#1X15 Young at Heart - Morte Apparente

#1X15 Young at Heart - Morte Apparente
di Chris Carter, Scott Kauffer
diretto da Micheal Lange


Un criminale, che si credeva fosse morto in prigione anni prima, cerca la vendetta su Mulder.
Mulder e Scully vengono chiamati dall’Agente Speciale Reggie Purdue, per aiutarlo nelle indagini su un furto in una gioielleria. Purdue ha richiesto l'assistenza di Mulder sul caso perché sulla scena del crimine è stato trovato uno strano biglietto sul quale è scritto: “Fox can’t guard the chicken coop”. Mulder spiega a Scully che il suo primo caso nell’FBI riguardava un ladro di nome John Barnett che era solito lasciare delle note per prenderlo in giro. Barnett fu catturato condannato al carcere a vita. Mulder credeva che fosse morto quattro anni prima, e per questo motivo rimane turbato quando le analisi confermano che il biglietto è stato quasi sicuramente scritto da Barnett nelle ultime 48 ore.

Intanto Scully e Purdue riguardano il video della cattura di Barnett, registrato anni prima dalla sorveglianza dell’FBI. Nel filmato si nota che durante l'operazione Mulder avrebbe avuto la possibilità di sparare a Barnett, ma aveva esitato per seguire le procedure previste dall’FBI nel caso siano presenti degli ostaggi. Quell'esitazione permise a Barnett di sparare ad un veicolo dell’FBI, uccidendo il guidatore ed un agente. Mulder sparò a sua volta, ferendo Barnett, ma non riuscì mai a perdonarsi quel suo errore. Barnett giurò in seguito che avrebbe “preso” Mulder.

Scully e Mulder vanno a parlare con il compagno di cella di Barnett, Joe Crandall. Joe è convinto che in realtà Barnett non sia affatto morto, anzi, dice di aver visto un medico della prigione amputargli la mano. Mulder chiama Purdue per aggiornarlo, ma durante la conversazione Purdue viene aggredito e strangolato. Mulder e Scully corrono per aiutarlo, ma arrivano troppo tardi. Sul suo corpo viene trovato un altro biglietto di Barnett.

Gli agenti si dirigono quindi all’Istituto Nazionale della Salute dove trovano il dottor Austin. Questi spiega agli agenti che il dottor Ridley fece degli esperimenti su bambini affetti da progeria, una malattia che accelera l’invecchiamento e causa una morte prematura. Ridley perse la licenza per praticare medicina, ma continuò a fare esperimenti in segreto per fermare e invertire il processo della malattia. Mulder si convince quindi che Barnett sia stato una cavia del dottor Ridley, e che ora abbia un fisico molto più giovane. Mulder e Scully vengono contattati dal dottor Ridley, il quale confessa loro che Barnett è stato effettivamente uno dei suoi ultimi pazienti e che è ancora vivo. Ridley spiega che su Barnett aveva usato una tecnica diversa ed aveva innestato delle cellule di salamandra sul suo braccio. Queste cellule erano cresciute ed avevano riformato la mano amputata. Mulder contatta Deep Throat, il quale lo avvisa che Barnett ha rubato i documenti a Ridley, e che ora vuole venderli al governo americano in cambio di un’immunità. Mulder intuisce che Scully sarà la prossima vittima, ed assieme ad altri agenti organizzano una messinscena. Barnett non se ne accorge, spara a Scully (protetta dal giubbotto antiproiettile), e viene scoperto dagli altri agenti. Barnett prende un ostaggio, e Mulder rivive la scena di quattro anni prima. Stavolta però non sbaglia, spara a Barnett e lo uccide. 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
RICHARD ANTHONY WILLIAMS - Reggie Purdue
ALAN BOYCE - John Barnett giovane
DAVID PETERSON - John Barnett vecchio
GRAHAM JARVIS - Dr. Austin
WILLIAM B. DAVIS - Uomo che Fuma
MERRILYN GANN - Accusatore
JERRY HARDIN - Deep Throat
ROBIN MOSSLEY - Dr. Joe Ridley
GORDON TIPPLE - Joe Crandall
COURTNEY ARCIAGA - Vittima della Progeria
CHRISTINE ESTABROOK - Agente Henderson 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 11/02/94
Italia 10/08/95
#
SCENA 1
TASHMOO FEDERAL CORRECTION FACILITY
PENNSYLVANIA, 1989


(Joe Crandall trascina la sua sedia a rotelle tra i reparti di quella che sembra essere l'infermeria del carcere. La sua attenzione viene attirata dapprima da un letto vuoto, poi da alcune urla maschili che si sentono in lontananza. L'uomo si dirige nella direzione delle urla ed arriva di fronte ad una porta a vetri. La apre allungando una mano. Crandall vede il dottor Ridley operare un uomo.)

CRANDALL: Ehi! Che sta facendo a Barnett?
RIDLEY: Come hai detto?
CRANDALL: Cos'ha fatto a Johnny?

(Il dottor Ridley posa la siringa.)

RIDLEY: Perché non torni a letto. Non c'è più niente da fare per il tuo amico.
CRANDALL: Cosa?
RIDLEY: John Barnett è morto.
CRANDALL: (scuotendo la testa) L'ho sentito urlare, poco fa.

