victoria, in Australia, quando apparve un velivolo nel cielo. I Cahill sparirono per un’ora, poi Kelly fu ricoverata per forti dolori allo stomaco dopo aver scoperto un segno a forma di triangolo vicino all’ombelico.
Come ho detto, il mio interesse è reale, ma mi serve la vostra esperienza.
SCULLY: La nostra esperienza per cosa?
O’MALLEY: Sto pestando i piedi alle alte sfere dell’Intelligence, ma voglio andare fino in fondo. Sono pronto a fare luce sulla cospirazione più diabolica che si sia mai vista.
SCULLY: È un’affermazione pesante, signor O’Malley. Che cosa la trattiene?
O’MALLEY: Se devo metterci la faccia, voglio essere sicuro di avere basi più solide di quelle che ho adesso.
MULDER: A quanto ho capito ha una cosa da mostrarci.
O’MALLEY: Una cosa… e una persona.
 
SCENA 5
LOW MOOR, VIRGINIA


(La limousine percorre adesso una strada rurale molto isolata. L’auto si ferma di fronte ad una piccola casa. I tre scendono dalla macchina.)

SCULLY: Come ha fatto a trovare questo posto? Neanche gli alieni ci riuscirebbero.
O’MALLEY: Un uomo nella mia posizione spesso viene contattato da persone interessanti.

(Dopo aver bussato, una ragazza appare sulla porta.)

O’MALLEY: Vi presento Sveta. Sveta, questi sono Dana Scully e Fox Mulder.
SVETA: Salve.
MULDER: Ciao.
SVETA: Buongiorno. Benvenuti in casa mia.
O’MALLEY: Sveta mi ha suggerito di chiamarvi.
MULDER: E lei come fa a conoscerci?
SVETA: Magari lei non ricorda me…
MULDER: Mi ricorderei se l’avessi vista.
SVETA: Ha interrogato me e mia famiglia da piccola. Dopo mio primo rapimento. Prego, accomodatevi.

(La ragazza parla con accento straniero. La scena si sposta all’interno della casa. Sveta si tira su la maglietta per mostrare delle strane ferite che ha sull’addome.)

SVETA: Ho queste da circa vent’anni.
O’MALLEY: Probabilmente riconoscerete le classiche cicatrici a forma di cerchio.
SCULLY: Quante volte sei stata rapita, Sveta?
SVETA: Ho perso conto, per colpa di ricordi schermo che mi hanno impiantato.
O’MALLEY: Sono i ricordi fasulli che impiantano su quelli reali per nascondere il rapimento.
SCULLY: Ho familiarità con la sindrome.
SVETA: Non sono sempre efficaci. Ci sono cose che mi tornano in mente.
SCULLY: Che genere di cose?
SVETA: I test che fanno. I prelievi. E altro.
SCULLY: Gli alieni ti hanno messo incinta?

(Sveta guarda O’Malley che fa cenno di sì con la testa. Mulder si accorge di questo scambio di sguardi.)

SVETA: Lo hanno fatto molte volte. Ma prendono bambini prima ancora che nascono. Questi ricordi non riescono rimuovere.
SCULLY: Quindi prendono il feto prima della nascita?

(Si vedono delle luci, strani macchinari e si sentono della urla. Sono i ricordi di Sveta.)

SVETA: (indicando l’ombelico) Da qui. Fanno tutto da qui e anche con DNA.
O’MALLEY: Digli tutto, Sveta.
SVETA: Io ho DNA alieno. Sono sicura.
SCULLY: Ti sei mai fatta visitare da un medico?
SVETA: No.
MULDER: Tu potresti fare delle analisi, non credi?
(us In lingua originale Mulder dice “Something you could test. Dana?” enfatizzando il nome di Scully, a rimando della scena precedente in cui O’Malley aveva fatto lo stesso.)
 
SCENA 6

(Siamo di nuovo sulla scena dello schianto dell’UFO a Roswell nel 1947. Molti militari stanno cercando di liberare il velivolo da terra. Una squadra armata corre verso uno spiazzo poco più lontano. Insieme a loro ci sono il giovane medico e l’uomo in nero.)

MILITARI: Presto! Presto!

(A terra si vedono delle macchie scure che ricordano molto il virus del Cancro Nero. Gli uomini perlustrano la zona e ad un certo punto si trovano davanti ad una creatura aliena che sta faticosamente trascinandosi lungo il terreno. È ferita.)

GIOVANE MEDICO: Oh, Signore! Oh, Dio Onnipotente!
UOMO IN NERO: Potrebbe essere pericoloso.

(L’uomo estrae la pistola e spara alla creatura. Il giovane medico tenta di fermarlo, ma anche gli altri militari iniziano a sparare.)

GIOVANE MEDICO: Ma che sta facendo? (rivolto agli altri militari) Per l’amor di Dio! Ma che avete fatto?

(La creatura giace a terra inerme.)
 
