di
Chris Carter, Frank Spotnitz
diretto da Chris Carter
Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
diretto da Chris Carter
Sei anni dopo la loro fuga, l'FBI chiede l'aiuto di Mulder e Scully per ritrovare un'agente scomparsa. Gli agenti Dakota Whitney e Mosley Drummy, a capo delle indagini, hanno a che fare con un prete che sostiene di avere delle visioni collegate al rapimento.
L’agente dell’FBI Monica Bannan viene rapita da due uomini mentre sta rientrando nella sua casa di Somerset, nel West Virginia. La squadra dell’FBI, comandata dall’agente Dakota Whitney e dal collega Mosley Drummy, compie alcune ricerche in un campo situato nel luogo in cui l’agente Bannan è stata aggredita. Gli agenti federali, grazie all’aiuto di un uomo, trovano nel campo un braccio maschile reciso.
Dana Scully, medico nell’istituto Our Lady of Sorrows, è alle prese con un bambino, Christian, affetto da una malattia degenerativa ed incurabile del cervello, quando viene contattata dall’agente Drummy. Drummy le dice che l’FBI ha bisogno di contattare Mulder urgentemente affinché lui li aiuti per salvare la loro collega. Le accuse ancora pendenti saranno dimenticate se lui deciderà di aiutarli. Tornata a casa, Scully convince Mulder ad unirsi all’FBI e ad uscire dal nascondiglio in cui si era rifugiato negli ultimi anni, ma proprio quest’ultimo esige che anche Scully partecipi all’indagine.
Arrivati a Washington la sera stessa, i due vengono aggiornati sul caso dall’agente Whitney. Mulder e Scully vengono quindi a sapere che l’uomo che sta aiutando l’FBI nelle indagini è un prete cattolico, padre Joe, precedentemente condannato per pedofilia. Padre Joe sostiene di avere delle visioni, che non sa spiegare, riguardo la scomparsa dell’agente Bannan. Una volta giunti alla sua abitazione, dopo aver parlato con padre Joe, gli agenti Whitney e Drummy, insieme a Mulder decidono di portarlo a fare un giro per sondare le sue capacità. Scully è molto riluttante e non si unisce a loro, ma promette a Mulder che studierà il fascicolo del caso. Una volta in auto, padre Joe conduce gli agenti nei pressi della casa dell’agente Bannan. Qui, il sacerdote ha una visione dell’aggressione, ma non è in grado di dire dove si trovi la donna. Al termine della visione padre Joe inizia a piangere lacrime di sangue.
La stessa mattina, Scully si confronta con padre Ybarra, amministratore dell’ospedale, riguardo il suo piccolo paziente. Padre Ybarra le suggerisce di non prolungare le pene del bambino cercando di curarlo. Nel frattempo, una ragazza di nome Cherryl Cunningam viene a sua volta rapita, una volta uscita dalla piscina, dallo stesso uomo che aveva aggredito l’agente Bannan. L’agente Whitney chiama Mulder e Scully nel cuore della notte sostenendo di avere un nuovo indizio per le indagini. Quando, tre ore dopo, i due arrivano sul luogo dove si trova la squadra dell’FBI, l’agente Whitney dice che padre Joe li ha condotti nello stesso posto in cui avevano trovato il braccio reciso, ma ancora non hanno trovato l’agente Bannan. Padre Joe conduce la squadra in un punto nel bosco in cui viene trovata la testa di una donna sepolta nel ghiaccio. Dopo la raccapricciante scoperta, padre Joe dice a Scully “Non si arrenda mai”.
Nel frattempo, in un laboratorio medico clandestino tenuto da scienziati russi, Cherryl viene tenuta prigioniera in una sorta di grande scatola.
La mattina seguente, in ospedale Scully si scontra con padre Ybarra riguardo Christian. Mentre il sacerdote vorrebbe trasferirlo in una struttura più adatta per aiutarlo a lenire il suo dolore in attesa dell’inevitabile, Scully decide di curare il bambino tramite l’utilizzo di cellule staminali. Nel frattempo, ai laboratori dell’FBI di Quantico, Mulder e gli altri agenti scoprono che la testa ritrovata non era quella dell’agente Bannan, e nel ghiaccio trovano altri undici arti recisi. Più tardi, gli agenti trovano l’auto abbandonata di Cherryl Cunningam ricoperta di neve. Mulder trova a lato dell’auto un braccialetto che identifica il gruppo sanguigno della ragazza. Si tratta di un braccialetto identico a quello che aveva l’agente Bannan. Il contenuto dell’auto di Cherryl porta gli agenti alla piscina locale, e qui vengono a sapere che era frequentata da entrambe le donne rapite.
In seguito all’operazione di Christian, Mulder aggiorna Scully sugli sviluppi delle indagini, ma Scully, nonostante le sue insistenze, decide di non seguirlo più in questo caso, di rimanere un semplice medico e non tornare ad aiutare l’FBI.
Janke Dacyshyn, il russo artefice dei rapimenti, viene fermato da due agenti per un controllo, mentre sta svolgendo il suo lavoro di trasportatore di organi. In assenza di prove ulteriori, viene rilasciato. La stessa sera, Scully si reca da padre Joe per chiedergli il significato della frase “Non si arrenda mai” che tanto l’ha turbata. Durante il confronto, il sacerdote ha però una crisi e Scully chiama i paramedici per portarlo all’ospedale. Mulder e gli altri agenti arrivano mentre l’ambulanza sta portando via padre Joe. Proprio in quel momento viene comunicato loro che è stato possibile risalire a due sospetti, l’uomo russo fermato quello stesso giorno ed il suo datore di lavoro, Franz Tomczeszyn, che da bambino era stato una delle vittime delle violenze di padre Joe. Mulder decide di seguire gli agenti mentre si recano a prelevare i sospetti.
Una volta sul luogo, mentre Drummy ispeziona l’edificio, Mulder e l’agente Whitney aspettano fuori quando all’improvviso appare Dacyshyn. I due lo inseguono a piedi e durante la fuga, il russo lascia cadere a terra un contenitore. Dopo un lungo inseguimento Dacyshyn riesce a scappare, ma in seguito ad una colluttazione, l’agente Whitney rimane ferita a morte. Drummy nel frattempo trova il contenitore lasciato incustodito e scopre che al suo interno vi è contenuta la testa dell’agente Bannan.
Tornato all’ospedale, Mulder scopre che padre Joe ha un cancro ai polmoni in fase terminale. Il sacerdote, interrogato da Scully continua a sostenere di sentire che l’agente Bannan sia ancora viva. Nonostante questo, Mulder riprende le sue indagini per tentare di salvare la seconda ragazza rapita. Durante le sue ricerche, Mulder si imbatte proprio in Dacyshyn e decide così di seguirlo in auto. Il russo però si accorge di lui e con il suo autocarro spinge Mulder e la sua auto in fondo ad un dirupo.
Scully trova nelle sue precedenti ricerche sulle cellule staminali dei riscontri che sembrano avallare la teoria di Mulder. Scienziati russi che in precedenza avevano eseguito esperimenti di trapianti raccapriccianti sui cani, potrebbero adesso essere passati ad operare su esseri umani, e l’agente Bannan potrebbe essere ancora viva. Quando Scully non riesce a rintracciare Mulder, l’agente Drummy si rifiuta di aiutarla.
Mulder, sopravvissuto all’incidente, si incammina a piedi nella notte, fino a giungere al laboratorio clandestino, dove nel frattempo gli scienziati hanno iniziato le procedure per dare a Tomczeszyn il corpo di sano di Cherryl, così da sostituire il suo, minato dal tumore. Dopo essere stato aggredito da un cane a due teste, Mulder riesce ad introdursi nel laboratorio.
Scully, con l’aiuto di Skinner, riesce a trovare l’auto di Mulder, ma visto che lui non si trova, i due iniziano a perlustrare la zona per cercarlo. Una volta in macchina, l’attenzione di Scully viene attirata da una cassetta delle lettere che riporta i numeri di alcuni versetti delle Scritture citate in precedenza da padre Joe. Mentre sta controllando la posta ivi contenuta, Scully sente in lontananza dei cani che abbaiano.
Mulder irrompe nel laboratorio clandestino, ma nel tentativo di liberare la ragazza, e allo stremo delle forze, soccombe all’aggressione di Dacyshyn, che lo porta fuori con l’intenzione di ucciderlo. Proprio mentre il russo sta per finire Mulder, Scully arriva in suo aiuto e riesce a salvarlo cogliendo Dacyshyn di sorpresa. Con la collaborazione di Skinner, il laboratorio viene liberato e Scully salva la ragazza rapita.
In seguito, tornati a casa, Scully informa Mulder della morte di padre Joe. Mulder continua a sostenere di aver creduto al sacerdote. Secondo lui le visioni di padre Joe erano collegate a Tomczeszyn, il fatto che avessero entrambi contratto la medesima malattia e i loro decessi siano avvenuti nello stesso istante fornirebbe la prova a sostegno della sua teoria. Dal canto suo, Scully confessa a Mulder di aver voluto credere a padre Joe nel momento in cui le ha detto “Non si arrenda mai”, e che questo le ha permesso di salvargli la vita, ma allo stesso tempo ha inflitto a Christian le pene dell’inferno sottoponendolo agli interventi richiesti per la terapia con le cellule staminali.
Una volta all’esterno della casa, Mulder dice a Scully che forse la frase proferita da padre Joe è la risposta più grande. Non arrendersi. Mulder chiede a Scully di annullare l’operazione al bambino se ha qualche dubbio, e poi saranno solo loro due. Proveranno ad andare insieme il più possibile lontano dall’oscurità. Dopo essersi baciati, Scully sale in macchina e si reca all’ospedale dove sottopone Christian ad un ulteriore intervento.
DAVID DUCHOVNY - Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Dana Scully
Attori Co-Protagonisti
AMANDA PEET - Agente Dakota Whitney
XZIBIT - Agente Mosley Drummy
BILLY CONNOLLY - Padre Joe
CALLUM KEITH RENNIE - Janke Dacyshyn
FAGIN WOODCOCK - Franz Tomczeszyn
NICKY AYCOX - Cherryl Cunningam
XANTHA RADLEY - Monica Bannan
ADAM GODLEY - Padre Ybarra
SPENCER MAYBEE - Blair Fearon
CARRIE RUSCHEINSKY - Margaret Fearon
MARCO NICCOLI - Christian Fearon
SARAH JANE REDMOND - Agente FBI
ALEX DIAKUN - Uomo Smunto
Uscito nei cinema
25/07/08
05/09/08
Dana Scully, medico nell’istituto Our Lady of Sorrows, è alle prese con un bambino, Christian, affetto da una malattia degenerativa ed incurabile del cervello, quando viene contattata dall’agente Drummy. Drummy le dice che l’FBI ha bisogno di contattare Mulder urgentemente affinché lui li aiuti per salvare la loro collega. Le accuse ancora pendenti saranno dimenticate se lui deciderà di aiutarli. Tornata a casa, Scully convince Mulder ad unirsi all’FBI e ad uscire dal nascondiglio in cui si era rifugiato negli ultimi anni, ma proprio quest’ultimo esige che anche Scully partecipi all’indagine.
Arrivati a Washington la sera stessa, i due vengono aggiornati sul caso dall’agente Whitney. Mulder e Scully vengono quindi a sapere che l’uomo che sta aiutando l’FBI nelle indagini è un prete cattolico, padre Joe, precedentemente condannato per pedofilia. Padre Joe sostiene di avere delle visioni, che non sa spiegare, riguardo la scomparsa dell’agente Bannan. Una volta giunti alla sua abitazione, dopo aver parlato con padre Joe, gli agenti Whitney e Drummy, insieme a Mulder decidono di portarlo a fare un giro per sondare le sue capacità. Scully è molto riluttante e non si unisce a loro, ma promette a Mulder che studierà il fascicolo del caso. Una volta in auto, padre Joe conduce gli agenti nei pressi della casa dell’agente Bannan. Qui, il sacerdote ha una visione dell’aggressione, ma non è in grado di dire dove si trovi la donna. Al termine della visione padre Joe inizia a piangere lacrime di sangue.
La stessa mattina, Scully si confronta con padre Ybarra, amministratore dell’ospedale, riguardo il suo piccolo paziente. Padre Ybarra le suggerisce di non prolungare le pene del bambino cercando di curarlo. Nel frattempo, una ragazza di nome Cherryl Cunningam viene a sua volta rapita, una volta uscita dalla piscina, dallo stesso uomo che aveva aggredito l’agente Bannan. L’agente Whitney chiama Mulder e Scully nel cuore della notte sostenendo di avere un nuovo indizio per le indagini. Quando, tre ore dopo, i due arrivano sul luogo dove si trova la squadra dell’FBI, l’agente Whitney dice che padre Joe li ha condotti nello stesso posto in cui avevano trovato il braccio reciso, ma ancora non hanno trovato l’agente Bannan. Padre Joe conduce la squadra in un punto nel bosco in cui viene trovata la testa di una donna sepolta nel ghiaccio. Dopo la raccapricciante scoperta, padre Joe dice a Scully “Non si arrenda mai”.
Nel frattempo, in un laboratorio medico clandestino tenuto da scienziati russi, Cherryl viene tenuta prigioniera in una sorta di grande scatola.
La mattina seguente, in ospedale Scully si scontra con padre Ybarra riguardo Christian. Mentre il sacerdote vorrebbe trasferirlo in una struttura più adatta per aiutarlo a lenire il suo dolore in attesa dell’inevitabile, Scully decide di curare il bambino tramite l’utilizzo di cellule staminali. Nel frattempo, ai laboratori dell’FBI di Quantico, Mulder e gli altri agenti scoprono che la testa ritrovata non era quella dell’agente Bannan, e nel ghiaccio trovano altri undici arti recisi. Più tardi, gli agenti trovano l’auto abbandonata di Cherryl Cunningam ricoperta di neve. Mulder trova a lato dell’auto un braccialetto che identifica il gruppo sanguigno della ragazza. Si tratta di un braccialetto identico a quello che aveva l’agente Bannan. Il contenuto dell’auto di Cherryl porta gli agenti alla piscina locale, e qui vengono a sapere che era frequentata da entrambe le donne rapite.
In seguito all’operazione di Christian, Mulder aggiorna Scully sugli sviluppi delle indagini, ma Scully, nonostante le sue insistenze, decide di non seguirlo più in questo caso, di rimanere un semplice medico e non tornare ad aiutare l’FBI.
Janke Dacyshyn, il russo artefice dei rapimenti, viene fermato da due agenti per un controllo, mentre sta svolgendo il suo lavoro di trasportatore di organi. In assenza di prove ulteriori, viene rilasciato. La stessa sera, Scully si reca da padre Joe per chiedergli il significato della frase “Non si arrenda mai” che tanto l’ha turbata. Durante il confronto, il sacerdote ha però una crisi e Scully chiama i paramedici per portarlo all’ospedale. Mulder e gli altri agenti arrivano mentre l’ambulanza sta portando via padre Joe. Proprio in quel momento viene comunicato loro che è stato possibile risalire a due sospetti, l’uomo russo fermato quello stesso giorno ed il suo datore di lavoro, Franz Tomczeszyn, che da bambino era stato una delle vittime delle violenze di padre Joe. Mulder decide di seguire gli agenti mentre si recano a prelevare i sospetti.
Una volta sul luogo, mentre Drummy ispeziona l’edificio, Mulder e l’agente Whitney aspettano fuori quando all’improvviso appare Dacyshyn. I due lo inseguono a piedi e durante la fuga, il russo lascia cadere a terra un contenitore. Dopo un lungo inseguimento Dacyshyn riesce a scappare, ma in seguito ad una colluttazione, l’agente Whitney rimane ferita a morte. Drummy nel frattempo trova il contenitore lasciato incustodito e scopre che al suo interno vi è contenuta la testa dell’agente Bannan.
Tornato all’ospedale, Mulder scopre che padre Joe ha un cancro ai polmoni in fase terminale. Il sacerdote, interrogato da Scully continua a sostenere di sentire che l’agente Bannan sia ancora viva. Nonostante questo, Mulder riprende le sue indagini per tentare di salvare la seconda ragazza rapita. Durante le sue ricerche, Mulder si imbatte proprio in Dacyshyn e decide così di seguirlo in auto. Il russo però si accorge di lui e con il suo autocarro spinge Mulder e la sua auto in fondo ad un dirupo.
Scully trova nelle sue precedenti ricerche sulle cellule staminali dei riscontri che sembrano avallare la teoria di Mulder. Scienziati russi che in precedenza avevano eseguito esperimenti di trapianti raccapriccianti sui cani, potrebbero adesso essere passati ad operare su esseri umani, e l’agente Bannan potrebbe essere ancora viva. Quando Scully non riesce a rintracciare Mulder, l’agente Drummy si rifiuta di aiutarla.
Mulder, sopravvissuto all’incidente, si incammina a piedi nella notte, fino a giungere al laboratorio clandestino, dove nel frattempo gli scienziati hanno iniziato le procedure per dare a Tomczeszyn il corpo di sano di Cherryl, così da sostituire il suo, minato dal tumore. Dopo essere stato aggredito da un cane a due teste, Mulder riesce ad introdursi nel laboratorio.
Scully, con l’aiuto di Skinner, riesce a trovare l’auto di Mulder, ma visto che lui non si trova, i due iniziano a perlustrare la zona per cercarlo. Una volta in macchina, l’attenzione di Scully viene attirata da una cassetta delle lettere che riporta i numeri di alcuni versetti delle Scritture citate in precedenza da padre Joe. Mentre sta controllando la posta ivi contenuta, Scully sente in lontananza dei cani che abbaiano.
Mulder irrompe nel laboratorio clandestino, ma nel tentativo di liberare la ragazza, e allo stremo delle forze, soccombe all’aggressione di Dacyshyn, che lo porta fuori con l’intenzione di ucciderlo. Proprio mentre il russo sta per finire Mulder, Scully arriva in suo aiuto e riesce a salvarlo cogliendo Dacyshyn di sorpresa. Con la collaborazione di Skinner, il laboratorio viene liberato e Scully salva la ragazza rapita.
In seguito, tornati a casa, Scully informa Mulder della morte di padre Joe. Mulder continua a sostenere di aver creduto al sacerdote. Secondo lui le visioni di padre Joe erano collegate a Tomczeszyn, il fatto che avessero entrambi contratto la medesima malattia e i loro decessi siano avvenuti nello stesso istante fornirebbe la prova a sostegno della sua teoria. Dal canto suo, Scully confessa a Mulder di aver voluto credere a padre Joe nel momento in cui le ha detto “Non si arrenda mai”, e che questo le ha permesso di salvargli la vita, ma allo stesso tempo ha inflitto a Christian le pene dell’inferno sottoponendolo agli interventi richiesti per la terapia con le cellule staminali.
Una volta all’esterno della casa, Mulder dice a Scully che forse la frase proferita da padre Joe è la risposta più grande. Non arrendersi. Mulder chiede a Scully di annullare l’operazione al bambino se ha qualche dubbio, e poi saranno solo loro due. Proveranno ad andare insieme il più possibile lontano dall’oscurità. Dopo essersi baciati, Scully sale in macchina e si reca all’ospedale dove sottopone Christian ad un ulteriore intervento.
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Dana Scully
Attori Co-Protagonisti
AMANDA PEET - Agente Dakota Whitney
XZIBIT - Agente Mosley Drummy
BILLY CONNOLLY - Padre Joe
CALLUM KEITH RENNIE - Janke Dacyshyn
FAGIN WOODCOCK - Franz Tomczeszyn
NICKY AYCOX - Cherryl Cunningam
XANTHA RADLEY - Monica Bannan
ADAM GODLEY - Padre Ybarra
SPENCER MAYBEE - Blair Fearon
CARRIE RUSCHEINSKY - Margaret Fearon
MARCO NICCOLI - Christian Fearon
SARAH JANE REDMOND - Agente FBI
ALEX DIAKUN - Uomo Smunto
Uscito nei cinema
25/07/08
05/09/08
- Rich Tracer - Nome del regista di DONE ONE, è lo pseudonimo dietro cui si nasconde l'identità del vero regista del film, Chris Carter. (Rich Tracer è l'anagramma di Chris Carter)
- Nomi di Mulder e Scully - nei giornalieri (callsheets) trapelati durante le riprese del film, i personaggi di Mulder e Scully vengono indicati con i nomi di Frankie e Larry. Frankie e Larry sono i nomi dei cani di Chris Carter.
- Nomi di David Duchovny e Gillian Anderson - sempre nei giornalieri i nomi reali dei due attori erano sostituiti rispettivamente da Bobby Wingood (il personaggio che Duchovny ha interpretato nell'episodio Jose Chung's 'Doomsday Defense' della serie Millennium) e Marilyn Ramsey.
- Titolo - Il titolo originale del film, I Want to Believe, è un'idea di Frank Spotnitz
- Xantha Radley, l'attrice che ricopre il ruolo dell'agente Monica Bannan, ha interpretato la cameriera in #5X06 The Post-Modern Prometheus
- Callum Keith Rennie (indicato da IMDB come l'attore scelto originariamente per il ruolo di Krycek) che interpreta Janke Dacyshyn, ha preso parte agli episodi #1X14 Lazarus e #2X15 Fresh Bones
- Lorena Gale, il medico che appare sullo schermo nella prima scena all'ospedale, ha preso parte agli episodi #1X05 Shadows, #2X08 One Breath e #4X22 Elegy
- Il nome dell'ospedale in cui lavora Scully è Our Lady of Sorrows. Potrebbe essere un riferimento alla rappresentazione fatta nella serie della Santa Trinità (Mulder, Scully e William)
- La prima scena tra Mulder e Scully, con lei che entra nella stanza e lui che le parla di spalle senza guardarla e si gira solo alla fine, potrebbe essere un omaggio alla scena in cui i due si incontrano per la prima volta nell'episodio pilota
- Stanza di Mulder - molte cose all'interno di questa stanza richiamano episodi della serie o rappresentano vere curiosità.
- attaccato al muro troviamo il vecchio poster con l'astronave e la scritta 'I WANT TO BELIEVE'
- Mulder che butta una palla di carta nel cestino potrebbe essere un riferimento ad una scena molto simile di #5X12 Bad Blood
- Mulder sgranocchia, come sempre, semi di girasole
- le matite appese nel soffitto sono una citazione dell'episodio #5X10 Chinga
- sulla porta è appesa la foto della sorella di Mulder, Samantha
- c'è un post-it che riporta la scritta "Hey-Nostra-damus!" attaccato ad un'opera dello scrittore Douglas Coupland, a cui la stessa nota si riferisce, che ha scritto un libro con lo stesso nome
- sulla scrivania è possibile vedere una lampada dalla forma molto simile ad un UFO
- la palla da basket di Mulder è firmata dai giocatori della sua squadra del cuore, i New York Knicks
- sopra il poster, è appeso il disegno del mostro di #5X06 The Post-Modern Prometheus
- Nella prima scena in cui appare, Mulder sta ritagliando un articolo dal titolo “Princeton closes ESP lab after 40 years of paranormal study” di Howard Dimsdale. Il vero Howard Dimsdale era stato l'insegnante di Frank Spotnitz e John Shiban all'American Film Institute, ed era nella "lista nera" durante l'era McCarthy.
- 9:24 - Mulder e Scully arrivano a Washington alle 9.24 PM. Il 24 settembre è il compleanno di Piper, primogenita di Gillian Anderson
- Nel corridoio dell'FBI, Mulder e Scully incrociano l'attrice Vanessa Morley che ha dato il volto a Samantha da piccola per quasi tutta la durata della serie
- Il motivetto di X-Files sulla foto di Bush sta a significare che è un fatto inspiegabile come Bush possa essere diventato presidente degli USA?
- Sarah Jane Redmond, l'agente Fossa che collabora alle indagini, ha preso parte agli episodi #2X12 Aubrey e #5X09 Schizogeny. In Harsh Realm, altra serie creata da Chris Carter, ha interpretato un personaggio dal nome Inga Fossa.
- Maybe it'll be better if you wasn't here - la scena in cui padre Joe fa uscire Scully prima di mostrare agli altri agenti come fa ad avere le sue visioni, è molto simile ad una scena di #3X04 Clyde Bruckman's final reponse in cui Yuppi fa uscire Mulder dalla stanza.
- Jesus Mulder! - l'esclamazione di Scully quando Mulder la spaventa fuori dall'appartamento di padre Joe, è la stessa che sempre lei usa nella scena sul tetto di Fight the Future, quando Mulder salta fuori all'improvviso e appunto, la spaventa
- Mentre parla con Mulder, l'agente Whiteny cita Luther Lee Boggs (da #1X12 Beyond the Sea), Clyde Bruckman (da #3X04 Clyde Bruckman's final reponse) e George Schnauz (da #4X02 Unruhe)
- All'ospedale, il cane che passa mentre Scully esce dalla stanza del bambino per parlare con padre Ybarra, è il cane di Chris Carter, Larry
- Nicky Aycox, la seconda ragazza rapita (Cherryl Cunningam), ha partecipato all'episodio #7X05 Rush
- BOXWELL - La targa dell'auto di Cherryl Cunningam è BOXWELL. Nancy Boxwell, un'amica di Chris Carter, è anche il nome stampato sulla VHS che viene usata in #8X13 Per Manum per l'ecografia di Scully
- MacLaren Natatorium - il nome della piscina deriva da Michelle MacLaren, produttrice esecutiva di X-Files
- Beautiful Wasps Having Sex - sul comodino di Scully, nella scena in cui la vediamo a letto con Mulder, è ben visibile un libro dal titolo Beautiful Wasps Having Sex. Il libro esiste veramente ed è stato scritto da Dori Carter, moglie di Chris. Il titolo può essere tradotto con la frase "Bei bianchi protestanti anglosassoni fanno sesso". La parola sex del titolo, rimane ben visibile nell'inquadratura per gran parte della scena.
- Quando, poco dopo, Scully risponde al cellulare, sullo sfondo si vede l'acquario di Mulder. Sotto al telefono si possono vedere due libri:
- Eat, Pray, Love di Elizabeth Gilbert, uno dei libri preferiti di Gillian Anderson
- Duck Duck Wally di Gabe Rotter, scritto dall'assistente di Chris Carter
- Alex Diakun, Gaunt Man, ha interpretato in precedenza il lettore di tarocchi in #3X04 Clyde Bruckman's final reponse, il Dott. Fingers in #3X20 Jose Chung's ''From Outer Space'' e il Curatore in #2X20 Humbug
- Durante la riunione tra i medici dell'ospedale, il sacerdote seduto a fianco di Padre Ybarra, accreditato con il nome di Whispering Priest, è interpretato da John Patrick Finn, produttore di X-Files
- 10:20 - quando Mulder si trova al laboratorio dell'FBI sono le 10:20 AM. Aggiungendo uno ad entrambi i numeri, l'ora diventa 11:21 (il compleanno della moglie di Chris Carter)
- 2:08 - Mulder, la Whitney, Drummy e padre Joe arrivano sul luogo dell'incidente della ragazza scomparsa alle 2:08 PM. I numeri che compongono questo orario potrebbero essere un riferimento all'episodio #2X08 One Breath in cui Scully viene ritrovata dopo il rapimento. Un riferimento simile era presente anche nell'episodio #4X14 Leonard Betts
- Il Manners-Colonial Hospital prende il nome dal regista Kim Manners
- La prima parte della scena tra padre Joe e Scully, quando sono entrambi seduti sul bordo del letto, ricorda una scena simile di #6X18 Milagro. Nella stessa scena Padre Joe chiede a Scully se Mulder è suo marito. Questo potrebbe essere un riferimento a tutte quelle volte in cui, durante la serie, i due sono stati scambiati come coppia.
- Franz Tomczeszyn, il rapitore interpretato da Fagin Woodcock, porta il cognome della costumista del film, Lisa Tomczeszyn
- Nutter's Feed, - il negozio in cui entra Mulder si chiama Nutter's Feed e prende il nome dal regista e produttore di X-Files, David Nutter
- Stephen Miller, l'attore che interpreta il proprietario del Nutter's Feed, è comparso anche in #1X79 The Pilot, #2X05 Duane Barry e #3X15 Piper Maru ed in molti episodi della serie Millennium
- Quando il proprietario del negozio parla con Mulder, si vede un foglio con la scritta 'Treat UR Self'. "Treat yourself" è una frase che era solito dire sul set David Nutter. Nella stessa scena è visibile un altro foglio con disegnato un teschio che tiene in bocca una sigaretta accesa, e ricorda molto l'immagine dell'Uomo che Fuma in The Truth poco prima della sua morte
- Quando Mulder apre il suo cellulare si intravede uno sfondo di un paesaggio con degli alberi. La sua rubrica contiene i nomi (Rob) Bowman, (Vince) Gilligan, Scully e (John)Shiban.
- Cameo - Nel corridoio dell'ospedale, quando Scully entra nel suo ufficio, Chris Carter è seduto su una sedia e tiene in mano un'urna con le ceneri del suo cane morto, Frankie
- La busta che Scully trova nella cassetta delle lettere contiene i seguenti riferimenti:
- il mittente indicato è la “Fain Rotter - Medical Supplies”. Gabe Rotter è l'assistente di Chris Carter, mentre Jana Fain è l'assistente di Frank Spotnitz.
