#10X06 My Struggle II - Ossessione

#10X06 My Struggle II - Ossessione
di Chris Carter
diretto da Chris Carter


Mulder e Scully scoprono una scioccante verità che ha ramificazioni a livello globale

L’episodio si apre con un monologo di Scully che racconta la sua storia negli X-Files. Mentre la voce fuori campo continua a parlare, su un tavolo di laboratorio una mano ripone una sull’altra diverse foto che accompagnano la storia. Al termine del racconto vediamo Scully in ospedale, con abiti da chirurgo, che si avvicina all’inquadratura. Una volta di fronte a noi, il viso di Scully si trasforma in quello di un alieno.

È mattina. Scully parcheggia l’auto ed entra in ufficio, ma Mulder non c’è. Sul computer, Mulder ha lasciato aperta una finestra del browser che mostra un video di Tad O’Malley. Mentre Scully guarda il video, squilla il telefono dell’ufficio. È O’Malley che richiede la sua presenza a casa di Mulder.

Arrivata sul posto, la casa di Mulder è sottosopra e di lui non c’è traccia. Anche O’Malley si trova lì. L’uomo confessa di essersi sottoposto a degli esami che hanno rivelato delle anomalie nel suo DNA, così come era accaduto a Scully.

Tornata all’FBI Scully trova Skinner e l’agente Einstein nell’ufficio degli X-Files. Scully racconta ai due delle teorie di O’Malley riguardo il DNA alieno. Scully ed Einstein si recano in ospedale.

Mulder è ferito e sembra non stare affatto bene. È alla guida di un’auto in una strada non identificata. Ignora la chiamata di Skinner e accelera.

In ospedale Scully effettua un prelievo di sangue ad Einstein e le racconta dei risultati che aveva ricevuto analizzando il suo stesso genoma sei settimane prima. Einstein non crede che sia possibile manipolare il DNA. L’agente Miller raggiunge le donne in ospedale e mostra loro un video di O’Malley. Nel video, un presunto esperto, parla di un contagio di massa che sta minacciando l’umanità. L’uomo sostiene che le difese immunitarie della popolazione saranno distrutte a causa della manipolazione genetica. Scully crede alle parole dell’uomo. Con il sistema immunitario compromesso, la popolazione intera corre il rischio di ammalarsi di una qualsiasi malattia. I primi a mostrare segni di un contagio sono alcuni militari giunti in ospedale. Gli uomini mostrano i segni di un attacco di antrace, contro cui l’esercito li aveva vaccinati anni prima.

Mulder è fermo, in auto, e sta riposando. Una volante della polizia passa a sirene spiegate e lui si sveglia. Il suo telefono vibra. È Scully che lo chiama dall’ospedale, ma lui ignora la chiamata. Rimette in moto l’auto e continua la sua corsa. Si trova vicino alla città di Spartanburg.

Miller intanto trova il modo di rintracciare lo smartphone di Mulder. Il suo GPS segnala che si trova proprio a Spartanburg.

In ospedale, mentre Scully ed Einstein discutono della situazione, Scully riceve una telefonata. All’altro capo del telefono c’è una voce amica.

Scully e Monica Reyes si incontrano in un parco pubblico. Monica racconta a Scully i suoi trascorsi. Dieci anni fa ha lasciato l’FBI per accettare un’offerta da parte dell’Uomo che Fuma, scampato alla morte e rimasto orribilmente sfigurato dopo gli eventi raccontati in “The Truth”. L’Uomo che Fuma ha infatti un ruolo fondamentale nel contagio che minaccia ora l’umanità ed offrì a Monica la salvezza da questa apocalisse. Monica rivela inoltre a Scully di far parte anch’essa di un gruppo di eletti immuni dal contagio. Il conto alla rovescia per questo sterminio di massa è iniziato nel 2012 e sembra non esserci scampo per chi non faccia parte di questo gruppo di eletti. Monica riferisce anche che l’Uomo che Fuma ha tentato di contattare Mulder per offrire anche a lui un accordo per salvarsi.

In un flashback, vediamo un uomo entrare nella casa di Mulder. Nasce una violenta colluttazione con Mulder al termine della quale Mulder immobilizza l’uomo e gli chiede chi lo ha mandato da lui.

Tornati al presente, Mulder ha trovato l’Uomo che Fuma. In un confronto con l’uomo, Mulder gli chiede di fermare il contagio, ma l’altro sostiene che sia troppo tardi. L’Uomo che Fuma dice che gli alieni erano da tempo a conoscenza del destino dell’umanità, destinata ad autodistruggersi a causa del suo comportamento, e dice di aver partecipato al piano di colonizzazione anticipando i tempi. L’uomo racconta a Mulder di aver reso Scully immune al contagio e gli offre un posto di comando accanto a lui nel nuovo mondo. Mulder non scende a patti e rifiuta la proposta.

O’Malley, in diretta dal suo studio, riferisce di ospedali presi d’assalto da persone malate.
In ospedale la situazione sta precipitando ed Einstein riconosce che Scully aveva ragione. Scully sostiene che tutte le persone malate abbiano contratto il virus Spartan, prima tramite il vaccino antivaiolo e poi per via ereditaria, e che questo sia il vero responsabile del deficit del sistema immunitario. Scully è inoltre convinta che il suo DNA alieno, quello che la rende immune, potrebbe contenere la soluzione per fermare questa epidemia di massa. Scully preleva un campione della sua saliva e si fa quindi aiutare da Einstein per eseguire degli esami sul suo DNA alieno al fine di estrarre un vaccino per il virus Spartan.

Nella dimora dell’Uomo che Fuma, Mulder è steso a terra ormai senza forze. A fatica, si siede su una poltrona, mentre l’altro continua a parlare del contagio. L’Uomo che Fuma si toglie la protesi dal viso, mostrando a Mulder il suo vero ed attuale volto.

In ospedale, dagli esami effettuati Scully ed Einstein non riescono a trovare il DNA alieno di Scully. Tutti si stanno ammalando. L’infermiera mostra segni di malattia. O’Malley, sempre in studio, respira e parla ormai a fatica. L’ospedale è pieno di malati e il personale fa quello che può. L’agente Einstein suggerisce di ripetere gli esami su un campione più ampio per cercare il DNA alieno ed effettua a Scully un prelievo di sangue.

L’agente Miller, che inizia a mostrare i primi segni del contagio, arriva da Mulder e lo porta via dalla dimora dell’Uomo che Fuma.

Dagli esami questa volta emerge il DNA alieno. Einstein inizia a sentirsi male. Miller chiama Scully mentre in auto sta tornando a Washington e le dice che entrambi hanno bisogno di essere visitati. Dopo aver estratto un vaccino, Scully somministra la sostanza tramite flebo all’agente Einstein e le chiede di fare lo stesso con gli altri medici dell’ospedale.

O’Malley sta ancora trasmettendo dal suo studio. Lui sta male e la comunicazione non è stabile. Riferisce di un messaggio inviatogli da un medico che parla di un possibile vaccino e la comunicazione si interrompe definitivamente.