SCENA 7
OSPEDALE OUR LADY OF SORROWS


(Scully e Sveta si trovano in ospedale per effettuare delle analisi alla ragazza.)

SCULLY: Adesso farò un tampone. Scopri il braccio, devo fare un prelievo.
SVETA: So che lei non crede me del tutto.
SCULLY: Cosa te lo fa pensare?
SVETA: Io so leggere pensiero.
SCULLY: È una tua caratteristica o… ha a che fare con il DNA alieno?
SVETA: E poi sposto cose, con la mente.
SCULLY: Ti va di farmi vedere?
SVETA: Non riesco sempre.
SCULLY: Quindi… capita senza preavviso.
SVETA: Non so come controllarlo.
Prima eravate coppia.
SCULLY: Come hai detto?
SVETA: Lei e agente Mulder. Stavate insieme, ma ora non più.
SCULLY: Mi stai leggendo nel pensiero?
SVETA: Lui era depresso. Lei ha diagnosticato lui depressione. È questo che ha ucciso vostro rapporto. Oh, avete avuto anche un figlio.

(Scully osserva Sveta incredula, poi inserisce nel braccio della ragazza l’ago per effettuare il prelievo, forse usando più forza del necessario.)

SCULLY: Basta così.
SVETA: Mi crede adesso?
SCULLY: Non capisco che vuoi.
SVETA: Non sa cosa significa essere rapiti. Essere presi contro propria volontà.

(Scully fissa in modo deciso Sveta e le si avvicina senza alterare la sua espressione.)

SVETA: Oh… forse lei sa.
 
SCENA 8

(Un elicottero attera di fronte alla casa in cui si trova Mulder. Sembra essere la stessa casa in cui lui e Scully abitavano insieme nell’ultimo film. Mulder esce di casa e va incontro ad O’Malley.)

MULDER: Su una cosa avevo ragione. I complotti l’hanno resa molto ricca.
O’MALLEY: È un modo di vederla, ma quello che mi ha reso ricco è la mia ricerca della verità.
MULDER: La mia invece non è stata così redditizia.
O’MALLEY: Devo metterla in guardia per quando arriveremo a destinazione. Le persone che incontreremo sono paranoiche riguardo al lavoro che svolgono.
 
SCENA 9

(Ci troviamo all’interno di un grande capannone. O’Malley accompagna Mulder all’entrata. Mulder è incappucciato, ma una volta aperte le porte, l’uomo toglie il cappuccio a Mulder.)

O’MALLEY: La voglio preparare a quello che sta per vedere, agente Mulder.
MULDER: Una gabbia di Faraday. A che serve?
O’MALLEY: Sa che cos’è un ARV?
MULDER: Una replica di un velivolo alieno.
O’MALLEY: Le presento Garner. Le spiegherà i principi scientifici.

(I tre uomini si dirigono all’interno del capannone.)

MULDER: Quello è davvero un ARV?
GARNER: Dati i suoi trascorsi credevo ne avesse già visto qualcuno.
MULDER: No. Mai. Mai uno così.
GARNER: Ve lo mostriamo a nostro rischio e pericolo. Il governo ha già bruciato i laboratori e distrutto il lavoro di altri nostri colleghi.

(I tre entrano nella gabbia. All’interno vediamo altri uomini al lavoro intorno al velivolo. Mulder si avvicina  e tocca l’ARV. Lo osserva attentamente. Ad un certo punto il velivolo sembra accendersi e si alza da terra.)

GARNER: Funziona con energia toroidale, la cosiddetta energia di punto zero, cioè l’energia dell’universo.
MULDER: Questo significa energia gratis.
O’MALLEY: Ce l’abbiamo sin dagli anni ’40.
GARNER: Niente carburante, nessuna fiamma, nessuna combustione. Un semplice campo elettromagnetico. Tecnologia tenuta segreta per settant’anni mentre il mondo consumava petrolio.
MULDER: E i petrolieri facevano miliardi.
GARNER: Quello che sto per mostrarle è la parte più incredibile.

(Garner fa un cenno ad un suo collega e l’ARV scompare dalla vista.)

MULDER: È un motore a curvatura, ma… come?
GARNER: Elemento 115. Ununpentio.
MULDER: Dove l’avete trovato?
 
SCENA 10

(Roswell, 1947. Il giovane medico avvolge il cadavere dell’alieno in un lenzuolo bianco e lo porta via.)

UOMO IN NERO: Dove crede di andare?
GIOVANE MEDICO: Io sono un medico, signore.
UOMO IN NERO: È morto. Non c’è niente da fare.
GIOVANE MEDICO: Allora perché mi ha portato qui?
 
SCENA 11

(Siamo ai giorni nostri. Scully è in ospedale e si sta prelevando del sangue. All’improvviso, appare O’Malley sulla porta.)

O’MALLEY: Cerca DNA alieno nel suo sangue?
SCULLY: Colesterolo alto.
O’MALLEY: Mi scusi se mi presento così. È stata una giornata dura?
SCULLY: Normale amministrazione.