- il destinatario è il Dott. Uroff-Koltoff. Steve Uroff e John Koltoff sono due amici d'infanzia di Chris Carter. Negli episodi #5X13 Patient X e #5X14 The Red and the Black, la nave russa porta lo stesso nome, Uroff-Koltoff, sempre in omaggio agli amici di infanzia del creatore di X-Files
- l'indirizzo del destinatario è Bellflower Road. La città natale di Chris Carter è Bellfleur, California
- Nella scena in cui Scully salva Mulder ci sono diversi riferimenti a Fight the Future:
- Dopo aver messo fuori combattimento il russo, Scully si china su Mulder per vedere come sta. Questa scena ricorda molto il momento in cui Mulder salva Scully dall'astronave aliena, ovviamente a posizioni invertite
- Mulder dice "I'm cold", la stessa frase che pronuncia Scully non appena riprende i sensi dopo aver avuto il vaccino da Mulder
- la scena in cui Skinner abbraccia Mulder per scaldarlo, ricorda la scena finale all'Antartide quando Scully abbraccia Mulder sulla neve
- Babs Chula, attrice canadese per cui David Duchovny e Nick Lea si sono impegnati per una raccolta fondi per la sua lotta contro il cancro, interpreta uno dei chirurghi in sala operatoria
- Il film è dedicato alla memoria di Randy Stone, morto nel febbraio 2007, che si era occupato del casting di X-Files nel '92 e che di fatto ha messo insieme David Duchovny e Gillian Anderson
- Nella scena after credits, Mulder indossa un costume rosso. Questo è un riferimento alla famosa scena di #2X05 Duane Barry in cui Mulder esce dalla piscina indossando un costume Speedo rosso.
- Nella scena after credits, quando Mulder e Scully si voltano verso l'inquadratura per salutare, nel fondo del mare si vedono degli scogli che hanno la forma della X usata come logo di X-Files.
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Dal film è stato tratto l'album The X-Files I Want To Believe Soundtrack contenente le musiche originali scritte da Mark Snow per il film.
The X-Files I Want To Believe Soundtrack
1. Moonrise
2. No Cures / Looking For Fox
3. The Trip to DC
4. Father Joe
5. What If You're Wrong / Sister
6. Ybara The Strange / Waterboard
7. Can't Sleep / Ice Field
8. March and Dig / Girl In The Box
9. A Higher Conscious
10. The Surgery
11. Good Luck
12. Seizure / Attempted Escape
13. Foot Chase
14. Mountain Montage / The Plow
15. Photo Evidence
16. The Preparation
17. Tranquilized
18. The Axe Post
19. Box Them
20. Home Again
L'album contiene tre tracce aggiuntive:
Dying To Live
scritto ed eseguito da Xzibit
Broken
degli Unkle
The X-Files Theme
remixato dagli Unkle
Inoltre, nel film è possibile ascoltare i seguenti brani:
Ooh La La
scritto da Deborah Poppink e Amy Roegler, eseguito da Deborah Poppink
Movin' On Up
scritto da Jeff Barry e Jeannette DuBois, eseguito da Ja 'Net Dubois
Memories Child
scritto ed eseguito da Jamison Young
The X-Files I Want To Believe Soundtrack
1. Moonrise
2. No Cures / Looking For Fox
3. The Trip to DC
4. Father Joe
5. What If You're Wrong / Sister
6. Ybara The Strange / Waterboard
7. Can't Sleep / Ice Field
8. March and Dig / Girl In The Box
9. A Higher Conscious
10. The Surgery
11. Good Luck
12. Seizure / Attempted Escape
13. Foot Chase
14. Mountain Montage / The Plow
15. Photo Evidence
16. The Preparation
17. Tranquilized
18. The Axe Post
19. Box Them
20. Home Again
L'album contiene tre tracce aggiuntive:
Dying To Live
scritto ed eseguito da Xzibit
Broken
degli Unkle
The X-Files Theme
remixato dagli Unkle
Inoltre, nel film è possibile ascoltare i seguenti brani:
Ooh La La
scritto da Deborah Poppink e Amy Roegler, eseguito da Deborah Poppink
Movin' On Up
scritto da Jeff Barry e Jeannette DuBois, eseguito da Ja 'Net Dubois
Memories Child
scritto ed eseguito da Jamison Young
SCENA 1
SOMERSET, WEST VIRGINIA
10:23 PM
(Una donna sta guidando una macchina lungo una strada completamente ricoperta dalla neve. Altrove, una squadra dell’FBI sta effettuando delle ricerche su un campo ghiacciato, utilizzando dei lunghi pali per cercare nel terreno. La donna svolta ed entra in un garage. Un cane abbaia dall’interno della casa. Gli agenti dell’FBI, guidati dagli agenti speciali Whitney e Drummy, continuano a sondare il terreno)
DRUMMY: Serrate i ranghi! Restate allineati!
AGENTE #2: State vicini! Spalla a spalla!
(La squadra degli agenti è preceduta sul campo dai componenti dell’unità cinofila. Di fronte a loro cammina un uomo, Padre Joe. Ha dei lunghi capelli bianchi ed indossa un cappotto scuro. Tornati al garage, la donna, Monica Bannan, spegne il motore e le luci dell’auto. Indossa un braccialetto di metallo. Una figura si muove nell’ombra vicino all’entrata del garage. La ricerca nella neve continua.)
WHITNEY: Non stategli addosso!
DRUMMY: Restate allineati! Guardate alla vostra destra e alla vostra sinistra! Restate allineati!
(Drummy e Whitney si scambiano un’occhiata, mentre Padre Joe continua a scrutare il terreno.)
PADRE JOE: E’ qui, è qui...
(Nel garage, la donna scende dall’auto.)
MONICA BANNAN: (rivolta al cane che continua ad abbaiare) Sono io Buddy, smettila! ( La battuta in lingua originale è "Hey, calm down, buddy. Hey" che significa "Ehi, calmati amico. Ehi". La parola "buddy" significa appunto "amico", non è il nome del cane.)
(La donna chiude la porta dell’auto e nota, a causa dell’aria fredda, il respiro di qualcuno proveniente dall’esterno del garage. A terra, sopra le tracce lasciate dai suoi pneumatici, la donna vede l’impronta di una scarpa. Tornati sul campo, Padre Joe inizia a correre.)
WHITNEY: Lasciatelo andare. Lasciatelo andare, non stategli addosso!
(Monica Bannan indietreggia e prende dal muro un attrezzo da giardino con cinque punte. Fa qualche passo in avanti, e non appena un uomo le si pone di fronte, lei lo aggredisce con l’attrezzo ferendolo al volto. L’uomo alza una mano per difendersi e la donna sferra un altro colpo, ferendolo di nuovo. All’improvviso, appare un altro uomo. Al campo di ricerca, l’agente Whitney impartisce ordini ai suoi uomini.)
WHITNEY: Non stategli addosso, lasciatelo andare!
(Padre Joe continua a correre in avanti. Al garage, Monica Bannan fugge dai suoi assalitori uscendo da una porta laterale. Gli uomini la seguono e lei scappa verso gli alberi.)
WHITNEY: Adagio, adagio! Non stategli addosso!
(L’uomo raggiunge Monica Bannan e la blocca a terra. Padre Joe si inginocchia ed inizia a scavare nella neve.)
PADRE JOE: Qui!
DRUMMY: Calma, calma! Non vi avvicinate troppo!
PADRE JOE: Qui!!
DRUMMY: Lasciamo fare! Lasciamo fare! Indietro!
PADRE JOE: E’ qui!
(L’agente Whitney raggiunge Padre Joe e inizia a scavare con lui nel terreno. Gli altri agenti raggiungono i due. Dopo aver scavato per un po’, l’agente Whitney trova un telo di plastica nero al cui interno è avvolto un braccio mozzato. Il braccio mostra le stesse ferite che Monica Bannan ha inferto al suo assalitore.)
SCENA 2
OSPEDALE “OUR LADY OF SORROWS”
8:25 AM
(Una specialista sta parlando in videoconferenza ad un team di medici dell’ospedale.)
SPECIALISTA: Ho visto i referti che mi avete mandato, ho anche chiesto a un altro neurologo pediatra che lavora qui con me di darmi il suo parere. A preoccuparci sono principalmente due cose...
SCULLY: La deficienza nel metabolismo dei lipidi e il grave calo della produzione di enzimi.
SPECIALISTA: Precisamente. Sono i fattori più allarmanti.
SCULLY: E indicano entrambi trasporto lisosomiale alterato.
SPECIALISTA: E’ lei il medico che ha in carico il bambino dottoressa...
SCULLY: Scully. Dana Scully.
SPECIALISTA: E ha sottoposto a test la funzione lisosomica?
SCULLY: Le dovrebbero essere arrivate le mie conclusioni in proposito, dottoressa. Temo che sia affetto da una patologia cerebrale degenerativa di tipo 2, come la malattia di Sandhoff. Gli enzimi non liberano il cervello dai lipidi provocandone l’atrofia.
SPECIALISTA: Se sospetta la malattia di Sandhoff, dovrebbe verificare il livello di exosaminidasi.
(Un sacerdote entra nella sala.)
SCULLY: E’ ciò che ho fatto, dottoressa. Ed è il motivo per cui quello che vorrei individuare è un corretto approccio terapeutico.
SPECIALISTA: Non esistono terapia per la malattia di Sandhoff. Se ne trova una lei, me lo faccia sapere.
(Scully rimane delusa dalla risposta della specialista, ma nonostante ciò annuisce. Vede il prete, Padre Ybarra, che la osserva attentamente. In seguito, Scully cammina lungo un corridoio dell’ospedale. Oltrepassa due suore. Da una stanza esce una coppia, i Fearon, con loro figlio Christian seduto su una sedia a rotelle. Scully si avvicina al bambino sorridendo.)
SCULLY: Ciao, Christian, come va? Come ti senti?
CHRISTIAN: Io bene, dottoressa, e lei come sta?
SCULLY: Beh... diciamo che non mi posso troppo lamentare, grazie. (Scully sorride di nuovo al bambino)
SIGNOR FEARON: E’ riuscita ad avere un consulto?
SCULLY: (sospirando) Sì. Bisognerà sottoporlo a degli altri esami.
(L’agente Drummy si avvicina a loro arrivando dietro a Scully.)
DRUMMY: Dana Scully? Dottoressa, sto cercando Fox Mulder.
SCULLY: (rivolta ai Fearon) Scusatemi.
(Scully si avvicina a Drummy.)
DRUMMY: Agente Speciale Drummy, dell’FBI.
SCULLY: Lo so, mi è bastata un’occhiata.
DRUMMY: L’FBI ha urgenza di comunicare con Fox Mulder.
SCULLY: Io non lavoro più con Fox Mulder, agente. E non lavoro più per l’FBI.
DRUMMY: Se lei potesse contattarlo, contribuirebbe a salvare la vita di una nostra collega.
SCENA 3
(Più tardi, Scully sta guidando su una strada isolata. Si ferma davanti ad un cancello, ed esce dall’auto per aprirlo. Continua a guidare lungo la strada sterrata che porta ad una casa. Entra in casa, nel salotto. Appoggia le chiavi e la borsa su un tavolo. Si apre il cappotto ed entra in una stanza piena di ritagli di giornali sui muri.)
MULDER: Qual buon vento, dottoressa!
SCULLY: Dai prova di una fiducia piuttosto fuori luogo, Mulder, considerando che ti cerca l’FBI.
(Mulder è seduto ad una scrivania con la schiena rivolta verso Scully)
MULDER: Io ho gli occhi anche dietro la nuca, Scully. "Auf einer Wellenlänge" come dicono i tedeschi. E’ uno stato precognitivo, spesso confuso con la semplice intuizione, nel quale il cervello percepisce la logica profonda su cui è fondata la transitoria esistenza dell’uomo, senza fare ricorso al pensiero cosciente. Di norma si materializza come hai fatto tu adesso, per contro, se ti sei davvero materializzata, presto di de-materializzerai.
(Mulder si alza dalla sedia e sorride a Scully. Indossa dei vestiti casual ed ha una barba molto lunga.)
MULDER: Ma chi crede più a queste scempiaggini!
(Mulder attacca al muro un articolo di giornale che ha appena finito di ritagliare.)
SCULLY: Beh, all’FBI sembrano crederci ancora. Sono venuti a farmi visita, Mulder. Vogliono che tu li aiuti a trovare un’agente scomparsa.
MULDER: Mi auguro che tu li abbia mandati a quel paese!
SCULLY: Dicono che sono disposti a perdonarti. Verranno fatte cadere tutte le accuse a tuo carico se li aiuti a risolvere questo caso.
MULDER: L’FBI che perdona me? Mi hanno processato sulla base di accuse infondate, gettando fango su dieci anni di lavoro, a chiedere perdono dovrebbero essere loro, Scully.
SCULLY: E’ quello che stanno facendo, sinceramente.
MULDER: E in che modo li dovrei aiutare?
(Mulder si siede di nuovo.)
SCULLY: Sembra che si sia fatto avanti qualcuno con delle prove di un certo peso. E’ un sensitivo, cioè, così dice.
MULDER: Aah. Naah... E’ un trucco, Scully. Vogliono stanarmi.
SCULLY: Se all’FBI ti avessero voluto stanare, sta tranquillo che ci sarebbero già riusciti. Al contrario, saranno felici di non averti tra i piedi.
MULDER: Bene. E io sono altrettanto felice di non avere tra i piedi l’FBI.
SCULLY: E’ in gioco la vita di una giovane agente. (Mulder sospira) So che non c’è bisogno di dirtelo, ma una volta ci saresti potuto essere tu al suo posto, o io. Mulder, la verità è che... sono molto preoccupata per te. Temo le conseguenze di un isolamento così prolungato.
MULDER: Sto benissimo qui, quali conseguenze! (Mulder prende dei semi di girasole da un contenitore) Me la passo alla grande... (inizia a mangiare i semi di girasole)
(Scully osserva Mulder e poi rivolge il suo sguardo in alto. Ci sono molte matite conficcate sul soffitto.)
SCULLY: Riferirò la tua risposta.
(Scully esce dalla stanza chiudendo la porta. Mulder osserva la porta e i ritagli di giornale attaccati su di essa, tra cui spicca una foto di sua sorella Samantha.)
MULDER: Ma che cavolo...
(Mulder apre la porta. Scully si volta verso di lui.)
MULDER: D’accordo ci vado. Ma a una sola condizione...
(Scully sospira. Più tardi, un elicottero è fermo davanti alla casa. Mulder apre la portiera davanti e fa salire Scully. Dopo che entrambi sono saliti, l’elicottero decolla.)
SCENA 4
WASHINGTON D.C.
9:24 PM
(L’elicottero atterra sul tetto di un palazzo dove li sta aspettando Drummy. Mulder e Scully escono dal velivolo e si dirigono verso di lui.)
MULDER: Grazie dell’elicottero.
DRUMMY: Non mi ringrazi. Non l’ho mandato io.
(I due seguono Drummy all’interno dell’edificio finché l’agente non chiede loro di aspettarli fuori da una porta.)
DRUMMY: Aspettate qui.
(Drummy entra nella stanza e li lascia nel corridoio. Passa un’agente donna che osserva Mulder molto attentamente. Mulder e Scully guardano la foto di George Bush appesa al muro, poi quella di J. E. Hoover e poi si guardano perplessi. Drummy esce da un’altra porta per chiamarli.)
DRUMMY: Venite.
(Mulder e Scully entrano in una stanza piena di agenti. Drummy avvisa l’agente Whitney, che sta parlando con un’altra agente, del loro arrivo.)
AGENTE FOSSA: Però non ne sei sicura al cento per cento?
WHITNEY: No, l’unica cosa di cui sono sicura è che non possiamo scartare nessuna opzione. E bisogna esplorare tutte le strade possibili...
DRUMMY: Chiedo scusa. Sono arrivati.
(L’agente Whitney va verso Mulder e Scully.)
WHITNEY: Grazie di avere acconsentito a questo incontro. Sono l’agente speciale Whitney.
SCULLY: Dana Scully.
WHITNEY: Fox Mulder, suppongo. Capisco il suo disagio, ma bentornato tra noi. Le siamo grati per la fiducia.
MULDER: Fiducia che non è illimitata. Cosa succede se fallisco o la vostra agente viene trovata morta?
WHITNEY: Il passato è passato. Conosco il lavoro che ha svolto sugli X-Files, penso che lei sia la migliore chance che resti a Monica Bannan.
(L’agente Whitney passa il fascicolo del caso a Mulder che inizia a studiarlo.)
SCULLY: Da quanto tempo è scomparsa?
WHITNEY: Da domenica sera. Sono quasi tre giorni.
SCULLY: Non dico nulla che non sappiate già, ma è difficile che sia ancora viva dopo settantadue ore.
WHITNEY: Ci è altrettanto difficile escluderlo. Fin’ora non abbiamo prove che non sia in vita, e i fatti alimentano la speranza. Subito dopo la sua scomparsa, abbiamo trovato questo. (passa un altro fascicolo a Scully) Un braccio reciso.
MULDER: Dove?
WHITNEY: Quindici chilometri da casa sua.
SCULLY: Mi scusi, non capisco, è il braccio di un uomo.
MULDER: Ci sarà una relazione coi referti raccolti sulla scena del sequestro, sangue, tessuti...
WHITNEY: Sangue. Sia nel garage che su un attrezzo compatibile con le lesioni.
MULDER: Complicato trovare quell’arto...
WHITNEY: Quanto un ago in un pagliaio...
MULDER: Ma ci siete riusciti grazie a un sensitivo.
WHITNEY: Joseph Fitzpatrick Crissman.
MULDER: Che voi ritenete un millantatore.
WHITNEY: In realtà...
DRUMMY: Come fa a dirlo?
MULDER: Sono un sensitivo!
(L’agente Whitney sorride.)
DRUMMY: Padre Joe ha avuto da noi...
SCULLY: Padre??? Perché, è un sacerdote?
DRUMMY: Cattolico. (Mulder e Scully si scambiano uno sguardo) Si è fatto vivo sei ore dopo la segnalazione della scomparsa di Monica Bannan, descrivendoci una visione, un contatto extrasensoriale.
MULDER: E secondo lui è ancora viva?
DRUMMY: E’ esatto.
MULDER: E non risulta nessun collegamento?
DRUMMY: Tra lui e Monica Bannan?
WHITNEY: Nessuno. Per questo deve dirmi lei... se è solo una perdita di tempo.
MULDER: Dunque... si tratta di un religioso. E’ sufficientemente acculturato, ha mosso i passi giusti, non ha alimentato dubbi su di sé, non intrattiene rapporti con la vittima... Sì, è una perdita di tempo, per me e per i suoi agenti.
WHITNEY: Occorre... valutarne la credibilità.
MULDER: Se non dubita di lui, perché dovrebbe dubitare delle sue visioni?
DRUMMY: Non ci ha portati a Monica Bannan. Ha solo trovato un braccio sepolto nella neve.
MULDER: Non stiamo parlando di una scienza esatta! Io gli starei appiccicato giorno e notte, ci dormirei insieme, gli pulirei il sedere con la lingua...
(Gli agenti mormorano tra loro sottovoce.)
WHITNEY: Padre Joe è stato condannato per pedofilia.
MULDER: Beh... forse non ci dormirei insieme.
SCENA 5
RICHMOND, VIRGINIA
1:01 AM
(I due agenti insieme a Mulder e Scully arrivano all’esterno di un complesso residenziale.)
SCULLY: Che posto è?
WHITNEY: Un domicilio per colpevoli di reati sessuali.
SCULLY: Un domicilio?
WHITNEY: Gestiscono da soli il complesso e si sorvegliano a vicenda. Padre Joe risiede volontariamente qui con un compagno.
MULDER: Io eviterei la sala ricreazione...
(Le due donne guardano Mulder mentre lui sorride. All’interno di un appartamento, si sente bussare alla porta. Un uomo, che sta cucinando, va ad aprire.)
UOMO: Joe!
PADRE JOE: (da un’altra stanza) Falli entrare!
UOMO: Prego.
(I quattro entrano nell’appartamento. Si sente della musica provenire da una televisione in bianco e nero sistemata in una stanza con un letto a due piazze. Nella stanza di fronte, Padre Joe sta pregando in ginocchio.)
DRUMMY: Padre Joe?
(Padre Joe, indossando una vestaglia, raggiunge gli agenti nell’altra stanza.)
PADRE JOE: Scusate il disordine, stanotte non ho chiuso occhio.
DRUMMY: Padre Joe, questo è Fox Mulder.
PADRE JOE: Va bene.
DRUMMY: Ha delle domande da farle.
SCULLY: A dire il vero, ho anch’io delle domande. Mi spiega per cosa stava pregando poco fa?
PADRE JOE: A Dio chiedo la salvezza della mia anima immortale.
SCULLY: E ritiene che Dio ascolti le sue preghiere?
PADRE JOE: Le sue le ascolta secondo lei?
SCULLY: Io non mi sono infilzata trentasette chierichetti.
(Padre Joe si siede sul letto.)
MULDER: Uhm... è un modo colorito di esprimere il concetto.
SCULLY: Ho anche un termine più esplicito.
MULDER: Non ne dubito.
PADRE JOE: Non posso non credere che il Signore mi ascolti. Altrimenti perché mi manderebbe quelle visioni?
SCULLY: Forse il mittente di quelle visioni è qualcun altro. ( La battuta in lingua originale è "Maybe it's not God doing the sending" che significa "Forse non è Dio a mandarle".)
MULDER: Si tratta di cose che vede? Letteralmente?
PADRE JOE: Tramite quello che definirei il mio occhio mentale.
MULDER: Cosa vede di preciso?
(Padre Joe inizia a fumare una sigaretta.)
PADRE JOE: Vedo quella ragazza che viene brutalmente aggredita.
MULDER: Che altro?
PADRE JOE: Vedo una colluttazione. Sento cani che abbaiano.
WHITNEY: Dove sono?
PADRE JOE: Non lo so.
MULDER: Comunque vede che è viva?
PADRE JOE: No, però... però io sento che è così.
MULDER: Le spiace, mostrare anche a noi come fa?
(Padre Joe posa la sigaretta, chiude gli occhi e si concentra.)
PADRE JOE: Non sono sicuro di riuscirci in questo momento. (si rivolge a Scully) Magari sarebbe meglio se... se lei si allontanasse.
SCULLY: Forse le cose che vede non sono che un tentativo di far dimenticare alla gente quello che lei è in realtà.
(Scully esce dall’appartamento. Mulder osserva Padre Joe. Sul balcone esterno, Scully sta leggendo il fascicolo sul braccio reciso ritrovato nella neve. Il compagno di Padre Joe esce, Scully lo fissa mentre lui scende le scale. Scully fa un salto quando una mano le tocca una spalla.)
SCULLY: Santo cielo, Mulder!
MULDER: Altro che pulirgli il sedere con la lingua, eh Scully?
SCULLY: Mi dispiace, scusa. E’ troppo tempo che sono lontana da queste faccende. O troppo poco.
MULDER: No, no, al contrario, sei stata grandiosa. Io avevo soltanto domande, tu l’hai provocato, l’hai sfidato. Come ai vecchi tempi.
SCULLY: E’ un individuo ripugnante. E un bugiardo. Lui sa benissimo chi è stato, e quelli non fanno che dargli informazioni. Guarda in che posto vive! E il braccio che hanno trovato? Non è la conseguenza di una rissa, è stato tagliato con uno strumento, è un’amputazione. E non è finita. Tanta abilità nel localizzare l’arto e neanche un vago sentore di dove si trovi l’agente scomparsa? Aspettati due cose nelle prossime ventiquattr’ore: un'agente cadavere e la conferma che Padre Joe è un’impostore di prima grandezza.
MULDER: Forse hai ragione tu, Scully. Forse hai ragione tu... ma se invece ti sbagli?
(Drummy apre la porta. Padre Joe si sta infilando la sciarpa e il cappotto.)
SCULLY: Scusa, ma che intenzioni hai?
MULDER: Lo portiamo a fare un giro. Per vedere se è davvero un sensitivo, e in che misura.
SCULLY: Aah. Beh... buon divertimento!
(Scully si avvia verso le scale e inizia a scenderle.)
MULDER: Scully! Non sei obbligata a sederti accanto a lui.
SCULLY: Si fa un giro e intanto ci prende in giro. No, grazie. Non mi vuole oltretutto!
(Mulder la segue giù per le scale.)
MULDER: Ma ti voglio io!
SCULLY: Ho chiuso con questa vita, Mulder. (Scully dà a Mulder il fascicolo) Sono stufa di inseguire mostri nell’oscurità. E credo che anche tu abbia già fatto il massimo per loro. Riflettici, non sei obbligato a restare.
MULDER: Questa gente ha bisogno del mio aiuto. (Scully sospira) E io del tuo.
(Mulder offre a Scully il fascicolo. Scully prima scuote la testa, ma poi prende il fascicolo e sale in auto.)
SCENA 6
SOMERSET, WESTERN VIRGINIA
5:02 AM
(Due veicoli dell’FBI procedono lungo una strada innevata. Padre Joe sonnecchia seduto accanto a Mulder nel sedile posteriore. L’auto sobbalza e Padre Joe si sveglia.)
PADRE JOE: Ci stiamo avvicinando?
WHITNEY: Deve dircelo lei.
PADRE JOE: Io non ho la più pallida idea di dove siamo.
MULDER: E’ del tutto normale. Ognuno funziona a modo suo.
PADRE JOE: Lei chi è, il poliziotto buono?
MULDER: Sono un non-poliziotto.
(Mulder passa a Padre Joe il badge di Monica Bannan.)
PADRE JOE: No, non l’ho mai vista, questa vostra agente Bannan. E’ un collegamento che non so spiegare.
MULDER: C’è sempre qualcosa, magari un piccolo dettaglio.
PADRE JOE: A cosa deve tanta competenza?
MULDER: Anni fa ho indagato per l’FBI su una serie di casi... che implicavano fenomeni apparentemente inspiegabili.
PADRE JOE: Dunque lei crede a queste cose.
MULDER: Ecco... diciamo che voglio crederci.
DRUMMY: In più, sua sorella è stata rapita nientemeno che da ET!
PADRE JOE: Veramente?
MULDER: E’ successo molto tempo fa.
PADRE JOE: E’ morta, vero? Sua sorella...
(Mulder non risponde. Si riprende il badge dell’agente Bannan e lo guarda. L’agente Whitney lo osserva. Padre Joe si sporge in avanti.)
PADRE JOE: E’ qui che l’hanno sequestrata, la vostra agente. L’aggressione è avvenuta qui.
MULDER: Voglio che veda la scena del delitto.
(Le auto si fermano di fronte ad una casa ed i due agenti, insieme a Mulder e Padre Joe, scendono dal veicolo. Padre Joe osserva la casa.)
PADRE JOE: No, questa... non è corretto. Mi avete portato in una casa che non è la sua.
(Padre Joe si incammina verso un’altra casa.)
MULDER: Non c’è cascato! E’ una cosa su cui riflettere...
(I tre seguono Padre Joe lungo la strada fino ad un'altra casa. Padre Joe entra nel garage sollevando il nastro giallo lasciato dalla polizia. Mentre Padre Joe si guarda in giro, l’agente Whitney fa cenno a Drummy di seguirlo.)
WHITNEY: La notizia è passata nei telegiornali, hanno fatto riprese anche qua intorno, potrebbe aver visto tutto in TV.
(Mulder e la Whitney girano intorno alla casa.)
MULDER: Sì, d’accordo, ma perché?
WHITNEY: Perché cosa?
MULDER: Perché farlo? Perché darsi tanto disturbo per mettere in piedi questa messa in scena...
WHITNEY: Bisogno di espiazione, di perdono per i suoi peccati. Ha scritto dozzine di lettere al Vaticano implorando di essere reintegrato.
MULDER: Un modo un po’ bizzarro di fare colpo sulla Santa Sede!
WHITNEY: La voce di Dio che si esprime attraverso un uomo? In molti ci hanno costruito una carriera.
MULDER: Quindi anche per lei è colpevole?
WHITNEY: Lo ritengo un possibile sospetto.
(Dietro la casa, Padre Joe sta camminando verso la foresta e Drummy lo segue.)
MULDER: Ma non risulta nessun nesso col sequestro.
WHITNEY: I miei uomini ci stanno ancora lavorando, e sono sicuri che lo troveranno.
MULDER: Ma lei no, altrimenti non sarei qui.
WHITNEY: In questo momento averla coinvolta non fa di me l’agente più popolare dell’FBI, mi creda.
MULDER: Beh, neanch’io sono mai stato esattamente il beniamino dell’FBI, se è per questo.
WHITNEY: Ma ha avuto spesso a che fare con sensitivi. Luther Lee Boggs, Clyde Bruckman, Gerald Schnauz... ho esaminato i loro fascicoli, ha fatto un lavoro... veramente ammirevole.
MULDER: Grazie, però... il merito è mio per metà. ( La battuta in lingua originale è "I'm only half the team" che significa "Sono solo metà della squadra".)
WHITNEY: Ho bisogno delle sue intuizioni.
(Vedono Padre Joe cadere sulle sue ginocchia e corrono da lui.)
PADRE JOE: Si è messa a correre, ha tentato di fuggire. C’erano due uomini. Non ce l’ha fatta. Uno l’ha spinta a terra, qui. Esattamente qui. E dopo l’hanno messa nel... l’hanno messa dietro.
WHITNEY: Dietro dove?
PADRE JOE: Nell’auto, anzi no! Un autocarro, era un piccolo autocarro con qualcosa attaccato...
WHITNEY: La dobbiamo trovare!
PADRE JOE: Sta soffrendo, sta soffrendo orribilmente.
WHITNEY: Ci dica dov’è!
PADRE JOE: Non lo so, non riesco a vederlo!
WHITNEY: Dov’è?! La dobbiamo trovare!
PADRE JOE: Non riesco a vederlo, non riesco a vederlo...
DRUMMY: Ah! Ho l’impressione che siamo arrivati al capolinea.
(Drummy si allontana, mentre Mulder e la Whitney fissano Padre Joe chinato a terra. All’improvviso alcune gocce di sangue cadono sulla neve.)
MULDER: Padre Joe?
(Padre Joe si alza e sta piangendo lacrime di sangue.)