(Il dottore prende in mano il bisturi e lo avvicina alla gola dell'uomo sulla sedia a rotelle.)

RIDLEY: Non hai capito? John Barnett è morto, è chiaro?

(Spaventato Crandall accenna un "si" con la testa, gira la sedia a rotelle ed esce dalla stanza.)

RIDLEY: Forza Crandall, fuori dai piedi. E poi non è un bello spettacolo da vedere. Fuori, hai capito?

(Crandall si ferma sulla soglia della porta e osserva l'amico sul lettino operatorio. Barnett sbatte le palpebre, che hanno qualcosa si sinistro. L'uomo sulla sedia a rotelle è costretto ad uscire e mentre il dottor Ridley chiude la porta alle sue spalle, Barnett sbatte nuovamente gli occhi.)


SIGLA
SCENA 2
WASHINGTON, D.C.
AI GIORNI NOSTRI


(Mulder e Scully parcheggiano a lato della strada ed escono dall'auto. I due si incamminano verso il luogo del crimine.)

SCULLY: Io non capisco. Ma che c'entriamo noi con questa storia?
MULDER: Svaligiare un gioielleria è un reato federale.
SCULLY: (in modo ironico) Ah davvero?
MULDER: E poi ho ricevuto una chiamata da un collega col quale lavoravo nella sezione Crimini, ha detto che era importante.

(I due colleghi arrivano sulla scena mentre altri agenti stanno portando via il corpo di una vittima.)

MULDER: (in tono canzonatorio) Reggie... Reggie...

(Mulder allunga la mano.)

PURDUE: Mulder, ti si è incantato il disco?
MULDER: Sì. Ti presento l'agente speciale Scully. Reggie Purdue.
PURDUE: Come va?
SCULLY: Bene. Allora cos'è successo?
PURDUE: Un rapinatore solitario ha fatto fuori una delle commesse dopo essersi fatto riempire di gioielli una borsa.
MULDER: Qualche indizio di rilievo?
PURDUE: No, non direi a parte... questo.

(Prende una busta dove è stata catalogata una prova e prende Mulder da parte.)

PURDUE: Credo che ti manderà in tilt il cervello.
MULDER: Perché?
PURDUE: Eh, io ti ho avvertito, Mulder. Questo manderà in tilt il tuo... cervello.

(Reggie Purdue passa la prova a Mulder, mentre Scully si avvicina.)

SCULLY: Che cos'è?
MULDER: (rivolto a Scully) Aspetta, aspetta un secondo.
PURDUE: Capisci perché ti ho chiamato?
MULDER: I testimoni hanno potuto descriverlo?
PURDUE: Maschio, bianco, alto all'incirca un metro e ottanta, col passamontagna.
MULDER: Dannazione, sembrerebbe Barnett.
PURDUE: Già, ma non è possibile.

(Scully guarda i due uomini.)

SCULLY: Chi è questo Barnett?

(Mulder e Scully stanno uscendo dalla scena del crimine.)

MULDER: E' stato il mio primo caso nell'FBI. Barnett compiva rapine a mano armata per tutta Washington, riuscendo sempre a farla franca. Uccise sette persone e così fu creata una squadra operativa. Reggie era il mio capo. Io avevo ventotto anni ed ero fresco d'accademia. Avevo una mia teoria sul caso. Reggie pensava che fossi un presuntuoso... e infatti ero presuntuoso.
SCULLY: Qual era questa teoria?
MULDER: Che Barnett avesse un contatto nella compagnia trasporti blindati che gli passava informazioni sui grossi trasferimenti di denaro e infatti era così.
SCULLY: E allora?
MULDER: Facemmo bollettini di spedizione falsi d'accordo con la compagnia per farlo cadere in trappola, ma lui era sempre un passo avanti a noi. E cominciarono ad arrivare questi.

(Mulder passa la prova a Scully. E' un biglietto sul quale è scritto un messaggio diretto a Mulder.)

SCULLY: La volpe non può difendere il pollaio.
MULDER: Carino, eh?
SCULLY: Non l'avete mai preso?
MULDER: No, l'abbiamo preso... l'abbiamo preso però... un agente ci lasciò la pelle e ce l'ho sulla coscienza io, purtroppo.
SCULLY: (dopo un attimo di silenzio) E che fine ha fatto Barnett?
MULDER: Evitò la pena di morte per un vizio di procedura, ma gli furono ascritti tutti i reati commessi. Venne condannato a 350 anni, il che equivaleva a farlo morire in carcere.
SCULLY: Tu credi che sia riuscito a scappare?
MULDER: No, è morto. E' morto in prigione. Quattro anni fa.
SCULLY: Sei sicuro?
MULDER: Certo, per chi mi prendi.


SCENA 3
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.


(In un laboratorio dell'FBI l'agente Henderson sta analizzando il biglietto portato da Mulder. I due stanno controllando la prova ad un microscopio e sono l'uno di fronte all'altra.)