Per strada intanto è il caos. Scully si dirige verso la sua auto con due flebo in mano. Centinaia di persone sono in strada e le macchine occupano tutta la carreggiata disponibile. Scully mette in moto e inizia a percorrere il marciapiede pur di spostarsi e raggiungere Mulder. I ponti intorno alla città sono stracolmi di vetture ferme e persone che tentano di fuggire. Avanzare è quasi impossibile. Scully è al telefono con Miller per tentare di localizzarli. L’uomo esce dall’auto per farsi vedere. Scully ferma la macchina e lo raggiunge a piedi.

Scully si dirige subito da Mulder, che è seduto in macchina e sta sempre peggio. Scully si rende conto che la cura che ha in mano potrebbe essere inutile. Per salvare Mulder servono delle cellule staminali. Scully confessa a Miller che loro figlio William è protetto per via ereditaria dal suo DNA alieno e le sue cellule sono le uniche in grado di salvare Mulder. Ma nessuno sa dove si trovi William.

Proprio in quel momento una luce accecante illumina il buio della notte. Tutti guardano verso l’alto. Un’astronave si avvicina al ponte ed un raggio di luce illumina il punto in cui si trovano Miller, Scully e Mulder. L’inquadratura stringe sul volto preoccupato di Scully fino ad arrivare ad un primissimo piano del suo occhio.

 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
Mitch Pileggi - Vicedirettore Walter Skinner
William B. Davis -  Uomo che Fuma
Annabeth Gish - Monica Reyes
Joel McHale - Tad O’Malley
Robbie Amell - Agente Miller
Lauren Ambrose - Agente Einstein
Julian Christopher - Dott. Oscar Griffiths
Aliza Vellani - Infermiera Sandeep 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 22/02/16
Italia 23/02/16
My Struggle II #32
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My Struggle II #31
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My Struggle II #30
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My Struggle II #29
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My Struggle II #28
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My Struggle II #26
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My Struggle II #25
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My Struggle II #11
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My Struggle II #10
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My Struggle II #9
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My Struggle II #8
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My Struggle II #7
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My Struggle II #6
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My Struggle II #5
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My Struggle II #3
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My Struggle II #2
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My Struggle II #1
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SCENA 1

SCULLY: (voce fuori campo) Mi chiamo Dana Katherine Scully. Sono un'agente speciale dell'FBI. Ho scelto di arruolarmi dopo gli studi in medicina per ampliare le mie conoscenze come medico legale, alla ricerca di giustizia in un mondo basato sulla scienza.
Poco dopo essere entrata nell'FBI, mi hanno incaricato di rivedere il lavoro di un altro agente, Fox Mulder, e di screditare gli X-Files: indagini che implicavano ciò che i miei superiori vedevano come fantascienza e spreco di risorse. Presto sono arrivata alla conclusione che il lavoro di Mulder sul paranormale non era come mi avevano fatto credere, e che gli X-Files erano casi su cui valeva la pena indagare con attenzione.
Esiste un mondo oltre i confini estremi della scienza ufficiale, un mondo in cui una scienziata come me avrebbe visto le sue convinzioni messe duramente alla prova.
Sono arrivata persino a temere che l'istituzione in cui avevo riposto la mia fiducia fosse soggetta all'influenza di forze oscure, fuori dal dipartimento e anche al suo interno, forze minacciate dal lavoro di Mulder, e di conseguenza, dal mio.  Quando la minaccia si fece evidente, fui rapita in casa mia da aggressori ignoti, e tornai senza avere mai capito esattamente il perché. Ma gli avvenimenti di quel periodo mi hanno portato a credere che durante la mia breve assenza, io sia stata sottoposta ad alcuni test che hanno avuto come conseguenza una misteriosa malattia mortale, da cui sono guarita altrettanto misteriosamente.
Test, che ora penso facciano parte di una cospirazione più ampia, una cospirazione di uomini che ha nascosto incredibili scoperte scientifiche, segreti celati al popolo americano da un Consorzio dagli scopi egoistici, deciso a consolidare il proprio potere sia internamente che su una scala pericolosamente globale. Ma ci sono domande senza risposta.  Quali sono i moventi e gli obbiettivi finali?  Dove e quando questi uomini metteranno in atto il loro piano oscuro? E cosa significa il risultato delle analisi sulla mia mappa genetica, in cui ho trovato anomalie del DNA che posso solo classificare come aliene?
SIGLA
SCENA 2

(Scully parcheggia in strada poi entra nell’ufficio degli X-Files. L'ufficio è vuoto.)

SCULLY: Scusa il ritardo. Non so perché, ma il parcheggio sotterraneo era chiuso. Ci sei?

(Scully si siede alla scrivania. Sul computer di Mulder trova aperta la pagina internet con la trasmissione di Tad O’Malley. Avvia il video per guardarla.)

O’MALLEY: (voce dal pc) Sei settimane fa siamo stati messi a tacere da minacce provenienti da forze corrotte che controllano contenuti pericolosi per la loro causa. Oggi siamo tornati per raccontarvi i fatti che non vogliono che conosciate. La scoperta di qualcosa di scioccante. Vi invito a sedervi, e a prepararvi ad ascoltare la verità. So che può sembrarvi fantascienza, ma è un fatto scientifico. La presenza fondata e verificabile di tracce di DNA alieno nella mappa genetica di ogni cittadino americano. So cosa state pensando, che…

(Il telefono squilla, e Scully ferma il video per rispondere)

SCULLY: Ufficio dell’agente Mulder.
O’MALLEY: Chi parla? Dana?
SCULLY: Sì. Lei chi è?
O’MALLEY: Tad O’Malley.
SCULLY: Stavo giusto guardando il tuo show.
O’MALLEY: Devi venire qui.
SCULLY: Qui dove? Per l’esattezza…
 
SCENA 3
CASA DI MULDER


(Scully entra a casa di Mulder. Nel salotto è tutto sottosopra. Ci sono fogli sparsi per terra e mobili spostati e rotti. Tad O’Malley è lì che la aspetta.)

SCULLY: Ma che è successo?
O’MALLEY: Non ne ho proprio idea.
SCULLY: Che ci fai qui e dov’è Mulder?
O’MALLEY: Non so dov’è.
SCULLY: Era già tutto così?
O’MALLEY: La porta era aperta. Dovevamo vederci qui.
SCULLY: Per parlare di cosa?
O’MALLEY: Delle nuove rivelazioni.
SCULLY: Ho visto il tuo ultimo servizio. Hai fatto accuse pericolose.
O’MALLEY: Pericolose, è vero. Ma assolutamente fondate.
SCULLY: Su DNA alieno nascosto in ogni americano?
O’MALLEY: Ho fatto anch’io quel test.
SCULLY: E cosa hai scoperto?
O’MALLEY: Sono venute fuori anomalie.
SCULLY: Il 90% della popolazione mondiale presenta anomalie nel DNA.
O’MALLEY: Conosco un dottore che la pensa diversamente. E non è un ciarlatano.
SCULLY: Vorrei essere io a giudicare.
O’MALLEY: Lo so che hai trovato DNA alieno anche tu, nel sangue di Sveta, sei settimane fa, come ti avevo detto.
SCULLY: E questo ha sconvolto Mulder.
O’MALLEY: È una scoperta incredibile. (Scully tira fuori il cellulare) Chi chiami?
SCULLY: Prima di tutto chiamo la polizia.
 