(O’Malley osserva i monitor su cui scorrono le immagini di un bambino malato il cui viso appare deformato. Scully è voltata dall’altra parte e sta compilando dei fogli, probabilmente per le analisi da effettuare.)

O’MALLEY: A me non sembra così normale.
SCULLY: È una malattia nota come microtia. Sono bambini nati senza orecchie.
O’MALLEY: Lei opera questi ragazzi?
SCULLY: Io assisto il chirurgo, è lui che fa il lavoro di Dio, dando ai ragazzi quello che la natura ha negato loro.
O’MALLEY: Secondo lei è una deformazione genetica?
SCULLY: È possibile, ma non si sa con certezza. È più comune tra gli Indiani Navajo.
O’MALLEY: Quello che mi colpisce è che sembrano alieni.
SCULLY: Le assicuro che si tratta solo di una semplice coincidenza, signor O’Malley.
O’MALLEY: E non ha niente a che fare col suo precedente impiego?

(Scully si volta verso O’Malley.)

SCULLY: È molto lontana da quell’esperienza.
O’MALLEY: Non le mancano mai… gli X-Files?
SCULLY: Come scienziata è stato probabilmente il periodo più intenso e impegnativo che abbia mai vissuto. Non mi ero mai sentita così viva.
O’MALLEY: E lavorare con Mulder?
SCULLY: Probabilmente la più intensa e impegnativa relazione che io abbia mai avuto. Ma sinceramente è stata anche la meno plausibile.
(us La frase finale di Scully in lingua originale è “And quite honestly the most impossibile” che significa “E onestamente la più impossibile”.)

(Scully volta di nuovo le spalle all’uomo continuando il suo lavoro.)

O’MALLEY: Sì. Mi era sembrato.
SCULLY: C’è una ragione per cui è qui?
O’MALLEY: Volevo essere sicuro che non fosse arrabbiata per le difficoltà che le ha creato Mulder riguardo Sveta.
SCULLY: Va tutto bene. Sono abituata.
O’MALLEY: E poi volevo vederla ancora.

(Scully si volta verso O’Malley con uno sguardo stupito.)
 
SCENA 12

(Mulder arriva a casa di Sveta durante la notte.)

SVETA: Come è arrivato?
MULDER: Con l’autostop.

(Siamo all’interno della casa. Mulder e Sveta sono seduti a un tavolo.)

MULDER: C’è stato un momento in cui, mentre ti chiedevamo dei tuoi rapimenti, delle gravidanze e di come gli alieni hanno preso i tuoi bambini, prima di rispondere hai guardato O’Malley. Perché?
SVETA: Perché non era questa domanda giusta da fare.
MULDER: Scusa, ma non ho capito.
SVETA: Non credo che sono stati alieni a prendere bambini.
MULDER: Ma hai parlato di rapimenti.
SVETA: È difficile. Sono ricordi molto brutti. E queste sono domande davvero pericolose.
MULDER: Calma. Quello che mi dirai resterà un segreto, Sveta.
SVETA: Cose che ho vissuto hanno influenzato tutta mia vita.
MULDER: Sì.
SVETA: A causa loro non ho potuto avere esistenza normale.
MULDER: Di cosa hai paura?
SVETA: Che possa peggiorare.
MULDER: Sveta, chi ha preso i bambini?
SVETA: Umani.
MULDER: Umani? Esseri umani? Li hai visti in faccia?
SVETA: Sì. Li ho visti e potrei riconoscerli. Io… avevo paura che uccidevano me se raccontavo verità.
MULDER: Perciò non sei mai andata da un medico.
SVETA: Di chi posso fidarmi? Direbbero che sono bugiarda e invece loro sono falsi.
MULDER: Sveta, puoi fidarti di me.
SVETA: Anche lei lavora per governo.
MULDER: Teoricamente sì, ma sono passati tanti anni.
SVETA: Però si è sempre chiesto… se non stavano mentendo anche a lei.
 
SCENA 13

(Il cellulare di Scully squilla. È Mulder. Scully risponde. Si trova all’interno di un’auto. Mulder è sempre a casa di Sveta.)

SCULLY: Mulder?
MULDER: Scully, ascoltami. Mi hanno raggirato. Ci hanno raggirato entrambi.
SCULLY: Aspetta… aspetta un secondo.
MULDER: No, devi ascoltare quello che ti sto dicendo. E se tutto fosse stata una bugia, se non ci fosse nessuna cospirazione aliena?

(L’inquadratura su Scully si allarga e vediamo che è nella limousine di O’Malley insieme a lui)

SCULLY: (rivolta ad O’Malley) Possiamo accostare per favore? Devo scendere.

(L’auto accosta e Scully scende.)

SCULLY: (al telefono con Mulder) Ma… si può sapere di che stai parlando?
MULDER: Parlo di tutto quello che ci hanno fatto credere, il nostro lavoro, gli X-Files, tutto.
SCULLY: Possiamo rimandare questa conversazione?
MULDER: So perché O’Malley è venuto a cercarci.