HENDERSON: Questo tizio è un tuo amico?
MULDER: Sì, gioco a golf con lui tutte le domeniche. Che mi dici?
HENDERSON: Guarda che l'hai portato solo dieci minuti fa.
MULDER: Perdi colpi, Henderson.
HENDERSON: Forse dieci minuti saranno tanti per te, Mulder. Oh, vado ad occhio naturalmente. Non ti conosco così a fondo.
MULDER: Ah, andiamo. Non scherzare, che ne pensi?
HENDERSON: D'accordo. Prima osservazione: l'inchiostro è fresco. Il biglietto è stato scritto non più di 48 ore fa. Penna a sfera, ma già lo sapevi. Usa la mano destra. Vediamo... chi l'ha scritto stava seduto. Sono proprio brava, vero?
MULDER: Sì, allora può averlo scritto Barnett?
HENDERSON: Direi proprio di sì.
MULDER: Ma non ne sei sicura.
HEDERSON: Al 90%. E' stato buttato giù in fretta. I tratti ascendenti e discendenti sono più marcati.
MULDER: Potrebbero avere ricalcato un vecchio biglietto di Barnett?
HENDERSON: Sì, ma in questo caso avremmo a che fare con un vero artista.
MULDER: Grazie Henderson, ti devo una cena.
HENDERSON: Promesse, promesse...

(Mulder esce dal laboratorio.)


SCENA 4
UFFICIO DI REGGIE PURDUE


(Scully e Purdue stanno visionando la videocassetta dell'arresto di Barnett.)

PURDUE: Ecco Barnett. Avevamo circondato il magazzino dell'aeroporto, ma fu tutto inutile perché Barnett prese in ostaggio il conducente dell'autoblindo.
SCULLY: Dov'è Mulder?
PURDUE: Eccolo lì, gli arriva alle spalle. (Purdue indica sullo schermo la posizione di Mulder) Barnett non se ne accorge.
SCULLY: E' un bersaglio facile.
PURDUE: Sì, apparentemente.
SCULLY: Ma... non poteva...
PURDUE: No, no... avrebbe messo in pericolo l'ostaggio.
SCULLY: Ed è contro il regolamento.
PURDUE: Avrebbe potuto salvare una vita o forse due. All'improvviso quel bastardo di Barnett cominciò a sparare nel mucchio.

(Sul nastro si vede la scena descritta da Purdue.)

SCULLY: E a quel punto Mulder sparò a Barnett.
PURDUE: Due volte, alla spalla e alla mano, ma non evitò che Barnett colpisse a morte il conducente e... l'agente Steve Wallenberg. Mulder... non è mai riuscito a farsene una ragione. La sua testimonianza al processo fu spietata.
SCULLY: E sicuramente influì sulla sentenza nei confronti di Barnett.
PURDUE: Non dimenticherò mai il momento in cui Mulder scese dal banco dei testimoni. Barnett si girò e gli disse che lo avrebbe ucciso. Se devo essere sincero, vorrei che Mulder l'avesse fatto secco in quel magazzino.

(Reggie Purdue lascia la stanza. Il video mostra un fermo-immagine di Mulder che osserva un Barnett ferito ed accasciato sull'asfalto.)


SCENA 5

(Mulder e Scully sono negli uffici dell'FBI. Mulder recupera dalla stampante dei documenti, mentre Scully gli si avvicina.)

SCULLY: Che cosa ti ha detto Henderson?
MULDER: Al 90% è la calligrafia di Barnett.
SCULLY: E questo cos'è?
MULDER: Il dipartimento federale mi ha mandato una copia del suo certificato di morte. Nome del deceduto: Barnett, John Irvin. Causa del decesso: arresto cardiaco. Data: 16 settembre 1989.
SCULLY: Allora quel biglietto è una splendida imitazione.
MULDER: Comunque lo hanno scritto nelle ultime quarantotto ore.
SCULLY: Qualche impronta?
MULDER: No, nessuna.
SCULLY: Barnett ha passato anni in quella prigione. Forse si è accordato con qualcuno che poi è uscito.
MULDER: Vendetta postuma? Sarebbe un bello scherzo.
SCULLY: Aveva giurato di fartela pagare, no?

(Mulder si ferma all'istante.)

SCULLY: Ho... parlato fino adesso con l'agente Purdue.
MULDER: Hai visto la videocassetta?
SCULLY: (annuendo) Hai fatto la cosa più giusta, Mulder.
MULDER: Sei sicura? Steve Wallenberg aveva una moglie e due figli. Uno dei due è diventato una star della sua squadra di football. Se avessi premuto il grilletto due secondi prima Wallenberg ora vedrebbe suo figlio giocare. L'unico risultato che ho ottenuto è una fantasma grafomane che svaligia gioiellerie.

(Mulder apre la porta dell'ufficio e sparisce al suo interno.)


SCENA 6

(Mulder sta osservando una partita di football di una squadra di bambini. E' seduto sugli spalti e ha in mano il biglietto scritto con la calligrafia di Barnett.)

COACH: Allora ragazzi, pronti? Via! Dai, dai passa quella palla. Spostati sulla fascia! Sei peggio di una lumaca, Bill!

(Il ragazzino effettua un lancio che prontamente viene afferrato dal compagno di squadra. I ragazzi si incitano tra loro durante il gioco.)

COACH: Accidenti così non va. Tornate in posizione. Pronti? Vai!
QUARTERBACK: 1-2-3, via!
COACH: Fagli un lancio lungo! Fagli un lancio lungo!
QUARTERBACK: Prendi!

(Il quarterback lancia la palla.)