SCENA 4
UFFICIO DEGLI X-FILES


(Scully entra. Skinner e l’agente Einstein sono già lì ad aspettarla.)

SKINNER: Notizie di Mulder?
SCULLY: No. E non mi risponde al telefono.
EINSTEIN: Non ha lasciato un biglietto. E non ha avvertito nessuno.
SCULLY: Forse ha paura del mio giudizio.
EINSTEIN: Su cosa, esattamente?
SCULLY: Teme che io lo ritenga pazzo.
SKINNER: Cosa avete scoperto?

(Scully si sposta dietro la scrivania per avviare il computer e mostrare agli altri due il video di Tad O’Malley)

SCULLY: C’è una persona, Tad O’Malley, che diffonde idee pericolose.
SKINNER: Di che genere?
SCULLY: Sostiene che tutti hanno un segmento di DNA nel proprio genoma inserito a loro insaputa.
EINSTEIN: (ridendo) Inserito da chi?
SCULLY: È proprio questa la domanda.
EINSTEIN: (sempre ridendo) Quell’uomo è un folle. Non mi verrà a dire che gli crede davvero?
SKINNER: Non salti alle conclusioni. Sta parlando con una scienziata.
EINSTEIN: Mi scusi, vicedirettore, non vorrei sembrarle impertinente, ma le sue ipotesi sono pura fantascienza.
SCULLY: Quello che voglio dire, agente Einstein, è che i fatti, per come li conosco io, non possono essere liquidati con leggerezza.
EINSTEIN: Nessuno ha il diritto, né la capacità, di manipolare il DNA umano.
SCULLY: Gliene abbiamo dato l’opportunità.
 
SCENA 5
OSPEDALE OUR LADY OF SORROWS


(Scully e Einstein arrivano all’ospedale. Le due stanno scendendo una rampa di scale all’interno della struttura ospedaliera.)

SCULLY: Grazie per il suo aiuto, agente Einstein. Non era tenuta a farlo.
EINSTEIN: I miei pregiudizi riguardano solo la pseudoscienza. Sarò felice di aiutarla a spiegare questa follia e ritrovare l’agente Mulder.

(Un uomo si avvicina alle due donne al termine della scala. È sudato e sembra che non stia affatto bene.)

UOMO: Aiutatemi.
SCULLY: Non si sente bene?
UOMO: No. Non lo so. Non sono sicuro.
EINSTEIN: Non è sicuro di cosa?
UOMO: Di cosa mi sta capitando.
EINSTEIN: Cioè?

(Scully fa un cenno ad un’infermiera e questa si avvicina a loro)

SCULLY: Infermiera, serve aiuto.
INFERMIERA: Mi dica.
SCULLY: Quest’uomo ha bisogno di cure.
INFERMIERA: Come molti altri pazienti.

(L’uomo tira su la manica della maglietta e sul suo braccio è ben visibile una sorta di lesione abbastanza estesa.)

EINSTEIN: Braccio sinistro. Deltoide laterale.
SCULLY: Faccia vedere anche a me.
UOMO: Non so come è successo.
EINSTEIN: (rivolta all’infermiera) Porti quest’uomo via da qui. Deve essere visitato subito.
SCULLY: (rivolta all’infermiera) Ci pensa lei, infermiera?
INFERMIERA: Sì, certo. Me ne occupo io. Gli faccio fare anche i test.
SCULLY: Scopra chi è e a quali agenti è stato esposto.
 
SCENA 6

(Mulder sta guidando su una strada rurale. La sua faccia è tumefatta e anche lui sembra che non stia affatto bene. Il suo cellulare squilla. Skinner lo sta chiamando, ma Mulder posa il telefono senza rispondere e continua a guidare.)
 
SCENA 7
OSPEDALE OUR LADY OF SORROWS


(Scully sta facendo un prelievo di sangue all’agente Einstein)

EINSTEIN: Non capisco cosa ha intenzione di provare.
SCULLY: Potrei non provare niente. Potrebbe essere negativo. Non voglio allarmarla, agente Einstein, ma circa sei settimane fa ho prelevato un campione del mio sangue e ho estratto il mio genoma scoprendo un’anomalia.
EINSTEIN: Cosa intende con anomalia?
SCULLY: Un’aberrazione all’interno della sequenza. Qualcosa di inspiegabile, e per definizione, alieno.
EINSTEIN: Può stare certa che io non ho DNA alieno, agente Scully, se è questo che cerca.
SCULLY: Ha mai estratto il suo genoma?
EINSTEIN: No, ma nessuno lo fa.
SCULLY: È quello che dico anch’io.
EINSTEIN: Perché lei lo ha fatto allora?
SCULLY: Lei conosce solo una parte della mia storia, agente Einstein. E anche se condividiamo la fede nella scienza, io mi sono resa conto che la scienza che ci hanno insegnato non ci ha fatto avvicinare molto alla verità.
EINSTEIN: Va bene, ma la manipolazione del DNA?
SCULLY: Da bambina sono stata vaccinata contro il vaiolo, e sono sicura che lo stesso vale per lei, era una pratica frequente in quel periodo.
EINSTEIN: Sta suggerendo forse che ci fosse altro in quella siringa, oltre al vaccino?
SCULLY: Non è così inverosimile né lontano dalla posizione della scienza ufficiale. Può essere entrato nella linea germinale e trasmettersi per via ereditaria.
EINSTEIN: Sarebbe una violazione senza precedenti della privacy dei cittadini.
SCULLY: E così conosce altri dettagli della storia a cui mi riferivo prima.
EINSTEIN: E quale sarebbe lo scopo?
SCULLY: Non ne ho idea, agente Einstein, e non so se ci sia qualcosa di vero. Quello che so è che la possibilità esiste, ed è un motivo sufficiente per fare qualche test.

(L’agente Miller entra nella stanza)

MILLER: Ehi, vi cercavo. Skinner mi ha chiesto di aiutarvi a trovare l’agente Mulder.
SCULLY: Non abbiamo altre novità rispetto a stamattina.
MILLER: Circolano voci in rete.
EINSTEIN: Di che genere?
MILLER: La gente sta dando di matto per il servizio di Tad O’Malley.

(Miller estrae un pc portatile dalla sua borsa e lo apre per mostrare alle due donne un nuovo video dello show di O’Malley. L’anchorman questa volta parla in studio con un medico)

O’MALLEY: (dal video) So che per chi ci segue da casa sarà difficile comprenderlo, ma cosa ci dobbiamo aspettare, qual è la portata del fenomeno?
DOTTORE: Al di là di ogni immaginazione. Presto l’epidemia sarà globale.
O’MALLEY: Sarà un contagio di massa quindi.
DOTTORE: Non un solo contagio. Sarà una gran varietà di malattie, se non sarà l’influenza a ucciderci, sarà qualcos’altro.
O’MALLEY: Lo sta descrivendo come un’epidemia di AIDS, senza l’HIV.
DOTTORE: Le nostre difese immunitarie saranno distrutte dalla manipolazione genetica sistematica.
O’MALLEY: Chi saranno i primi?
DOTTORE: Quelli da cui dipendiamo di più. Poliziotti, medici, infermieri. Poi toccherà all’elettricità…

EINSTEIN: All’improvviso O’Malley è diventato una specie di autorità.
MILLER: (rivolto a Scully) Tutto questo è plausibile?
SCULLY: Fin troppo plausibile. Ed è già troppo tardi.