(Una mano si posa sulla spalla di Scully. È O’Malley.)

MULDER: Quella ragazza è la chiave, Scully. Sveta è la chiave di tutto quanto.
SCULLY: Non starai saltando alle conclusioni?
MULDER: Non ne posso parlare per telefono, Scully. Devo andare.
SCULLY: Dove? Aspetta, dove stai andando? Mulder? Rispondimi.
 
SCENA 14
QUARTIER GENERALE DELL’FBI
WASHINGTON, D.C.


(Mulder e Skinner entrano nel vecchio ufficio degli X-Files. La stanza è vuota. Ci sono stracci e scope, della matite piantate sul soffitto e il vecchio poster di Mulder giace a terra abbandonato.)

MULDER: Dove sono… gli archivi?
SKINNER: Non so dove siano.
MULDER: Aveva detto che nessuno era stato qui.
SKINNER: Non negli ultimi quattordici anni, da quando ve ne siete andati.
MULDER: Devo accedere agli X-Files.
SKINNER: Mi dica di che si tratta.
MULDER: Si tratta di controllare il passato per dominare il futuro. Si tratta di finzione mascherata da realtà, e lei ora mi deve delle risposte, Skinner.
SKINNER: Adesso si calmi, Mulder, prima che la situazione ci sfugga di mano. Non prendo ordini da lei.
MULDER: No. E da chi li prende allora?
SKINNER: Perché crede che l’abbia chiamata? Sono preoccupato per lei, Mulder. Lo sono sempre stato.
MULDER: Dieci anni qui dentro illudendomi di cercare la verità.

(Mulder si volta, calpesta il suo vecchio poster, gli dà un calcio e lo strappa.)

MULDER: … e invece sono stato trascinato lungo un sentiero oscuro per finire in un vicolo cieco, esattamente secondo i piani.
SKINNER: E vuole dare la colpa a me?
MULDER: No, sto dando la colpa a me stesso. So che hanno mentito anche a lei.
SKINNER: Non c’è stato giorno, da quando lei se ne è andato, in cui non ho preso il telefono pensando di chiamarla. Dall’11 Settembre il paese ha preso una direzione davvero molto strana.
MULDER: Il modo in cui ci sorvegliano e ci dicono che è per la nostra sicurezza… rappresenta il vero pericolo.
SKINNER: (avvicinandosi a Mulder) Allora faccia qualcosa, che aspetta?

(Mulder tira fuori il cellulare dalla tasca e compone un numero. Esce dall’ufficio. Il cellulare di Skinner suona.)

MULDER: (dal corridoio) Ora ha il mio numero.
 
SCENA 15

(Ci troviamo nello studio televisivo della trasmissione di O’Malley. L’uomo sta parlando seduto alla scrivania rivolto alla telecamera.)

O’MALLEY: Se possedete un’arma regolarmente registrata, sarete certamente visti come il nemico dal vostro governo, il quale probabilmente applicherà la legge marziale. Ma oggi vorrei finire con una nota positiva parlando dell’eroico lavoro svolto da una mia cara amica che ricostruisce letteralmente i bambini che sono nati senza una cosa che noi diamo per scontata.

(Scully sta guardando la trasmissione dall’ospedale.)

O’MALLEY: Presso l’ospedale cattolico di Washington, D.C. la dottoressa Dana Scully, che lavora per ridare la gioia a questi poveri bambini.

INFERMIERA: Dottoressa Scully? (Scully chiude il computer) Ho i risultati del laboratorio.
SCULLY: Grazie.

(Scully esamina i risultati. Poi, richiama l’infermiera.)

SCULLY: Infermiera? Mi può fare un favore?
INFERMIERA: Certo.
SCULLY: Vorrei far ripetere queste analisi.
INFERMIERA: C’è qualche problema?
CHIRURGO: Dottoressa Scully? Dobbiamo cominciare.
SCULLY: Lei le faccia ripetere, per favore. Grazie.

(Scully si avvia verso la sala operatoria, ma poi si volta di nuovo verso l’infermiera.)

SCULLY: Oh… e aspetto una chiamata, o meglio, spero di ricevere una chiamata da un certo Mulder.
 
SCENA 16
NATIONAL MALL
WASHINGTON, D.C.


(È notte. Mulder aspetta in strada quando gli si avvicina un uomo anziano.)

UOMO ANZIANO: Era necessario vedersi a quest’ora?
MULDER: Ho bisogno di parlarle.
UOMO ANZIANO: Mi sembrava che avessimo un patto sui nostri incontri in ambienti non sicuri.
MULDER: Ho preso le solite precauzioni e so che lei ha fatto lo stesso.

(L’uomo guarda verso l’alto mentre un aereo passa a bassa quota.)