SCENA 6
OSPEDALE
(Scully entra nella camera dove è ricoverato Christian e si avvicina al suo letto.)
SCULLY: Ciao, Christian. Hai uno sguardo bello vivace stamattina.
CHRISTIAN: Stavo pensando.
SCULLY: E a che pensavi? Sono curiosa.
CHRISTIAN: A una maniera di uscire di qui.
SCULLY: E’ esattamente la stessa cosa a cui sto pensando io.
CHRISTIAN: Non ci voglio più restare qui.
SCULLY: Cos’è successo? Qualcosa ti ha spaventato?
(Scully va verso i piedi del letto in cerca della cartella clinica coi risultati degli esami del bambino. Il contenitore in fondo al letto è vuoto.)
CHRISTIAN: Non mi piace come mi guarda quell’uomo.
SCULLY: Di chi parli?
(Il ragazzo indica fuori dalla stanza. Scully si gira e vede Padre Ybarra nel corridoio, intento a leggere i risultati degli esami di Christian.)
SCULLY: Non aver paura.
(Scully raggiunge il sacerdote in corridoio.)
SCULLY: Stavo appunto cercando quella cartella.
PADRE YBARRA: Volevo esaminarla personalmente, insieme ai risultati dei nuovi esami clinici che ha ordinato.
SCULLY: Non rientra fra le sue competenze, Padre. Spetta ai sanitari che lo hanno in carico.
PADRE YBARRA: Rientra nelle mie competenze assicurarmi che i sanitari compiano scelte appropriate. Nell’interesse dei pazienti e dell’ospedale.
SCULLY: Posso avere quei referti per favore?
PADRE YBARRA: Il nostro compito, dottoressa, è guarire gli infermi. E non prolungare i tormenti di chi è condannato. Esistono strutture più idonee per quel bambino.
(Nel corridoio, un'inserviente fa cadere un vassoio di metallo. Mentre Padre Ybarra si gira verso la fonte del frastuono, Scully se ne va.)
INSERVIENTE: Mi scusi tanto, che sbadata.
(Scully entra nel suo ufficio. Si leva il camice nervosamente e si siede alla scrivania. Mentre sta consultando i referti degli esami del bambino, sopraffatta dalle emozioni, inizia a piangere.)
VOCE #1: Sarà un viaggio di almeno tre giorni, ma non ci stancheremo...
VOCE #2: stancare...
VOCE #1: ... ma certo facciamo tappa, poi andiamo in macchina...
( Le precedenti tre battute non esistono nella versione originale.)
(Quando Scully si accorge della presenza di un’altra dottoressa nell’ufficio adiacente, cerca di trattenersi. La collega osserva Scully prima di alzarsi ed andarsene. Mentre Scully cerca nervosamente un fazzoletto, tira fuori dalla borsa il fascicolo dell’FBI lasciatole da Mulder.)
SCENA 7
McLAREN NATATORIUM
(Una ragazza si tuffa in piscina. Riemerge, torna a bordo vasca per togliersi il braccialetto e prendere tavoletta ed occhialini. Un uomo la osserva, in apnea, sotto il pelo dell’acqua. Più tardi, la stessa ragazza esce dalla piscina, posa il suo borsone nel bagagliaio e se ne va in macchina. Lungo una strada innevata, tenta di sorpassare un autocarro, ma questo improvvisamente inizia a sbandare contro la sua auto.)
RAGAZZA: OH! Razza di idiota! EHI!
(La ragazza prova ad evitare la collisione, ma l’autocarro la spinge fuori strada e la sua auto va a sbattere contro un covone di fieno nel campo adiacente la strada. L’autocarro si ferma. Scende un uomo. Prende un sacco dal retro dell’autocarro e si avvicina all’auto della ragazza.)
RAGAZZA: Sono tutta intera. E’ lo spavento più che altro...
(L’uomo manda in frantumi il vetro dell’auto. La ragazza prova a far ripartire l’auto in retromarcia, ma l’uomo la estrae dall’auto, la intrappola nel sacco e la porta via.)
SCENA 8
(Scully è a letto, sveglia.)
MULDER: Fai rumore quando pensi.
SCULLY: Scusami. Non riesco proprio a dormire.
(Mulder, che è steso di fianco a lei, si alza pian piano e le si avvicina da dietro.)
MULDER: Se sei interessata un piccolo rimedio ce l’avrei...
(Mulder si accoccola insieme a Scully.)
SCULLY: Troppo piccolo per interessarmi.
MULDER: Grazie! (Scully sorride) Dimmi cosa c’è.
(Scully si gira per parlare con Mulder.)
SCULLY: C’è un mio paziente, un bambino, che ha una rara malattia del cervello. E’... è in condizioni molto serie.
MULDER: Perché me ne parli ora per la prima volta?
SCULLY: Perché mi illudevo di poter fare qualcosa.
MULDER: E invece no?
SCULLY: Beh, esistono... terapie aggressive, ma a quanto sembra nessuno ne vuole sentir parlare. Persino gli specialisti dicono che è spacciato, che si può solo... che si può solo lasciarlo morire. Così invece di dormire maledico Dio per la sua sconfinata crudeltà.
MULDER: E credi che Dio per questo perderà il sonno?
SCULLY: (Scully sospira) Perché far venire al mondo un bambino per poi farlo soffrire? Non so per quale motivo, ma sento di essere legatissima a quel bambino.
MULDER: Quanti anni ha?
SCULLY: Tu credi che sia per via di William?
MULDER: Beh... io... credo che nostro figlio ci abbia lasciati entrambi con un vuoto che non può essere colmato. E adesso dormi. Ci penso io a imprecare contro Dio.
SCULLY: Grazie.
(Mulder si avvicina al viso di Scully e la bacia dolcemente sulle labbra.)
SCULLY: (sorridendo) Lo sai che con la barba pungi...
(Scully ride, mentre Mulder strofina la barba sulla sua guancia e poi la bacia sul collo. Entrambi si mettono di nuovo a dormire.)
SCULLY: Ah.
MULDER: Uhmm...
SCULLY: Ho trovato una cosa strana nel referto tossicologico su quel braccio reciso.
MULDER: Cioè?
SCULLY: Stavo rivedendo le risultanze dei rilievi scientifici. Nei tessuti sono presenti tracce di un farmaco che normalmente si somministra a pazienti sottoposti a radioterapia, oltre a quelle di un tranquillante che si chiama acepromazina.
MULDER: E in cosa consiste la stranezza?
SCULLY: L’acepromazina si usa in medicina veterinaria.
(Mentre Scully chiude gli occhi, Mulder si alza dal letto.)
MULDER: Ora sono io che non dormo!
SCULLY: Mulder?
(Mulder entra nel bagno ed accende le luci dello specchio sopra il lavandino.)
MULDER: Per te cosa ci fa un tranquillante di uso animale nei tessuti del braccio reciso di un uomo?
SCULLY: Non voglio nemmeno specularci sopra.
(Scully si affaccia da dietro. Mulder si china sul lavandino ed inizia a sciacquarsi il viso.)
MULDER: Diceva di sentire cani che abbiano.
SCULLY: Chi, scusa?
MULDER: Padre Joe.
(Mulder prende qualcosa dal mobiletto sopra il lavandino.)
SCULLY: Mulder, cosa hai intenzione di fare?
MULDER: E’ un tranquillante che si somministra ai cani scommetto.
(Scully entra nel bagno.)
SCULLY: Quello è un imbroglione, Mulder. Le sue visioni se le inventa dal nulla e tu ti stai dannando l’anima per trovarci un senso compiuto.
MULDER: Quando vedo un uomo piangere lacrime di sangue sulla scena di un sequestro che riconosce senza averla mai vista, penso che sia giusto accollarmi qualche rischio.
SCULLY: Lacrime di sangue...
MULDER: Mica male come trucco, eh? Chissà come fa?
(Mulder inizia a radersi, mentre il telefono di Scully squilla nell’altra stanza. Scully va a rispondere.)
SCULLY: Pronto?
DRUMMY: Dottoressa, sono Drummy.
SCULLY: Dica.
DRUMMY: Le passo l’agente speciale Whitney.
(I due sono in auto. Drummy è alla guida mentre l’agente Whitney è al telefono.)
WHITNEY: Scusami un secondo. (Drummy le passa il telefono) Mi rincresce chiamarvi a quest’ora...
SCULLY: C’è una svolta nelle indagini?
MULDER: (arrivando dalla camera da letto) L’hanno trovata?
WHITNEY: Beh... diciamo che c’è una novità, ma è ancora da verificare.
SCULLY: La fonte è sempre la stessa?
WHITNEY: Sempre quella, ci sta indicando la strada.
(Padre Joe è seduto sul sedile posteriore.)
PADRE JOE: Siamo arrivati. E’ qui. A sinistra, tra poco, c’è un capannone.
SCENA 9
TRE ORE DOPO
(Mulder e Scully arrivano al capannone. Sul luogo sono presenti molti veicoli ed agenti dell’FBI.)
WHITNEY: Controllate ancora. Vi do dieci minuti!
SCULLY: L’avete trovata?
WHITNEY: No.
(La Whitney osserva Mulder mentre si avvicina.)
WHITNEY: Cos’ha combinato?
MULDER: In che senso?
(La Whitney allunga una mano verso un taglio, dovuto alla fresca rasatura, che Mulder ha sulla guancia. Mulder si pulisce, mentre Scully lancia un’occhiataccia alla Whitney.)
WHITNEY: Si è...
MULDER: Aah...
SCULLY: E la novità a cui accennava?
WHITNEY: La verità è che il nostro sensitivo ci ha guidati nello stesso posto dell’altra volta.
(Mulder va verso Padre Joe. Scully e la Whitney lo seguono. Padre Joe è fermo in piedi poco più avanti fumando una sigaretta. L’agente Drummy è vicino a lui.)
PADRE JOE: Lo troverete.
DRUMMY: Speriamo! Non fa che ripeterlo!
PADRE JOE: Troverete un cadavere.
DRUMMY: Ma se continua a sostenere che è viva?!
PADRE JOE: Certo, lei è viva.
DRUMMY: (rivolto alla Whitney) Qui rischiamo di fare mattina! Gli uomini sono allo stremo delle forze.
WHITNEY: (rivolta a Mulder e Scully) Mi spiace di avervi scomodati.
(Drummy e la Whitney si allontanano.)
DRUMMY: (rivolto agli altri agenti) Ragazzi! Si chiude bottega, ce ne andiamo! Portate indietro gli attrezzi e smontate tutto! E’ ora di tornare a casa! Forza ragazzi, ce ne andiamo!
MULDER: Lo dica a me. Mi dica cosa vede.
PADRE JOE: Un volto dalle fattezze incerte. Occhi sbarrati che fissano il vuoto.
MULDER: Chi è? Di chi si tratta?
PADRE JOE: Non è chiaro. Quasi ci fosse un vetro sporco. E’ dinnanzi a noi, ne sono certo.
(Padre Joe inizia a camminare nella neve e si allontana.)
MULDER: “Quasi ci fosse un vetro sporco” cosa può significare?
SCULLY: Mulder?
MULDER: Che c’è?
SCULLY: Ora basta!
MULDER: Se ti vuoi arrendere come gli altri fa pure, è un tuo diritto.
SCULLY: Ti ricordo che non è più il mio mestiere, Mulder.
MULDER: Ma certo, dimenticavo, scusa ora è un po’ come se fossi la mia agenzia di collocamento, dico bene?
SCULLY: Hai ragione. E’ solo colpa mia.
MULDER: Cioè? Che vuol dire “colpa tua”?
SCULLY: Ti ho coinvolto io in questa storia.
MULDER: No. No. Ho fatto soltanto ciò che andava fatto, Scully. ( La battuta in lingua originale è "It was the right thing to do" che significa "Era la cosa giusta da fare".)
(Mulder inizia a camminare e Scully lo segue.)
SCULLY: Perché per te non si tratta di un’agente dell’FBI, quella che vorresti salvare è tua sorella in realtà!
(Mulder si ferma e si gira verso Scully.)
MULDER: Mia sorella è morta.
SCULLY: E nonostante questo non hai mai smesso di cercarla. Mulder, ci siamo già passati un’infinità di volte in questi anni, se speri ancora di poterla salvare... rassegnati. Non puoi salvarla, né adesso, né mai.
(Mulder osserva Padre Joe avanzare nella neve verso il bosco. Si volta di nuovo verso Scully e poi richiama gli agenti dell’FBI.)
MULDER: (urlando) Ho ancora bisogno dei vostri uomini!
(L’agente Whitney dà ordine ai suoi uomini di tornare indietro.)
SCULLY: Ma cosa fai?
MULDER: Cerco di ignorarti.
(Mulder cammina verso Padre Joe e Scully lo segue. Arrivano ad una radura ricoperta di neve.)
PADRE JOE: Ci siamo, è qui! E’ qui sotto!
(Padre Joe si inginocchia e comincia a scavare nella neve.)
PADRE JOE: E’ qui sotto!
(Mulder si unisce a lui mentre Scully rimane a guardare poco distante. Gli agenti dell’FBI li raggiungono in quel momento.)
MULDER: Servono le vanghe!
(Altrove, l’autocarro sta percorrendo una strada innevata. Si ferma colpendo un cartello che riporta la scritta “Vietata la caccia”. Alla radura, molti agenti stanno aiutando a scavare nella neve, mentre Mulder e Padre Joe osservano. Mulder rivolge un’occhiata a Scully. L’autista dell’autocarro estrae dal retro un sacchetto di plastica contenente qualcosa di piccolo. Gli agenti colpiscono qualcosa di solido.)
DRUMMY: E’ una coltre di ghiaccio!
(Mulder raschia il terreno con una pala.)
MULDER: No. E’ vetro sporco.
(L’autista dell’autocarro cammina nella neve fino ad arrivare sulla cima della collina. Guarda oltre il burrone e vede gli agenti dell’FBI intenti nelle ricerche. L’uomo se ne va.)
MULDER: Datemi una torcia!
(Mulder spazza via l’ultimo strato di neve scoprendo così la testa di una donna sepolta nel ghiaccio.)
MULDER: (rivolto alla Whitney) Ci vuole una squadra attrezzata.
(Mulder se ne va. Passa accanto a Scully senza dire una parola.)
WHITNEY: Fate venire una sega da calcestruzzo e una pala meccanica!
DRUMMY: Voi tornate insieme agli altri! Voi due, con me. Circoscrivete l’area, e attenti a dove mettete i piedi!
(Scully osserva Mulder tornare verso il bosco. Padre Joe è in piedi dietro di lei. Scully all’improvviso avverte la sua presenza dietro di lei, e si gira per guardarlo.)
PADRE JOE: Non si arrenda mai.
(Scully va via di fretta, mentre Padre Joe continua ad osservarla intensamente.)
SCENA 10
(Il conducente dell’autocarro sta guidando su una strada innevata e si ferma all’esterno di una rete metallica. Mentre apre il cancello, si sentono abbaiare dei cani in lontananza. All’interno c’è un edificio dove i cani sono tenuti dentro a delle gabbie, mentre una scatola di legno tiene prigioniera la ragazza della piscina. La ragazza osserva la scena attraverso una piccola fessura del contenitore.)
RAGAZZA: Vi prego! Fatemi uscire di qui! Aiuto! Aiutatemi! Fatemi uscire di qui!
(Due uomini vestiti con camici bianchi si avvicinano alla scatola ed osservano la ragazza attraverso la stessa fessura. I due uomini parlano in russo.)
RAGAZZA: Vi prego, vi supplico. Prometto che non lo dirò a nessuno. Non lo dirò a nessuno, lo giuro. Non lo dirò a nessuno, fatemi uscire. Io voglio tornare a casa mia. Io voglio tornare a casa mia... (i due uomini si allontanano) Non volevo venirle addosso, glielo giuro, è stato... (i due uomini muovono la scatola) Dove mi portate?! Aspetti! Aspetti... No! No!
(Attraverso la fessura la ragazza intravede un’altra stanza che assomiglia ad una sala operatoria.)
RAGAZZA: Che cos’è questo posto? Chi siete? Si può sapere?
(Dopo aver fermato la scatola, la ragazza intravede un tavolo operatorio sul quale giace una persona coperta da un telo verde. Gli uomini attorno continuano a parlare in russo tra loro. L’uomo sul tavolo operatorio è l’aggressore di Monica Bannan e porta sul suo viso i segni della colluttazione.)
RAGAZZA: Ehi, mi senti? Per piacere, tirami fuori di qui, ti prego. Alzati. Tu aiuti me e io aiuterò te. Per piacere... per piacere...
(L’uomo la fissa dal tavolo operatorio ed inizia a piangere lacrime di sangue.)
RAGAZZA: (gridando) Aiuto!
SCENA 11
8:08 AM
(All’interno della sala riunioni dell’ospedale, Padre Ybarra sta parlando a diverse persone.)
PADRE YBARRA: E’ per tanto opportuno che si proceda in tutta serenità, e senza tema di obiezioni, a trasferire il paziente in una struttura più consona sotto il profilo sanitario, e da un punto di vista umano, alle sue condizioni.
(Scully entra nella sala.)
SCULLY: Scusate. ( Questa battuta non esiste nella versione originale.)
PADRE YBARRA: A seguito della nostra discussione, dottoressa, stavo comunicando allo staff medico la decisione dell’ospedale in merito a Christian Fearon.
SCULLY: (Scully si ferma in piedi, di fronte alla finestra) Mi perdoni, quale decisione?
PADRE YBARRA: Di disporre il trasferimento del paziente in un centro specializzato nelle cure palliative di cui necessita.
SCULLY: E’ stata appunto una discussione, non una decisione.
PADRE YBARRA: Beh, se ne è discusso approfonditamente in questa sede e senza obiezioni da parte dei suoi colleghi.
SCULLY: Io un’obiezione l’avrei.
PADRE YBARRA: Dottoressa, le ricordo che il paziente è affetto da un’incurabile patologia. Un fatto che rattrista e lascia sgomenti, questo nessuno si sogna di contestarlo.
SCULLY: Ma è un mio paziente.
PADRE YBARRA: Di conseguenza, a meno che non abbia una cura per la malattia di Sandhoff, le rivolgiamo la preghiera di lasciar morire quel bambino in pace. (Scully fissa Padre Ybarra senza rispondere) Grazie. (rivolgendosi agli altri) E ora cerchiamo di essere concisi se è possibile, il lavoro ci aspetta. Dunque, restava da esaminare un caso in terapia intensiva, un paziente del dottor Willer se non vado errato. (Scully si siede lentamente) Dottore, sarebbe così gentile da ragguagliare i suoi colleghi sul caso in oggetto?
SCULLY: C’è una terapia!
PADRE YBARRA: Spiacente, l’argomento è chiuso dottoressa Scully. Prego dottor Willer, la ascoltiamo.
SCULLY: No, non ancora.
(Padre Ybarra si volta verso Scully.)
SCULLY: Non è da escludere un trapianto di cellule staminali dal tessuto intercostale.
DOTTORESSA: Vuole scherzare mi auguro! Non tormenti quel povero bambino.
SCULLY: Direbbe così se fosse suo figlio?
PADRE YBARRA: Non è figlio della dottoressa Smith, né figlio suo. ( La battuta in lingua originale è "It's not her son, and he's not yours" che significa "Non è figlio della dottoressa, e non è il suo". Padre Ybarra non dice il nome della dottoressa.)
SCULLY: E questa non è una decisione che spetta all’amministrazione ospedaliera, ma al medico curante. (Scully si alza e si dirige verso la porta per uscire) Se è di diverso avviso, il consiglio che le do, è di sottoporre la questione a un’autorità superiore.
PADRE YBARRA: L’ho sottoposta già alla più alta di tutte le autorità, dottoressa Scully. (Scully si ferma davanti alla porta) Lo faccia anche lei.
(Scully esce dalla sala.)
SCENA 12
QUANTICO, VIRGINIA
10:20 AM
(Alcuni tecnici stanno lavorando ad un enorme blocco di ghiaccio. Mulder fa una chiamata dal suo telefono cellulare.)
MULDER: Avanti, rispondi.
(Mulder osserva una foto in cui Monica Bannan sta stringendo la mano ad un uomo. Si vede chiaramente che porta un braccialetto medico.)
MULDER: Rispondi. Forza, rispondi.
(Scully sta cercando informazioni riguardo le cellule staminali su Google. Il suo telefono vibra sulla scrivania. Entra in funzione la segreteria telefonica e Mulder le lascia un messaggio.)
VOCE ALLA SEGRETERIA: Dana Scully. Lasciate un messaggio.
MULDER: Ciao, Scully. Sono io. Ti ho già lasciato diversi messaggi, comunque ti volevo dire una cosa. Quella che abbiamo trovato nel ghiaccio, non è la testa dell’agente scomparsa, non sappiamo di chi sia, né perché si trovasse là, ma fin’ora abbiamo estratto dal ghiaccio undici diverse parti umane e ce ne sono ancora. Tutte recise con un taglio simile a quello che tu avevi notato il primo giorno in quel braccio. Si direbbe che qualcuno stia occultando resti umani in quel lago ghiacciato da mesi, se non da anni, e senza uno schema. Appartengono sia a uomini che a donne. I tessuti non presentano anomalie, né patologie, secondo chi li ha analizzati, il che mi induce a pensare che si tratti di soggetti non consenzienti. Comunque, vengo al punto... quello che mi premeva farti sapere è che presentano tracce di quel famoso tranquillante, l’acepromazina, non so cosa voglia dire, spero che riesca tu a dare un senso a tutto.
(Durante tutto questo tempo, Scully continua a cercare informazioni su internet. La Whitney si avvicina e Mulder riaggancia il telefono.)
WHITNEY: Ancora niente?
MULDER: No, è sempre irraggiungibile, ma quel che è certo è che siamo a una svolta, lo sento.
WHITNEY: (annuisce) Lei lo sente, Padre Joe lo sente, quello che sento io è che mi gira la testa!
MULDER: No, qui c’è dietro un assassino seriale. Una dozzina di omicidi avrà una soluzione.
WHITNEY: E della mia collega continua a non esserci traccia.
MULDER: La troveremo, vedrà. Ne sono certo.
WHITNEY: Possibilmente non a pezzi.
(In una stanza dall’altro lato del laboratorio, diversi agenti stanno ascoltando Padre Joe, che parla seduto ad un tavolo, con gli occhi chiusi.)
PADRE JOE: Ora vedo il volto di un’altra donna. Anche lei giovane. E’ stata rapita. Sembra essere rinchiusa in una specie di scatola.
MULDER: Con lei c’è Monica Bannan?
PADRE JOE: (apre gli occhi) Questo non lo so.
MULDER: L’hanno rapita gli stessi uomini?
PADRE JOE: Non lo escludo, anzi, sì. Sempre quelli.
(Mulder si siede accanto a Padre Joe.)
MULDER: Sono cose che vede o ce le racconta perché vogliamo sentircele raccontare?
PADRE JOE: No.
MULDER: No, non sono cose che vede?
PADRE JOE: No, voglio dire che sono gli stessi uomini.
(Mulder riflette un attimo.)
MULDER: Teniamo pronta una macchina.
DRUMMY: Per andare dove?
MULDER: Non lo so ancora.
DRUMMY: (scuotendo la testa) Non posso crederci!
MULDER: E’ il suo problema fin dall’inizio.
WHITNEY: Avrà la macchina.
MULDER: Nonché una lista delle persone scomparse nell’intera regione nelle ultime settantadue ore.
SCENA 13
SOMERSET, WEST VIRGINIA
2:08 PM
(Sul luogo in cui abbiamo visto avvenire prima l’incidente, alcuni agenti stanno cercando di spostare la neve intorno all’auto. La Whitney e Drummy parlano con gli agenti. Quando Mulder si avvicina, la Whitney gli riferisce.)
WHITNEY: Allora?
POLIZIOTTO #1: Dai documenti risulta intestata a lei.
( Nella versione originale non esistono le precedenti due battute.)
WHITNEY: (rivolta a Mulder) Cheryl Cunningam, 34 anni. Ieri non si è presentata al lavoro e a casa non l’hanno più vista.
DRUMMY: Niente sangue sull’airbag, finestrino lato guida in frantumi, chiavi nel quadro, può esserne uscita viva con la cintura allacciata. (Mulder si china per osservare l’auto) Si è incamminata tagliando per i campi, ha perso le forze, si è seduta e a quel punto si è addormentata. (Mulder si rialza) Capita abbastanza spesso.
MULDER: Anche se non capita spesso di uscire di strada percorrendo un rettilineo come quello, non crede? Ma capisco che le secca darmi ragione.
(Arriva Padre Joe e si siede in auto al posto del guidatore.)
PADRE JOE: Mi dispiace, non riesco a vedere niente.
DRUMMY: Non riesce a vedere niente! Ma che strano...
(Padre Joe se ne va e Mulder si china sulla macchina.)
WHITNEY: Con Padre Joe abbiamo finito.
DRUMMY: Sì.
MULDER: Agente Whitney?
(Mulder raccoglie dal terreno ghiacciato un braccialetto medico.)
MULDER: Non abbiamo finito.
WHITNEY: Che cos’è?
MULDER: Un braccialetto con informazioni mediche. Lo portava anche l’agente scomparsa.
DRUMMY: Per cosa?
WHITNEY: Secondo lei?
MULDER: Guardiamo dietro.
(Aprono il portellone del bagagliaio.)
WHITNEY: Il kit emergenza non le è servito un granché!
MULDER: Un borsone da palestra. C’è un costume da bagno. Completamente ghiacciato.
(La Whitney annusa il costume.)
WHITNEY: Sa di cloro.
MULDER: C’è una piscina pubblica in zona?
(Gli agenti e Mulder arrivano alla piscina. La Whitney parla con un uomo anziano al banco della reception.)
WHITNEY: Buongiorno. Mi auguro che possa esserci utile.
UOMO: Avete dimenticato le cuffie a casa?
WHITNEY: No, siamo dell’FBI. Le vorremmo far veder una foto, se non le spiace.
UOMO: Ci mancherebbe altro.
DRUMMY: Conosce questa donna?
(Drummy mostra la foto dell’agente Bannan all’uomo.)
UOMO: Vediamo un po’... si assomigliano un po’ tutti i giovani al giorno d’oggi.
WHITNEY: Tenete un registro degli ingressi?
UOMO: Certo. Una scheda nuova ogni giorno.
WHITNEY: Potrei dare un’occhiata? ( La battuta in lingua originale è "I'd like to see yesterday's" che significa "Vorrei vedere la scheda di ieri".)
UOMO: Certo. Ci mancherebbe altro. ( La battuta in lingua originale dice "I threw yesterday's away" che significa "Ho gettato via la scheda di ieri".)
(Mulder entra nello spogliatoio delle donne.)
UOMO: Dove va, signore?! E’ lo spogliatoio delle donne, non può entrare.
SCENA 14
(All’ospedale, Christian viene portato in sala operatoria su una barella. Scully, con indosso il camice da chirurgo, va da lui.)
SCULLY: Ciao, Christian. Tranquillo. Ci sarà un mucchio di gente oggi a prendersi cura di te, capito?
(Il bambino non risponde.)
SCULLY: Cosa c’è?
CHRISTIAN: Sei tu che sei spaventata.
(Scully sorride, ma nasconde a malapena le sue preoccupazioni. Scully entra in una stanza adiacente ed osserva mentre il personale prepara il bambino per l’intervento. Iniziano i preparativi per la procedura sulla testa di Christian. Scully osserva il cervello del bambino su un monitor. Il cranio ora è aperto. Viene portata a Scully una siringa che contiene le cellule staminali. Scully inserisce la siringa nel cervello del bambino seguendo il suo percorso sul monitor. Christian si muove leggermente quando viene iniettato il liquido.)
(Più tardi, Scully sta scrivendo le sue note seduta nello spogliatoio dell’ospedale, quando arriva Mulder.)
MULDER: Poi sarei io quello che sparisce.
SCULLY: Mi spiace, Mulder. (Lui le siede accanto) Non ho neanche il tempo di respirare.
MULDER: Sempre quel bambino?
SCULLY: (annuisce) Sì.
MULDER: Credevo non ci fossero speranze.
SCULLY: Mi sto giocando posto, carriera e credibilità... su una procedura radicale e spaventosamente dolorosa.
MULDER: Ieri sera escludevi questa possibilità.
SCULLY: Perché non c’era, ieri sera.
MULDER: E com’è che hai cambiato idea?
(Scully sospira, ma non risponde. Si alza e si allontana da Mulder.)
MULDER: Quando saprai se funziona o no?
SCULLY: E’ un intervento che va ripetuto un certo numero di volte. Non si può sapere fino alla fine del ciclo. (Mulder annuisce) Ma non è di questo che sei venuto a parlare, immagino.
MULDER: E’ scomparsa un’altra donna.
(Mulder si alza e si avvicina a Scully mentre parla. Scully incrocia le sue braccia sul petto.)
MULDER: Ma ci ha lasciato un indizio utile. Lei e l’agente Bannan frequentano la stessa piscina, dov’è possibile che siano state prese di mira. Entrambe portavano un braccialetto che indica il gruppo sanguigno, che è lo stesso per entrambe, ed è molto raro, AB negativo.
SCULLY: Organi. Organi da destinare a un trapianto. (Mulder annuisce) Il che spiega la scelta delle vittime. Donatore e ricevente devono essere omogruppo. Dunque c’è un ricevente AB negativo.
MULDER: Un traffico illegale. Hanno agito su commissione.
SCULLY: E dispongono di informazioni. Nomi di pazienti, ospedali...
MULDER: Il tuo ambiente, Scully. Con il tuo aiuto risparmieremo tempo, e il tempo è fondamentale.
SCULLY: Io inizierei da chi cura il trasporto. Fatevi autorizzare dalla procura.
MULDER: No, no, no... Scully, ho bisogno di averti al mio fianco.