COACH: Ahhh... ti sei fatto fregare un'altra volta, Bill! Proviamo il modulo tre, andiamo ragazzi. State giocando come dei rammolliti! Va bene, allora riproviamo lo schema tre. E tu Jimmy non fare l'errore che hai fatto prima, mi raccomando.

(Mulder si alza dagli spalti e torna alla macchina. E' aperta. Sul sedile dell'autista trova una busta contenente alcune foto che lo ritraggono durante il suo lavoro ed un altro biglietto.)

MULDER: (legge il biglietto) Una volpe cacciata alla fine muore.

(Mulder si guarda intorno, ma la strada è vuota.)

MULDER: (urlando) Ti prenderò figlio di puttana!

(Alcune persone sedute sugli spalti si voltano in direzione di Mulder, compreso un uomo misterioso con il volto nascosto da un cappello. Mulder sale in auto e se ne va.)


SCENA 7

(Purdue sta osservando le foto contenute nella busta che Mulder ha trovato in auto.)

PURDUE: Ci ho riflettuto. E sono convinto che qualcuno si stia prendendo gioco di te.
MULDER: Barnett disse che mi avrebbe fatto fuori.
PURDUE: Ma che te ne importa! Ormai è morto.
MULDER: A quanto pare no.
PURDUE: Oh, andiamo... c'è un sacco di gente che sa delle minacce che Barnett ti fece durante il processo.
MULDER: Barnett è vivo, Reggie!
PURDUE: Ma come fai a dirlo?
MULDER: Non lo so, è una sensazione.

(L'agente Purdue si alza per andare a chiude la porta del suo ufficio, facendo segno con la mano ad un collega affinché lo lasci solo con Mulder.)

PURDUE: Sono state fatte molte chiacchiere sul tuo carattere, Mulder, ma non gli ho mai dato peso. Ho sempre pensato che esagerassero sulle tue paranoie, almeno fino ad ora.
MULDER: E adesso?
PURDUE: Ricordi il giorno in cui sei entrato nel mio ufficio fresco d'accademia? Confesso che mi irritavi soltanto a guardarti, ma poi ho visto come funzionava il tuo cervello. Eri il migliore, sempre... tre passi avanti agli altri! Facevi paura, Mulder.
MULDER: Sì, le conosco quelle storie.
PURDUE: Già. Beh, forse... forse faresti meglio a sentirle di nuovo. Hai deluso un sacco di gente qui all'FBI, avevano grossi progetti su di te! Ormai tutti dicono che il nevrotico Mulder è diventato motivo di imbarazzo perché è uno psicolabile!
MULDER: Stai dicendo che a montare queste chiacchiere è qualcuno dell'FBI?
PURDUE: Forse sì e forse no, ma è sempre meglio coprirsi il culo per ogni eventualità.

(In quell'istante Scully entra nell'ufficio. Consegna a Purdue dei documenti.)

SCULLY: Scusate. E' appena arrivato via fax. E' una copia del testamento con le ultime volontà di John Barnett. Non avendo parenti ha lasciato quel poco che aveva a un altro detenuto, un certo Joe Crandall. In oltre ha espresso la volontà di essere cremato. La cremazione è stata eseguita sei mesi dopo la morte e le sue ceneri sono state sparse lungo la sponda del fiume Delaware, da un inserviente del forno crematorio, non lontano dalla prigione.
PURDUE: Sono sempre più convinto che qualcuno ti sta prendendo in giro.
MULDER: E uccide una commessa solo per lasciarmi un biglietto? Stai perdendo la tua lucidità, Reggie.

(Mulder, infastidito da quanto detto in precedenza dal suo collega, prende la giacca e se ne va.)


SCENA 8

(In un altro ufficio, Mulder sta cercando di ricostruire l'aspetto attuale di Barnett grazie all'utilizzo di un computer. Insieme a lui c'è un tecnico del laboratorio.)

MULDER: E' passato del tempo. Potrebbe aver messo su qualche chilo.
TECNICO DEL COMPUTER: Quanto tempo?
MULDER: Cinque anni.

(Il tecnico digita dei parametri e vediamo il volto di Barnett invecchiare sul monitor del computer.)

MULDER: Potrebbe usare qualsiasi travestimento.

(L'operatrice al computer infoltisce notevolmente la barba di Barnett, facendolo sembrare ancora più vecchio. In quell'istante Mulder si allontana e assorto nei suoi pensieri torna con la mente al momento del processo, avvenuto cinque anni prima.)

PROCURATORE: Ci riporti al giorno in questione. Ha avuto l'impressione, agente Mulder, che John Barnett provasse una sorta di piacere perverso nel compiere i suoi crimini? Non le mandò dei biglietti per deriderla?

(Mulder si trova nell'aula per testimoniare contro John Barnett.)

MULDER: Sì, ci stava sfidando apertamente a catturarlo. Per lui uccidere non era altro che un gioco perverso, diabolico.
PROCURATORE: Per favore, descriva alla corte, agente Mulder, che cosa accadde quando finalmente riusciste a prendere John Barnett.
MULDER: Avevamo circondato un magazzino doganale dell'aeroporto. Sapevamo che Barnett aveva un complice nella compagnia dei trasporti valori che gli riferiva quando c'erano grossi carichi di denaro. Ma non immaginavamo che ci sarebbe stato proprio lui sul veicolo quando arrivò. Per questo Barnett fu in grado di prendere in ostaggio il conducente.
PROCURATORE: In altre parole, John Barnett, usò il suo stesso complice come ostaggio?
MULDER: Sì, avvocato.
PROCURATORE: E poi? Cosa avvenne?