MULDER: Sono qui da un’ora e non ho visto passare nessuno. Lei mi aveva detto che se fossi riuscito a mettere insieme i pezzi avrebbe confermato.
UOMO ANZIANO: Quindi ha rimesso insieme i pezzi?
MULDER: Ho conosciuto una persona. E ho visto qualcosa.
UOMO ANZIANO: All’epoca non c’era neanche vicino. Alieni guerrafondai che si bombardavano gli uni con gli altri e altre sciocchezze del genere.
MULDER: Sono stato astutamente manipolato.
UOMO ANZIANO: Che cosa le dà questa nuova certezza?
MULDER: Ho visto un ARV, che sfrutta energia illimitata. L’ho visto scomparire.
UOMO ANZIANO: È quello che dicono tutti di aver visto.
MULDER: Ma questa tecnologia esiste davvero, esiste dai tempi di Roswell, ed è stata usata in test condotti dagli umani su uomini, donne e bambini in rapimenti che sono stati falsamente attribuiti agli alieni.

(Mentre Mulder parla vediamo scorrere alcune immagini in cui il giovane medico del 1947 sembra compiere degli esperimenti in un laboratorio medico. Il giovane medico è l’uomo anziano con cui sta parlando Mulder.)

UOMO ANZIANO: Quindi crede di sapere come.
MULDER: Sì. E credo che lei conosca il perché.
UOMO ANZIANO: Il perché è un po’ più complicato di quello che può pensare, agente Mulder.
MULDER: Sessant’anni fa ci avevano avvisato dei rischi di una presa di potere del complesso industriale militare.
UOMO ANZIANO: Questa è storia vecchia.
MULDER: Il conto alla rovescia è iniziato nel 2012 e tutti lo ignorano.
UOMO ANZIANO: Mi dica qualcosa che non so.
MULDER: Le tecnologie aliene sono state usate contro di noi, non da una specie aliena, e nemmeno insieme ad essa, ma da un’avida élite di uomini che cospirano contro l’intera umanità.
UOMO ANZIANO: Mi sta facendo perdere tempo.
MULDER: Tutti quei test a che servono?
UOMO ANZIANO: Me lo dica lei, agente Mulder.
MULDER: Lei venne da me, tanti anni fa, perché non voleva portarsi i suoi segreti nella tomba e voleva liberarsene.
UOMO ANZIANO: Io ero solo un medico. Non sapevo come sarebbe stato usato il mio lavoro. Le bugie sono talmente enormi… che la verità deve essere inconfutabile.
MULDER: Allora lasci che la dica a tutti.
UOMO ANZIANO: Si prenderebbero gioco di noi.
MULDER: Sarò io a prendermi la pallottola.
UOMO ANZIANO: Sarebbero capaci di spararle davvero. Stia attento. Rischia grosso.

(L’anziano fa per andarsene, ma prima si rivolge di nuovo a Mulder.)

UOMO ANZIANO: Roswell… è stata solo una cortina di fumo.
MULDER: Così mi hanno detto.
 
SCENA 17

(È notte. Scully arriva a casa di Mulder. Mulder esce sul patio. Scully gli va incontro e sale le scale.)

MULDER: Che ci fai qui, Scully?
SCULLY: (salendo le scale) Mulder, mi hai chiuso il telefono in faccia, non ti ho sentito tutto il giorno, sei di nuovo ossessionato dagli X-Files?
MULDER: Ce l’ho fatta, Scully. Finalmente le cose hanno un senso. Per tutti questi anni ci hanno raggirato.
SCULLY: Tu stai di nuovo delirando.
(us Scully dice “I don’t know what you mean” che vuol dire “Non so cosa tu intenda dire”)

MULDER: Non ti ho chiamato perché mi avresti preso per pazzo.
SCULLY: Ecco perché sono qui, tu lo sai quanto ci tengo a te, quanto sono preoccupata…
MULDER: Ascoltami… per favore, io…
SCULLY: No, adesso tu ascolti me!
MULDER: Scully devi fidarti di me! Ti prego.
SCULLY: Ti ho già visto così. Sei su di giri perché sei convinto di aver trovato la verità e pensi di poter salvare il mondo.
MULDER: Questa sarà la loro fine, credimi.
SCULLY: No, sarà la tua di fine, pensaci.
MULDER: Questa è tutta la mia vita, è tutto quello in cui credo da sempre.
SCULLY: In cui vuoi credere. In cui vuoi disperatamente credere, ma…
MULDER: Ci credo invece! Io credo che Tad O’Malley abbia ragione. Non è una cospirazione aliena, ma è una congiura di esseri umani.
SCULLY: Tad O’Malley è un uomo molto affascinante, ma dice un sacco di fesserie, Mulder.
MULDER: No, lui mi ha aperto gli occhi.
SCULLY: Come sai che non ti sta imbrogliando? È un manipolatore!
MULDER: È stato un dono del cielo!
SCULLY: Si può sapere di che diavolo stai parlando?
MULDER: Parlo della verità. E Tad O’Malley la divulgherà in diretta.
SCULLY: Ti prego… ascoltami. Come tua amica, e come medico, ti dico che stai camminando su un campo minato.
MULDER: So bene quello che faccio.