SCULLY: (sospira) No. Non posso.
MULDER: Sta a sentire, sei tu che mi hai tirato in ballo. Adesso ti chiedo io di continuare a ballare, per favore.
(Scully sospira e si allontana di nuovo da lui andando verso il suo armadietto.)
SCULLY: Mulder... li hai già aiutati abbastanza! Hai praticamente risolto il caso. Adesso possono anche vedersela da soli.
MULDER: Siamo a un passo dalla conclusione.
SCULLY: Dammi ascolto, tiratene fuori.
MULDER: Non è così semplice.
SCULLY: Lo so. E’ complicato.
(Scully ripone il suo stetoscopio nell’armadietto.)
MULDER: Che vorresti dire, scusa?
SCULLY: Che sono sicura che finirebbe per succedere qualcosa che mi spaventa e che per ora non ho dovuto affrontare.
MULDER: Cioè? Dillo!
SCULLY: Io sono un medico, ormai. Con quella vita ho chiuso per sempre.
MULDER: Lo so, certo.
SCULLY: No, non è questo che voglio dire. Io sto dicendo che non ho intenzione di ricominciare a misurarmi con le tenebre, ho paura delle conseguenze che avrebbe su di te, o su di me.
MULDER: Io voglio andare fino in fondo. Scully, sono perfettamente in grado. Sto bene.
SCULLY: E’ questo che mi terrorizza infatti.
MULDER: Se vuoi che salvi quelle donne, in quale altra direzione dovrei guardare?
SCULLY: Quello che ti sto chiedendo è di guardare verso di te.
MULDER: Ma perché? Non... non penso di essere io quello che è cambiato.
SCULLY: Non facciamo più parte dell’FBI, Mulder. (Si avvicina a lui) Siamo due persone normali che ogni sera ritornano a casa, in una casa normale. Non voglio che le tenebre invadano la mia casa.
MULDER: Senti, questo è quello che sono, Scully. E’ quello che sono sempre stato, quello che ero fin da prima di incontrarti, quello che so fare, quello che conosco!
SCULLY: E allora scrivilo. Pubblica un libro.
MULDER: Cioè mi stai chiedendo di arrendermi?
SCULLY: No. (Torna verso l’armadietto) E’ una cosa che non ti chiederei mai. Ma di sicuro, mi sento di dirti... che dovrai fare a meno di me. ( La battuta in lingua originale è "But I can tell you that I won't be coming home" che significa "Ma posso dirti che non verrò a casa".)
MULDER: Ti prego, Scully. (Scuote la testa e sospira)
SCULLY: Ho già le mie battaglie da combattere, non è facile.
MULDER: (con un filo di voce) Non farmi questo.
SCULLY: Ora basta, non ne voglio parlare più. ( La battuta in lingua originale è "Please don't argue with me" che significa "Per favore non discutere con me".)
MULDER: Non mi mollare adesso. ( La battuta in lingua originale è "Don't do this now" che significa "Non farlo adesso".)
SCULLY: In tutta sincerità, non so cos’altro potrei fare.
(I due si fissano per un momento, in silenzio. Mulder distoglie lo sguardo, senza sapere cosa dire, poi annuisce leggermente.)
MULDER: D’accordo. D’accordo... come vuoi. Allora tanti auguri.
(Mulder esce e se ne va.)
SCULLY: Anche a te.
(Più tardi, Scully, indossando il suo cappotto, scende le scale principali dell’ospedale, sovrastate da una grande vetrata, ed incontra i genitori di Christian.)
SIGNORA FEARON: Dottoressa Scully?
SIGNOR FEARON: Vorremmo parlare con lei, se ha un momento. Riguarda nostro figlio Christian.
SCULLY: Siete già passati a trovarlo?
SIGNORA FEARON: Sì, stava dormendo. Ma, volevamo...
SIGNOR FEARON: Abbiamo cambiato idea sulla prosecuzione del nuovo trattamento.
SCULLY: Beh, non si può ancora sapere se è efficace o no.
SIGNOR FEARON: Secondo noi, Christian ha già sofferto abbastanza.
SIGNORA FEARON: Preferiamo affidarci al Signore.
SCULLY: D’accordo.
SIGNORA FEARON: Niente di personale.
SCULLY: No, certo.
SIGNORA FEARON: Se fosse madre capirebbe anche lei.
SCULLY: Ne avete parlato con Padre Ybarra, immagino.
SIGNOR FEARON: E’ logico, ma è stata una decisione nostra.
SCULLY: E se invece avesse funzionato? Se scoprissimo di aver operato una scelta sbagliata fermandoci?
SIGNORA FEARON: Sta dicendo che me lo può salvare?
SCULLY: Sto dicendo che avrei preferito non arrendermi.
SCENA 15
MANNERS MEMORIAL HOSPITAL
5:01 PM
(In una sala operatoria, una dottoressa sta estraendo degli organi da un cadavere e chiacchiera con i suoi assistenti.)
DOTTORESSA: Ma sul più bello quando stiamo per toccare la pista, sentiamo una brusca accelerata e l’aereo riprende rapidamente quota. E io dico a mio marito “Amore, non è fantastico, stiamo per morire tenendoci per mano”. Poi è saltato fuori che c’era un altro aereo fermo in mezzo alla pista, e avevamo evitato la collisione per un soffio. Ma eravamo innamorati, non ce ne importava niente...
(Il fegato estratto viene riposto in un contenitore e successivamente inserito in una borsa per il trasporto degli organi. Il corriere è l’aggressore di Cheryl Cunnigam, Janke Dacyshyn. Lascia la sala operatoria sorridendo e si avvicina all’ascensore. Due uomini, di cui uno in uniforme, lo raggiungono velocemente.)
UOMO: Signore? Scusi, signore. Posso farle una domanda?
DACYSHYN: (L’uomo parla con accento russo) Ho un organo umano da consegnare in fretta.
UOMO: E’ appunto di questo che voglio parlarle.
DACYSHYN: In mio lavoro devo essere veloce, non posso perdere tempo.
AGENTE: Si allontani dall’ascensore.
(L’uomo esegue l’ordine dell’agente.)
UOMO: Sono Robert Koell, della Procura Distrettuale di Richmond. Posso vedere patente e licenza?
DACYSHYN: Ho permesso di soggiorno.
UOMO: Cosa c’è nel contenitore?
DACYSHYN: Fegato che deve essere trapiantato.
UOMO: Mi dia patente e licenza. (Dacyshyn consegna i documenti) Dove lo sta portando?
DACYSHYN: Willow’s Memorial Hospital. Aspettano con urgenza, c’è paziente in attesa.
UOMO: Ha mai procacciato o consegnato un organo umano al di fuori dei canali leciti?
DACYSHYN: No.
UOMO: Lei è solo un dipendente, come risponderebbe il suo datore di lavoro?
DACYSHYN: Lui sta lottando, con cancro.
UOMO: Però non mi ha risposto.
DACYSHYN: Sono forse sospettato di qualche reato?
SCENA 16
APPARTAMENTO DI PADRE JOE
(Padre Joe è seduto sul letto. Bussano alla porta e lui si alza per andare ad aprire. Fuori trova Scully, un po’ ansimante, con le mani sulle sue anche.)
PADRE JOE: Di tutte le visioni è la più inaspettata!
SCULLY: Posso parlare un momento con lei?
PADRE JOE: Entri, si accomodi.
(Scully entra, incerta, nell’appartamento. I due vanno in camera da letto.)
PADRE JOE: Si sieda pure dove vuole.
SCULLY: Non mi tratterrò a lungo.
PADRE JOE: E’ venuta da sola?
SCULLY: Sì.
PADRE JOE: (indicando il letto) Si sieda. La prego, insisto.
(Scully si siede sul letto. Mentre Padre Joe le siede accanto, lei nota la Bibbia che lui stava leggendo.)
PADRE JOE: Allora, di che cosa mi voleva parlare?
(Un rumore improvviso arriva dall’esterno e Scully si volta in modo istintivo.)
PADRE JOE: Siamo soli. Si può esprimere con la massima libertà.
SCULLY: L’altra sera mi ha detto una frase quando eravamo in mezzo alla neve...
PADRE JOE: Me lo ricordo. Le ho detto “Non si arrenda mai”.
SCULLY: Deve spiegarmi perché l’ha detto.
PADRE JOE: Non ne ho la più pallida idea.
(Scully si alza.)
PADRE JOE: Sperava in una risposta diversa?
SCULLY: Che cosa sa esattamente di me?
PADRE JOE: Oltre al fatto che non mi può sopportare?
SCULLY: Non sa nemmeno di che cosa mi occupo?
PADRE JOE: No. Intuisco che ci sono delle cose in cui crede diverse da quelle in cui crede suo marito.
SCULLY: Lui non è mio marito.
PADRE JOE: Allora desidera parlarmi della sua vita?
SCULLY: Niente affatto!
PADRE JOE: Forse desidera confessarsi?
SCULLY: Non credo che lei si trovi...
PADRE JOE: Che non mi trovi nella posizione di poter giudicare? Non di meno ha giudicato me senza esitare.
SCULLY: E’ evidente! Lei merita di essere giudicato.
PADRE JOE: Lei sa perché viviamo qui, noi che consideriamo questo caravanserraglio di mostri, casa nostra? Perché ci odiamo l’un l’altro, tanto quanto odiamo noi stessi almeno, a causa dei nostri disgustosi appetiti!
SCULLY: Non per questo sono meno disgustosi.
PADRE JOE: Ma a chi dobbiamo questi appetiti? Queste pulsioni innate, incontrollabili e nefaste?
SCULLY: Non è Dio a volerlo!
PADRE JOE: Non lo vorrei neppure io! Ho deciso di castrarmi quando avevo ventisei anni.
(Scully, disgustata, si dirige velocemente verso la porta.)
PADRE JOE: Anche le visioni sono un fardello al quale rinuncerei volentieri! Proverbi. 25,2.
(Scully si ferma all’improvviso.)
SCULLY: Che cosa?
PADRE JOE: “E’ gloria del Signore che le cose siano celate, ma è onore riservato ai Re che esse siano disvelate”.
(Scully torna nella stanza da letto.)
SCULLY: Si astenga dal citare le Scritture con me!
PADRE JOE: Ma che cosa è venuta a fare? Di che cosa ha paura?
SCULLY: Con quella frase, “Non si arrenda mai”, che diavolo intendeva dire?
PADRE JOE: Non lo so!
SCULLY: E’ inutile, non le credo!
PADRE JOE: Le sto dicendo la verità!
SCULLY: E’ lei che l’ha pronunciata!
PADRE JOE: Non so perché l’ho fatto!
SCULLY: L’ha detta guardandomi in faccia!
PADRE JOE: Io non ho mai desiderato altro che servirlo... non ho mai desiderato altro che servire il Signore.
(Le sue mani iniziano a tremare.)
SCULLY: Chieda pure la Sua pietà, però non si aspetti la mia!
(Padre Joe lascia cadere la Bibbia che teneva tra le mani.)
SCULLY: Le conviene smetterla, tanto io non abbocco! Ha capito o no?
(Scully solleva il mento di Padre Joe. Ora tutto il suo corpo sta tremando. Scully lo aiuta ad adagiarsi sul letto e cerca di tenerlo fermo.)
(Cheryl si trova ancora nella scatola di legno. Dalla fessura vede un uomo avvicinarsi mentre tiene in mano un vassoio. Questi si china, le parla in russo attraverso la fessura e le mostra del cibo sul vassoio. Apre il lucchetto della scatola, ma viene interrotto da una donna che lo chiama. L’uomo corre via nella stanza operatoria. Il corpo di una persona disteso su un tavolo sta tremando, è una donna e indossa un braccialetto medico. Cheryl apre lentamente la porta e sgattaiola fuori dalla scatola. I cani abbaiano sempre più forte. Procede gattonando molto velocemente finché cade giù per uno stretto corridoio che arriva fin all’esterno. Un cane corre verso di lei e Cheryl è costretta a rientrare.)
(La Whitney e Mulder arrivano all’appartamento di Padre Joe. Scully sta parlando al cellulare.)
SCULLY: Sì, ci sono i paramedici. Sono arrivati sette minuti fa, all’incirca. E’ stabile, pressione normale. Lo stanno caricando adesso.
MULDER: Cos’è successo?
SCULLY: Grazie. (Scully riaggancia, si dirige verso l’ambulanza rivolgendosi a Mulder) Un attacco compulsivo.
MULDER: Chi ti ha chiamata?
SCULLY: Nessuno.
MULDER: E cosa ci facevi qui? (Scully non risponde) Devo parlare con Padre Joe.
SCULLY: Questo non sarà possibile.
WHITNEY: C’è un indiziato finalmente. Un esule russo che fa trasporto d’organi.
SCULLY: L’avete arrestato?
WHITNEY: Purtroppo no. Oggi pomeriggio il vice procuratore l’ha interrogato su un presunto traffico d’organi, ma poi l’ha rilasciato. Non c’erano prove per trattenerlo, ma abbiamo un testimone attendibile che l’ha visto in piscina con le due donne.
DRUMMY: Agente Whitney!
WHITNEY: Mi scusi.
(L’agente Whitney si allontana e raggiunge Drummy.)
SCULLY: E questo che c’entra con Padre Joe?
MULDER: E’ l’uomo delle sue visioni, Scully!
SCULLY: Chi?
DRUMMY: (rivolto alla Whitney) C’è una novità interessante...
MULDER: L’indiziato! Quello che vedi in questa foto.
SCULLY: Ora sei tu che fai perdere tempo a loro!
MULDER: Non mi hai ancora detto perché eri qui.
(Drummy e la Whitney tornano vicini all’ambulanza per parlare con Mulder.)
DRUMMY: A proposito di visioni, sentiamo cosa mi dice di questa!
(Drummy passa a Mulder un foglio con la foto segnaletica di un altro uomo. E’ Franz Tomczesyn, l’aggressore rimasto ferito durante la colluttazione con Monica Bannan.)
MULDER: Chi è?
DRUMMY: Il datore di lavoro dell’indiziato, nonché vecchio amico di Padre Joe, a quanto risulta. Lo conosce da molto, molto tempo.
MULDER: Lo conosce come?
DRUMMY: Era uno dei famosi trentasette chierichetti. E’ indovini con chi è sposato? Grazie alle leggi del Massachusetts? Con l’indiziato!
WHITNEY: Perquisiremo i loro uffici. Ho già il mandato.
(La Whitney e Drummy salgono in auto. Mulder rimane perplesso. L’ambulanza con Padre Joe se ne va.)
SCULLY: Mulder... è davvero finita.
MULDER: (urlando) Ehi! Fermi aspettatemi!
SCULLY: Dove vai? Mulder!
(Mulder sale sull’auto insieme agli agenti.)
SCENA 17
(Gli agenti arrivano agli uffici degli indiziati ed entrano per iniziare la perquisizione. L’agente Whitney trattiene Mulder fuori dal palazzo.)
WHITNEY: Lei può aspettare qui. Ora lasci fare ai miei uomini.
(All’interno dell’edificio, Drummy è a capo della squadra di ricerca.)
DRUMMY: Evacuate il piano terra!
WHITNEY: Ci siamo cascati tutti, anch’io ho voluto crederci per forza.
MULDER: Mi risparmi le frasi di circostanza.
WHITNEY: Ci ha portati lei qui.
MULDER: No, ci ha portati qui Padre Joe.
(Drummy bussa ad una porta.)
DRUMMY: Sono l’agente speciale Drummy, dell’FBI. La procura ci ha autorizzati a perquisire questi uffici. Chiunque si trovi all’interno si qualifichi ed apra immediatamente la porta.
WHITNEY: Se l’ho fatta chiamare, è perché ero certa che mi sarebbe stato utile, proprio perché crede in questi fenomeni.
MULDER: E ora cosa pensa?
WHITNEY: E’ un discorso lungo, lasciamo stare...
(Drummy e la sua squadra sfondano la porta ed entrano nell’ufficio.)
DRUMMY: Faccia a terra! Faccia a terra! Chiunque si trovi in questi locali, faccia a terra!
(Un furgone con la scritta “Donor Transport Services” arriva nel vicolo. Janke Dacyshyn esce dall’ascensore e cammina lungo un corridoio. Si ferma quando vede la squadra dell’FBI perquisire gli uffici. Scende le scale per uscire.)
DRUMMY: Un po’ di luce per favore!
WHITNEY: Eravamo impantanati e lei ci ha aiutati a rimetterci in marcia, in che direzione non importa...
(Mulder osserva Dacyshyn uscire dall’edificio. Il russo lo vede. Lascia cadere a terra la borsa che stava trasportando e scappa via correndo.)
MULDER: Ehi!
(Mulder lo insegue, e la Whitney corre dietro di lui.)
WHITNEY: Fermo!
(Dacyshyn corre lungo la strada ed attraversa un incrocio di corsa. Mulder viene quasi investito da un autobus quando arriva un attimo dopo.)
AUTISTA AUTOBUS: (rivolto a Mulder) Ma sei scemo??!!! ( Nella versione originale questa battuta non esiste.)
(Dacyshyn continua la sua folle corsa e Mulder lo insegue senza risparmiarsi. All’interno dell’edificio, gli agenti continuano la perquisizione ignari dell’inseguimento che sta avvenendo all’esterno. Dacyshyn arriva ad un cantiere e Mulder grida agli operai.)
MULDER: Ehi! Fermatelo!
OPERAIO #1: Oh! Dove va?!
OPERAIO #2: Ehi, non si può stare qui!
(Dacyshyn supera gli operai e sale le scale del cantiere. Mulder lo segue da vicino. Il russo prova a fermarlo gettandogli contro un secchio, ma Mulder lo evita. Nel frattempo, l’agente Whitney arriva correndo al cantiere.)
WHITNEY: Dove sono andati?
OPERAIO #1: Da quella parte!
(Mulder si ferma, all’interno dell’edificio, per cercare di individuare Dacyshyn nell’ombra. Drummy nel frattempo ha trovato dei contenitori sporchi di sangue negli uffici che sta perquisendo. L’agente Whitney si trova su un piano dell’edificio in costruzione, pistola in pugno.)
WHITNEY: Mulder?!
MULDER: Sono qua sopra!
(La Whitney corre verso la sua voce. Mulder vede passare una figura dietro a dei teli di plastica. Riprende il suo inseguimento verso Dacyshyn, attraversando parti dell’edificio in costruzione. Dacyshyn si arrampica su una scala. Una volta arrivato sul tetto, Mulder vede l’uomo fuggire e lo insegue. Nel frattempo, Drummy esce dagli uffici insieme ai suoi uomini e trova il contenitore abbandonato da Dacyshyn prima della fuga. Mulder continua ad inseguire il russo all’interno del cantiere.)
WHITNEY: Mulder!
MULDER: Viene verso di lei!
WHITNEY: Fermo!
(La Whitney punta la pistola verso la figura di Dacyshyn, ma si ferma quando questo svanisce dalla sua vista. Mulder e la Whitney continuano a cercare l’uomo nei piani vuoti dell’edificio in costruzione.)
WHITNEY: Mulder!
MULDER: Sì!
WHITNEY: Non la vedo!
MULDER: Sono qui!
WHITNEY: Qui dove?
(Drummy apre il contenitore e sul suo viso appare una smorfia di ribrezzo e orrore.)
WHITNEY: Fox, è lì?! (Mulder appare due piani sopra rispetto a quello dove si trova la donna) Riesce a localizzarlo?
MULDER: No. Mi è scappato.
(Drummy solleva il coperchio del contenitore e si vede che all’interno vi è contenuta la testa di Monica Bannan.)
WHITNEY: Mulder, l’ho visto!
MULDER: Dov’è?
(La Whitney rientra sul piano e si trova faccia a faccia con Dacyshyn. La donna fa per puntargli contro la pistola, ma l’uomo la blocca e la spinge di sotto. Mulder vede cadere la Whitney da sopra. L’agente cade da un’altezza elevata e finisce sopra delle sbarre appuntite che spuntano dal terreno e la trafiggono. Mulder osserva la scena con orrore.)
SCENA 18
OSPEDALE “OUR LADY OF SORROWS”
(Scully cammina lungo un corridoio. Mulder si trova ai piedi della scalinata con la grande vetrata. Lei gli va incontro e una volta vicino, gli prende dolcemente la mano.)
MULDER: Sono morte, Scully. Monica Bannan e l’agente speciale Whitney.
SCULLY: Ho sentito. Mi dispiace.
MULDER: Ero sicuro... che ne saremo venuti a capo.
SCULLY: So che ci credevi, Mulder.
(Mulder lascia la mano di Scully.)
MULDER: Devo vedere Padre Joe. Gli voglio mostrare le fotografie... di quei due.
SCULLY: Sei ancora disposto a dargli fiducia...
(Mulder annuisce leggermente mentre Scully lo osserva.)
SCULLY: Forse è bene che tu sappia che gli è stato diagnosticato un tumore polmonare. A uno stadio avanzato oltretutto.
MULDER: Voglio solo una conferma.
SCULLY: Ma... è meglio se gli parlo io.
(Scully prende le foto che Mulder ha in mano e si recano insieme da Padre Joe. L’uomo giace in un letto attaccato alla cannula dell’ossigeno.)
PADRE JOE: Le sembrerà incredibile, ma stavo pensando a lei. Ho avuto una visione. La troverà interessante. C’era un uomo che parlava in una lingua straniera.
SCULLY: Per caso assomigliava a questo?
(Scully mostra la foto di Dacyshyn a Padre Joe. Lui si infila gli occhiali per vederla.)
PADRE JOE: Sì, è lui. Come lo sapeva?
SCULLY: Riteniamo che sia l’autore del sequestro dell’agente dell’FBI, della seconda donna che lei afferma di aver visto, e forse di altre persone scomparse di recente. E siamo convinti che abbia avuto la complicità di quest’uomo.
(Scully mostra la foto di Franz Tomczesyn.)
PADRE JOE: Non lo conosco, non so chi sia.
MULDER: E’ sicuro?
PADRE JOE: Più che sicuro, quella faccia... non l’ho mai vista.
SCULLY: Io sono più che sicura di sì. Le dirò di più, lo conosce fin da quando era bambino.
(Padre Joe osserva Scully, poi prende la foto e capisce chi è quell’uomo.)
PADRE JOE: Oh no. E’ pazzesco! Non può essere vero. E’ lui il collegamento con quella ragazza. Le mie visioni l’avrebbero dovuta salvare da lui. Questo è opera del Signore. (Rivolto a Mulder) E’ Dio che l’ha voluto!
SCULLY: Mi permetta un’altra domanda, Padre Joe. La prima donna che ha visto, l’agente dell’FBI, Monica Bannan, c’è speranza che sia ancora viva?
PADRE JOE: Lo sento. Sì, è ancora viva.
(Mulder e Scully si scambiano un’occhiata ed escono dalla stanza. Scully segue Mulder nel corridoio.)
SCULLY: Aspetta!
MULDER: La seconda donna potrebbe essere viva. Hanno tutti alzato le braccia, ma io non mi arrendo!
SCULLY: Tu credi che io non capisca, ma io capisco, eccome. E’ questa tua testardaggine... che mi ha fatto innamorare di te...
MULDER: E che come hai detto tu, ci impedisce di stare insieme...
(Mulder si avvicina per riprendere le foto che Scully ha in mano e se ne va.)
SCENA 19
(Nel laboratorio clandestino, Franz Tomczesyn giace su un tavolo operatorio e respira a fatica. Il dottore e Dacyshyn gli si avvicinano, parlando in russo. Dacyshyn accende la luce sopra il tavolo operatorio e si rivolge al medico con tono arrabbiato. Arrivano altri medici attorno a Tomczesyn. Il suo braccio sinistro è scoperto e si vede che è il braccio di una donna.)
SCENA 20
(Mulder è da solo e sta camminando su un campo di neve. Arriva nel punto in cui era stato rimosso il blocco di ghiaccio con i resti umani. Fissa prima il buco, e poi la montagna sovrastante. Segue un’altra pista fino a trovare un cartello con la scritta “Vietata la caccia” che giace sul terreno. E’ lo stesso cartello che Dacyshyn aveva precedentemente abbattuto con il furgone. Mulder vede una striscia di sangue sopra di esso. Si arrampica sulla cima della collina e poi guarda verso il basso, la scena del crimine. Più tardi, Mulder sta percorrendo una strada di una cittadina nelle vicinanze e si ferma ad una stazione di servizio. Mentre sta facendo rifornimento di carburante, quando nota un negozio lì vicino, il "Nutter's Feed, Animal Supply". Arriva alla porta del negozio mentre il proprietario sta chiudendo.)
MULDER: Ehi, aspetti! Scusi! Senta, mi serve una cortesia.
NEGOZIANTE: Spiacente, ho chiuso!
MULDER: Guardi, le rubo soltanto un minuto.
(Il negoziante riapre la porta e fa entrare Mulder.)
NEGOZIANTE: Il tempo sta peggiorando, le conviene sbrigarsi dovunque debba andare.
MULDER: Grazie.
(Il negoziante si dirige dietro al bancone e Mulder lo segue.)
NEGOZIANTE: Allora, cosa le serviva?
MULDER: Mi domandavo se per caso ha un tranquillante per uso animale che si chiama acepromazina.
NEGOZIANTE: La ricetta se l’è fatta fare?
MULDER: No, non ce l’ho.
NEGOZIANTE: E allora non glielo posso vendere.
MULDER: Le è capitato di venderne di recente all’uomo ritratto in questa fotografia?
(Mulder estrae la foto di Dacyshyn, ma proprio in quel momento suona il telefono.)
NEGOZIANTE: Ah, sempre quando uno sta chiudendo... (torna sul retro per rispondere)
MULDER: Mi dice...
NEGOZIANTE: (rispondendo al telefono) Nutter’s Feed.
(Mulder nota il furgone di Dacyshyn mentre si ferma fuori dal negozio.)
NEGOZIANTE: Sì, stavo appunto chiudendo per poi venirlo a prendere. Sì. Arrivederci. Grazie.
(Il negoziante riaggancia il telefono, ma quando torna nel negozio Mulder è sparito e si trova davanti solo il russo.)
NEGOZIANTE: Dov’è finito quell’altro?
DACYSHYN: Altro chi?
NEGOZIANTE: Quello che era qui un attimo fa.
DACYSHYN: Ho... ho bisogno di queste cose.
NEGOZIANTE: D’accordo.
(Dacyshyn si allontana dalla città sul furgone e Mulder lo segue. I due veicoli stanno procedendo su una strada isolata quando Mulder estrae il cellulare. All’improvviso, Mulder frena bruscamente per evitare il furgone fermo sulla strada. L’auto di Mulder colpisce il furgone e la macchina scivola sul ghiaccio. L’airbag si apre e Mulder rimane stordito dal colpo. Il furgone fa retromarcia, accelera per andare ad urtare l’auto di Mulder ferma a lato della strada. Il finestrino va in frantumi e Dacyshyn continua ad accelerare fino a spingere l’auto fuori strada, nel burrone.)
(All’ospedale, Scully entra nel suo ufficio. Siede alla sua scrivania, e mentre sta riordinando dei fogli, ne nota uno che riporta un articolo del "Medical News Archives")
SCULLY: (voce fuori campo) Dalla Russia una terapia post-trapianto a base di cellule staminali... su animali da laboratorio, specialmente cani... uniti all’altezza del collo... con una sopravvivenza di svariate settimane. ( Nella versione originale non si sente la voce di Scully fuori campo leggere gli stralci dell'articolo.)
(Mentre sta leggendo, Scully si accorge che la stampante si è bloccata. Dopo aver premuto il pulsante per far ripartire l’apparecchio, la stampante restituisce dei fogli con gli ingrandimenti delle foto contenute nell’articolo. Si vede la testa mozzata di un cane ed un cane con due teste. Scully esce dall’ufficio e cerca di chiamare Mulder con il cellulare.)
MULDER: Sì, sono io.
(Scully capisce che è la segreteria telefonica.)
SCULLY: Cazzo!
MULDER: ... ma non posso rispondere. Lasciate un messaggio.
SCULLY: Mulder, ho fatto una scoperta, documentandomi sulle cellule staminali. In Russia hanno condotto degli esperimenti sui cani, simili a quelli in cui sono coinvolti i tuoi indiziati, salvo che questi vengono fatti su esseri umani, le donne che sono state sequestrate. Richiamami immediatamente. A proposito, l’agente dell’FBI è ancora viva.
(La macchina di Mulder giace rovesciata in fondo al burrone. Mulder esce a fatica. Ha il viso coperto di sangue, ma riesce comunque ad alzarsi in piedi.)
(Tornati agli uffici dell’FBI, suona un telefono.)
AGENTE FOSSA: FBI. Agente speciale Fossa, desidera?
SCULLY: L’agente speciale Drummy, per favore. ( La battuta non esiste nella versione originale.)
(L’agente Fossa passa il telefono a Drummy)
AGENTE FOSSA: Vogliono te.
DRUMMY: Agente speciale Drummy.
SCULLY: Sono ore che sto cercando di contattarla. Non riesco a trovare Mulder, è irraggiungibile.
DRUMMY: E’ la dottoressa Scully?
SCULLY: Sì! Sono la dottoressa Scully!
DRUMMY: Non sa dove è andato?
SCULLY: Se lo sapessi, non le farei questa telefonata.
DRUMMY: Dottoressa, degli scomparsi si occupa la polizia. Non sono di nostra competenza.
SCULLY: Senta, mi deve aiutare! Gli può essere successo qualcosa di grave!
DRUMMY: Sono desolato. Non ne ho l’autorità.
SCULLY: Ci sarà qualcuno con le palle lì da voi, mi ci faccia parlare!