(Il giudice nel frattempo prende appunti.)

MULDER: Circondammo Barnett e gli ordinammo di liberare l'ostaggio e consegnare le armi.
PROCURATORE: E lei dov'era in quel momento, agente Mulder?
MULDER: Mi trovavo alle spalle di Barnett.
PROCURATORE: E l'imputato era un bersaglio facile?
MULDER: Sì, avvocato.
PROCURATORE: Ma non fece fuoco, perché?
MULDER: Perché è contro il regolamento dell'FBI mettere inutilmente a repentaglio la vita di un ostaggio. E siccome pensavo che non avesse nessuna possibilità di fuggire, ero convinto che si sarebbe arreso.
PROCURATORE: Invece che cosa accadde in realtà?
MULDER: L'imputato, John Barnett, prima sparò a bruciapelo all'ostaggio e poi puntò la pistola su Steve Wallenberg. E gli sparò dritto in faccia.
PROCURATORE: Grazie, agente Mulder. Nessun'altra domanda per il momento.

(Mulder si alza dalla sedia, ma continua a parlare.)

MULDER: Lo freddò, soltanto per sfregio.
AVVOCATO DIFENSORE: Obbiezione, Vostro onore!
GIUDICE: Il teste può andare.
MULDER: Quel poliziotto aveva moglie e due figli!
GIUDICE: Per favore, Mulder!
MULDER: ...e lui gli ha sparato senza esitare, comportandosi come una belva, senza un briciolo di umanità e per quello che hai fatto dovrai morire come un animale, brutto figlio di puttana!

(Mulder ormai è incontenibile. Nel fracasso dell'aula, il giudice prova a rimettere un po' d'ordine. Sbatte il martelletto più volte. Barnett se ne sta seduto al suo posto sorridendo in modo ironico a Mulder.)

AVVOCATO DIFENSORE: Vostro onore, mi oppongo!
GIUDICE: Se non torna al suo posto, la incrimino per oltraggio alla corte. Silenzio! Silenzio in aula! Se non fate silenzio sarò costretta a far sgombrare l'aula.
AVVOCATO DIFENSORE: Vostro onore, il comportamento del testimone è ingiurioso nei confronti del mio cliente. Chiedo che le ultime dichiarazioni vengano cancellate dal verbale.

(Mulder torna a sedersi vicino a Purdue passando proprio vicino a Barnett. Il loro sguardo si incrocia. Barnett si gira verso Mulder.)

GIUDICE: Ne prendo nota avvocato. La giuria è pregata di non tener conto delle ultime dichiarazioni del testimone.

(Mentre il giudice parla, Barnett si rivolge a Mulder. )

BARNETT: (scandendo lentamente ogni parola) Io ti farò fuori.

(Barnett manda un bacio a Mulder in segno di scherno. Il ricordo di Muder termina e siamo di nuovo nel laboratorio dell'FBI. Mulder si avvicina al tecnico del computer.)

MULDER: Stampane una per ogni cambiamento.
TECNICO DEL COMPUTER: Ok.

(Un istante dopo Scully lo raggiunge.)

SCULLY: Ho appena parlato con la prigione.
MULDER: Hanno scoperto qualcosa?
SCULLY: No, gli ho chiamati io seguendo un'intuizione. Barnett è morto per un attacco cardiaco, almeno questo dice il certificato di morte. Beh, mi sono fatta mandare via fax la cartella clinica. Barnett era stato ricoverato nell'infermeria della prigione per un'infezione alla mano destra, però non risulta nessuna cartella clinica in cui si parli di danni alle coronarie, infatti nella visita effettuata sei mesi prima era stato trovato in perfetta salute.


SCENA 9
TASHMOO FEDERAL CORRECTIONAL FACILITY


(Mulder e Scully fanno visita alla prigione per parlare con Joe Crandall.)

DETENUTO: (indicando Mulder e Scully) Crandall c'è una visita per te.

(I tre camminano lungo un corridoio dell'istituto.)

CRANDALL: Non ricevo molte visite.
MULDER: Conosceva John Barnett?
CRANDALL: Sì, signore.
MULDER: Lo conosceva bene?
CRANDALL: Abbastanza bene.
SCULLY: Le ha lasciato tutto quello che aveva. Direi che lo conosceva più che bene.
CRANDALL: Gli cambiavo le bende, così... siamo diventati amici.
MULDER: Quindi sa che Barnett è morto per arresto cardiaco in questo carcere nell'89.
CRANDALL: Arresto cardiaco? E chi l'ha detto?
SCULLY: Il suo certificato di morte.

(I tre si fermano.)

CRANDALL: State scherzando, vero?
MULDER: Perché dovremmo?
CRANDALL: L'ultima volta che ho visto John Barnett è stato in quella stanza laggiù. Il dottore gli stava amputando la mano malata con un coltello.
SCULLY: Quale dottore?
MULDER: Era il dott. Ridley?
CRANDALL: Sì, era il dott. Ridley, proprio lui. Mi disse che Johnny era morto, ma sapevo che non era vero. Gli dissi che era una balla, ma lui mi minacciò.
SCULLY: Come fa a dire che Barnett non era morto?
CRANDALL: Mi sono girato a guardarlo. L'ho visto sbattere gli occhi. Dio, non dimenticherò mai quello sguardo.