(Si sente una voce provenire dall’interno. Sulla porta appare Sveta. Scully rimane di sasso.)

SVETA: È tutto a posto, vero?
MULDER: Sì, è tutto a posto. Tranquilla. (rivolto a Scully) Lei è la chiave di tutto quanto. Sveta è la chiave.
SCULLY: (con un sospiro di voce) Tu sai cosa stai facendo.

(Scully scende le scale e lascia il portico mentre si dirige alla sua auto.)

MULDER: Scully…

(Mentre Scully si sta allacciando la cintura di sicurezza, arriva Tad O’Malley.)

O’MALLEY: (bussando al finestrino di Scully) Ehi. Che stai facendo? Non starai andando via?
SCULLY: (tira giù il finestrino) Ho bisogno di allontanarmi.
O’MALLEY: Resta. È molto importante.
SCULLY: Non dirmi cosa è importante e cosa non lo è, ti prego. Voglio solo andare via.

(Mulder raggiunge i due nel prato antistante la casa.)

O’MALLEY: (rivolto a Mulder) Non l’aveva invitata?
MULDER: Volevo farlo infatti, ma non credevo che sarebbe venuta.
SCULLY: Infatti non avrei dovuto.
O’MALLEY: Allora che ci fai qui?
SCULLY: Mulder, che stai combinando?
 
SCENA 18

(Mulder, Scully, O’Malley e Sveta sono entrati in casa. Scully ascolta gli altri parlare seduta su un divano con le braccia conserte.)

MULDER: Le radici affondano nel secolo scorso, ma prima della vittoria nella seconda Guerra Mondiale in Europa e in Giappone, e dello scoppio della Guerra Fredda, il panorama economico e politico non era ideale per l’esecuzione concreta. Una cospirazione più grande e ancora più segreta del progetto Manhattan.
O’MALLEY: Più odiosa e di portata maggiore.
MULDER: Subito dopo aver sconfitto la Germania, un nuovo pericolo apparve a sconvolgere il mondo, pericolo che rappresentò l’ultima minaccia all’umanità: la bomba H.

(Mentre Mulder parla vediamo diverse immagini scorrere a video: un UFO che vola nel cielo, l’esplosione di una bomba nucleare,  immagini tratte dallo spazio, lo schianto dell’UFO a Roswell.)

I test nucleari fecero da trasduttori attirando fino a noi forme di vita aliene con le navicelle a propulsione elettro-gravitazionale. Specie extra-terrestri molto avanzate, in visita, preoccupate per la minaccia di autodistruzione dell’umanità e che volevano prevenire il nostro annichilimento sacrificando loro stesse a Roswell, ma soprattutto in luoghi come Aztec.

(Vediamo altre immagini: video in bianco e nero del governo americano, John Kennedy, il cadavere di un alieno su una specie di tavolo operatorio, medici che conducono test su umani, il feto di un bambino e una donna che urla.)

I leader mondiali hanno firmato accordi segreti per studi scientifici sulla tecnologia e sulla biochimica aliena. Studi clandestini sono stati fatti nelle installazioni militari di Groom Lake, Wright-Patterson e Dulce. Hanno estratto tessuti alieni e hanno condotto test su umani innocenti architettando addirittura rapimenti fasulli per sperimentare la tecnologia aliena recuperata dagli UFO abbattuti. Inclusa l’ibridazione. Tramite le modifiche genetiche e gli impianti forzati di embrioni alieni.
SVETA: Perché fare tutto questo e poi mentire? Nostro governo…
MULDER: Il nostro governo mente di continuo. Hai presente gli esperimenti negli anni ’30 sugli uomini di colore a Tuskegee? Conosci Henrietta Lacks?
SVETA: Qual è il loro obbiettivo?
MULDER: Questo è il pezzo mancante.
O’MALLEY: Ma non è difficile da immaginare. Un governo che nasconde e sviluppa tecnologia aliena per settant’anni, a costo di tante vite umane e del futuro del pianeta, è guidato non solo dall’avidità, ma da un obbiettivo più oscuro.
MULDER: La sottomissione dell’America.
O’MALLEY: E poi la conquista del mondo. Con ogni mezzo necessario, sia esso violento o crudele, purché sia efficace.

(A video scorrono altre immagini: uomini in rivolta, una folla che fugge, terreni aridi, satelliti nello spazio, fulmini, immagini di guerra, l’ex presidente George W. Bush, poliziotti che arrestano delle persone, truppe armate che marciano.)

Con gravi siccità, provocate da guerre meteorologiche, condotte per mezzo di contaminanti aerei e onde elettromagnetiche ad alta quota. Siamo in uno stato perenne di guerra, per provocare reazioni, per distrarre, far inferocire e rendere schiavi cittadini americani in casa loro. Con strumenti come il Patriot Act, e il National Defense Authorization Act, che scavalcano la Costituzione in nome della Sicurezza Nazionale. Con la militarizzazione della polizia in tutte le città degli Stati Uniti. Con la costruzione di campi di prigionia sterminati che apparentemente non hanno alcuno scopo dichiarato. Con la presa di potere delle lobby nel settore alimentare, farmaceutico, nella sanità e nell’esercito con piani segreti per mettere all’ingrasso, annebbiare, far ammalare e controllare un popolo già consumato dal consumismo.