SCENA 21
(Tornati al laboratorio clandestino, una donna con un camice bianco si avvicina alla scatola dove è tenuta rinchiusa Cheryl. La donna, che parla in russo, apre la scatola e si avvicina alla ragazza che si ritrae spaventata.)
CHERYL: No! No, no, non mi toccare!
(La donna, aiutata da altre persone, trascina la ragazza fuori dalla scatola. Il medico russo le inietta qualcosa nel collo e Cheryl perde i sensi. Dacyshyn nel frattempo prosegue a bordo del suo furgone lungo una strada innevata. All’improvviso il furgone si ferma a causa di una rottura. Mulder sta percorrendo a piedi la stessa strada, sotto la neve. Vede il furgone in mezzo alla strada e corre per raggiungerlo. Apre la portiera dal lato del guidatore, ma dentro non c’è nessuno. Dopo aver guardato un po’ all’interno, prende con sé una chiave inglese e se ne va. Nel laboratorio clandestino, Dacyshyn siede accanto a Tomczesyn mentre gli parla dolcemente.)
DACYSHYN: Guardami. Sento che ce la farai, avrai un corpo giovane e forte.
(Cheryl viene portata nella sala operatoria e viene immersa in una vasca contente del liquido ghiacciato. Nel frattempo il medico si avvicina a Tomczesyn. Quando abbassa il telo per fargli un’iniezione, si vedono delle suture attorno al collo e sotto un corpo più pallido.)
DACYSHYN: Me ne sono occupato personalmente. Di questo ti potrai finalmente liberare.
(Mulder ha raggiunto il recinto che delimita il laboratorio clandestino. Il chirurgo inizia a rimuovere le suture dal collo di Tomczesyn, mentre Dacyshyn continua a parlargli.)
DACYSHYN: Abbi fiducia. Andrà tutto bene. Avrai un corpo giovane e vigoroso.
(Il chirurgo fa segno a Dacyshyn di allontanarsi. Nella vasca col ghiaccio, un medico cosparge il collo di Cheryl con lo iodio. Mulder si arrampica sopra il recinto per scavalcarlo. Un cane da guardia lo aggredisce e lo butta a terra. Dacyshyn sente il cane abbaiare. Il chirurgo gli dice qualcosa e lui corre fuori. Dacyshyn si guarda intorno e sente il cane guaire. All’interno, il medico inizia a tagliare il collo di Cheryl. Dacyshyn arriva vicino al cane. Il cane è ferito e si vede che ha due teste. C’è del sangue nella neve, e delle impronte di uomo che vanno in direzione della casa.)
(L’auto di Mulder è stata trovata dentro il burrone ed un carro attrezzi la sta tirando fuori.)
UOMO: Ferma. Giù. Ancora. ( Nella versione originale non c'è questa battuta.)
(Arriva un altro veicolo che si ferma dietro l’auto della polizia. Dal veicolo esce Scully, che viene raggiunta da una poliziotta sul ciglio della strada.)
POLIZIOTTA: (arrivando da dietro l’uomo che manovra il carro attrezzi) Scusa.
SCULLY: Mi chiamo Dana Scully, quella è la mia macchina.
POLIZIOTTA: Lo immaginavo. Ho parlato con un pezzo grosso dell’FBI, chiamava da Washington.
SCULLY: Sì, lo so. E’ lui. Walter Skinner.
(Skinner le si avvicina.)
SCULLY: Non c’è niente che aiuti a capire che cosa può essere successo? Che so, qualche impronta...
POLIZIOTTA: Niente. E’ nevicato parecchio. Ma abbiamo trovato questo. Intanto lo consegno a lei. Con permesso.
SCULLY: (rivolta a Skinner) E’ il suo cellulare. C’è del sangue!
SKINNER: Per favore, si calmi e provi a riflettere. Sta bene. E’ uscito dalla macchina capovolta e probabilmente si è arrampicato fin quassù.
(Dacyshyn sta controllando l’esterno del laboratorio ed arriva allo scivolo dalla quale era ruzzolata Cheryl. Mulder vi è nascosto dentro, e vede l’ombra dell’uomo passare al di là della plastica che copre l’entrata. Dacyshyn procede avanti e Mulder lo sente allontanarsi. Nella vasca ghiacciata, dei tubi sono stati inseriti nel collo di Cheryl attraverso le incisioni praticate in precedenza. Viene acceso un macchinario ed il sangue inizia a circolare nei tubi. La testa di Tomczesyn viene rimossa dal suo corpo. Mulder guarda la scena attraverso la plastica che circonda la sala operatoria, poi entra.)
MULDER: Fermi! E allontanatevi.
(Mulder tiene in alto la chiave inglese mentre avanza verso di loro. I medici parlano tutti in russo.)
MULDER: Allontanatevi! Indietro! State indietro!
(I medici continuano a parlare in russo.)
MULDER: Capite quello che dico? C’è qualcuno che non parli soltanto russo? Tirate fuori di lì quella donna! Sfilatele i tubi dal collo e suturatela immediatamente! E’ un ordine!
(Mulder va verso il tavolo operatorio e alza il lenzuolo. Vede il corpo senza testa e fa una smorfia. Il chirurgo gli si avvicina.)
MULDER: Avete capito cosa ho detto o no?
(Mentre vede la testa di Tomczesyn che giace posata su una bacinella piena di ghiaccio. Gli occhi si aprono. All’improvviso, il medico russo inietta a Mulder il tranquillante nel collo. Dacyshyn rientra nella sala operatoria mentre Mulder sta cadendo a terra. Lo aiuta a rimettersi in piedi per poi colpirlo in faccia con un pugno. Mulder cade a terra.)
(Skinner sta guidando. Scully le è seduta di fianco. Continua a scrutare fuori dal finestrino ed è molto preoccupata.)
SKINNER: Lo troveremo, vedrà. Prima di assumere iniziative avrebbe telefonato. Non è il tipo da fare pazzie.
(Scully si volta verso Skinner.)
SKINNER: Non più di tanto diciamo.
(Dacyshyn trascina un corpo senza testa fuori dalla sala operatoria. Torna dentro, prende Mulder e lo trascina fuori, in un capanno per gli attrezzi, accanto al corpo senza testa. Mulder si lamenta.)
(Nell’auto di Skinner, Scully vede qualcosa.)
SCULLY: Un momento, torniamo indietro. Ho visto una cosa.
(Skinner si ferma e fa retromarcia. Scully esce dall’auto seguita da Skinner. Scully osserva una fila di cassette per le lettere lungo la strada.)
SKINNER: Cosa ha visto?
(Scully si ferma davanti ad una cassetta che riporta i numeri 25 e 2)
SCULLY: Proverbi. 25, 2.
(Nel capanno, Dacyshyn posiziona il corpo senza testa su un ceppo di legno. Nonostante Mulder sia stordito, nota un braccialetto medico al polso del corpo. Dacyshyn colpisce il corpo con un’ascia.)
(Nella strada, Scully apre la cassetta delle lettere ed inizia a controllarne il contenuto.)
SCULLY: E’ gloria del Signore che le cose siano celate. Ci siamo. Una fattura per forniture mediche. Dottor Uroff Koltoff, Bellflower Road. E’ che qui non li scrivono i nomi delle strade!
(Scully rimette la posta dentro la cassetta e si guarda intorno.)
SKINNER: Proviamo a guardare su Google.
(Skinner tira fuori il suo telefono.)
SCULLY: Ha sentito?
SKINNER: Cosa?
(Entrambi si guardano attorno cercando di capire da dove proviene il suono.)
SCULLY: Cani! Cani che abbaiano.
(Nel capanno, Mulder osserva Dacyshyn mentre ripone gli arti tagliati in un sacco di plastica. Prova ad afferrare l’ascia, conficcata nel ceppo di legno, ma è troppo debole. Interviene Dacyshyn che lo solleva e lo sistema sul ceppo di legno. Inizia ad affilare l’ascia, sorridendo mentre lo fa. Solleva l’ascia per colpire Mulder e tagliargli la testa.)
SCULLY: Fermo!
(Scully colpisce Dacyshyn con un pezzo di legno in pieno volto. Dacyshyn cade a terra incosciente. Scully si avvicina a Mulder.)
SCULLY: Mulder... sono io, mi riconosci?
MULDER: Scusa per la macchina. La donna... è là dentro.
(All’interno, il chirurgo inizia a tagliare il collo di Cheryl.)
SKINNER: Mani in alto! Mani in alto!
(Skinner punta la pistola verso il chirurgo. Questo inizia a parlare in russo.)
SKINNER: Butta quel bisturi! Butta subito quel bisturi o ti faccio saltare via la mano!
(Il chirurgo lascia cadere il bisturi a terra e Skinner lo spinge via.)
SKINNER: Levati di mezzo!
(Skinner vede la testa di Tomczesyn e Cheryl nella vasca.)
SKINNER: Santo cielo, cosa avete fatto? Cosa avete fatto??
(Scully entra nella sala operatoria.)
SCULLY: Mulder ha bisogno di fluidi e di abiti caldi.
(Skinner le indica la scena con un cenno del capo. Scully si avvicina alla ragazza.)
SCULLY: Oddio! (Si toglie il cappotto) Sarà meglio darsi da fare qui.
SKINNER: (rivolto ai medici) Via! Fuori!
(Skinner spinge i medici all’interno della scatola dove Cheryl era stata tenuta prigioniera e li rinchiude lì dentro. Scully inizia a lavarsi le mani, mentre Skinner si dirige fuori da Mulder.)
SKINNER: Eccomi, Mulder.
(Skinner si toglie il cappotto, lo avvolge attorno a Mulder. Mulder sta tremando.)
MULDER: La donna... dentro...
SKINNER: Tranquillo. Se ne sta occupando Scully.
MULDER: Skinner?
SKINNER: Sì?
MULDER: Ho freddo... freddo.
SKINNER: Ci penso io.
(Skinner abbraccia Mulder per scaldarlo.)
SKINNER: Ci penso io.
SCENA 22
(E’ giorno. Un auto è parcheggiata di fronte alla casa di Mulder e Scully. All’interno Mulder sta ritagliando un pezzo di giornale che parla dell’arresto dei medici e del laboratorio clandestino intitolato “FBI arresta il dottor Frankenstein dei giorni nostri”. Scully entra nella stanza.)
SCULLY: Mulder?
MULDER: Qual buon vento...
SCULLY: Ieri è morto Padre Joe.
(Mulder si gira per guardarla.)
SCULLY: Le sue condizioni si erano aggravate.
(Dopo un attimo di silenzio da parte di entrambi, Mulder finisce di strappare l’articolo dalla pagina del giornale.)
MULDER: Hai letto i giornali?
(Scully annuisce.)
MULDER: L’FBI ha dichiarato che Padre Joe era un complice. E sulle sue doti di sensitivo, silenzio.
SCULLY: Se ne è andato, Mulder. E con lui la verità. ( La battuta in lingua originale è "We’ll never know" che significa "Non lo sapremo mai".)
MULDER: Quella verità, Scully, io posso provarla. Padre Joe aveva un tumore ai polmoni, giusto? Come l’uomo al quale il dottor Frankenstein voleva dare un corpo nuovo.
SCULLY: Per favore... ( Nella versione originale Scully dice solo "Mulder".)
MULDER: E a che ora hai sfilato i tubi dal collo di quella donna? (Mulder si alza dalla sedia e le si avvicina) A che ora hai tolto il flusso sanguigno a quella testa recisa? Nell’istante in cui moriva Padre Joe. Dammi il certificato di decesso e te lo dimostrerò, e la stessa cosa intendo fare con l’FBI.
SCULLY: Pensi davvero di trovare qualcuno che ti ascolterà?
MULDER: Non farlo sarebbe una grave ingiustizia. ( La battuta in lingua originale è "It's an injustice to the man's name" che significa "E' un'ingiustizia nei confronti di quell'uomo".)
SCULLY: Considerato quello che Padre Joe aveva fatto a quei poveri bambini, nessuno si straccerà le vesti.
MULDER: Pensavo che gli credessi anche tu.
SCULLY: Ho voluto disperatamente credergli. E gli ho creduto finalmente, e credendogli ho agito di conseguenza.
MULDER: Cosa può averti detto per turbarti in questo modo? ( La battuta in lingua originale è "Why don't you just tell me what he said to you" che significa "Perché non mi dici quello che ti ha detto".)
(Scully scuote la testa ed abbassa lo sguardo. Mulder si avvicina al muro ed appende il ritaglio di giornale di fianco al poster.)
SCULLY: Una semplice frase. “Non si arrenda mai”.
(Mulder si volta verso di lei.)
SCULLY: E io gli ho dato ascolto. E ti ho salvato la vita. (La voce di Scully inizia a tremare dalla commozione) Ma ho inflitto a quel bambino le pene dell’inferno, e stamattina ho in programma una nuova operazione perché ero convinta che fosse Dio che mi incoraggiava a farlo. Nientemeno che attraverso un prete pedofilo.
MULDER: E se le preghiere di Padre Joe non fossero rimaste inascoltate? Se avesse ottenuto il perdono? Perché non si era arreso...
SCULLY: Ti sfido a dimostrarmi anche questo.
(Mulder abbozza un sorriso, ma non risponde.)
SCULLY: Mi aspettano all’ospedale.
(Scully esce dalla stanza e si dirige fuori verso l’auto. Anche Mulder esce, ma si ferma sul portico.)
MULDER: Scully! Perché l’avrebbe detto? “Non si arrenda mai”. Perché farti questa esortazione?
(Mulder scende le scale e si avvicina a Scully.)
SCULLY: Io credo che fosse indirizzato a te, Mulder.
MULDER: Però non l’ha detto a me. L’ha detto a te.
SCULLY: Ah...
MULDER: Se lui era il Diavolo, perché dire l’esatto contrario di ciò che il Diavolo avrebbe detto?
(Scully lo guarda interdetta.)
MULDER: Forse quella è la risposta ai grandi interrogativi.
SCULLY: Sarebbe a dire?
MULDER: Non mollare.
(C’è un attimo di silenzio. Scully guarda Mulder. I suoi occhi sono colmi di lacrime. Quando parla la sua voce è rotta dall’emozione.)
SCULLY: Ti prego, non rendere le cose ancora più difficili.
(Mulder le si avvicina e l’abbraccia.)
MULDER: Scully... ascolta, se per caso hai un dubbio, anche minimo, annulla l’operazione di stamattina. E poi ce ne andremo via.
(Scully si sposta indietro per guardarlo in faccia.)
MULDER: Noi due, soli.
SCULLY: Il più lontano possibile dalle tenebre, Mulder?
(Mulder sorride.)
MULDER: Non so se è così che funziona. Forse sono le tenebre che trovano te. Oppure me.
SCULLY: Hai ragione è così.
MULDER: Però si può tentare.
(Mulder e Scully sorridono e poi si baciano delicatamente per un lungo momento. Ancora abbracciati, appoggiano la fronte l’uno sull’altra e rimangono così per un attimo. Scully dà un colpetto a Mulder sul petto prima di allontanarsi. Mulder la guarda salire in macchina.)
SCENA 23
(All’ospedale, Scully cammina lungo un corridoio ed incrocia la dottoressa che era in disaccordo con lei riguardo la terapia a cui sottoporre Christian. La dottoressa fissa Scully in modo ostentato. Un attimo dopo Scully passa vicino a Padre Ybarra, che sta parlando con i genitori del bambino. Scully sale le scale a testa bassa, mentre questi continuano a fissarla.)
(Più tardi, in sala operatoria, Scully si sta preparando per l’intervento. Si avvicina al tavolo operatorio e Christian la guarda. Scully sospira.)
DONNA: E’ pronta a cominciare, dottoressa Scully?
(Scully si guarda intorno. Osserva la sala operatoria. Vede tre suore che si sono avvicinate alla porta a vetri. Si volta di nuovo verso il tavolo operatorio.)
SCULLY: Sì.
(Scully si volta verso Christian e gli sorride.)
TITOLI DI CODA
SCENA 24
(L’inquadratura mostra dall’alto una boscaglia che termina su una spiaggia. La macchina da presa continua a procedere sul mare finché si intravede qualcosa in lontananza. E’ una piccola imbarcazione a remi. Mulder e Scully sono sulla barca, entrambi in costume da bagno. Mulder indossa un costume rosso. Sta remando in direzione di una piccola isola dove si intravedono delle palme ed una spiaggia. La macchina da presa li riprende dall’alto, soffermandosi su di loro per alcuni istanti. L’inquadratura si allontana piano, piano verso l'alto e Mulder e Scully diventano sempre più piccoli, a bordo della barchetta, in mezzo al mare. Ad un certo punto entrambi si girano verso l’inquadratura e salutano. Mulder riprende a remare.)
Trascrizione effettuata da Scully
SOMERSET, WEST VIRGINIA
10:23 PM
(Una donna sta guidando una macchina lungo una strada completamente ricoperta dalla neve. Altrove, una squadra dell’FBI sta effettuando delle ricerche su un campo ghiacciato, utilizzando dei lunghi pali per cercare nel terreno. La donna svolta ed entra in un garage. Un cane abbaia dall’interno della casa. Gli agenti dell’FBI, guidati dagli agenti speciali Whitney e Drummy, continuano a sondare il terreno)
DRUMMY: Serrate i ranghi! Restate allineati!
AGENTE #2: State vicini! Spalla a spalla!
(La squadra degli agenti è preceduta sul campo dai componenti dell’unità cinofila. Di fronte a loro cammina un uomo, Padre Joe. Ha dei lunghi capelli bianchi ed indossa un cappotto scuro. Tornati al garage, la donna, Monica Bannan, spegne il motore e le luci dell’auto. Indossa un braccialetto di metallo. Una figura si muove nell’ombra vicino all’entrata del garage. La ricerca nella neve continua.)
WHITNEY: Non stategli addosso!
DRUMMY: Restate allineati! Guardate alla vostra destra e alla vostra sinistra! Restate allineati!
(Drummy e Whitney si scambiano un’occhiata, mentre Padre Joe continua a scrutare il terreno.)
PADRE JOE: E’ qui, è qui...
(Nel garage, la donna scende dall’auto.)
MONICA BANNAN: (rivolta al cane che continua ad abbaiare) Sono io Buddy, smettila! ( La battuta in lingua originale è "Hey, calm down, buddy. Hey" che significa "Ehi, calmati amico. Ehi". La parola "buddy" significa appunto "amico", non è il nome del cane.)
(La donna chiude la porta dell’auto e nota, a causa dell’aria fredda, il respiro di qualcuno proveniente dall’esterno del garage. A terra, sopra le tracce lasciate dai suoi pneumatici, la donna vede l’impronta di una scarpa. Tornati sul campo, Padre Joe inizia a correre.)
WHITNEY: Lasciatelo andare. Lasciatelo andare, non stategli addosso!
(Monica Bannan indietreggia e prende dal muro un attrezzo da giardino con cinque punte. Fa qualche passo in avanti, e non appena un uomo le si pone di fronte, lei lo aggredisce con l’attrezzo ferendolo al volto. L’uomo alza una mano per difendersi e la donna sferra un altro colpo, ferendolo di nuovo. All’improvviso, appare un altro uomo. Al campo di ricerca, l’agente Whitney impartisce ordini ai suoi uomini.)
WHITNEY: Non stategli addosso, lasciatelo andare!
(Padre Joe continua a correre in avanti. Al garage, Monica Bannan fugge dai suoi assalitori uscendo da una porta laterale. Gli uomini la seguono e lei scappa verso gli alberi.)
WHITNEY: Adagio, adagio! Non stategli addosso!
(L’uomo raggiunge Monica Bannan e la blocca a terra. Padre Joe si inginocchia ed inizia a scavare nella neve.)
PADRE JOE: Qui!
DRUMMY: Calma, calma! Non vi avvicinate troppo!
PADRE JOE: Qui!!
DRUMMY: Lasciamo fare! Lasciamo fare! Indietro!
PADRE JOE: E’ qui!
(L’agente Whitney raggiunge Padre Joe e inizia a scavare con lui nel terreno. Gli altri agenti raggiungono i due. Dopo aver scavato per un po’, l’agente Whitney trova un telo di plastica nero al cui interno è avvolto un braccio mozzato. Il braccio mostra le stesse ferite che Monica Bannan ha inferto al suo assalitore.)
SCENA 2
OSPEDALE “OUR LADY OF SORROWS”
8:25 AM
(Una specialista sta parlando in videoconferenza ad un team di medici dell’ospedale.)
SPECIALISTA: Ho visto i referti che mi avete mandato, ho anche chiesto a un altro neurologo pediatra che lavora qui con me di darmi il suo parere. A preoccuparci sono principalmente due cose...
SCULLY: La deficienza nel metabolismo dei lipidi e il grave calo della produzione di enzimi.
SPECIALISTA: Precisamente. Sono i fattori più allarmanti.
SCULLY: E indicano entrambi trasporto lisosomiale alterato.
SPECIALISTA: E’ lei il medico che ha in carico il bambino dottoressa...
SCULLY: Scully. Dana Scully.
SPECIALISTA: E ha sottoposto a test la funzione lisosomica?
SCULLY: Le dovrebbero essere arrivate le mie conclusioni in proposito, dottoressa. Temo che sia affetto da una patologia cerebrale degenerativa di tipo 2, come la malattia di Sandhoff. Gli enzimi non liberano il cervello dai lipidi provocandone l’atrofia.
SPECIALISTA: Se sospetta la malattia di Sandhoff, dovrebbe verificare il livello di exosaminidasi.
(Un sacerdote entra nella sala.)
SCULLY: E’ ciò che ho fatto, dottoressa. Ed è il motivo per cui quello che vorrei individuare è un corretto approccio terapeutico.
SPECIALISTA: Non esistono terapia per la malattia di Sandhoff. Se ne trova una lei, me lo faccia sapere.
(Scully rimane delusa dalla risposta della specialista, ma nonostante ciò annuisce. Vede il prete, Padre Ybarra, che la osserva attentamente. In seguito, Scully cammina lungo un corridoio dell’ospedale. Oltrepassa due suore. Da una stanza esce una coppia, i Fearon, con loro figlio Christian seduto su una sedia a rotelle. Scully si avvicina al bambino sorridendo.)
SCULLY: Ciao, Christian, come va? Come ti senti?
CHRISTIAN: Io bene, dottoressa, e lei come sta?
SCULLY: Beh... diciamo che non mi posso troppo lamentare, grazie. (Scully sorride di nuovo al bambino)
SIGNOR FEARON: E’ riuscita ad avere un consulto?
SCULLY: (sospirando) Sì. Bisognerà sottoporlo a degli altri esami.
(L’agente Drummy si avvicina a loro arrivando dietro a Scully.)
DRUMMY: Dana Scully? Dottoressa, sto cercando Fox Mulder.
SCULLY: (rivolta ai Fearon) Scusatemi.
(Scully si avvicina a Drummy.)
DRUMMY: Agente Speciale Drummy, dell’FBI.
SCULLY: Lo so, mi è bastata un’occhiata.
DRUMMY: L’FBI ha urgenza di comunicare con Fox Mulder.
SCULLY: Io non lavoro più con Fox Mulder, agente. E non lavoro più per l’FBI.
DRUMMY: Se lei potesse contattarlo, contribuirebbe a salvare la vita di una nostra collega.
SCENA 3
(Più tardi, Scully sta guidando su una strada isolata. Si ferma davanti ad un cancello, ed esce dall’auto per aprirlo. Continua a guidare lungo la strada sterrata che porta ad una casa. Entra in casa, nel salotto. Appoggia le chiavi e la borsa su un tavolo. Si apre il cappotto ed entra in una stanza piena di ritagli di giornali sui muri.)
MULDER: Qual buon vento, dottoressa!
SCULLY: Dai prova di una fiducia piuttosto fuori luogo, Mulder, considerando che ti cerca l’FBI.
(Mulder è seduto ad una scrivania con la schiena rivolta verso Scully)
MULDER: Io ho gli occhi anche dietro la nuca, Scully. "Auf einer Wellenlänge" come dicono i tedeschi. E’ uno stato precognitivo, spesso confuso con la semplice intuizione, nel quale il cervello percepisce la logica profonda su cui è fondata la transitoria esistenza dell’uomo, senza fare ricorso al pensiero cosciente. Di norma si materializza come hai fatto tu adesso, per contro, se ti sei davvero materializzata, presto di de-materializzerai.
(Mulder si alza dalla sedia e sorride a Scully. Indossa dei vestiti casual ed ha una barba molto lunga.)
MULDER: Ma chi crede più a queste scempiaggini!
(Mulder attacca al muro un articolo di giornale che ha appena finito di ritagliare.)
SCULLY: Beh, all’FBI sembrano crederci ancora. Sono venuti a farmi visita, Mulder. Vogliono che tu li aiuti a trovare un’agente scomparsa.
MULDER: Mi auguro che tu li abbia mandati a quel paese!
SCULLY: Dicono che sono disposti a perdonarti. Verranno fatte cadere tutte le accuse a tuo carico se li aiuti a risolvere questo caso.
MULDER: L’FBI che perdona me? Mi hanno processato sulla base di accuse infondate, gettando fango su dieci anni di lavoro, a chiedere perdono dovrebbero essere loro, Scully.
SCULLY: E’ quello che stanno facendo, sinceramente.
MULDER: E in che modo li dovrei aiutare?
(Mulder si siede di nuovo.)
SCULLY: Sembra che si sia fatto avanti qualcuno con delle prove di un certo peso. E’ un sensitivo, cioè, così dice.
MULDER: Aah. Naah... E’ un trucco, Scully. Vogliono stanarmi.
SCULLY: Se all’FBI ti avessero voluto stanare, sta tranquillo che ci sarebbero già riusciti. Al contrario, saranno felici di non averti tra i piedi.
MULDER: Bene. E io sono altrettanto felice di non avere tra i piedi l’FBI.
SCULLY: E’ in gioco la vita di una giovane agente. (Mulder sospira) So che non c’è bisogno di dirtelo, ma una volta ci saresti potuto essere tu al suo posto, o io. Mulder, la verità è che... sono molto preoccupata per te. Temo le conseguenze di un isolamento così prolungato.
MULDER: Sto benissimo qui, quali conseguenze! (Mulder prende dei semi di girasole da un contenitore) Me la passo alla grande... (inizia a mangiare i semi di girasole)
(Scully osserva Mulder e poi rivolge il suo sguardo in alto. Ci sono molte matite conficcate sul soffitto.)
SCULLY: Riferirò la tua risposta.
(Scully esce dalla stanza chiudendo la porta. Mulder osserva la porta e i ritagli di giornale attaccati su di essa, tra cui spicca una foto di sua sorella Samantha.)
MULDER: Ma che cavolo...
(Mulder apre la porta. Scully si volta verso di lui.)
MULDER: D’accordo ci vado. Ma a una sola condizione...
(Scully sospira. Più tardi, un elicottero è fermo davanti alla casa. Mulder apre la portiera davanti e fa salire Scully. Dopo che entrambi sono saliti, l’elicottero decolla.)
SCENA 4
WASHINGTON D.C.
9:24 PM
(L’elicottero atterra sul tetto di un palazzo dove li sta aspettando Drummy. Mulder e Scully escono dal velivolo e si dirigono verso di lui.)
MULDER: Grazie dell’elicottero.
DRUMMY: Non mi ringrazi. Non l’ho mandato io.
(I due seguono Drummy all’interno dell’edificio finché l’agente non chiede loro di aspettarli fuori da una porta.)
DRUMMY: Aspettate qui.
(Drummy entra nella stanza e li lascia nel corridoio. Passa un’agente donna che osserva Mulder molto attentamente. Mulder e Scully guardano la foto di George Bush appesa al muro, poi quella di J. E. Hoover e poi si guardano perplessi. Drummy esce da un’altra porta per chiamarli.)
DRUMMY: Venite.
(Mulder e Scully entrano in una stanza piena di agenti. Drummy avvisa l’agente Whitney, che sta parlando con un’altra agente, del loro arrivo.)
AGENTE FOSSA: Però non ne sei sicura al cento per cento?
WHITNEY: No, l’unica cosa di cui sono sicura è che non possiamo scartare nessuna opzione. E bisogna esplorare tutte le strade possibili...
DRUMMY: Chiedo scusa. Sono arrivati.
(L’agente Whitney va verso Mulder e Scully.)
WHITNEY: Grazie di avere acconsentito a questo incontro. Sono l’agente speciale Whitney.
SCULLY: Dana Scully.
WHITNEY: Fox Mulder, suppongo. Capisco il suo disagio, ma bentornato tra noi. Le siamo grati per la fiducia.
MULDER: Fiducia che non è illimitata. Cosa succede se fallisco o la vostra agente viene trovata morta?
WHITNEY: Il passato è passato. Conosco il lavoro che ha svolto sugli X-Files, penso che lei sia la migliore chance che resti a Monica Bannan.
(L’agente Whitney passa il fascicolo del caso a Mulder che inizia a studiarlo.)
SCULLY: Da quanto tempo è scomparsa?
WHITNEY: Da domenica sera. Sono quasi tre giorni.
SCULLY: Non dico nulla che non sappiate già, ma è difficile che sia ancora viva dopo settantadue ore.
WHITNEY: Ci è altrettanto difficile escluderlo. Fin’ora non abbiamo prove che non sia in vita, e i fatti alimentano la speranza. Subito dopo la sua scomparsa, abbiamo trovato questo. (passa un altro fascicolo a Scully) Un braccio reciso.
MULDER: Dove?
WHITNEY: Quindici chilometri da casa sua.
SCULLY: Mi scusi, non capisco, è il braccio di un uomo.
MULDER: Ci sarà una relazione coi referti raccolti sulla scena del sequestro, sangue, tessuti...
WHITNEY: Sangue. Sia nel garage che su un attrezzo compatibile con le lesioni.
MULDER: Complicato trovare quell’arto...
WHITNEY: Quanto un ago in un pagliaio...