(Scully esce dalla stanza, seguita a ruota dagli agenti Einstein e Miller. Nel corridoio dell’ospedale, Scully ferma l’infermiera a cui in precedenza aveva affidato l’uomo malato)

SCULLY: Cos’ha scoperto, Sandeep?
INFERMIERA SANDEEP: Gli stanno facendo le analisi.
SCULLY: Mi riferivo alla sua identità.
INFERMIERA SANDEEP: È molto confuso, ma mi sembra di aver capito che è un militare.
SCULLY: Morirà se non gli somministriamo doxiciclina per via endovenosa.
INFERMIERA SANDEEP: Ha dei sospetti, dottoressa?
SCULLY: Credo che quelle siano lesioni da antrace.

(L’infermiera corre dal paziente, mentre Miller e Einstein raggiungono Scully nel corridoio)

MILLER: Qualcuno è stato esposto all’antrace?
SCULLY: Volontariamente, in questo caso.
MILLER: Non potrebbe essere più chiara?
EINSTEIN: Agente Scully, in casi del genere dobbiamo lanciare subito l’allarme.
SCULLY: I soldati in Iraq sono sottoposti a vaccini a base di antrace per proteggerli in caso di guerra batteriologica, ma se il sistema immunitario è compromesso è il vaccino ad attaccare il loro organismo.
MILLER: Li stiamo infettando quindi?
SCULLY: Credendo di proteggerli.

(Scully si avvia di nuovo su per le scale, seguita dai due)

EINSTEIN: Non sappiamo se questa è la risposta.
SCULLY: Il braccio sinistro è il punto di inoculazione. È lì che sono comparse le lesioni.
EINSTEIN: La sua è pura speculazione.
SCULLY: È antrace. Non ci può essere altra spiegazione.
EINSTEIN: Gli ultimi casi risalgono al 2001.
SCULLY: Lei non capisce. L’antrace è il canarino nella miniera di carbone, è l’avvisaglia delle prossime infezioni. Morbillo, parotite, rosolia… saremo tutti quanti in pericolo.
MILLER: E sta succedendo adesso?
SCULLY: Questi sono i primi segnali di quello che potrebbe essere un contagio globale.
EINSTEIN: Non può arrivare a queste conclusioni con un solo caso isolato.
SCULLY: Preferisce stare a guardare?
EINSTEIN: Perché prima non aspettiamo i risultati delle mie analisi?
SCULLY: Non ho bisogno di aspettare quei risultati.

(Scully lascia i due agenti e mentre si allontana estrae il cellulare dalla giacca per fare una telefonata)
 
SCENA 8

(Mulder è sempre seduto in macchina, ma stavolta è fermo a lato della strada e sembra che stia dormendo. In sottofondo si sente la sirena di un’ambulanza. Il veicolo passa di fianco a Mulder e lo sveglia proprio mentre Scully lo sta chiamando al cellulare.)

SCULLY: (all’ospedale) Mulder, rispondi. Ti prego.

(Mulder osserva il cellulare, ma continua a non rispondere. Mette in moto l’auto e riparte. Passa di fronte ad un cartello stradale che indica che sta entrando in Sud Carolina. La città più vicina è Spartanburg, a 88 miglia di distanza.)
 
SCENA 9
UFFICIO DEGLI X-FILES


(L’agente Miller entra nell’ufficio deserto. Si ferma ad osservare il poster di Mulder e poi si siede alla scrivania. Accende di nuovo il portatile e guarda un altro video dello show di O’Malley.)

O’MALLEY: (voce dal video) Abbiamo ricevuto notizie da fonti ufficiali riguardo ad alcuni soldati che presentano sintomi di esposizione all’antrace. L’ondata iniziale del contagio è stata portata a termine, confermando le nostre rivelazioni di una cospirazione umana su scala globale.

(Miller interrompe il video. Mentre sta ancora osservando il monitor del pc, l’agente nota sul desktop un’icona dal nome “Phonefinder.biz”. Cliccando sull’icona, si apre una pagina web che mostra l’ultima posizione in cui è stato registrato il cellulare di Mulder. La mappa indica che si trovava vicino a Spartanburg, in Sud Carolina.)

MILLER: Spartanburg.

(Miller chiude il portatile, si alza ed esce dall’ufficio di corsa)
 
SCENA 10
OSPEDALE OUR LADY OF SORROWS


(Scully ed Einstein stanno osservando il militare malato mentre viene sottoposto ad alcune cure. Nel corridoio passano altri militari.)

SCULLY: Questo è solo l’inizio.
EINSTEIN: Continua a ripeterlo escludendo ogni altra possibilità. Forse è stato inoculato un vaccino alterato. Il Dipartimento della Difesa non è nuovo a questo genere di errori in fondo.
SCULLY: Non è questa la causa.
EINSTEIN: In qualità di medici dovremmo ponderare tutti i possibili scenari.
SCULLY: Non c’è tempo per ponderare, agente Einstein.
EINSTEIN: Io credo che abbia torto.
SCULLY: Lo spero con tutto il cuore. Spero che ci sia una spiegazione per tutto quanto, anche per la sparizione di Mulder, ma per adesso abbiamo un problema molto grave.
EINSTEIN: Se ciò che disse fosse vero, i patogeni sarebbero dappertutto; un colpo di tosse, uno starnuto, un taglietto su un dito sarebbero letali. Non è quello che vedo qui. Io vedo soltanto una categoria infetta.
SCULLY: Ha ragione. Ha ragione.
EINSTEIN: Lei dice che manipolando il DNA è possibile abbattere il sistema immunitario aggiungendo qualcosa al nostro codice genetico.
SCULLY: Sì, ma non so come funziona.
EINSTEIN: Né come viene attivato.
SCULLY: Non so neanche questo.
EINSTEIN: Né perché sta succedendo ora.
SCULLY: No. Non ha alcun senso.
EINSTEIN: Ci pensi bene. La distruzione del sistema immunitario è un complesso processo biologico, implicherebbe la sottrazione di qualcosa dal genoma, non l’aggiunta di una sequenza.

(Il cellulare di Scully squilla e lei si volta per rispondere)

SCULLY: Pronto?
DONNA: Agente Scully? Dana?
SCULLY: Sì. Chi parla?
DONNA: So che cosa sta succedendo.
SCULLY: Mi scusi, lei chi è?
DONNA: Una persona che è stata al tuo fianco.
SCULLY: Al mio fianco quando?
DONNA: Quando ne hai avuto bisogno.
 
SCENA 11

(Piove. Scully sta attraversando una piazza e si dirige verso una panchina sulla quale è seduta una donna. La donna si alza all’arrivo di Scully. È Monica Reyes.)