(Mentre O’Malley parla vediamo un montaggio serrato di ulteriori immagini: mucche e polli rinchiusi negli stabilimenti, pillole che scorrono su un nastro, panini imbottiti, persone obese che camminano, un grande magazzino con gente che fa shopping e il primo piano di un carrello della spesa pieno di cibo. Infine appare il breve frammento di un video in cui si vede l’ex-presidente degli Stati Uniti George W.Bush)

GEORGE W. BUSH: Mi raccomando, continuate a fare shopping.

O’MALLEY: È un governo che controlla il tuo telefono, raccoglie i tuoi dati e monitora tutti i tuoi spostamenti impunemente, e che si prepara a usare quei dati contro di te quando colpirà e la conquista finale avrà inizio.

(Altre immagini: reti elettriche, satelliti nello spazio, computer che elaborano dati di varia natura, un drone, una foto di Julian Assange e una di Edward Snowden.)

SCULLY: (in tono molto scettico) La sottomissione dell’America.
O’MALLEY: Da parte di un’élite internazionale, ben organizzata, armata e intenzionata ad abbattere e uccidere e soggiogare.
SCULLY: (sempre in tono molto scettico) Mentre noi ce ne stiamo seduti qui.
O’MALLEY: Sta succedendo sotto i nostri occhi.
MULDER: Manca solo la mossa finale.
O’MALLEY: Probabilmente sarà di venerdì. Le banche annunceranno un’operazione di sicurezza per cui dovranno spegnere tutti i sistemi informatici.
MULDER: Tutti i soldi spariranno nel nulla.
SVETA: Possono rubare soldi di tutti?
MULDER: Poi ci sarà il lancio di bombe a impulsi elettromagnetici che distruggeranno le nostre reti elettriche.
O’MALLEY: Sembrerà un attacco all’America dei terroristi o della Russia.
MULDER: Oppure un’invasione aliena simulata, usando le repliche dei velivoli alieni che già esistono e già vengono utilizzate.
SCULLY: (in tono scettico) Un’invasione aliena degli Stati Uniti.
MULDER: I Russi ci hanno provato nel ’47.
SCULLY: (scuotendo la testa) Non potete dire queste cose.
O’MALLEY: E invece le dirò domani.
SCULLY: (prendendo la giacca e alzandosi dal divano) È uno sproloquio che diffonderà il panico. Una paranoia da isolazionisti. Sono solo fesserie pericolose e stupide che rasentano l’accusa di tradimento. (rivolta ad O’Malley) Dire queste cose sarebbe incredibilmente irresponsabile.
MULDER: (alzandosi) Non dirle sarebbe da irresponsabili.
SVETA: Soprattutto perché è verità.
SCULLY: (rivolta a Sveta) Le tue analisi erano negative.
MULDER: Che cosa vuoi dire?
SCULLY: Che non si è trovata alcuna traccia di DNA alieno.

(Scully esce dalla casa di Mulder.)
 
SCENA 19

(Siamo di nuovo in ospedale. Scully apre il computer e cerca su Internet la trasmissione di Tad O’Malley.)

O’MALLEY: (voce dal computer) Vi avevo promesso la verità, ma la verità purtroppo è sotto assedio.

(La trasmissione stacca su una ripresa di Sveta circondata da molti giornalisti.)

SVETA: Tad O’Malley voleva farmi dire cose non vere. Lui ha pagato me per inventare storie su rapimenti alieni.

(Anche Mulder sta guardando lo stesso video.)

SVETA: … è un bugiardo, quello che dice, il suo programma, è totalmente falso. Mi spiace di avervi ingannato.

MULDER: L’hanno trovata, accidenti.

O’MALLEY: (dallo studio televisivo) Queste sono le bassezze a cui il nostro governo…

(Mulder chiude il suo portatile. Scully in ospedale sta ancora guardando la tramissione.)

O’MALLEY: … è capace di arrivare.

INFERMIERA: Dottoressa Scully? I nuovi risultati delle sue analisi.
 
SCENA 20

(Mulder arriva correndo a casa di Sveta. Cerca la ragazza, ma la casa è vuota.)

MULDER: Sveta? Sveta?? (urlando) Sveta???

(La scena si sposta nell’hangar dove era nascosto l’ARV. I militari fanno irruzione a bordo di alcune jeep.)

GARNER: Fermi! No! No! Non avete il diritto…

(Garner viene colpito al volto da un militare e cade a terra.)

MILITARE #1: A terra! Nessuno si muova!

(I militari piazzano delle cariche sull’ARV e fuggono a bordo dei loro mezzi.)