MULDER: Ma ci siete riusciti grazie a un sensitivo.
WHITNEY: Joseph Fitzpatrick Crissman.
MULDER: Che voi ritenete un millantatore.
WHITNEY: In realtà...
DRUMMY: Come fa a dirlo?
MULDER: Sono un sensitivo!
(L’agente Whitney sorride.)
DRUMMY: Padre Joe ha avuto da noi...
SCULLY: Padre??? Perché, è un sacerdote?
DRUMMY: Cattolico. (Mulder e Scully si scambiano uno sguardo) Si è fatto vivo sei ore dopo la segnalazione della scomparsa di Monica Bannan, descrivendoci una visione, un contatto extrasensoriale.
MULDER: E secondo lui è ancora viva?
DRUMMY: E’ esatto.
MULDER: E non risulta nessun collegamento?
DRUMMY: Tra lui e Monica Bannan?
WHITNEY: Nessuno. Per questo deve dirmi lei... se è solo una perdita di tempo.
MULDER: Dunque... si tratta di un religioso. E’ sufficientemente acculturato, ha mosso i passi giusti, non ha alimentato dubbi su di sé, non intrattiene rapporti con la vittima... Sì, è una perdita di tempo, per me e per i suoi agenti.
WHITNEY: Occorre... valutarne la credibilità.
MULDER: Se non dubita di lui, perché dovrebbe dubitare delle sue visioni?
DRUMMY: Non ci ha portati a Monica Bannan. Ha solo trovato un braccio sepolto nella neve.
MULDER: Non stiamo parlando di una scienza esatta! Io gli starei appiccicato giorno e notte, ci dormirei insieme, gli pulirei il sedere con la lingua...
(Gli agenti mormorano tra loro sottovoce.)
WHITNEY: Padre Joe è stato condannato per pedofilia.
MULDER: Beh... forse non ci dormirei insieme.
SCENA 5
RICHMOND, VIRGINIA
1:01 AM
(I due agenti insieme a Mulder e Scully arrivano all’esterno di un complesso residenziale.)
SCULLY: Che posto è?
WHITNEY: Un domicilio per colpevoli di reati sessuali.
SCULLY: Un domicilio?
WHITNEY: Gestiscono da soli il complesso e si sorvegliano a vicenda. Padre Joe risiede volontariamente qui con un compagno.
MULDER: Io eviterei la sala ricreazione...
(Le due donne guardano Mulder mentre lui sorride. All’interno di un appartamento, si sente bussare alla porta. Un uomo, che sta cucinando, va ad aprire.)
UOMO: Joe!
PADRE JOE: (da un’altra stanza) Falli entrare!
UOMO: Prego.
(I quattro entrano nell’appartamento. Si sente della musica provenire da una televisione in bianco e nero sistemata in una stanza con un letto a due piazze. Nella stanza di fronte, Padre Joe sta pregando in ginocchio.)
DRUMMY: Padre Joe?
(Padre Joe, indossando una vestaglia, raggiunge gli agenti nell’altra stanza.)
PADRE JOE: Scusate il disordine, stanotte non ho chiuso occhio.
DRUMMY: Padre Joe, questo è Fox Mulder.
PADRE JOE: Va bene.
DRUMMY: Ha delle domande da farle.
SCULLY: A dire il vero, ho anch’io delle domande. Mi spiega per cosa stava pregando poco fa?
PADRE JOE: A Dio chiedo la salvezza della mia anima immortale.
SCULLY: E ritiene che Dio ascolti le sue preghiere?
PADRE JOE: Le sue le ascolta secondo lei?
SCULLY: Io non mi sono infilzata trentasette chierichetti.
(Padre Joe si siede sul letto.)
MULDER: Uhm... è un modo colorito di esprimere il concetto.
SCULLY: Ho anche un termine più esplicito.
MULDER: Non ne dubito.
PADRE JOE: Non posso non credere che il Signore mi ascolti. Altrimenti perché mi manderebbe quelle visioni?
SCULLY: Forse il mittente di quelle visioni è qualcun altro. ( La battuta in lingua originale è "Maybe it's not God doing the sending" che significa "Forse non è Dio a mandarle".)
MULDER: Si tratta di cose che vede? Letteralmente?
PADRE JOE: Tramite quello che definirei il mio occhio mentale.
MULDER: Cosa vede di preciso?
(Padre Joe inizia a fumare una sigaretta.)
PADRE JOE: Vedo quella ragazza che viene brutalmente aggredita.
MULDER: Che altro?
PADRE JOE: Vedo una colluttazione. Sento cani che abbaiano.
WHITNEY: Dove sono?
PADRE JOE: Non lo so.
MULDER: Comunque vede che è viva?
PADRE JOE: No, però... però io sento che è così.
MULDER: Le spiace, mostrare anche a noi come fa?
(Padre Joe posa la sigaretta, chiude gli occhi e si concentra.)
PADRE JOE: Non sono sicuro di riuscirci in questo momento. (si rivolge a Scully) Magari sarebbe meglio se... se lei si allontanasse.
SCULLY: Forse le cose che vede non sono che un tentativo di far dimenticare alla gente quello che lei è in realtà.
(Scully esce dall’appartamento. Mulder osserva Padre Joe. Sul balcone esterno, Scully sta leggendo il fascicolo sul braccio reciso ritrovato nella neve. Il compagno di Padre Joe esce, Scully lo fissa mentre lui scende le scale. Scully fa un salto quando una mano le tocca una spalla.)
SCULLY: Santo cielo, Mulder!
MULDER: Altro che pulirgli il sedere con la lingua, eh Scully?
SCULLY: Mi dispiace, scusa. E’ troppo tempo che sono lontana da queste faccende. O troppo poco.
MULDER: No, no, al contrario, sei stata grandiosa. Io avevo soltanto domande, tu l’hai provocato, l’hai sfidato. Come ai vecchi tempi.
SCULLY: E’ un individuo ripugnante. E un bugiardo. Lui sa benissimo chi è stato, e quelli non fanno che dargli informazioni. Guarda in che posto vive! E il braccio che hanno trovato? Non è la conseguenza di una rissa, è stato tagliato con uno strumento, è un’amputazione. E non è finita. Tanta abilità nel localizzare l’arto e neanche un vago sentore di dove si trovi l’agente scomparsa? Aspettati due cose nelle prossime ventiquattr’ore: un'agente cadavere e la conferma che Padre Joe è un’impostore di prima grandezza.
MULDER: Forse hai ragione tu, Scully. Forse hai ragione tu... ma se invece ti sbagli?
(Drummy apre la porta. Padre Joe si sta infilando la sciarpa e il cappotto.)
SCULLY: Scusa, ma che intenzioni hai?
MULDER: Lo portiamo a fare un giro. Per vedere se è davvero un sensitivo, e in che misura.
SCULLY: Aah. Beh... buon divertimento!
(Scully si avvia verso le scale e inizia a scenderle.)
MULDER: Scully! Non sei obbligata a sederti accanto a lui.
SCULLY: Si fa un giro e intanto ci prende in giro. No, grazie. Non mi vuole oltretutto!
(Mulder la segue giù per le scale.)
MULDER: Ma ti voglio io!
SCULLY: Ho chiuso con questa vita, Mulder. (Scully dà a Mulder il fascicolo) Sono stufa di inseguire mostri nell’oscurità. E credo che anche tu abbia già fatto il massimo per loro. Riflettici, non sei obbligato a restare.
MULDER: Questa gente ha bisogno del mio aiuto. (Scully sospira) E io del tuo.
(Mulder offre a Scully il fascicolo. Scully prima scuote la testa, ma poi prende il fascicolo e sale in auto.)
SCENA 6
SOMERSET, WESTERN VIRGINIA
5:02 AM
(Due veicoli dell’FBI procedono lungo una strada innevata. Padre Joe sonnecchia seduto accanto a Mulder nel sedile posteriore. L’auto sobbalza e Padre Joe si sveglia.)
PADRE JOE: Ci stiamo avvicinando?
WHITNEY: Deve dircelo lei.
PADRE JOE: Io non ho la più pallida idea di dove siamo.
MULDER: E’ del tutto normale. Ognuno funziona a modo suo.
PADRE JOE: Lei chi è, il poliziotto buono?
MULDER: Sono un non-poliziotto.
(Mulder passa a Padre Joe il badge di Monica Bannan.)
PADRE JOE: No, non l’ho mai vista, questa vostra agente Bannan. E’ un collegamento che non so spiegare.
MULDER: C’è sempre qualcosa, magari un piccolo dettaglio.
PADRE JOE: A cosa deve tanta competenza?
MULDER: Anni fa ho indagato per l’FBI su una serie di casi... che implicavano fenomeni apparentemente inspiegabili.
PADRE JOE: Dunque lei crede a queste cose.
MULDER: Ecco... diciamo che voglio crederci.
DRUMMY: In più, sua sorella è stata rapita nientemeno che da ET!
PADRE JOE: Veramente?
MULDER: E’ successo molto tempo fa.
PADRE JOE: E’ morta, vero? Sua sorella...
(Mulder non risponde. Si riprende il badge dell’agente Bannan e lo guarda. L’agente Whitney lo osserva. Padre Joe si sporge in avanti.)
PADRE JOE: E’ qui che l’hanno sequestrata, la vostra agente. L’aggressione è avvenuta qui.
MULDER: Voglio che veda la scena del delitto.
(Le auto si fermano di fronte ad una casa ed i due agenti, insieme a Mulder e Padre Joe, scendono dal veicolo. Padre Joe osserva la casa.)
PADRE JOE: No, questa... non è corretto. Mi avete portato in una casa che non è la sua.
(Padre Joe si incammina verso un’altra casa.)
MULDER: Non c’è cascato! E’ una cosa su cui riflettere...
(I tre seguono Padre Joe lungo la strada fino ad un'altra casa. Padre Joe entra nel garage sollevando il nastro giallo lasciato dalla polizia. Mentre Padre Joe si guarda in giro, l’agente Whitney fa cenno a Drummy di seguirlo.)
WHITNEY: La notizia è passata nei telegiornali, hanno fatto riprese anche qua intorno, potrebbe aver visto tutto in TV.
(Mulder e la Whitney girano intorno alla casa.)
MULDER: Sì, d’accordo, ma perché?
WHITNEY: Perché cosa?
MULDER: Perché farlo? Perché darsi tanto disturbo per mettere in piedi questa messa in scena...
WHITNEY: Bisogno di espiazione, di perdono per i suoi peccati. Ha scritto dozzine di lettere al Vaticano implorando di essere reintegrato.
MULDER: Un modo un po’ bizzarro di fare colpo sulla Santa Sede!
WHITNEY: La voce di Dio che si esprime attraverso un uomo? In molti ci hanno costruito una carriera.
MULDER: Quindi anche per lei è colpevole?
WHITNEY: Lo ritengo un possibile sospetto.
(Dietro la casa, Padre Joe sta camminando verso la foresta e Drummy lo segue.)
MULDER: Ma non risulta nessun nesso col sequestro.
WHITNEY: I miei uomini ci stanno ancora lavorando, e sono sicuri che lo troveranno.
MULDER: Ma lei no, altrimenti non sarei qui.
WHITNEY: In questo momento averla coinvolta non fa di me l’agente più popolare dell’FBI, mi creda.
MULDER: Beh, neanch’io sono mai stato esattamente il beniamino dell’FBI, se è per questo.
WHITNEY: Ma ha avuto spesso a che fare con sensitivi. Luther Lee Boggs, Clyde Bruckman, Gerald Schnauz... ho esaminato i loro fascicoli, ha fatto un lavoro... veramente ammirevole.
MULDER: Grazie, però... il merito è mio per metà. ( La battuta in lingua originale è "I'm only half the team" che significa "Sono solo metà della squadra".)
WHITNEY: Ho bisogno delle sue intuizioni.
(Vedono Padre Joe cadere sulle sue ginocchia e corrono da lui.)
PADRE JOE: Si è messa a correre, ha tentato di fuggire. C’erano due uomini. Non ce l’ha fatta. Uno l’ha spinta a terra, qui. Esattamente qui. E dopo l’hanno messa nel... l’hanno messa dietro.
WHITNEY: Dietro dove?
PADRE JOE: Nell’auto, anzi no! Un autocarro, era un piccolo autocarro con qualcosa attaccato...
WHITNEY: La dobbiamo trovare!
PADRE JOE: Sta soffrendo, sta soffrendo orribilmente.
WHITNEY: Ci dica dov’è!
PADRE JOE: Non lo so, non riesco a vederlo!
WHITNEY: Dov’è?! La dobbiamo trovare!
PADRE JOE: Non riesco a vederlo, non riesco a vederlo...
DRUMMY: Ah! Ho l’impressione che siamo arrivati al capolinea.
(Drummy si allontana, mentre Mulder e la Whitney fissano Padre Joe chinato a terra. All’improvviso alcune gocce di sangue cadono sulla neve.)
MULDER: Padre Joe?
(Padre Joe si alza e sta piangendo lacrime di sangue.)
SCENA 6
OSPEDALE
(Scully entra nella camera dove è ricoverato Christian e si avvicina al suo letto.)
SCULLY: Ciao, Christian. Hai uno sguardo bello vivace stamattina.
CHRISTIAN: Stavo pensando.
SCULLY: E a che pensavi? Sono curiosa.
CHRISTIAN: A una maniera di uscire di qui.
SCULLY: E’ esattamente la stessa cosa a cui sto pensando io.
CHRISTIAN: Non ci voglio più restare qui.
SCULLY: Cos’è successo? Qualcosa ti ha spaventato?
(Scully va verso i piedi del letto in cerca della cartella clinica coi risultati degli esami del bambino. Il contenitore in fondo al letto è vuoto.)
CHRISTIAN: Non mi piace come mi guarda quell’uomo.
SCULLY: Di chi parli?
(Il ragazzo indica fuori dalla stanza. Scully si gira e vede Padre Ybarra nel corridoio, intento a leggere i risultati degli esami di Christian.)
SCULLY: Non aver paura.
(Scully raggiunge il sacerdote in corridoio.)
SCULLY: Stavo appunto cercando quella cartella.
PADRE YBARRA: Volevo esaminarla personalmente, insieme ai risultati dei nuovi esami clinici che ha ordinato.
SCULLY: Non rientra fra le sue competenze, Padre. Spetta ai sanitari che lo hanno in carico.
PADRE YBARRA: Rientra nelle mie competenze assicurarmi che i sanitari compiano scelte appropriate. Nell’interesse dei pazienti e dell’ospedale.
SCULLY: Posso avere quei referti per favore?
PADRE YBARRA: Il nostro compito, dottoressa, è guarire gli infermi. E non prolungare i tormenti di chi è condannato. Esistono strutture più idonee per quel bambino.
(Nel corridoio, un'inserviente fa cadere un vassoio di metallo. Mentre Padre Ybarra si gira verso la fonte del frastuono, Scully se ne va.)
INSERVIENTE: Mi scusi tanto, che sbadata.
(Scully entra nel suo ufficio. Si leva il camice nervosamente e si siede alla scrivania. Mentre sta consultando i referti degli esami del bambino, sopraffatta dalle emozioni, inizia a piangere.)
VOCE #1: Sarà un viaggio di almeno tre giorni, ma non ci stancheremo...
VOCE #2: stancare...
VOCE #1: ... ma certo facciamo tappa, poi andiamo in macchina...
( Le precedenti tre battute non esistono nella versione originale.)
(Quando Scully si accorge della presenza di un’altra dottoressa nell’ufficio adiacente, cerca di trattenersi. La collega osserva Scully prima di alzarsi ed andarsene. Mentre Scully cerca nervosamente un fazzoletto, tira fuori dalla borsa il fascicolo dell’FBI lasciatole da Mulder.)
SCENA 7
McLAREN NATATORIUM
(Una ragazza si tuffa in piscina. Riemerge, torna a bordo vasca per togliersi il braccialetto e prendere tavoletta ed occhialini. Un uomo la osserva, in apnea, sotto il pelo dell’acqua. Più tardi, la stessa ragazza esce dalla piscina, posa il suo borsone nel bagagliaio e se ne va in macchina. Lungo una strada innevata, tenta di sorpassare un autocarro, ma questo improvvisamente inizia a sbandare contro la sua auto.)
RAGAZZA: OH! Razza di idiota! EHI!
(La ragazza prova ad evitare la collisione, ma l’autocarro la spinge fuori strada e la sua auto va a sbattere contro un covone di fieno nel campo adiacente la strada. L’autocarro si ferma. Scende un uomo. Prende un sacco dal retro dell’autocarro e si avvicina all’auto della ragazza.)
RAGAZZA: Sono tutta intera. E’ lo spavento più che altro...
(L’uomo manda in frantumi il vetro dell’auto. La ragazza prova a far ripartire l’auto in retromarcia, ma l’uomo la estrae dall’auto, la intrappola nel sacco e la porta via.)
SCENA 8
(Scully è a letto, sveglia.)
MULDER: Fai rumore quando pensi.
SCULLY: Scusami. Non riesco proprio a dormire.
(Mulder, che è steso di fianco a lei, si alza pian piano e le si avvicina da dietro.)
MULDER: Se sei interessata un piccolo rimedio ce l’avrei...
(Mulder si accoccola insieme a Scully.)
SCULLY: Troppo piccolo per interessarmi.
MULDER: Grazie! (Scully sorride) Dimmi cosa c’è.
(Scully si gira per parlare con Mulder.)
SCULLY: C’è un mio paziente, un bambino, che ha una rara malattia del cervello. E’... è in condizioni molto serie.
MULDER: Perché me ne parli ora per la prima volta?
SCULLY: Perché mi illudevo di poter fare qualcosa.
MULDER: E invece no?
SCULLY: Beh, esistono... terapie aggressive, ma a quanto sembra nessuno ne vuole sentir parlare. Persino gli specialisti dicono che è spacciato, che si può solo... che si può solo lasciarlo morire. Così invece di dormire maledico Dio per la sua sconfinata crudeltà.
MULDER: E credi che Dio per questo perderà il sonno?
SCULLY: (Scully sospira) Perché far venire al mondo un bambino per poi farlo soffrire? Non so per quale motivo, ma sento di essere legatissima a quel bambino.
MULDER: Quanti anni ha?
SCULLY: Tu credi che sia per via di William?
MULDER: Beh... io... credo che nostro figlio ci abbia lasciati entrambi con un vuoto che non può essere colmato. E adesso dormi. Ci penso io a imprecare contro Dio.
SCULLY: Grazie.
(Mulder si avvicina al viso di Scully e la bacia dolcemente sulle labbra.)
SCULLY: (sorridendo) Lo sai che con la barba pungi...
(Scully ride, mentre Mulder strofina la barba sulla sua guancia e poi la bacia sul collo. Entrambi si mettono di nuovo a dormire.)
SCULLY: Ah.
MULDER: Uhmm...
SCULLY: Ho trovato una cosa strana nel referto tossicologico su quel braccio reciso.
MULDER: Cioè?
SCULLY: Stavo rivedendo le risultanze dei rilievi scientifici. Nei tessuti sono presenti tracce di un farmaco che normalmente si somministra a pazienti sottoposti a radioterapia, oltre a quelle di un tranquillante che si chiama acepromazina.
MULDER: E in cosa consiste la stranezza?
SCULLY: L’acepromazina si usa in medicina veterinaria.
(Mentre Scully chiude gli occhi, Mulder si alza dal letto.)
MULDER: Ora sono io che non dormo!
SCULLY: Mulder?
(Mulder entra nel bagno ed accende le luci dello specchio sopra il lavandino.)
MULDER: Per te cosa ci fa un tranquillante di uso animale nei tessuti del braccio reciso di un uomo?
SCULLY: Non voglio nemmeno specularci sopra.
(Scully si affaccia da dietro. Mulder si china sul lavandino ed inizia a sciacquarsi il viso.)
MULDER: Diceva di sentire cani che abbiano.
SCULLY: Chi, scusa?
MULDER: Padre Joe.
(Mulder prende qualcosa dal mobiletto sopra il lavandino.)
SCULLY: Mulder, cosa hai intenzione di fare?
MULDER: E’ un tranquillante che si somministra ai cani scommetto.
(Scully entra nel bagno.)
SCULLY: Quello è un imbroglione, Mulder. Le sue visioni se le inventa dal nulla e tu ti stai dannando l’anima per trovarci un senso compiuto.
MULDER: Quando vedo un uomo piangere lacrime di sangue sulla scena di un sequestro che riconosce senza averla mai vista, penso che sia giusto accollarmi qualche rischio.
SCULLY: Lacrime di sangue...
MULDER: Mica male come trucco, eh? Chissà come fa?
(Mulder inizia a radersi, mentre il telefono di Scully squilla nell’altra stanza. Scully va a rispondere.)
SCULLY: Pronto?
DRUMMY: Dottoressa, sono Drummy.
SCULLY: Dica.
DRUMMY: Le passo l’agente speciale Whitney.
(I due sono in auto. Drummy è alla guida mentre l’agente Whitney è al telefono.)
WHITNEY: Scusami un secondo. (Drummy le passa il telefono) Mi rincresce chiamarvi a quest’ora...
SCULLY: C’è una svolta nelle indagini?
MULDER: (arrivando dalla camera da letto) L’hanno trovata?
WHITNEY: Beh... diciamo che c’è una novità, ma è ancora da verificare.
SCULLY: La fonte è sempre la stessa?
WHITNEY: Sempre quella, ci sta indicando la strada.
(Padre Joe è seduto sul sedile posteriore.)
PADRE JOE: Siamo arrivati. E’ qui. A sinistra, tra poco, c’è un capannone.
SCENA 9
TRE ORE DOPO
(Mulder e Scully arrivano al capannone. Sul luogo sono presenti molti veicoli ed agenti dell’FBI.)
WHITNEY: Controllate ancora. Vi do dieci minuti!
SCULLY: L’avete trovata?
WHITNEY: No.
(La Whitney osserva Mulder mentre si avvicina.)
WHITNEY: Cos’ha combinato?
MULDER: In che senso?
(La Whitney allunga una mano verso un taglio, dovuto alla fresca rasatura, che Mulder ha sulla guancia. Mulder si pulisce, mentre Scully lancia un’occhiataccia alla Whitney.)
WHITNEY: Si è...
MULDER: Aah...
SCULLY: E la novità a cui accennava?
WHITNEY: La verità è che il nostro sensitivo ci ha guidati nello stesso posto dell’altra volta.
(Mulder va verso Padre Joe. Scully e la Whitney lo seguono. Padre Joe è fermo in piedi poco più avanti fumando una sigaretta. L’agente Drummy è vicino a lui.)
PADRE JOE: Lo troverete.
DRUMMY: Speriamo! Non fa che ripeterlo!
PADRE JOE: Troverete un cadavere.
DRUMMY: Ma se continua a sostenere che è viva?!
PADRE JOE: Certo, lei è viva.
DRUMMY: (rivolto alla Whitney) Qui rischiamo di fare mattina! Gli uomini sono allo stremo delle forze.
WHITNEY: (rivolta a Mulder e Scully) Mi spiace di avervi scomodati.
(Drummy e la Whitney si allontanano.)
DRUMMY: (rivolto agli altri agenti) Ragazzi! Si chiude bottega, ce ne andiamo! Portate indietro gli attrezzi e smontate tutto! E’ ora di tornare a casa! Forza ragazzi, ce ne andiamo!
MULDER: Lo dica a me. Mi dica cosa vede.
PADRE JOE: Un volto dalle fattezze incerte. Occhi sbarrati che fissano il vuoto.
MULDER: Chi è? Di chi si tratta?
PADRE JOE: Non è chiaro. Quasi ci fosse un vetro sporco. E’ dinnanzi a noi, ne sono certo.
(Padre Joe inizia a camminare nella neve e si allontana.)
MULDER: “Quasi ci fosse un vetro sporco” cosa può significare?
SCULLY: Mulder?
MULDER: Che c’è?
SCULLY: Ora basta!
MULDER: Se ti vuoi arrendere come gli altri fa pure, è un tuo diritto.
SCULLY: Ti ricordo che non è più il mio mestiere, Mulder.
MULDER: Ma certo, dimenticavo, scusa ora è un po’ come se fossi la mia agenzia di collocamento, dico bene?
SCULLY: Hai ragione. E’ solo colpa mia.
MULDER: Cioè? Che vuol dire “colpa tua”?
SCULLY: Ti ho coinvolto io in questa storia.
MULDER: No. No. Ho fatto soltanto ciò che andava fatto, Scully. ( La battuta in lingua originale è "It was the right thing to do" che significa "Era la cosa giusta da fare".)
(Mulder inizia a camminare e Scully lo segue.)
SCULLY: Perché per te non si tratta di un’agente dell’FBI, quella che vorresti salvare è tua sorella in realtà!
(Mulder si ferma e si gira verso Scully.)
MULDER: Mia sorella è morta.
SCULLY: E nonostante questo non hai mai smesso di cercarla. Mulder, ci siamo già passati un’infinità di volte in questi anni, se speri ancora di poterla salvare... rassegnati. Non puoi salvarla, né adesso, né mai.
(Mulder osserva Padre Joe avanzare nella neve verso il bosco. Si volta di nuovo verso Scully e poi richiama gli agenti dell’FBI.)
MULDER: (urlando) Ho ancora bisogno dei vostri uomini!
(L’agente Whitney dà ordine ai suoi uomini di tornare indietro.)
SCULLY: Ma cosa fai?
MULDER: Cerco di ignorarti.
(Mulder cammina verso Padre Joe e Scully lo segue. Arrivano ad una radura ricoperta di neve.)
PADRE JOE: Ci siamo, è qui! E’ qui sotto!
(Padre Joe si inginocchia e comincia a scavare nella neve.)
PADRE JOE: E’ qui sotto!
(Mulder si unisce a lui mentre Scully rimane a guardare poco distante. Gli agenti dell’FBI li raggiungono in quel momento.)
MULDER: Servono le vanghe!
(Altrove, l’autocarro sta percorrendo una strada innevata. Si ferma colpendo un cartello che riporta la scritta “Vietata la caccia”. Alla radura, molti agenti stanno aiutando a scavare nella neve, mentre Mulder e Padre Joe osservano. Mulder rivolge un’occhiata a Scully. L’autista dell’autocarro estrae dal retro un sacchetto di plastica contenente qualcosa di piccolo. Gli agenti colpiscono qualcosa di solido.)
DRUMMY: E’ una coltre di ghiaccio!
(Mulder raschia il terreno con una pala.)
MULDER: No. E’ vetro sporco.
(L’autista dell’autocarro cammina nella neve fino ad arrivare sulla cima della collina. Guarda oltre il burrone e vede gli agenti dell’FBI intenti nelle ricerche. L’uomo se ne va.)
MULDER: Datemi una torcia!
(Mulder spazza via l’ultimo strato di neve scoprendo così la testa di una donna sepolta nel ghiaccio.)
MULDER: (rivolto alla Whitney) Ci vuole una squadra attrezzata.
(Mulder se ne va. Passa accanto a Scully senza dire una parola.)
WHITNEY: Fate venire una sega da calcestruzzo e una pala meccanica!
DRUMMY: Voi tornate insieme agli altri! Voi due, con me. Circoscrivete l’area, e attenti a dove mettete i piedi!
(Scully osserva Mulder tornare verso il bosco. Padre Joe è in piedi dietro di lei. Scully all’improvviso avverte la sua presenza dietro di lei, e si gira per guardarlo.)
PADRE JOE: Non si arrenda mai.
(Scully va via di fretta, mentre Padre Joe continua ad osservarla intensamente.)
SCENA 10
(Il conducente dell’autocarro sta guidando su una strada innevata e si ferma all’esterno di una rete metallica. Mentre apre il cancello, si sentono abbaiare dei cani in lontananza. All’interno c’è un edificio dove i cani sono tenuti dentro a delle gabbie, mentre una scatola di legno tiene prigioniera la ragazza della piscina. La ragazza osserva la scena attraverso una piccola fessura del contenitore.)
RAGAZZA: Vi prego! Fatemi uscire di qui! Aiuto! Aiutatemi! Fatemi uscire di qui!
(Due uomini vestiti con camici bianchi si avvicinano alla scatola ed osservano la ragazza attraverso la stessa fessura. I due uomini parlano in russo.)
RAGAZZA: Vi prego, vi supplico. Prometto che non lo dirò a nessuno. Non lo dirò a nessuno, lo giuro. Non lo dirò a nessuno, fatemi uscire. Io voglio tornare a casa mia. Io voglio tornare a casa mia... (i due uomini si allontanano) Non volevo venirle addosso, glielo giuro, è stato... (i due uomini muovono la scatola) Dove mi portate?! Aspetti! Aspetti... No! No!
(Attraverso la fessura la ragazza intravede un’altra stanza che assomiglia ad una sala operatoria.)
RAGAZZA: Che cos’è questo posto? Chi siete? Si può sapere?
(Dopo aver fermato la scatola, la ragazza intravede un tavolo operatorio sul quale giace una persona coperta da un telo verde. Gli uomini attorno continuano a parlare in russo tra loro. L’uomo sul tavolo operatorio è l’aggressore di Monica Bannan e porta sul suo viso i segni della colluttazione.)
RAGAZZA: Ehi, mi senti? Per piacere, tirami fuori di qui, ti prego. Alzati. Tu aiuti me e io aiuterò te. Per piacere... per piacere...
(L’uomo la fissa dal tavolo operatorio ed inizia a piangere lacrime di sangue.)
RAGAZZA: (gridando) Aiuto!
SCENA 11
8:08 AM
(All’interno della sala riunioni dell’ospedale, Padre Ybarra sta parlando a diverse persone.)
PADRE YBARRA: E’ per tanto opportuno che si proceda in tutta serenità, e senza tema di obiezioni, a trasferire il paziente in una struttura più consona sotto il profilo sanitario, e da un punto di vista umano, alle sue condizioni.