REYES: Agente Scully.
SCULLY: Agente Reyes. Monica.
REYES: Vorrei che la situazione fosse diversa. Avrei voluto incontrarti in altre circostanze.
SCULLY: Devi dirmi qualcosa, vero?
REYES: (annuendo) Qualcosa che devi sapere.
SCULLY: Ti ho cercata quando sono tornata all’FBI. Mi hanno detto che ti eri congedata all’improvviso dieci anni fa.
REYES: Ho fatto delle scelte. Potresti non approvarle, né capirle, ma avevano senso per me a quell’epoca.

(Vediamo Monica in un flashback. Sta percorrendo il corridoio di un ospedale. Mostra il tesserino dell’FBI ad alcuni uomini e prosegue fino ad arrivare di fronte ad una porta sorvegliata da cinque uomini. Monica si rivolge a questi mostrando di nuovo il suo distintivo.)

REYES: Agente Monica Reyes.
UOMO: C’è una persona che vorrebbe parlarle. Non si allarmi per il suo aspetto, dovrebbe rimettersi completamente.

(Torniamo al presente. Monica e Scully stanno parlando sedute sulla panchina nella piazza, sotto la pioggia.)

REYES: Aveva sfiorato la morte. Era talmente ustionato che gli dovettero ricostruire l’intero volto.
SCULLY: Perché ti convocò?
REYES: Voleva farmi un’offerta.

(Nel flashback vediamo Monica entrare in una stanza d’ospedale. Sul letto giace un uomo il cui corpo è ricoperto da indumenti legati ai lati del torace. Le braccia sono avvolte in garze bianche. Sul volto porta una maschera trasparente che lo protegge dall’esterno. Ciò nonostante metà del volto rimane coperto da una membrana giallastra. È l’Uomo che Fuma.)

UOMO CHE FUMA: Agente Reyes. La prego, sia accomodi.

(Monica si avvicina al letto dell’uomo)

UOMO CHE FUMA: Penso che lei sappia chi sono.
REYES: Credevo che fosse morto.
UOMO CHE FUMA: Non mi hanno ancora ucciso, anche se ci hanno provato. Fa fatica a guardarmi?
REYES: Sì, considerando quello che so di lei, le cose che ha fatto e le persone a cui le ha fatte.
UOMO CHE FUMA: Non sono un uomo cattivo, Monica.
REYES: Che bugiardo.

(La scena torna di nuovo ai giorni nostri, sulla panchina dove Scully e Monica stanno parlando)

SCULLY: Che cosa voleva da te?
REYES: Voleva stringere un accordo. Di quelli che lasciano poca scelta.
SCULLY: Hai stravolto la tua vita.
REYES: Devi cercare di capire il perché.

(Torniamo nella stanza d’ospedale, dieci anni prima, insieme a Monica e l’Uomo che Fuma)

UOMO CHE FUMA: Vorrei tanto una sigaretta.
REYES: In questo caso non posso aiutarla.
UOMO CHE FUMA: Invece può aiutarmi eccome. Per questo le risparmierò la vita.
REYES: Minacciare un’agente dell’FBI è un reato federale, signore. E poi non è in grado di minacciare nessuno.
UOMO CHE FUMA: Lei vede un uomo disteso, apparentemente debole, ma io sono l’uomo più potente al mondo.

(Ai giorni nostri, Monica e Scully stanno ancora parlando)

REYES: Devi avere un’idea di quello che sta accadendo. Hai sentito le notizie?
SCULLY: In che modo ti ha minacciata, Monica?
REYES: Con l’arma più letale. La capacità di spopolare l’intero pianeta, di uccidere tutti tranne gli eletti.
SCULLY: Manipolando il loro DNA.
REYES: Una scoperta degli anni ’50, acquisita da una razza aliena.
SCULLY: Il DNA alieno mescolato con il nostro.
REYES: Non è così semplice, Dana.

(La scena si sposta di nuovo sull’Uomo che Fuma. Si trova nello stesso ambiente in cui lo abbiamo visto al termine dell’episodio “My Struggle” e sta parlando al telefono.)

UOMO CHE FUMA: Eccellente, ma faccia in fretta. Non abbiamo molto tempo.

(L’uomo chiude la telefonata. Mentre l’inquadratura gli gira intorno, vediamo una figura femminile avvicinarsi a lui porgendogli una sigaretta. Si tratta di Monica Reyes. La donna appoggia la sigaretta sul foro nel collo dell’uomo affinché questi possa fumarla.)

UOMO CHE FUMA: Merci. Ah, grazie Monica.
REYES: Lei si sta uccidendo lentamente mentre tiene il mondo in ostaggio.
UOMO CHE FUMA: Il mondo non si fermerà, ma diventerà a mia immagine e somiglianza.
REYES: Pensa di essere Dio?
UOMO CHE FUMA: Dio… no di certo.

(L’uomo fa cenno a Monica di avvicinare di nuovo la sigaretta, e la donna esegue il suo ordine)

UOMO CHE FUMA: Non sapranno cosa li ha colpiti, che il loro fato era segnato dalla nascita. Erano semplici pedine.
REYES: Lei morirà da solo, può starne certo.
UOMO CHE FUMA: Io non credo proprio, Monica. Non ora che ho trovato chi mi accende le sigarette.

(Torniamo alla piazza in cui si trovano Scully e Monica. Scully si alza di scatto dalla panchina.)

SCULLY: Perché mi hai chiamata? Per dirmi che sei solo una vigliacca?
REYES: Per dirti che tu sei protetta.
SCULLY: Ma di che stai parlando?
REYES: Il tuo rapimento, i test, il tuo dna, Dana. Tu sei al sicuro. Tu fai parte degli eletti.
SCULLY: Lo hanno manipolato il mio DNA.
REYES: (alzandosi dalla panchina) Siamo tutte e due protette, Dana. È questa l’offerta che mi ha fatto.
SCULLY: Ma che ne sarà di tutti gli altri?
REYES: Tutti gli altri sono condannati. Il processo è iniziato nel 2012.
SCULLY: Allora dobbiamo fermarlo.
REYES: È un’operazione complicata.
SCULLY: E Mulder? Dov’è Mulder?
REYES: Lui gli vuole bene. Gli ha mandato un uomo per offrirgli un accordo.

 
SCENA 12

(Un uomo apre lentamente la porta della casa di Mulder ed entra. Mulder lo sorprende da dietro e gli punta contro una pistola. I due iniziano una colluttazione nel salotto. Dopo essersele date entrambi di santa ragione, Mulder riesce ad avere la meglio e ad immobilizzare lo sconosciuto.)

MULDER: Chi ti ha mandato?
 
SCENA 13

(Siamo di nuovo in quella che sembra essere la dimora dell’Uomo che Fuma. L’uomo sta fumando una sigaretta seduto in poltrona. Un uomo gli punta una pistola alla testa. È Mulder.)