MILITARE #2: Tutti fuori! Fate in fretta! Via, via, via!

(Le cariche esplodono disintegrando il velivolo e uccidendo tutto il personale presente.)
 
SCENA 21

(Siamo di nuovo in ospedale. Terminato un intervento, Scully prova ancora a cercare Tad O’Malley su un motore di ricerca, ma questa volta la pagina web della trasmissione non è più disponibile online.
Qualche ora dopo, Scully si trova nel garage della struttura e si sta dirigendo verso la sua auto. Quando la raggiunge si accorge che qualcuno ha scritto, con un dito, sul vetro posteriore la frase “Don’t Give Up”. Mentre Scully la osserva, arriva Mulder.)

MULDER: Conosci la sindrome di Venere? È uno scenario di surriscaldamento globale che ci porterà sull’orlo dell’estinzione. Coloro che avranno i mezzi si prepareranno per lasciare il pianeta e andare verso lo spazio che sarà già stato armato contro le masse di poveracci che non sono stati sterminati dall’élite fasciste ultraviolente. Se credi a questo genere di cose.
SCULLY: Sembri esausto, mi spiace.
MULDER: È stata una brutta giornata al lavoro.
SCULLY: Non so se l’hai visto, ma hanno staccato la spina a O’Malley.
MULDER: Sono molto bravi quei tizi, vero?
SCULLY: Che mi dici di Sveta? Dov’è finita?
MULDER: Sono sicuro che è spaventata a morte.
SCULLY: Dobbiamo trovarla, Mulder. E fare qualsiasi cosa per proteggerla.
MULDER: Perché? Avevi detto che le sue analisi erano negative.
SCULLY: Le ho fatte ripetere. Ho estratto la sequenza dell’intero genoma perché non mi fidavo dei risultati iniziali.
MULDER: Stai dicendo che hai trovato DNA alieno?
SCULLY: (esitante) E poi ho estratto anche il mio genoma. Per via dei miei trascorsi e perché abbiamo concepito un figlio.
(us In lingua originale le parole finali di Scully sono “because we have a child toghether” che significano “perché abbiamo un figlio insieme”.)

MULDER: Scully… che cosa vuoi dire?
SCULLY: (con la voce rotta dall’emozione) Quello che voglio dire è che lei non è l’unica. E che qualcuno dovrebbe fermare quei figli di puttana.

(Squillano i cellulari di entrambi. È un messaggio di Skinner.)

SCULLY: Skinner.
MULDER: Skinner. (leggendo il messaggio) Situazione critica. Vi devo vedere al più presto. (rivolgendosi a Scully) Sei pronta a ricominciare, Scully?
SCULLY: Non credo ci sia altra scelta.

(Mulder annuisce.)
 
SCENA 22

(È notte. In una strada desolata, Sveta è al volante della sua auto. All’improvviso gli strumenti dell’auto impazziscono e il veicolo si spegne.)

SVETA: No. Ti prego, non piantarmi in asso.

(Mentre la donna prova a rimettere in moto l’auto, un raggio di luce verde entra nel suo abitacolo. Sveta guarda in alto. Sopra di lei c’è un velivolo simile all’ARV.)

SVETA: (urlando spaventata) No! No!! No!!!

(La luce si fa sempre più intensa. Il raggio verde sparisce. Sveta tenta di uscire dall’auto, ma la portiera sembra bloccata. Mentre sta per uscire, il velivolo incenerisce la sua auto e Sveta sparisce tra le fiamme.)
 
SCENA 23

(Un uomo è seduto di fronte ad un cammino acceso. Sopra il camino è riportata la scritta “Carpe Diem”. L’uomo sta parlando al telefono. Lo vediamo solo di spalle.)

UOMO: Sì. Sì. Capisco.

(L’inquadratura gira attorno all’uomo che si rivela essere l’Uomo che Fuma. L’uomo termina la conversazione al cellulare. Volge lo sguardo in alto, ad una persona che sta arrivando verso di lui – che rimane fuori inquadratura.)

UOMO CHE FUMA: Abbiamo un piccolo problema.

(La persona appoggia una sigaretta accesa sul dispositivo sistemato attorno alla gola dell’uomo per far inalare il fumo a quest’ultimo. Adesso possiamo vederlo bene in faccia. L’uomo sembra portare una maschera che copre metà del suo viso. La persona toglie la sigaretta.)

UOMO CHE FUMA: Hanno riaperto gli X-Files.


Trascrizione effettuata da Scully
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IN BREVE

[Scully] Ti fa bene uscire da quel minuscolo buco, ogni tanto.
[Mulder] Di sicuro ha fatto bene a te.

[Mulder] Oggi la gente non ci pensa più e solo Roswell viene ricordato. Ma dobbiamo chiederci, è possibile che sia tutto un imbroglio? Siamo veramente soli oppure ci hanno sempre mentito?

[Scully] Sono sempre felice di vederti.
[Mulder] E io sono felice di averne il motivo.


 
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