(Scully entra nella sala.)
SCULLY: Scusate. ( Questa battuta non esiste nella versione originale.)
PADRE YBARRA: A seguito della nostra discussione, dottoressa, stavo comunicando allo staff medico la decisione dell’ospedale in merito a Christian Fearon.
SCULLY: (Scully si ferma in piedi, di fronte alla finestra) Mi perdoni, quale decisione?
PADRE YBARRA: Di disporre il trasferimento del paziente in un centro specializzato nelle cure palliative di cui necessita.
SCULLY: E’ stata appunto una discussione, non una decisione.
PADRE YBARRA: Beh, se ne è discusso approfonditamente in questa sede e senza obiezioni da parte dei suoi colleghi.
SCULLY: Io un’obiezione l’avrei.
PADRE YBARRA: Dottoressa, le ricordo che il paziente è affetto da un’incurabile patologia. Un fatto che rattrista e lascia sgomenti, questo nessuno si sogna di contestarlo.
SCULLY: Ma è un mio paziente.
PADRE YBARRA: Di conseguenza, a meno che non abbia una cura per la malattia di Sandhoff, le rivolgiamo la preghiera di lasciar morire quel bambino in pace. (Scully fissa Padre Ybarra senza rispondere) Grazie. (rivolgendosi agli altri) E ora cerchiamo di essere concisi se è possibile, il lavoro ci aspetta. Dunque, restava da esaminare un caso in terapia intensiva, un paziente del dottor Willer se non vado errato. (Scully si siede lentamente) Dottore, sarebbe così gentile da ragguagliare i suoi colleghi sul caso in oggetto?
SCULLY: C’è una terapia!
PADRE YBARRA: Spiacente, l’argomento è chiuso dottoressa Scully. Prego dottor Willer, la ascoltiamo.
SCULLY: No, non ancora.
(Padre Ybarra si volta verso Scully.)
SCULLY: Non è da escludere un trapianto di cellule staminali dal tessuto intercostale.
DOTTORESSA: Vuole scherzare mi auguro! Non tormenti quel povero bambino.
SCULLY: Direbbe così se fosse suo figlio?
PADRE YBARRA: Non è figlio della dottoressa Smith, né figlio suo. ( La battuta in lingua originale è "It's not her son, and he's not yours" che significa "Non è figlio della dottoressa, e non è il suo". Padre Ybarra non dice il nome della dottoressa.)
SCULLY: E questa non è una decisione che spetta all’amministrazione ospedaliera, ma al medico curante. (Scully si alza e si dirige verso la porta per uscire) Se è di diverso avviso, il consiglio che le do, è di sottoporre la questione a un’autorità superiore.
PADRE YBARRA: L’ho sottoposta già alla più alta di tutte le autorità, dottoressa Scully. (Scully si ferma davanti alla porta) Lo faccia anche lei.
(Scully esce dalla sala.)
SCENA 12
QUANTICO, VIRGINIA
10:20 AM
(Alcuni tecnici stanno lavorando ad un enorme blocco di ghiaccio. Mulder fa una chiamata dal suo telefono cellulare.)
MULDER: Avanti, rispondi.
(Mulder osserva una foto in cui Monica Bannan sta stringendo la mano ad un uomo. Si vede chiaramente che porta un braccialetto medico.)
MULDER: Rispondi. Forza, rispondi.
(Scully sta cercando informazioni riguardo le cellule staminali su Google. Il suo telefono vibra sulla scrivania. Entra in funzione la segreteria telefonica e Mulder le lascia un messaggio.)
VOCE ALLA SEGRETERIA: Dana Scully. Lasciate un messaggio.
MULDER: Ciao, Scully. Sono io. Ti ho già lasciato diversi messaggi, comunque ti volevo dire una cosa. Quella che abbiamo trovato nel ghiaccio, non è la testa dell’agente scomparsa, non sappiamo di chi sia, né perché si trovasse là, ma fin’ora abbiamo estratto dal ghiaccio undici diverse parti umane e ce ne sono ancora. Tutte recise con un taglio simile a quello che tu avevi notato il primo giorno in quel braccio. Si direbbe che qualcuno stia occultando resti umani in quel lago ghiacciato da mesi, se non da anni, e senza uno schema. Appartengono sia a uomini che a donne. I tessuti non presentano anomalie, né patologie, secondo chi li ha analizzati, il che mi induce a pensare che si tratti di soggetti non consenzienti. Comunque, vengo al punto... quello che mi premeva farti sapere è che presentano tracce di quel famoso tranquillante, l’acepromazina, non so cosa voglia dire, spero che riesca tu a dare un senso a tutto.
(Durante tutto questo tempo, Scully continua a cercare informazioni su internet. La Whitney si avvicina e Mulder riaggancia il telefono.)
WHITNEY: Ancora niente?
MULDER: No, è sempre irraggiungibile, ma quel che è certo è che siamo a una svolta, lo sento.
WHITNEY: (annuisce) Lei lo sente, Padre Joe lo sente, quello che sento io è che mi gira la testa!
MULDER: No, qui c’è dietro un assassino seriale. Una dozzina di omicidi avrà una soluzione.
WHITNEY: E della mia collega continua a non esserci traccia.
MULDER: La troveremo, vedrà. Ne sono certo.
WHITNEY: Possibilmente non a pezzi.
(In una stanza dall’altro lato del laboratorio, diversi agenti stanno ascoltando Padre Joe, che parla seduto ad un tavolo, con gli occhi chiusi.)
PADRE JOE: Ora vedo il volto di un’altra donna. Anche lei giovane. E’ stata rapita. Sembra essere rinchiusa in una specie di scatola.
MULDER: Con lei c’è Monica Bannan?
PADRE JOE: (apre gli occhi) Questo non lo so.
MULDER: L’hanno rapita gli stessi uomini?
PADRE JOE: Non lo escludo, anzi, sì. Sempre quelli.
(Mulder si siede accanto a Padre Joe.)
MULDER: Sono cose che vede o ce le racconta perché vogliamo sentircele raccontare?
PADRE JOE: No.
MULDER: No, non sono cose che vede?
PADRE JOE: No, voglio dire che sono gli stessi uomini.
(Mulder riflette un attimo.)
MULDER: Teniamo pronta una macchina.
DRUMMY: Per andare dove?
MULDER: Non lo so ancora.
DRUMMY: (scuotendo la testa) Non posso crederci!
MULDER: E’ il suo problema fin dall’inizio.
WHITNEY: Avrà la macchina.
MULDER: Nonché una lista delle persone scomparse nell’intera regione nelle ultime settantadue ore.
SCENA 13
SOMERSET, WEST VIRGINIA
2:08 PM
(Sul luogo in cui abbiamo visto avvenire prima l’incidente, alcuni agenti stanno cercando di spostare la neve intorno all’auto. La Whitney e Drummy parlano con gli agenti. Quando Mulder si avvicina, la Whitney gli riferisce.)
WHITNEY: Allora?
POLIZIOTTO #1: Dai documenti risulta intestata a lei.
( Nella versione originale non esistono le precedenti due battute.)
WHITNEY: (rivolta a Mulder) Cheryl Cunningam, 34 anni. Ieri non si è presentata al lavoro e a casa non l’hanno più vista.
DRUMMY: Niente sangue sull’airbag, finestrino lato guida in frantumi, chiavi nel quadro, può esserne uscita viva con la cintura allacciata. (Mulder si china per osservare l’auto) Si è incamminata tagliando per i campi, ha perso le forze, si è seduta e a quel punto si è addormentata. (Mulder si rialza) Capita abbastanza spesso.
MULDER: Anche se non capita spesso di uscire di strada percorrendo un rettilineo come quello, non crede? Ma capisco che le secca darmi ragione.
(Arriva Padre Joe e si siede in auto al posto del guidatore.)
PADRE JOE: Mi dispiace, non riesco a vedere niente.
DRUMMY: Non riesce a vedere niente! Ma che strano...
(Padre Joe se ne va e Mulder si china sulla macchina.)
WHITNEY: Con Padre Joe abbiamo finito.
DRUMMY: Sì.
MULDER: Agente Whitney?
(Mulder raccoglie dal terreno ghiacciato un braccialetto medico.)
MULDER: Non abbiamo finito.
WHITNEY: Che cos’è?
MULDER: Un braccialetto con informazioni mediche. Lo portava anche l’agente scomparsa.
DRUMMY: Per cosa?
WHITNEY: Secondo lei?
MULDER: Guardiamo dietro.
(Aprono il portellone del bagagliaio.)
WHITNEY: Il kit emergenza non le è servito un granché!
MULDER: Un borsone da palestra. C’è un costume da bagno. Completamente ghiacciato.
(La Whitney annusa il costume.)
WHITNEY: Sa di cloro.
MULDER: C’è una piscina pubblica in zona?
(Gli agenti e Mulder arrivano alla piscina. La Whitney parla con un uomo anziano al banco della reception.)
WHITNEY: Buongiorno. Mi auguro che possa esserci utile.
UOMO: Avete dimenticato le cuffie a casa?
WHITNEY: No, siamo dell’FBI. Le vorremmo far veder una foto, se non le spiace.
UOMO: Ci mancherebbe altro.
DRUMMY: Conosce questa donna?
(Drummy mostra la foto dell’agente Bannan all’uomo.)
UOMO: Vediamo un po’... si assomigliano un po’ tutti i giovani al giorno d’oggi.
WHITNEY: Tenete un registro degli ingressi?
UOMO: Certo. Una scheda nuova ogni giorno.
WHITNEY: Potrei dare un’occhiata? ( La battuta in lingua originale è "I'd like to see yesterday's" che significa "Vorrei vedere la scheda di ieri".)
UOMO: Certo. Ci mancherebbe altro. ( La battuta in lingua originale dice "I threw yesterday's away" che significa "Ho gettato via la scheda di ieri".)
(Mulder entra nello spogliatoio delle donne.)
UOMO: Dove va, signore?! E’ lo spogliatoio delle donne, non può entrare.
SCENA 14
(All’ospedale, Christian viene portato in sala operatoria su una barella. Scully, con indosso il camice da chirurgo, va da lui.)
SCULLY: Ciao, Christian. Tranquillo. Ci sarà un mucchio di gente oggi a prendersi cura di te, capito?
(Il bambino non risponde.)
SCULLY: Cosa c’è?
CHRISTIAN: Sei tu che sei spaventata.
(Scully sorride, ma nasconde a malapena le sue preoccupazioni. Scully entra in una stanza adiacente ed osserva mentre il personale prepara il bambino per l’intervento. Iniziano i preparativi per la procedura sulla testa di Christian. Scully osserva il cervello del bambino su un monitor. Il cranio ora è aperto. Viene portata a Scully una siringa che contiene le cellule staminali. Scully inserisce la siringa nel cervello del bambino seguendo il suo percorso sul monitor. Christian si muove leggermente quando viene iniettato il liquido.)
(Più tardi, Scully sta scrivendo le sue note seduta nello spogliatoio dell’ospedale, quando arriva Mulder.)
MULDER: Poi sarei io quello che sparisce.
SCULLY: Mi spiace, Mulder. (Lui le siede accanto) Non ho neanche il tempo di respirare.
MULDER: Sempre quel bambino?
SCULLY: (annuisce) Sì.
MULDER: Credevo non ci fossero speranze.
SCULLY: Mi sto giocando posto, carriera e credibilità... su una procedura radicale e spaventosamente dolorosa.
MULDER: Ieri sera escludevi questa possibilità.
SCULLY: Perché non c’era, ieri sera.
MULDER: E com’è che hai cambiato idea?
(Scully sospira, ma non risponde. Si alza e si allontana da Mulder.)
MULDER: Quando saprai se funziona o no?
SCULLY: E’ un intervento che va ripetuto un certo numero di volte. Non si può sapere fino alla fine del ciclo. (Mulder annuisce) Ma non è di questo che sei venuto a parlare, immagino.
MULDER: E’ scomparsa un’altra donna.
(Mulder si alza e si avvicina a Scully mentre parla. Scully incrocia le sue braccia sul petto.)
MULDER: Ma ci ha lasciato un indizio utile. Lei e l’agente Bannan frequentano la stessa piscina, dov’è possibile che siano state prese di mira. Entrambe portavano un braccialetto che indica il gruppo sanguigno, che è lo stesso per entrambe, ed è molto raro, AB negativo.
SCULLY: Organi. Organi da destinare a un trapianto. (Mulder annuisce) Il che spiega la scelta delle vittime. Donatore e ricevente devono essere omogruppo. Dunque c’è un ricevente AB negativo.
MULDER: Un traffico illegale. Hanno agito su commissione.
SCULLY: E dispongono di informazioni. Nomi di pazienti, ospedali...
MULDER: Il tuo ambiente, Scully. Con il tuo aiuto risparmieremo tempo, e il tempo è fondamentale.
SCULLY: Io inizierei da chi cura il trasporto. Fatevi autorizzare dalla procura.
MULDER: No, no, no... Scully, ho bisogno di averti al mio fianco.
SCULLY: (sospira) No. Non posso.
MULDER: Sta a sentire, sei tu che mi hai tirato in ballo. Adesso ti chiedo io di continuare a ballare, per favore.
(Scully sospira e si allontana di nuovo da lui andando verso il suo armadietto.)
SCULLY: Mulder... li hai già aiutati abbastanza! Hai praticamente risolto il caso. Adesso possono anche vedersela da soli.
MULDER: Siamo a un passo dalla conclusione.
SCULLY: Dammi ascolto, tiratene fuori.
MULDER: Non è così semplice.
SCULLY: Lo so. E’ complicato.
(Scully ripone il suo stetoscopio nell’armadietto.)
MULDER: Che vorresti dire, scusa?
SCULLY: Che sono sicura che finirebbe per succedere qualcosa che mi spaventa e che per ora non ho dovuto affrontare.
MULDER: Cioè? Dillo!
SCULLY: Io sono un medico, ormai. Con quella vita ho chiuso per sempre.
MULDER: Lo so, certo.
SCULLY: No, non è questo che voglio dire. Io sto dicendo che non ho intenzione di ricominciare a misurarmi con le tenebre, ho paura delle conseguenze che avrebbe su di te, o su di me.
MULDER: Io voglio andare fino in fondo. Scully, sono perfettamente in grado. Sto bene.
SCULLY: E’ questo che mi terrorizza infatti.
MULDER: Se vuoi che salvi quelle donne, in quale altra direzione dovrei guardare?
SCULLY: Quello che ti sto chiedendo è di guardare verso di te.
MULDER: Ma perché? Non... non penso di essere io quello che è cambiato.
SCULLY: Non facciamo più parte dell’FBI, Mulder. (Si avvicina a lui) Siamo due persone normali che ogni sera ritornano a casa, in una casa normale. Non voglio che le tenebre invadano la mia casa.
MULDER: Senti, questo è quello che sono, Scully. E’ quello che sono sempre stato, quello che ero fin da prima di incontrarti, quello che so fare, quello che conosco!
SCULLY: E allora scrivilo. Pubblica un libro.
MULDER: Cioè mi stai chiedendo di arrendermi?
SCULLY: No. (Torna verso l’armadietto) E’ una cosa che non ti chiederei mai. Ma di sicuro, mi sento di dirti... che dovrai fare a meno di me. ( La battuta in lingua originale è "But I can tell you that I won't be coming home" che significa "Ma posso dirti che non verrò a casa".)
MULDER: Ti prego, Scully. (Scuote la testa e sospira)
SCULLY: Ho già le mie battaglie da combattere, non è facile.
MULDER: (con un filo di voce) Non farmi questo.
SCULLY: Ora basta, non ne voglio parlare più. ( La battuta in lingua originale è "Please don't argue with me" che significa "Per favore non discutere con me".)
MULDER: Non mi mollare adesso. ( La battuta in lingua originale è "Don't do this now" che significa "Non farlo adesso".)
SCULLY: In tutta sincerità, non so cos’altro potrei fare.
(I due si fissano per un momento, in silenzio. Mulder distoglie lo sguardo, senza sapere cosa dire, poi annuisce leggermente.)
MULDER: D’accordo. D’accordo... come vuoi. Allora tanti auguri.
(Mulder esce e se ne va.)
SCULLY: Anche a te.
(Più tardi, Scully, indossando il suo cappotto, scende le scale principali dell’ospedale, sovrastate da una grande vetrata, ed incontra i genitori di Christian.)
SIGNORA FEARON: Dottoressa Scully?
SIGNOR FEARON: Vorremmo parlare con lei, se ha un momento. Riguarda nostro figlio Christian.
SCULLY: Siete già passati a trovarlo?
SIGNORA FEARON: Sì, stava dormendo. Ma, volevamo...
SIGNOR FEARON: Abbiamo cambiato idea sulla prosecuzione del nuovo trattamento.
SCULLY: Beh, non si può ancora sapere se è efficace o no.
SIGNOR FEARON: Secondo noi, Christian ha già sofferto abbastanza.
SIGNORA FEARON: Preferiamo affidarci al Signore.
SCULLY: D’accordo.
SIGNORA FEARON: Niente di personale.
SCULLY: No, certo.
SIGNORA FEARON: Se fosse madre capirebbe anche lei.
SCULLY: Ne avete parlato con Padre Ybarra, immagino.
SIGNOR FEARON: E’ logico, ma è stata una decisione nostra.
SCULLY: E se invece avesse funzionato? Se scoprissimo di aver operato una scelta sbagliata fermandoci?
SIGNORA FEARON: Sta dicendo che me lo può salvare?
SCULLY: Sto dicendo che avrei preferito non arrendermi.
SCENA 15
MANNERS MEMORIAL HOSPITAL
5:01 PM
(In una sala operatoria, una dottoressa sta estraendo degli organi da un cadavere e chiacchiera con i suoi assistenti.)
DOTTORESSA: Ma sul più bello quando stiamo per toccare la pista, sentiamo una brusca accelerata e l’aereo riprende rapidamente quota. E io dico a mio marito “Amore, non è fantastico, stiamo per morire tenendoci per mano”. Poi è saltato fuori che c’era un altro aereo fermo in mezzo alla pista, e avevamo evitato la collisione per un soffio. Ma eravamo innamorati, non ce ne importava niente...
(Il fegato estratto viene riposto in un contenitore e successivamente inserito in una borsa per il trasporto degli organi. Il corriere è l’aggressore di Cheryl Cunnigam, Janke Dacyshyn. Lascia la sala operatoria sorridendo e si avvicina all’ascensore. Due uomini, di cui uno in uniforme, lo raggiungono velocemente.)
UOMO: Signore? Scusi, signore. Posso farle una domanda?
DACYSHYN: (L’uomo parla con accento russo) Ho un organo umano da consegnare in fretta.
UOMO: E’ appunto di questo che voglio parlarle.
DACYSHYN: In mio lavoro devo essere veloce, non posso perdere tempo.
AGENTE: Si allontani dall’ascensore.
(L’uomo esegue l’ordine dell’agente.)
UOMO: Sono Robert Koell, della Procura Distrettuale di Richmond. Posso vedere patente e licenza?
DACYSHYN: Ho permesso di soggiorno.
UOMO: Cosa c’è nel contenitore?
DACYSHYN: Fegato che deve essere trapiantato.
UOMO: Mi dia patente e licenza. (Dacyshyn consegna i documenti) Dove lo sta portando?
DACYSHYN: Willow’s Memorial Hospital. Aspettano con urgenza, c’è paziente in attesa.
UOMO: Ha mai procacciato o consegnato un organo umano al di fuori dei canali leciti?
DACYSHYN: No.
UOMO: Lei è solo un dipendente, come risponderebbe il suo datore di lavoro?
DACYSHYN: Lui sta lottando, con cancro.
UOMO: Però non mi ha risposto.
DACYSHYN: Sono forse sospettato di qualche reato?
SCENA 16
APPARTAMENTO DI PADRE JOE
(Padre Joe è seduto sul letto. Bussano alla porta e lui si alza per andare ad aprire. Fuori trova Scully, un po’ ansimante, con le mani sulle sue anche.)
PADRE JOE: Di tutte le visioni è la più inaspettata!
SCULLY: Posso parlare un momento con lei?
PADRE JOE: Entri, si accomodi.
(Scully entra, incerta, nell’appartamento. I due vanno in camera da letto.)
PADRE JOE: Si sieda pure dove vuole.
SCULLY: Non mi tratterrò a lungo.
PADRE JOE: E’ venuta da sola?
SCULLY: Sì.
PADRE JOE: (indicando il letto) Si sieda. La prego, insisto.
(Scully si siede sul letto. Mentre Padre Joe le siede accanto, lei nota la Bibbia che lui stava leggendo.)
PADRE JOE: Allora, di che cosa mi voleva parlare?
(Un rumore improvviso arriva dall’esterno e Scully si volta in modo istintivo.)
PADRE JOE: Siamo soli. Si può esprimere con la massima libertà.
SCULLY: L’altra sera mi ha detto una frase quando eravamo in mezzo alla neve...
PADRE JOE: Me lo ricordo. Le ho detto “Non si arrenda mai”.
SCULLY: Deve spiegarmi perché l’ha detto.
PADRE JOE: Non ne ho la più pallida idea.
(Scully si alza.)
PADRE JOE: Sperava in una risposta diversa?
SCULLY: Che cosa sa esattamente di me?
PADRE JOE: Oltre al fatto che non mi può sopportare?
SCULLY: Non sa nemmeno di che cosa mi occupo?
PADRE JOE: No. Intuisco che ci sono delle cose in cui crede diverse da quelle in cui crede suo marito.
SCULLY: Lui non è mio marito.
PADRE JOE: Allora desidera parlarmi della sua vita?
SCULLY: Niente affatto!
PADRE JOE: Forse desidera confessarsi?
SCULLY: Non credo che lei si trovi...
PADRE JOE: Che non mi trovi nella posizione di poter giudicare? Non di meno ha giudicato me senza esitare.
SCULLY: E’ evidente! Lei merita di essere giudicato.
PADRE JOE: Lei sa perché viviamo qui, noi che consideriamo questo caravanserraglio di mostri, casa nostra? Perché ci odiamo l’un l’altro, tanto quanto odiamo noi stessi almeno, a causa dei nostri disgustosi appetiti!
SCULLY: Non per questo sono meno disgustosi.
PADRE JOE: Ma a chi dobbiamo questi appetiti? Queste pulsioni innate, incontrollabili e nefaste?
SCULLY: Non è Dio a volerlo!
PADRE JOE: Non lo vorrei neppure io! Ho deciso di castrarmi quando avevo ventisei anni.
(Scully, disgustata, si dirige velocemente verso la porta.)
PADRE JOE: Anche le visioni sono un fardello al quale rinuncerei volentieri! Proverbi. 25,2.
(Scully si ferma all’improvviso.)
SCULLY: Che cosa?
PADRE JOE: “E’ gloria del Signore che le cose siano celate, ma è onore riservato ai Re che esse siano disvelate”.
(Scully torna nella stanza da letto.)
SCULLY: Si astenga dal citare le Scritture con me!
PADRE JOE: Ma che cosa è venuta a fare? Di che cosa ha paura?
SCULLY: Con quella frase, “Non si arrenda mai”, che diavolo intendeva dire?
PADRE JOE: Non lo so!
SCULLY: E’ inutile, non le credo!
PADRE JOE: Le sto dicendo la verità!
SCULLY: E’ lei che l’ha pronunciata!
PADRE JOE: Non so perché l’ho fatto!
SCULLY: L’ha detta guardandomi in faccia!
PADRE JOE: Io non ho mai desiderato altro che servirlo... non ho mai desiderato altro che servire il Signore.
(Le sue mani iniziano a tremare.)
SCULLY: Chieda pure la Sua pietà, però non si aspetti la mia!
(Padre Joe lascia cadere la Bibbia che teneva tra le mani.)
SCULLY: Le conviene smetterla, tanto io non abbocco! Ha capito o no?
(Scully solleva il mento di Padre Joe. Ora tutto il suo corpo sta tremando. Scully lo aiuta ad adagiarsi sul letto e cerca di tenerlo fermo.)
(Cheryl si trova ancora nella scatola di legno. Dalla fessura vede un uomo avvicinarsi mentre tiene in mano un vassoio. Questi si china, le parla in russo attraverso la fessura e le mostra del cibo sul vassoio. Apre il lucchetto della scatola, ma viene interrotto da una donna che lo chiama. L’uomo corre via nella stanza operatoria. Il corpo di una persona disteso su un tavolo sta tremando, è una donna e indossa un braccialetto medico. Cheryl apre lentamente la porta e sgattaiola fuori dalla scatola. I cani abbaiano sempre più forte. Procede gattonando molto velocemente finché cade giù per uno stretto corridoio che arriva fin all’esterno. Un cane corre verso di lei e Cheryl è costretta a rientrare.)
(La Whitney e Mulder arrivano all’appartamento di Padre Joe. Scully sta parlando al cellulare.)
SCULLY: Sì, ci sono i paramedici. Sono arrivati sette minuti fa, all’incirca. E’ stabile, pressione normale. Lo stanno caricando adesso.
MULDER: Cos’è successo?
SCULLY: Grazie. (Scully riaggancia, si dirige verso l’ambulanza rivolgendosi a Mulder) Un attacco compulsivo.
MULDER: Chi ti ha chiamata?
SCULLY: Nessuno.
MULDER: E cosa ci facevi qui? (Scully non risponde) Devo parlare con Padre Joe.
SCULLY: Questo non sarà possibile.
WHITNEY: C’è un indiziato finalmente. Un esule russo che fa trasporto d’organi.
SCULLY: L’avete arrestato?
WHITNEY: Purtroppo no. Oggi pomeriggio il vice procuratore l’ha interrogato su un presunto traffico d’organi, ma poi l’ha rilasciato. Non c’erano prove per trattenerlo, ma abbiamo un testimone attendibile che l’ha visto in piscina con le due donne.
DRUMMY: Agente Whitney!
WHITNEY: Mi scusi.
(L’agente Whitney si allontana e raggiunge Drummy.)
SCULLY: E questo che c’entra con Padre Joe?
MULDER: E’ l’uomo delle sue visioni, Scully!
SCULLY: Chi?
DRUMMY: (rivolto alla Whitney) C’è una novità interessante...
MULDER: L’indiziato! Quello che vedi in questa foto.
SCULLY: Ora sei tu che fai perdere tempo a loro!
MULDER: Non mi hai ancora detto perché eri qui.
(Drummy e la Whitney tornano vicini all’ambulanza per parlare con Mulder.)
DRUMMY: A proposito di visioni, sentiamo cosa mi dice di questa!
(Drummy passa a Mulder un foglio con la foto segnaletica di un altro uomo. E’ Franz Tomczesyn, l’aggressore rimasto ferito durante la colluttazione con Monica Bannan.)
MULDER: Chi è?
DRUMMY: Il datore di lavoro dell’indiziato, nonché vecchio amico di Padre Joe, a quanto risulta. Lo conosce da molto, molto tempo.
MULDER: Lo conosce come?
DRUMMY: Era uno dei famosi trentasette chierichetti. E’ indovini con chi è sposato? Grazie alle leggi del Massachusetts? Con l’indiziato!
WHITNEY: Perquisiremo i loro uffici. Ho già il mandato.
(La Whitney e Drummy salgono in auto. Mulder rimane perplesso. L’ambulanza con Padre Joe se ne va.)
SCULLY: Mulder... è davvero finita.
MULDER: (urlando) Ehi! Fermi aspettatemi!
SCULLY: Dove vai? Mulder!
(Mulder sale sull’auto insieme agli agenti.)
SCENA 17
(Gli agenti arrivano agli uffici degli indiziati ed entrano per iniziare la perquisizione. L’agente Whitney trattiene Mulder fuori dal palazzo.)
WHITNEY: Lei può aspettare qui. Ora lasci fare ai miei uomini.
(All’interno dell’edificio, Drummy è a capo della squadra di ricerca.)
DRUMMY: Evacuate il piano terra!
WHITNEY: Ci siamo cascati tutti, anch’io ho voluto crederci per forza.
MULDER: Mi risparmi le frasi di circostanza.
WHITNEY: Ci ha portati lei qui.
MULDER: No, ci ha portati qui Padre Joe.
(Drummy bussa ad una porta.)
DRUMMY: Sono l’agente speciale Drummy, dell’FBI. La procura ci ha autorizzati a perquisire questi uffici. Chiunque si trovi all’interno si qualifichi ed apra immediatamente la porta.
WHITNEY: Se l’ho fatta chiamare, è perché ero certa che mi sarebbe stato utile, proprio perché crede in questi fenomeni.
MULDER: E ora cosa pensa?
WHITNEY: E’ un discorso lungo, lasciamo stare...
(Drummy e la sua squadra sfondano la porta ed entrano nell’ufficio.)
DRUMMY: Faccia a terra! Faccia a terra! Chiunque si trovi in questi locali, faccia a terra!
(Un furgone con la scritta “Donor Transport Services” arriva nel vicolo. Janke Dacyshyn esce dall’ascensore e cammina lungo un corridoio. Si ferma quando vede la squadra dell’FBI perquisire gli uffici. Scende le scale per uscire.)
DRUMMY: Un po’ di luce per favore!
WHITNEY: Eravamo impantanati e lei ci ha aiutati a rimetterci in marcia, in che direzione non importa...
(Mulder osserva Dacyshyn uscire dall’edificio. Il russo lo vede. Lascia cadere a terra la borsa che stava trasportando e scappa via correndo.)
MULDER: Ehi!
(Mulder lo insegue, e la Whitney corre dietro di lui.)
WHITNEY: Fermo!
(Dacyshyn corre lungo la strada ed attraversa un incrocio di corsa. Mulder viene quasi investito da un autobus quando arriva un attimo dopo.)
AUTISTA AUTOBUS: (rivolto a Mulder) Ma sei scemo??!!! ( Nella versione originale questa battuta non esiste.)