SCENA 10
UFFICIO DEGLI X-FILES


(Una foto di John Barnett campeggia in bella mostra nell'ufficio di Mulder e Scully. Mulder carica l'arma e la sistema nella fondina.)

SCULLY: Cosa hai intenzione di fare?
MULDER: Non starò con le mani in mano ad aspettare di ricevere un altro biglietto d'amore da Barnett.
SCULLY: Dal suo fantasma vuoi dire.
MULDER: Non sapevo che credessi ai fantasmi, Scully.

(Il telefono squilla. Scully va a rispondere.)

SCULLY: Pronto? Sì, un momento. (rivolta a Mulder) E' per te.

(Mulder si avvicina al telefono e risponde.)

MULDER: Mulder.
JOSEPH RIDLEY: Mulder, la volpe.
MULDER: Barnett?

(Mulder fa cenno a Scully.)

SCULLY: (sussurrando) Lo localizzo.
BARNETT: Sembri sorpreso.
MULDER: Perché? Non dovrei esserlo?

(Mulder si avvicina al registratore e lo avvia.)

BARNETT: E' illegale registrare le telefonate degli altri... senza il loro esplicito consenso, non è così la legge?
MULDER: In alcuni stati. Cosa ti fa credere che stia registrando?
BARNETT: Non solo. Stai anche cercando di localizzare questa telefonata.
MULDER: In quale città sei?
BARNETT: Sono molto vicino a te. Ti sono stato affianco nella fila per il caffè stamattina.
MULDER: (ride) No, non ci credo.
BARNETT: (risata psicopatica.) Amico, io sono ovunque sei tu. Ovunque. Sono la tua ombra.
MULDER: Come faccio a sapere che sei davvero tu?
BARNETT: Ricordi cosa ti ho detto in tribunale, eh? Manterrò la promessa.
MULDER: Non ricordo, cosa mi hai detto in tribunale?
BARNETT: Ah, sei ingenuo. Pensi di riuscire a tenermi al telefono con questa stupida commedia.
MULDER: Per quanto ne so io, John Barnett è morto e sepolto.
BARNETT: No, tu sei morto, Mulder.
MULDER: Senti, voglio una prova che sei chi dici di essere.
BARNETT: E così vuoi una prova? Eccola. (risata psicopatica.)

(Barnett manda una bacio a Mulder e poi riattacca la cornetta.)

MULDER: Barnett, sei ancora lì?

(Scully rientra in ufficio.)

SCULLY: Non ce l'abbiamo fatta.
MULDER: Sapeva che avremmo cercato di rintracciarlo.
SCULLY: Era proprio Barnett?
MULDER: Sono pronto a giocarmici la carriera. Ho riconosciuto la voce. Ecco, ascolta.

(Mulder fa tornare indietro la registrazione della conversazione avvenuta poco prima.)

MULDER: Senti, voglio una prova che sei chi dici di essere.
BARNETT: E così vuoi una prova? Eccola.

(Mulder ferma la registrazione.)

SCULLY: Che cosa ha voluto dire?
MULDER: Non lo so però era... John Barnett. Ne sono sicuro.


SCENA 11
APPARTAMENTO DI REGGIE PURDUE


(Reggie Purdue sta dormendo nel suo letto. Gli occhiali gli sono scivolati dal naso ed ha un libro aperto sul petto. Improvvisamente il telefono squilla. Reggie allunga la mano per rispondere e gli occhiali cadono sul pavimento.)

PURDUE: Sì?
MULDER: Reggie, sono Mulder.
PURDUE: Mulder, cosa vuoi? E' notte fonda.
MULDER: (sorridendo) Sono soltanto le undici meno un quarto.
PURDUE: Ah, sì? Beh, io stavo dormendo.
MULDER: Sembra che Barnett sia vivo e vegeto.
PURDUE: Come fai a dirlo?
MULDER: Un detenuto che era con lui in prigione giura di aver visto Barnett vivo la notte che dicono sia morto.
PURDUE: Mulder... vai a casa... e riposati un po'.
MULDER: Perché non mi ascolti invece, Reggie? Qui c'è qualcosa che non quadra.
PURDUE: Sì, e qual è?
MULDER: L'agente Henderson sostiene che il biglietto lasciato nella gioielleria è stato scritto con la mano destra.

(Purdue si è messo a sedere sul letto. Dietro di lui un'ombra gli si avvicina sempre più.)

PURDUE: E con questo?
MULDER: Quel detenuto, Crandall, ha assistito l'amputazione della mano destra di Barnett.

(Un scarpa schiaccia gli occhiali caduti a terra e subito dopo una mano dall'aria deforme si stringe attorno al collo di Purdue. L'uomo comincia a rantolare e ad agitarsi. Non riesce a respirare. Mulder, dall'altro capo del telefono, intuisce che qualcosa non va.)

MULDER: Reggie, sei lì? Ehi, Reggie! Reggie! Che succede? Sei lì? Ma che diavolo succede?

(Purdue cade a terra, privo di vita, accanto al suo letto. L'assassino lascia sul corpo dell'uomo un biglietto.)