MULDER: Mi stava cercando? Eccomi qui.
UOMO CHE FUMA: La pistola è del tutto inutile, Fox.
MULDER: (girando attorno alla poltrona) Non prendo ordini da lei.
UOMO CHE FUMA: Ti controllavo da prima che tu sapessi della mia esistenza.
MULDER: (abbassando la pistola) Chi controlla chi, adesso?
UOMO CHE FUMA: Il mondo ci sta crollando intorno.
MULDER: È stato lei a cominciare. Adesso deve fermare tutto quanto.
UOMO CHE FUMA: È troppo tardi ormai, Fox. Non c’è più tempo per gesti eroici.
MULDER: Io non le credo.
UOMO CHE FUMA: Tu non vuoi credermi. (L’uomo si ferma per fare un nuovo tiro con la sigaretta) Perciò non crederai mai che voglio solo salvarti la vita.
MULDER: Io non scendo a patti con lei.
UOMO CHE FUMA: Ma così potrai rivedere Scully.
MULDER: Se le fa del male, in qualunque modo…

(Mulder colpisce la mano dell’Uomo che Fuma, facendogli cadere a terra la sigaretta)

UOMO CHE FUMA: (ridendo) Ogni uomo ha la sua debolezza. La mia è qua, le sigarette.
MULDER: Pensa che sia potere, quello che sta esercitando, ma non è così. È solo follia.
UOMO CHE FUMA: Sarebbe follia non farlo.
MULDER: Ecco come parla un vero psicopatico.
UOMO CHE FUMA: Non ho deciso io la distruzione del mondo, Mulder, ma la specie umana.
MULDER: Non può giustificare le sue azioni.
UOMO CHE FUMA: L’anno appena trascorso è stato il più caldo che si ricordi sul pianeta. Non sono stato io. E non sono responsabile per l’estinzione delle specie di uccelli o la decimazione della megafauna.
MULDER: Ma solo della morte di altre persone!
UOMO CHE FUMA: Gli alieni avevano previsto tutto. È successo anche a loro in passato.
MULDER: E lei lo ha tenuto segreto!
UOMO CHE FUMA: Pensa alla storia del mondo, Fox. Nessuno di noi due poteva salvare l’umanità dall’autodistruzione.
MULDER: Ma ha comunque pianificato il finale.
UOMO CHE FUMA: Ho solo anticipato un po’ i tempi. Alla fine tutti quanti muoriamo.

(Mulder punta di nuovo la pistola verso l’uomo)

MULDER: Adesso, per esempio.
UOMO CHE FUMA: E a che servirebbe? Sarai morto fra una settimana.
MULDER: Qual è la sua offerta?
UOMO CHE FUMA: Un posto al tavolo dei potenti. Sarebbe un peccato se tu mancassi.
MULDER: Non potrei più guardare la mia faccia allo specchio. Figuriamoci la sua.
UOMO CHE FUMA: Potremo dare inizio a un nuovo mondo, Fox. Con te, me e la tua amata Scully.
MULDER: Preferirei bruciare all’Inferno!
UOMO CHE FUMA: Parli a me dell’Inferno? Molto presto ci finirai come tutti gli altri. Mi sembri febbricitante. Peste? Influenza aviaria? Una brutta forma di raffreddore? Non è troppo tardi, Fox.
 
SCENA 14

(Siamo nello studio televisivo di Tad O’Malley, dove questo sta ancora trasmettendo il suo show.)

O’MALLEY: Abbiamo ricevuto notizie che gli ospedali sono sovraffollati e che i ricoveri stanno aumentando, ma la verità è sotto gli occhi di tutti, siamo al collasso. I mezzi di comunicazione non ve ne vogliono parlare, negando come sempre l’evidenza, mentre i casi di antrace danno il via ad un’epidemia di influenza e a malattie di origine batterica.

(Sul videowall alle sue spalle appaiono dei simboli. L’uomo di alza per indicarli.)

Ora. Se vedete graffiti di questo genere nel vostro quartiere, c’è la possibilità che il vostro DNA sia stato preso di mira da un rilascio di alluminio nell’atmosfera tramite scie chimiche. Una diffusione sistematica di sostanze che attivano una risposta genetica. Ci sono casi a New York, in California, in tutto il paese, mentre qui a Washington l’immunità ai germi più comuni è stata spazzata via e gli ospedali sono presi d’assalto.
 
SCENA 15
OSPEDALE OUR LADY OF SORROWS


(Scully percorre un corridoio pieno di persone malate, quando viene affiancata dall’infermiera Sandeep.)

SANDEEP: Dottoressa Scully, siamo in emergenza, non sappiamo cosa fare.
SCULLY: Sì, me ne sono accorta. Penserò a qualcosa.
SANDEEP: Perché si stanno ammalando tutti?
SCULLY: Non lo so, Sandeep. Ma ora devo trovare l’agente Einstein.

(Scully entra in un locale che assomiglia molto ad una sala operatoria. L’agente Einstein sta parlando al telefono.)

EINSTEIN: (al telefono) Sì, d’accordo. Li chiami.
SCULLY: Agente Einsten, temevo che avesse lasciato l’ospedale.
EINSTEIN: No, è meglio se resto qui. Fuori la situazione sta precipitando.
SCULLY: Non possiamo fare niente per quella gente, non ora.
EINSTEIN: Il centro di controllo delle malattie conferma il contagio di massa. Non riescono a contenerlo. Chiamo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
SCULLY: Io ho bisogno di aiuto. Venga.

(Le due donne si spostano in un locale adiacente.)

EINSTEIN: Ha trovato una soluzione?
SCULLY: Dobbiamo agire alla svelta.

(Scully si dirige verso uno scaffale in cerca di qualcosa)

EINSTEIN: Aveva ragione su tutto.
SCULLY: Avevo torto sulle basi scientifiche, avevo torto sulle cause, torto marcio.
EINSTEIN: Si tratta di un’insufficienza su larga scala del nostro sistema immunitario.
SCULLY: Da manipolazione genetica.
EINSTEIN: Quello che lei chiama DNA alieno.

(Scully apre l’involucro che contiene uno strumento per raccogliere campioni biologici.)

SCULLY: È lì che mi sbagliavo. Il DNA alieno è dentro di me ed è l’unica cosa che potrebbe salvare tutti.
EINSTEIN: Ma perché sono tutti malati?
SCULLY: Quello che hanno loro, che ha lei, e presumo l’intera popolazione, è qualcosa di completamente diverso. È già nella linea germinale, è nello sperma, negli ovuli, è un virus dentro il virus che ci hanno inoculato con il vaccino contro il vaiolo. È il cosiddetto virus Spartan.
EINSTEIN: Chi glielo ha detto?
SCULLY: Una persona fidata che dice che non è troppo tardi per fermare tutto.
EINSTEIN: Mi dica cosa devo fare.
SCULLY: Devo prelevare un campione.
EINSTEIN: Sì, ma per farci che cosa?
SCULLY: Amplificare il mio codice genetico usando il DNA alieno per sconfiggere il virus Spartan e creare un vaccino.

(Scully preleva un campione della sua stessa saliva e lo consegna ad Einstein)

Deve eseguire una PCR usando i primer della mia sequenza.
EINSTEIN: Ok, non ci vorrà molto.
SCULLY: Bene, perché non c’è più tempo.
 
SCENA 16

UOMO CHE FUMA: Non è il momento di fare l’orgoglioso.

(Mulder è sdraiato a terra e sembra che le sue condizioni stiano peggiorando.)

MULDER: Io non… io non voglio il suo aiuto.

(L’Uomo che Fuma allontana con un calcio la pistola dalla mano di Mulder.)