(Dacyshyn continua la sua folle corsa e Mulder lo insegue senza risparmiarsi. All’interno dell’edificio, gli agenti continuano la perquisizione ignari dell’inseguimento che sta avvenendo all’esterno. Dacyshyn arriva ad un cantiere e Mulder grida agli operai.)
MULDER: Ehi! Fermatelo!
OPERAIO #1: Oh! Dove va?!
OPERAIO #2: Ehi, non si può stare qui!
(Dacyshyn supera gli operai e sale le scale del cantiere. Mulder lo segue da vicino. Il russo prova a fermarlo gettandogli contro un secchio, ma Mulder lo evita. Nel frattempo, l’agente Whitney arriva correndo al cantiere.)
WHITNEY: Dove sono andati?
OPERAIO #1: Da quella parte!
(Mulder si ferma, all’interno dell’edificio, per cercare di individuare Dacyshyn nell’ombra. Drummy nel frattempo ha trovato dei contenitori sporchi di sangue negli uffici che sta perquisendo. L’agente Whitney si trova su un piano dell’edificio in costruzione, pistola in pugno.)
WHITNEY: Mulder?!
MULDER: Sono qua sopra!
(La Whitney corre verso la sua voce. Mulder vede passare una figura dietro a dei teli di plastica. Riprende il suo inseguimento verso Dacyshyn, attraversando parti dell’edificio in costruzione. Dacyshyn si arrampica su una scala. Una volta arrivato sul tetto, Mulder vede l’uomo fuggire e lo insegue. Nel frattempo, Drummy esce dagli uffici insieme ai suoi uomini e trova il contenitore abbandonato da Dacyshyn prima della fuga. Mulder continua ad inseguire il russo all’interno del cantiere.)
WHITNEY: Mulder!
MULDER: Viene verso di lei!
WHITNEY: Fermo!
(La Whitney punta la pistola verso la figura di Dacyshyn, ma si ferma quando questo svanisce dalla sua vista. Mulder e la Whitney continuano a cercare l’uomo nei piani vuoti dell’edificio in costruzione.)
WHITNEY: Mulder!
MULDER: Sì!
WHITNEY: Non la vedo!
MULDER: Sono qui!
WHITNEY: Qui dove?
(Drummy apre il contenitore e sul suo viso appare una smorfia di ribrezzo e orrore.)
WHITNEY: Fox, è lì?! (Mulder appare due piani sopra rispetto a quello dove si trova la donna) Riesce a localizzarlo?
MULDER: No. Mi è scappato.
(Drummy solleva il coperchio del contenitore e si vede che all’interno vi è contenuta la testa di Monica Bannan.)
WHITNEY: Mulder, l’ho visto!
MULDER: Dov’è?
(La Whitney rientra sul piano e si trova faccia a faccia con Dacyshyn. La donna fa per puntargli contro la pistola, ma l’uomo la blocca e la spinge di sotto. Mulder vede cadere la Whitney da sopra. L’agente cade da un’altezza elevata e finisce sopra delle sbarre appuntite che spuntano dal terreno e la trafiggono. Mulder osserva la scena con orrore.)
SCENA 18
OSPEDALE “OUR LADY OF SORROWS”
(Scully cammina lungo un corridoio. Mulder si trova ai piedi della scalinata con la grande vetrata. Lei gli va incontro e una volta vicino, gli prende dolcemente la mano.)
MULDER: Sono morte, Scully. Monica Bannan e l’agente speciale Whitney.
SCULLY: Ho sentito. Mi dispiace.
MULDER: Ero sicuro... che ne saremo venuti a capo.
SCULLY: So che ci credevi, Mulder.
(Mulder lascia la mano di Scully.)
MULDER: Devo vedere Padre Joe. Gli voglio mostrare le fotografie... di quei due.
SCULLY: Sei ancora disposto a dargli fiducia...
(Mulder annuisce leggermente mentre Scully lo osserva.)
SCULLY: Forse è bene che tu sappia che gli è stato diagnosticato un tumore polmonare. A uno stadio avanzato oltretutto.
MULDER: Voglio solo una conferma.
SCULLY: Ma... è meglio se gli parlo io.
(Scully prende le foto che Mulder ha in mano e si recano insieme da Padre Joe. L’uomo giace in un letto attaccato alla cannula dell’ossigeno.)
PADRE JOE: Le sembrerà incredibile, ma stavo pensando a lei. Ho avuto una visione. La troverà interessante. C’era un uomo che parlava in una lingua straniera.
SCULLY: Per caso assomigliava a questo?
(Scully mostra la foto di Dacyshyn a Padre Joe. Lui si infila gli occhiali per vederla.)
PADRE JOE: Sì, è lui. Come lo sapeva?
SCULLY: Riteniamo che sia l’autore del sequestro dell’agente dell’FBI, della seconda donna che lei afferma di aver visto, e forse di altre persone scomparse di recente. E siamo convinti che abbia avuto la complicità di quest’uomo.
(Scully mostra la foto di Franz Tomczesyn.)
PADRE JOE: Non lo conosco, non so chi sia.
MULDER: E’ sicuro?
PADRE JOE: Più che sicuro, quella faccia... non l’ho mai vista.
SCULLY: Io sono più che sicura di sì. Le dirò di più, lo conosce fin da quando era bambino.
(Padre Joe osserva Scully, poi prende la foto e capisce chi è quell’uomo.)
PADRE JOE: Oh no. E’ pazzesco! Non può essere vero. E’ lui il collegamento con quella ragazza. Le mie visioni l’avrebbero dovuta salvare da lui. Questo è opera del Signore. (Rivolto a Mulder) E’ Dio che l’ha voluto!
SCULLY: Mi permetta un’altra domanda, Padre Joe. La prima donna che ha visto, l’agente dell’FBI, Monica Bannan, c’è speranza che sia ancora viva?
PADRE JOE: Lo sento. Sì, è ancora viva.
(Mulder e Scully si scambiano un’occhiata ed escono dalla stanza. Scully segue Mulder nel corridoio.)
SCULLY: Aspetta!
MULDER: La seconda donna potrebbe essere viva. Hanno tutti alzato le braccia, ma io non mi arrendo!
SCULLY: Tu credi che io non capisca, ma io capisco, eccome. E’ questa tua testardaggine... che mi ha fatto innamorare di te...
MULDER: E che come hai detto tu, ci impedisce di stare insieme...
(Mulder si avvicina per riprendere le foto che Scully ha in mano e se ne va.)
SCENA 19
(Nel laboratorio clandestino, Franz Tomczesyn giace su un tavolo operatorio e respira a fatica. Il dottore e Dacyshyn gli si avvicinano, parlando in russo. Dacyshyn accende la luce sopra il tavolo operatorio e si rivolge al medico con tono arrabbiato. Arrivano altri medici attorno a Tomczesyn. Il suo braccio sinistro è scoperto e si vede che è il braccio di una donna.)
SCENA 20
(Mulder è da solo e sta camminando su un campo di neve. Arriva nel punto in cui era stato rimosso il blocco di ghiaccio con i resti umani. Fissa prima il buco, e poi la montagna sovrastante. Segue un’altra pista fino a trovare un cartello con la scritta “Vietata la caccia” che giace sul terreno. E’ lo stesso cartello che Dacyshyn aveva precedentemente abbattuto con il furgone. Mulder vede una striscia di sangue sopra di esso. Si arrampica sulla cima della collina e poi guarda verso il basso, la scena del crimine. Più tardi, Mulder sta percorrendo una strada di una cittadina nelle vicinanze e si ferma ad una stazione di servizio. Mentre sta facendo rifornimento di carburante, quando nota un negozio lì vicino, il "Nutter's Feed, Animal Supply". Arriva alla porta del negozio mentre il proprietario sta chiudendo.)
MULDER: Ehi, aspetti! Scusi! Senta, mi serve una cortesia.
NEGOZIANTE: Spiacente, ho chiuso!
MULDER: Guardi, le rubo soltanto un minuto.
(Il negoziante riapre la porta e fa entrare Mulder.)
NEGOZIANTE: Il tempo sta peggiorando, le conviene sbrigarsi dovunque debba andare.
MULDER: Grazie.
(Il negoziante si dirige dietro al bancone e Mulder lo segue.)
NEGOZIANTE: Allora, cosa le serviva?
MULDER: Mi domandavo se per caso ha un tranquillante per uso animale che si chiama acepromazina.
NEGOZIANTE: La ricetta se l’è fatta fare?
MULDER: No, non ce l’ho.
NEGOZIANTE: E allora non glielo posso vendere.
MULDER: Le è capitato di venderne di recente all’uomo ritratto in questa fotografia?
(Mulder estrae la foto di Dacyshyn, ma proprio in quel momento suona il telefono.)
NEGOZIANTE: Ah, sempre quando uno sta chiudendo... (torna sul retro per rispondere)
MULDER: Mi dice...
NEGOZIANTE: (rispondendo al telefono) Nutter’s Feed.
(Mulder nota il furgone di Dacyshyn mentre si ferma fuori dal negozio.)
NEGOZIANTE: Sì, stavo appunto chiudendo per poi venirlo a prendere. Sì. Arrivederci. Grazie.
(Il negoziante riaggancia il telefono, ma quando torna nel negozio Mulder è sparito e si trova davanti solo il russo.)
NEGOZIANTE: Dov’è finito quell’altro?
DACYSHYN: Altro chi?
NEGOZIANTE: Quello che era qui un attimo fa.
DACYSHYN: Ho... ho bisogno di queste cose.
NEGOZIANTE: D’accordo.
(Dacyshyn si allontana dalla città sul furgone e Mulder lo segue. I due veicoli stanno procedendo su una strada isolata quando Mulder estrae il cellulare. All’improvviso, Mulder frena bruscamente per evitare il furgone fermo sulla strada. L’auto di Mulder colpisce il furgone e la macchina scivola sul ghiaccio. L’airbag si apre e Mulder rimane stordito dal colpo. Il furgone fa retromarcia, accelera per andare ad urtare l’auto di Mulder ferma a lato della strada. Il finestrino va in frantumi e Dacyshyn continua ad accelerare fino a spingere l’auto fuori strada, nel burrone.)
(All’ospedale, Scully entra nel suo ufficio. Siede alla sua scrivania, e mentre sta riordinando dei fogli, ne nota uno che riporta un articolo del "Medical News Archives")
SCULLY: (voce fuori campo) Dalla Russia una terapia post-trapianto a base di cellule staminali... su animali da laboratorio, specialmente cani... uniti all’altezza del collo... con una sopravvivenza di svariate settimane. ( Nella versione originale non si sente la voce di Scully fuori campo leggere gli stralci dell'articolo.)
(Mentre sta leggendo, Scully si accorge che la stampante si è bloccata. Dopo aver premuto il pulsante per far ripartire l’apparecchio, la stampante restituisce dei fogli con gli ingrandimenti delle foto contenute nell’articolo. Si vede la testa mozzata di un cane ed un cane con due teste. Scully esce dall’ufficio e cerca di chiamare Mulder con il cellulare.)
MULDER: Sì, sono io.
(Scully capisce che è la segreteria telefonica.)
SCULLY: Cazzo!
MULDER: ... ma non posso rispondere. Lasciate un messaggio.
SCULLY: Mulder, ho fatto una scoperta, documentandomi sulle cellule staminali. In Russia hanno condotto degli esperimenti sui cani, simili a quelli in cui sono coinvolti i tuoi indiziati, salvo che questi vengono fatti su esseri umani, le donne che sono state sequestrate. Richiamami immediatamente. A proposito, l’agente dell’FBI è ancora viva.
(La macchina di Mulder giace rovesciata in fondo al burrone. Mulder esce a fatica. Ha il viso coperto di sangue, ma riesce comunque ad alzarsi in piedi.)
(Tornati agli uffici dell’FBI, suona un telefono.)
AGENTE FOSSA: FBI. Agente speciale Fossa, desidera?
SCULLY: L’agente speciale Drummy, per favore. ( La battuta non esiste nella versione originale.)
(L’agente Fossa passa il telefono a Drummy)
AGENTE FOSSA: Vogliono te.
DRUMMY: Agente speciale Drummy.
SCULLY: Sono ore che sto cercando di contattarla. Non riesco a trovare Mulder, è irraggiungibile.
DRUMMY: E’ la dottoressa Scully?
SCULLY: Sì! Sono la dottoressa Scully!
DRUMMY: Non sa dove è andato?
SCULLY: Se lo sapessi, non le farei questa telefonata.
DRUMMY: Dottoressa, degli scomparsi si occupa la polizia. Non sono di nostra competenza.
SCULLY: Senta, mi deve aiutare! Gli può essere successo qualcosa di grave!
DRUMMY: Sono desolato. Non ne ho l’autorità.
SCULLY: Ci sarà qualcuno con le palle lì da voi, mi ci faccia parlare!
SCENA 21
(Tornati al laboratorio clandestino, una donna con un camice bianco si avvicina alla scatola dove è tenuta rinchiusa Cheryl. La donna, che parla in russo, apre la scatola e si avvicina alla ragazza che si ritrae spaventata.)
CHERYL: No! No, no, non mi toccare!
(La donna, aiutata da altre persone, trascina la ragazza fuori dalla scatola. Il medico russo le inietta qualcosa nel collo e Cheryl perde i sensi. Dacyshyn nel frattempo prosegue a bordo del suo furgone lungo una strada innevata. All’improvviso il furgone si ferma a causa di una rottura. Mulder sta percorrendo a piedi la stessa strada, sotto la neve. Vede il furgone in mezzo alla strada e corre per raggiungerlo. Apre la portiera dal lato del guidatore, ma dentro non c’è nessuno. Dopo aver guardato un po’ all’interno, prende con sé una chiave inglese e se ne va. Nel laboratorio clandestino, Dacyshyn siede accanto a Tomczesyn mentre gli parla dolcemente.)
DACYSHYN: Guardami. Sento che ce la farai, avrai un corpo giovane e forte.
(Cheryl viene portata nella sala operatoria e viene immersa in una vasca contente del liquido ghiacciato. Nel frattempo il medico si avvicina a Tomczesyn. Quando abbassa il telo per fargli un’iniezione, si vedono delle suture attorno al collo e sotto un corpo più pallido.)
DACYSHYN: Me ne sono occupato personalmente. Di questo ti potrai finalmente liberare.
(Mulder ha raggiunto il recinto che delimita il laboratorio clandestino. Il chirurgo inizia a rimuovere le suture dal collo di Tomczesyn, mentre Dacyshyn continua a parlargli.)
DACYSHYN: Abbi fiducia. Andrà tutto bene. Avrai un corpo giovane e vigoroso.
(Il chirurgo fa segno a Dacyshyn di allontanarsi. Nella vasca col ghiaccio, un medico cosparge il collo di Cheryl con lo iodio. Mulder si arrampica sopra il recinto per scavalcarlo. Un cane da guardia lo aggredisce e lo butta a terra. Dacyshyn sente il cane abbaiare. Il chirurgo gli dice qualcosa e lui corre fuori. Dacyshyn si guarda intorno e sente il cane guaire. All’interno, il medico inizia a tagliare il collo di Cheryl. Dacyshyn arriva vicino al cane. Il cane è ferito e si vede che ha due teste. C’è del sangue nella neve, e delle impronte di uomo che vanno in direzione della casa.)
(L’auto di Mulder è stata trovata dentro il burrone ed un carro attrezzi la sta tirando fuori.)
UOMO: Ferma. Giù. Ancora. ( Nella versione originale non c'è questa battuta.)
(Arriva un altro veicolo che si ferma dietro l’auto della polizia. Dal veicolo esce Scully, che viene raggiunta da una poliziotta sul ciglio della strada.)
POLIZIOTTA: (arrivando da dietro l’uomo che manovra il carro attrezzi) Scusa.
SCULLY: Mi chiamo Dana Scully, quella è la mia macchina.
POLIZIOTTA: Lo immaginavo. Ho parlato con un pezzo grosso dell’FBI, chiamava da Washington.
SCULLY: Sì, lo so. E’ lui. Walter Skinner.
(Skinner le si avvicina.)
SCULLY: Non c’è niente che aiuti a capire che cosa può essere successo? Che so, qualche impronta...
POLIZIOTTA: Niente. E’ nevicato parecchio. Ma abbiamo trovato questo. Intanto lo consegno a lei. Con permesso.
SCULLY: (rivolta a Skinner) E’ il suo cellulare. C’è del sangue!
SKINNER: Per favore, si calmi e provi a riflettere. Sta bene. E’ uscito dalla macchina capovolta e probabilmente si è arrampicato fin quassù.
(Dacyshyn sta controllando l’esterno del laboratorio ed arriva allo scivolo dalla quale era ruzzolata Cheryl. Mulder vi è nascosto dentro, e vede l’ombra dell’uomo passare al di là della plastica che copre l’entrata. Dacyshyn procede avanti e Mulder lo sente allontanarsi. Nella vasca ghiacciata, dei tubi sono stati inseriti nel collo di Cheryl attraverso le incisioni praticate in precedenza. Viene acceso un macchinario ed il sangue inizia a circolare nei tubi. La testa di Tomczesyn viene rimossa dal suo corpo. Mulder guarda la scena attraverso la plastica che circonda la sala operatoria, poi entra.)
MULDER: Fermi! E allontanatevi.
(Mulder tiene in alto la chiave inglese mentre avanza verso di loro. I medici parlano tutti in russo.)
MULDER: Allontanatevi! Indietro! State indietro!
(I medici continuano a parlare in russo.)
MULDER: Capite quello che dico? C’è qualcuno che non parli soltanto russo? Tirate fuori di lì quella donna! Sfilatele i tubi dal collo e suturatela immediatamente! E’ un ordine!
(Mulder va verso il tavolo operatorio e alza il lenzuolo. Vede il corpo senza testa e fa una smorfia. Il chirurgo gli si avvicina.)
MULDER: Avete capito cosa ho detto o no?
(Mentre vede la testa di Tomczesyn che giace posata su una bacinella piena di ghiaccio. Gli occhi si aprono. All’improvviso, il medico russo inietta a Mulder il tranquillante nel collo. Dacyshyn rientra nella sala operatoria mentre Mulder sta cadendo a terra. Lo aiuta a rimettersi in piedi per poi colpirlo in faccia con un pugno. Mulder cade a terra.)
(Skinner sta guidando. Scully le è seduta di fianco. Continua a scrutare fuori dal finestrino ed è molto preoccupata.)
SKINNER: Lo troveremo, vedrà. Prima di assumere iniziative avrebbe telefonato. Non è il tipo da fare pazzie.
(Scully si volta verso Skinner.)
SKINNER: Non più di tanto diciamo.
(Dacyshyn trascina un corpo senza testa fuori dalla sala operatoria. Torna dentro, prende Mulder e lo trascina fuori, in un capanno per gli attrezzi, accanto al corpo senza testa. Mulder si lamenta.)
(Nell’auto di Skinner, Scully vede qualcosa.)
SCULLY: Un momento, torniamo indietro. Ho visto una cosa.
(Skinner si ferma e fa retromarcia. Scully esce dall’auto seguita da Skinner. Scully osserva una fila di cassette per le lettere lungo la strada.)
SKINNER: Cosa ha visto?
(Scully si ferma davanti ad una cassetta che riporta i numeri 25 e 2)
SCULLY: Proverbi. 25, 2.
(Nel capanno, Dacyshyn posiziona il corpo senza testa su un ceppo di legno. Nonostante Mulder sia stordito, nota un braccialetto medico al polso del corpo. Dacyshyn colpisce il corpo con un’ascia.)
(Nella strada, Scully apre la cassetta delle lettere ed inizia a controllarne il contenuto.)
SCULLY: E’ gloria del Signore che le cose siano celate. Ci siamo. Una fattura per forniture mediche. Dottor Uroff Koltoff, Bellflower Road. E’ che qui non li scrivono i nomi delle strade!
(Scully rimette la posta dentro la cassetta e si guarda intorno.)
SKINNER: Proviamo a guardare su Google.
(Skinner tira fuori il suo telefono.)
SCULLY: Ha sentito?
SKINNER: Cosa?
(Entrambi si guardano attorno cercando di capire da dove proviene il suono.)
SCULLY: Cani! Cani che abbaiano.
(Nel capanno, Mulder osserva Dacyshyn mentre ripone gli arti tagliati in un sacco di plastica. Prova ad afferrare l’ascia, conficcata nel ceppo di legno, ma è troppo debole. Interviene Dacyshyn che lo solleva e lo sistema sul ceppo di legno. Inizia ad affilare l’ascia, sorridendo mentre lo fa. Solleva l’ascia per colpire Mulder e tagliargli la testa.)
SCULLY: Fermo!
(Scully colpisce Dacyshyn con un pezzo di legno in pieno volto. Dacyshyn cade a terra incosciente. Scully si avvicina a Mulder.)
SCULLY: Mulder... sono io, mi riconosci?
MULDER: Scusa per la macchina. La donna... è là dentro.
(All’interno, il chirurgo inizia a tagliare il collo di Cheryl.)
SKINNER: Mani in alto! Mani in alto!
(Skinner punta la pistola verso il chirurgo. Questo inizia a parlare in russo.)
SKINNER: Butta quel bisturi! Butta subito quel bisturi o ti faccio saltare via la mano!
(Il chirurgo lascia cadere il bisturi a terra e Skinner lo spinge via.)
SKINNER: Levati di mezzo!
(Skinner vede la testa di Tomczesyn e Cheryl nella vasca.)
SKINNER: Santo cielo, cosa avete fatto? Cosa avete fatto??
(Scully entra nella sala operatoria.)
SCULLY: Mulder ha bisogno di fluidi e di abiti caldi.
(Skinner le indica la scena con un cenno del capo. Scully si avvicina alla ragazza.)
SCULLY: Oddio! (Si toglie il cappotto) Sarà meglio darsi da fare qui.
SKINNER: (rivolto ai medici) Via! Fuori!
(Skinner spinge i medici all’interno della scatola dove Cheryl era stata tenuta prigioniera e li rinchiude lì dentro. Scully inizia a lavarsi le mani, mentre Skinner si dirige fuori da Mulder.)
SKINNER: Eccomi, Mulder.
(Skinner si toglie il cappotto, lo avvolge attorno a Mulder. Mulder sta tremando.)
MULDER: La donna... dentro...
SKINNER: Tranquillo. Se ne sta occupando Scully.
MULDER: Skinner?
SKINNER: Sì?
MULDER: Ho freddo... freddo.
SKINNER: Ci penso io.
(Skinner abbraccia Mulder per scaldarlo.)
SKINNER: Ci penso io.
SCENA 22
(E’ giorno. Un auto è parcheggiata di fronte alla casa di Mulder e Scully. All’interno Mulder sta ritagliando un pezzo di giornale che parla dell’arresto dei medici e del laboratorio clandestino intitolato “FBI arresta il dottor Frankenstein dei giorni nostri”. Scully entra nella stanza.)
SCULLY: Mulder?
MULDER: Qual buon vento...
SCULLY: Ieri è morto Padre Joe.
(Mulder si gira per guardarla.)
SCULLY: Le sue condizioni si erano aggravate.
(Dopo un attimo di silenzio da parte di entrambi, Mulder finisce di strappare l’articolo dalla pagina del giornale.)
MULDER: Hai letto i giornali?
(Scully annuisce.)
MULDER: L’FBI ha dichiarato che Padre Joe era un complice. E sulle sue doti di sensitivo, silenzio.
SCULLY: Se ne è andato, Mulder. E con lui la verità. ( La battuta in lingua originale è "We’ll never know" che significa "Non lo sapremo mai".)
MULDER: Quella verità, Scully, io posso provarla. Padre Joe aveva un tumore ai polmoni, giusto? Come l’uomo al quale il dottor Frankenstein voleva dare un corpo nuovo.
SCULLY: Per favore... ( Nella versione originale Scully dice solo "Mulder".)
MULDER: E a che ora hai sfilato i tubi dal collo di quella donna? (Mulder si alza dalla sedia e le si avvicina) A che ora hai tolto il flusso sanguigno a quella testa recisa? Nell’istante in cui moriva Padre Joe. Dammi il certificato di decesso e te lo dimostrerò, e la stessa cosa intendo fare con l’FBI.
SCULLY: Pensi davvero di trovare qualcuno che ti ascolterà?
MULDER: Non farlo sarebbe una grave ingiustizia. ( La battuta in lingua originale è "It's an injustice to the man's name" che significa "E' un'ingiustizia nei confronti di quell'uomo".)
SCULLY: Considerato quello che Padre Joe aveva fatto a quei poveri bambini, nessuno si straccerà le vesti.
MULDER: Pensavo che gli credessi anche tu.
SCULLY: Ho voluto disperatamente credergli. E gli ho creduto finalmente, e credendogli ho agito di conseguenza.
MULDER: Cosa può averti detto per turbarti in questo modo? ( La battuta in lingua originale è "Why don't you just tell me what he said to you" che significa "Perché non mi dici quello che ti ha detto".)
(Scully scuote la testa ed abbassa lo sguardo. Mulder si avvicina al muro ed appende il ritaglio di giornale di fianco al poster.)
SCULLY: Una semplice frase. “Non si arrenda mai”.
(Mulder si volta verso di lei.)
SCULLY: E io gli ho dato ascolto. E ti ho salvato la vita. (La voce di Scully inizia a tremare dalla commozione) Ma ho inflitto a quel bambino le pene dell’inferno, e stamattina ho in programma una nuova operazione perché ero convinta che fosse Dio che mi incoraggiava a farlo. Nientemeno che attraverso un prete pedofilo.
MULDER: E se le preghiere di Padre Joe non fossero rimaste inascoltate? Se avesse ottenuto il perdono? Perché non si era arreso...
SCULLY: Ti sfido a dimostrarmi anche questo.
(Mulder abbozza un sorriso, ma non risponde.)
SCULLY: Mi aspettano all’ospedale.
(Scully esce dalla stanza e si dirige fuori verso l’auto. Anche Mulder esce, ma si ferma sul portico.)
MULDER: Scully! Perché l’avrebbe detto? “Non si arrenda mai”. Perché farti questa esortazione?
(Mulder scende le scale e si avvicina a Scully.)
SCULLY: Io credo che fosse indirizzato a te, Mulder.
MULDER: Però non l’ha detto a me. L’ha detto a te.
SCULLY: Ah...
MULDER: Se lui era il Diavolo, perché dire l’esatto contrario di ciò che il Diavolo avrebbe detto?
(Scully lo guarda interdetta.)
MULDER: Forse quella è la risposta ai grandi interrogativi.
SCULLY: Sarebbe a dire?
MULDER: Non mollare.
(C’è un attimo di silenzio. Scully guarda Mulder. I suoi occhi sono colmi di lacrime. Quando parla la sua voce è rotta dall’emozione.)
SCULLY: Ti prego, non rendere le cose ancora più difficili.
(Mulder le si avvicina e l’abbraccia.)
MULDER: Scully... ascolta, se per caso hai un dubbio, anche minimo, annulla l’operazione di stamattina. E poi ce ne andremo via.
(Scully si sposta indietro per guardarlo in faccia.)
MULDER: Noi due, soli.
SCULLY: Il più lontano possibile dalle tenebre, Mulder?
(Mulder sorride.)
MULDER: Non so se è così che funziona. Forse sono le tenebre che trovano te. Oppure me.
SCULLY: Hai ragione è così.
MULDER: Però si può tentare.
(Mulder e Scully sorridono e poi si baciano delicatamente per un lungo momento. Ancora abbracciati, appoggiano la fronte l’uno sull’altra e rimangono così per un attimo. Scully dà un colpetto a Mulder sul petto prima di allontanarsi. Mulder la guarda salire in macchina.)
SCENA 23
(All’ospedale, Scully cammina lungo un corridoio ed incrocia la dottoressa che era in disaccordo con lei riguardo la terapia a cui sottoporre Christian. La dottoressa fissa Scully in modo ostentato. Un attimo dopo Scully passa vicino a Padre Ybarra, che sta parlando con i genitori del bambino. Scully sale le scale a testa bassa, mentre questi continuano a fissarla.)
(Più tardi, in sala operatoria, Scully si sta preparando per l’intervento. Si avvicina al tavolo operatorio e Christian la guarda. Scully sospira.)
DONNA: E’ pronta a cominciare, dottoressa Scully?
(Scully si guarda intorno. Osserva la sala operatoria. Vede tre suore che si sono avvicinate alla porta a vetri. Si volta di nuovo verso il tavolo operatorio.)
SCULLY: Sì.
(Scully si volta verso Christian e gli sorride.)
TITOLI DI CODA
SCENA 24
(L’inquadratura mostra dall’alto una boscaglia che termina su una spiaggia. La macchina da presa continua a procedere sul mare finché si intravede qualcosa in lontananza. E’ una piccola imbarcazione a remi. Mulder e Scully sono sulla barca, entrambi in costume da bagno. Mulder indossa un costume rosso. Sta remando in direzione di una piccola isola dove si intravedono delle palme ed una spiaggia. La macchina da presa li riprende dall’alto, soffermandosi su di loro per alcuni istanti. L’inquadratura si allontana piano, piano verso l'alto e Mulder e Scully diventano sempre più piccoli, a bordo della barchetta, in mezzo al mare. Ad un certo punto entrambi si girano verso l’inquadratura e salutano. Mulder riprende a remare.)
Trascrizione effettuata da Scully
Somerset, West Virginia
Our Lady of Sorrows Hospital
Washington, D.C.
Richmond, Virginia
McLaren Natatorium - Somerset, West Virginia
Quantico, Virginia
Manners-Colonial Hospital
2502 Bellflower Road - Somerset, West Virginia 22013
Indirizzo del dottor Uroff-Koltoff
Casa di Mulder e Scully
Rural Virginia
Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
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