MULDER: Reggie! Perché non rispondi, Reggie? Reggie, rispondimi! Mi senti? Ma che accidenti succede? Reggie!

(L'ombra si allontana dalla stanza.)


SCENA 12

(L'appartamento dell'agente Reggie Purdue brulica di agenti. Scully entra nella stanza da letto.)

SCULLY: Ragazzi, fate un buon lavoro. Voglio che ogni minimo frammento sia raccolto e analizzato. Voltate questa casa da cima a fondo.

(Scully raggiunge Mulder.)

SCULLY: Mulder...
MULDER: Sua moglie morì di cancro sei anni fa. Non ne parlava volentieri. Da quando l'ho conosciuto stava lavorando a un romanzo. Aveva promesso di farmelo leggere, ma non l'ha mai fatto. Credo che avesse paura che non mi sarebbe piaciuto. Probabilmente ero l'unica persona di cui si fidasse.
SCULLY: Mi dispiace.
MULDER: Tutto questo non sarebbe accaduto se avessi ucciso Barnett quel maledetto giorno.
SCULLY: Mulder, non siamo ancora sicuri al 100% che sia stato lui.

(Mulder indica un biglietto sul comodino. Scully lo raccoglie e lo legge.)

SCULLY: Funerale per gli amici della volpe. Poi toccherà alla volpe.


SCENA 13

(Mulder è tornato al laboratorio per fare analizzare il nuovo biglietto.)

HENDERSON: Inchiostro fresco. Tracce di unto. Vorrei tanto sbagliarmi, ma purtroppo non posso far altro che confermare che questo biglietto è stato sicuramente scritto con la mano destra. L'inclinazione, la pressione... non ci si può sbagliare.
MULDER: (Mulder osserva nel microscopio e annuisce) Sei in grado di dire se questo biglietto è stato scritto da qualcuno con una mano artificiale?
HENDERSON: (tornando al microscopio) Chi l'ha scritto, lo deduco dalle lettere in corsivo, è senz'altro di sesso maschile e ha una calligrafia abbastanza fluida. A giudicare dalle variazioni di pressione nei tratti di raccordo tra le lettere... dimostra di avere una discreta agilità nelle dita, che non si può certo ottenere con una protesi.
MULDER: E' la stessa persona che ha scritto l'altro biglietto?
HENDERSON: Ah, ah. (come a dire "si") Secondo te è il tizio che ha ucciso Purdue?
MULDER: Sì.
HENDERSON: C'è una cosa che non torna. Non ci sono impronte su questo biglietto. Se questa persona indossava un guanto sulla mano con cui scriveva, non ci sarebbero state tracce di unto. Per quanto possa valere.

(Mulder torna nel suo ufficio. Scully riappende la cornetta con la quale stava cercando di contattare il suo collega.)

SCULLY: Ah, ti stavo giusto cercando. Senti questa. Secondo l'associazione medica americana il dottor Ridley, che firmò il certificato di morte di Barnett, non risulta essere più iscritto all'albo dal 1979.
MULDER: E perché mai?
SCULLY: La sua iscrizione è scaduta e non è stata rinnovata visto che lo stato del Maryland gli ha revocato l'abilitazione professionale per illeciti nell'attività di ricerca e abuso di una sovvenzione governativa.
MULDER: Come l'hai scoperto?
SCULLY: E' scritto qui. Nella rivista dell'istituto nazionale della sanità.
MULDER: E che ricerche faceva?
SCULLY: Effettuava esperimenti su bambini affetti da una malattia rarissima chiamata "progeria".


SCENA 14
ISTITUTO NAZIONALE DI SANITA'
BETHESDA, MARYLAND


(Mulder e Scully stanno visionando un vecchio filmato insieme ad un medico dell'istituto.)

DOTTORE: Questa che state vedendo è una bambina di otto anni affetta da progeria allo stato avanzato.
MULDER: Poverina, sembra una vecchietta.
DOTTORE: E' una malattia molto rara, finora si sono verificati solo un centinaio di casi.
SCULLY: Ed è mortale?
DOTTORE: Alcuni dei pazienti affetti da questo male arrivano fino all'età adulta, ma in genere diventano malati terminali all'età di 7-8 anni.
MULDER: Che cos'è che provoca la morte?
DOTTORE: Molto spesso è un'insufficienza cardiaca o complicazioni di natura cerebrovascolare, ma in realtà muoiono di vecchiaia precoce.
MULDER: Quello è il dottor Ridley?
DOTTORE: Sì. Nel 1974. Era convinto di poter rallentare il processo di invecchiamento. All'inizio i suoi esperimenti in laboratorio furono promettenti, ma in seguito la cosa sfuggì al suo controllo. Voleva effettuare esperimenti sugli esseri umani.
MULDER: E perché non fu autorizzato?
DOTTORE: Perché seguiva metodi empirici. Andava avanti per tentativi. Era troppo pericoloso, insomma. Conoscevo Ridley, non gli importava niente di quei bambini. Li considerava la stregua di cavie da laboratorio. Questa terribile malattia, la progeria, per lui non rappresentava altro che una grande opportunità. Usò proprio questa parola con me una volta, una opportunità per arrivare a una sensazionale scoperta.

(Il dottore è visibilmente innervosito.)