UOMO CHE FUMA: La suprema ironia. Noi esseri dalla grande mente sconfitti da piccoli microbi senza cervello. Tutto grazie al virus Spartan.
MULDER: Riflessioni di un povero pazzo.
UOMO CHE FUMA: Non ti arrendi mai, vero?

(Mulder si aggrappa alla poltrona per tentare di alzarsi da terra. A fatica riesce a sedersi sulla poltrona.)

MULDER: Mi domando se le mancherò.
UOMO CHE FUMA: Mi mancherai molto. Tu hai dato un senso alla mia vita, Mulder.
MULDER: (fissando il soffitto) Sono sul trono del Re. Però è consumato. (ridendo) Esattamente come il Re.

(L’Uomo che Fuma si toglie dal viso una protesi rivelando le ferite riportate presumibilmente in seguito all’esplosione che abbiamo visto in “The Truth”. È privo di setto nasale e anche della parte sinistra del viso.)

UOMO CHE FUMA: Eppure sono già scampato alla morte.
MULDER: (ridendo) Vorrei che Scully fosse qui, per vedere che mostro è diventato.
UOMO CHE FUMA: E rimarrò solamente io.

(Mulder fissa attentamente l’Uomo che Fuma.)
 
SCENA 17

(Scully e Einstein entrano in un laboratorio)

SCULLY: Dobbiamo fare più presto possibile ed estrarre il DNA alieno.
EINSTEIN: Prima dobbiamo vedere se c’è.
SCULLY: Tranquilla. C’è. Si trova su una banda vicina al marker.

(Arrivate ad una postazione, Scully solleva una spessa gelatina bianca da uno strumento e la posiziona sotto una lampada. Le donne indossano un paio di occhiali prima di accendere la luce.)

SCULLY: Grazie.

SCULLY: Non ci posso credere, è impossibile.
EINSTEIN: (osservando la gelatina sotto la luce) Non c’è niente. Non c’è nessun DNA alieno.
SCULLY: L’ho visto quando ho sequenziato il mio genoma. Era vicino al centromere sul cromosoma 17. Era lì.

(Nel laboratorio si accende la luce ed entra l’infermiera Sandeep. Le sue condizioni di salute non sono affatto buone.)

SANDEEP: Mi scusi, dottoressa Scully. I medici si stanno ammalando. C’è qualcosa che può fare?

(Einstein e Scully guardano la donna e sospirano.)
 
SCENA 18

(Tad O’Malley è ancora nel suo studio e sta ancora trasmettendo, ma anche lui inizia a sentirsi male.)

O’MALLEY: Arrivano i primi referti medici sulle morti. I soldati per l’antrace, mentre gli anziani stanno soccombendo perché il loro sistema immunitario è stato indebolito o eliminato.

(L’uomo si alza a fatica dalla sua postazione.)

È l’attacco di qualcuno pronto a portare avanti una guerra batteriologica. I dati indicano che anche le radiazioni dei forni a microonde possono attivare il virus, un virus ormai diffuso su scala globale. È arrivato in Europa. Il nostro consiglio è di restare a casa. Il mio staff si è ammalato, ma resteremo in onda finché ci sarà la speranza di un’inversione di rotta.
 
SCENA 19

(All’ospedale la situazione è sempre più drammatica. Scully e Einstein osservano i malati da dietro una porta a vetri, mentre la luce, all’interno della struttura, va e viene.)

SCULLY: Adesso sì che brancoliamo nel buio.
EINSTEIN: Proviamo a riflettere. Che cosa ci dice la scienza?
SCULLY: Dunque. Il virus Spartan rimuove il gene dell’adenosina deaminasi dal DNA. Rimuovendo il gene ADA il sistema immunitario semplicemente svanisce.
EINSTEIN: Sì, ma io non sono ancora malata.
SCULLY: È solo questione di tempo. Senza DNA alieno non ha nessuna speranza contro il virus Spartan.
EINSTEIN: (piuttosto scossa) Ok. Allora come funziona? Come fa questo virus a rimuovere il gene ADA?
SCULLY: Con un meccanismo chiamato CRISPR CAS9.
EINSTEIN: (insieme a Scully) CRISPR CAS9. L’RNA e le proteine tagliano i geni in una posizione specifica.
SCULLY: Esatto. E in questo caso è stato usato come arma.
EINSTEIN: Allora come fa il DNA alieno a proteggerla da quest’arma?
SCULLY: Non lo so. Forse il DNA alieno contiene un codice che inibisce la proteina CAS9. È così che riesce a disattivare l’arma.
EINSTEIN: Ma non abbiamo visto il DNA alieno. Perché non era sul gene?
SCULLY: Devono aver pensato che qualcuno lo avrebbe cercato… e tentato di trovare una cura.
EINSTEIN: Ma il suo DNA è diverso.
SCULLY: Sì. Le è venuta un’idea?

(Einstein trascina via Scully e la porta di nuovo verso il laboratorio)

EINSTEIN: Abbiamo commesso uno sbaglio.
SCULLY: Quale?
EINSTEIN: Il nostro campione era troppo piccolo!
 
SCENA 20

(Mulder giace svenuto sulla poltrona dell’Uomo che Fuma. Si sente una voce.)

VOCE: (soffusa) Agente Mulder! Agente Mulder! Agente Mulder!

(Mentre Mulder tenta di aprire gli occhi, la voce si fa sempre più chiara)

Agente Mulder! Agente!

(Si tratta dell’agente Miller. L’uomo ha un fazzoletto sulla bocca, è tutto sudato ed è chinato verso Mulder.)

MILLER: La porto fuori di qui.
MULDER: (tossendo) Si metta in salvo, agente Miller.
MILLER: No. Non la lascerò morire. Andiamo.
MULDER: Non c’è niente da fare.

(Sulla porta appare l’Uomo che Fuma. Ha la pistola di Mulder in mano. Miller si toglie il fazzoletto dalla bocca.)

UOMO CHE FUMA: Nessuno può fare niente per lui. Né per nessun altro.
MILLER: Di certo non se rimaniamo qui. Ce ne andiamo. E nessuno ci potrà mai fermare.
UOMO CHE FUMA: Non andrete lontano. È stato pianificato fin troppo bene.

(Miller si porta di nuovo il fazzoletto alla bocca, poi si volta verso Mulder e lo aiuta ad alzarsi.)

MILLER: Andiamo.
 
SCENA 21

(Einstein e Scully si trovano di nuovo in sala operatoria. La giovane agente sta facendo un prelievo di sangue a Scully.)

EINSTEIN: Dobbiamo fare la PCR usando un campione di cellule più grande.
SCULLY: Il mio DNA è diverso perché io ho nucleotidi in più.
EINSTEIN: Amplificheremo il campione. E questa volta lo troveremo.
SCULLY: (osservando la giovane) Lei non sta bene.
EINSTEIN: Ho solo un po’ di febbre.
 
SCENA 22

(Mulder e Miller stanno uscendo dalla casa in cui si trova l’Uomo che Fuma. Miller sostiene Mulder per camminare, finché questi non si appoggia all’auto del giovane agente. Le condizioni di Mulder sono peggiorate. L’Uomo che Fuma li segue a debita distanza.)

MULDER: Non ce la farò.
MILLER: Beh, io non mi arrendo.
MULDER: Si metta in salvo, Miller. (osservando l’Uomo che Fuma) Lui ha la cura, gliela chieda.
MILLER: Perché non gliel’ha chiesta lei?
MULDER: Perché è proprio quello che vuole.

(Miller aiuta Mulder a salire in macchina, poi si rivolge all’Uomo che Fuma.)

MILLER: Ma si può sapere chi è lei?
UOMO CHE FUMA: Prima che muoia… gli dica addio da parte mia.

(L’uomo rientra in casa, mentre Miller sale in macchina e parte)
 
SCENA 23

(Scully ed Einstein sono di nuovo in laboratorio e stanno analizzando una nuova gelatina bianca sotto la luce.)

SCULLY: Eccolo lì. (indicando un particolare della gelatina) Lo vede? Quello è proprio il DNA alieno.
EINSTEIN: (con voce flebile) Dobbiamo centrifugarlo. Scusi. Mi devo stendere.

(La giovane donna si allontana camminando in modo instabile)

SCULLY: Lei guarirà, agente Einstein. La cura sarà pronta tra poche ore. (Scully guarda Einstein uscire dal laboratorio) Non mi abbandoni, la prego.

(Il cellulare di Scully squilla. È Miller che la chiama dall’auto.)

SCULLY: Agente Miller, dov’è?
MILLER: Sono in auto con l’agente Mulder.
SCULLY: In che condizioni è?
MILLER: Non mi sembra che stia bene.
SCULLY: Invece lei come sta, agente Miller?
MILLER: Forse un medico mi dovrebbe visitare.
SCULLY: Stiamo per trovare una cura, mi creda.
MILLER: Io continuo a guidare, ma le strade sono intasate. Non so se riusciremo ad arrivare.
SCULLY: Tenga il telefono carico. Verrò a prendervi io, ovunque siate.
 
SCENA 24

(Scully entra in un locale dell’ospedale in cui Einstein si è rifugiata per riposare. Ha in mano due contenitori trasparenti per flebo. La giovane sente Scully arrivare e si sveglia.)

SCULLY: Rimanga sdraiata. Non si alzi.
EINSTEIN: (con voce debole) Ha bisogno del mio aiuto.
SCULLY: Sì, è vero, agente Einstein. Mi servirà il suo aiuto per portare queste flebo a tutti i medici qui dentro. (Scully prepara la flebo per Einstein) Loro potranno farne delle altre e curare i pazienti.
EINSTEIN: Quindi se funziona…
SCULLY: Lei potrà guarire.
EINSTEIN: …ma avrò del DNA alieno.
SCULLY: Dovremmo tutti augurarci di averlo. (Scully inserisce l’ago nel braccio di Einstein) È la nostra unica speranza.
 
SCENA 25

(Tad O’Malley è sempre nel suo studio televisivo. L’uomo è visibilmente malato, parla lentamente e fa fatica a deglutire. La trasmissione è disturbata, il segnale video e audio vanno e vengono.)

O’MALLEY: Non arrivano altre notizie. Le linee di comunicazione sono interrotte. Tutti i sistemi e le infrastrutture sono… sono inutilizzati … dato che non c’è nessuno a occuparsene. Appare evidente adesso… che svaniremo… in un sommesso… spaventoso… assordante silenzio.

(La trasmissione si interrompe all’improvviso)
 
SCENA 26

(In centro città è il caos. File di auto affollano le strade mentre molte persone camminano a piedi. Scully è in strada, ha in mano due flebo e si dirige verso il suo SUV. Un uomo sradica un palo dal terreno e lo getta contro una vetrata.)

SCULLY: (rivolta all’uomo) Fermo! Fermo. Per favore. (Voltandosi poi verso la folla) Per favore, ascoltatemi. Andate in ospedale. Andate in ospedale, la cura è quasi pronta. Credetemi! Andate in ospedale!

(Scully si allontana e si avvia di nuovo verso la sua auto)
 
SCENA 27

(O’Malley sta ancora trasmettendo. Fissa il suo cellulare. La trasmissione è sempre molto disturbata.)

O’MALLEY: Ho appena … ricevuto un messaggio da un dottore… che dice che c’è … un raggio di luce. Un vaccino. Un vero miracolo. Non vi arrendete.

(Il segnale cade di nuovo)
 
SCENA 28

(In città Scully raggiunge finalmente il suo SUV facendosi largo tra la folla. Parte alla ricerca di Mulder attraversando strade e montando su marciapiedi pur di avanzare. Sui ponti che portano in centro, le macchine sono ammassate una dietro l’altra. Scully avanza a stento tra i veicoli mentre parla al telefono con Miller.)

SCULLY: Vedo solo macchine, non so come trovarvi!
MILLER: Esco dall’auto, va bene? Mi metto in mezzo alla strada.

(Mulder sembra svenuto. Miller esce e cerca di farsi notare da Scully.)

SCULLY: (rivolta a sé stessa) Devo fare presto.

(Quando non può più avanzare, anche Scully esce dall’auto, portando con sé le flebo e parlando sempre al cellulare.)

SCULLY: Continuo a piedi. Vengo verso di lei.
MILLER: Credo di vederla. Non si fermi, sono davanti a lei.
SCULLY: Ok. Arrivo. L’ho vista.

(Scully inizia a correre mentre Miller le fa un cenno con il braccio.)

SCULLY: Dov’è?

(Miller porta Scully da Mulder. Scully apre lo sportello dell’auto e si china davanti a lui.)

SCULLY: Mulder. Sono qui.
MULDER: (con voce debole) Ti ha salvato la vita. Quel vecchio tabagista. Penso di doverlo ringraziare.
SCULLY: Salveremo anche la tua, te lo giuro.
MULDER: L’agente Miller… è nei guai.
SCULLY: Lo so, me ne occuperò io, ma adesso devo fare la flebo a te, ok? (annuendo) Ok.

(Mulder annuisce. Scully si alza e si dirige verso Miller.)

SCULLY: Sta peggio di quanto pensassi.
MILLER: Non può fare niente per lui?
SCULLY: La cura potrebbe essere inutile. Ha bisogno di cellule staminali subito.
MILLER: Cellule staminali di chi?
SCULLY: Abbiamo avuto un figlio. Nostro figlio sarà protetto per via ereditaria dal DNA alieno.
MILLER: Allora dobbiamo andare subito a prenderlo.
SCULLY: Io… non lo so dov’è…

(In quel momento una luce accecante proveniente dall’alto illumina i volti di Scully e Miller. I due si voltano d’istinto verso il cielo. Anche Mulder, ancora seduto in auto, guarda verso l’alto. Un velivolo dalla forma molto simile all’ARV visto nel primo episodio si sta avvicinando al luogo dove si trovano Scully, Miller e Mulder. Un fascio di luce azzurra è puntato proprio sopra di loro. Il velivolo si abbassa sempre di più sopra il ponte mentre tutti guardano verso l’alto. Scully guarda impietrita verso il velivolo. La luce sembra essere indirizzata proprio verso di lei. Il rumore del velivolo aumenta mentre questo si avvicina sempre di più. L’inquadratura si stringe su Scully, poi sul suo volto ed infine sul primo piano del suo occhio sinistro.)


Trascrizione effettuata da Scully
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