DOTTORE: Quando gli venne negata l'autorizzazione a effettuare esperimenti sugli esseri umani s'infuriò. Sa come era soprannominato?
MULDER: Come?
DOTTORE: Dottor Mengele.
SCULLY: E per quale motivo è stato cancellato dall'albo professionale?
DOTTORE: Riuscì a fare esperimenti su degli esseri umani, di nascosto. Su soggetti che non erano ricoverati. Quando lo scoprimmo, naturalmente, facemmo interrompere le sovvenzioni e denunciammo il fatto alla commissione medica dello stato.
SCULLY: Sembra che il suo ex collega, il dottor Ridley, sia scomparso dalla faccia della Terra.
DOTTORE: Già, anche se si dice sia andato in Sud America per continuare i suoi esperimenti.

(Mulder e Scully escono dall'istituto discutendo della conversazione appena avvenuta con il dottore.)

SCULLY: L'invecchiamento non si può arrestare!
MULDER: Ridley l'ha fatto.
SCULLY: Ma ti rendi conto di quello che dici?
MULDER: Cercava soggetti umani per la sua ricerca, giusto? Detenuti. Detenuti come John Barnett.
SCULLY: Mulder, questa è fantascienza.
MULDER: Certo! E cosa avresti pensato vent'anni fa della manipolazione genetica, del test del DNA o della clonazione? Forse dovremmo cercare un uomo di trent'anni. Forse Barnett ha trovato il travestimento perfetto: la giovinezza.


SCENA 15

(Tornato al quartier generale, Mulder si trova nel laboratorio per elaborare di nuovo l'immagine di Barnett al computer.)

MULDER: Adesso lo voglio ringiovanire. Cominciamo con dieci anni.

(Il volto di Barnett sul monitor ringiovanisce dopo l'inserimento dei nuovi parametri nel computer.)

MULDER: Togline altri cinque. E ingrassalo di dieci chili. Distribuiscili bene.

(Il tecnico digita ancora sulla tastiera e il risultato è un Barnett visibilmente più giovane.)



SCENA 16
APPARTAMENTO DI SCULLY


(Scully è al computer e sta scrivendo il suo rapporto sul caso.)

SCULLY: (voce fuori campo) Gli appunti di Ridley in possesso dell'Istituto Nazionale della Sanità che parlano degli esperimenti su esseri umani, rivelano che lui era convinto di una teoria quantomeno stravagante. Secondo Ridley infatti, questa malattia, la progeria, non solo poteva essere prevenuta, ma invertendo gli agenti chimici che innescano alcuni geni, si poteva ottenere l'effetto contrario. Comunque non c'è alcuna prova che le sue ricerche abbiano portato a qualche risultato e tanto meno che le sue teorie avessero un qualsiasi fondamento.

(Una mano deforme si appoggia su una maniglia e apre una porta. Scully si ferma, ma dopo aver ascoltato in silenzio per alcuni istanti, riprende la scrittura.)

SCULLY: (voce fuori campo) Secondo le riviste scientifiche più accreditate, ipotesi di ingegneria genetica di questo tipo sono soltanto a livello speculativo.

(Scully sente un rumore e si ferma di nuovo. Si toglie gli occhiali e lentamente, si alza dalla scrivania e impugna la pistola. Si dirige, altrettanto lentamente, verso la direzione del rumore. Mentre è in cucina qualcuno bussa alla porta. Scully si avvicina quindi alla porta di casa. Nella penombra vediamo però una figura che si nasconde.)

SCULLY: Chi è?
RIDLEY: (dall'esterno) Dottor Joe Ridley.

(Scully apre la porta e punta la pistola al volto di Ridley. La figura in penombra decide quindi di allontanarsi dall'appartamento. Più tardi, Mulder e Scully parlano con Ridley accomodati in salotto. Scully prende appunti.)

MULDER: Se lei è davvero il dottor Joseph Ridley, dov'è stato negli ultimi cinque anni?
RIDLEY: Per un po' di tempo ho continuato le mie ricerche in Messico, ma gli ultimi tre anni li ho trascorsi in una sperduta regione dell'America Latina, in Belize per essere esatti.
MULDER: Che mi dice di Barnett?
RIDLEY: John Barnett è l'unico paziente rimasto. L'unico sopravvissuto agli esperimenti.
MULDER: E lei allora?
RIDLEY: Non si lasci ingannare dal mio aspetto. Mi è rimasto poco più di un mese di vita poiché sono affetto da una rara malattia cerebrovascolare.
SCULLY: Vuol dire la stessa malattia che uccide i bambini affetti da progeria?
RIDLEY: Esatto. Lo sfortunato effetto collaterale del trattamento. Usando le componenti genetiche della progeria sono riuscito a invertire il processo di invecchiamento nello stesso modo in cui la malattia lo accelera. Allo stesso tempo io e i miei pazienti siamo diventati geneticamente soggetti agli stessi disturbi che avrebbe un bambino colpito da questa malattia.
MULDER: E riguardo a Barnett?
RIDLEY: John Barnett. Se non provassi tanta avversione nei suoi confronti potrei definirlo il mio unico trionfo.
MULDER: Barnett non sta morendo?
RIDLEY: (scuotendo la testa) Solo i suoi occhi, che per qualche strano motivo non rispondono alla terapia genetica. Per il resto, Barnett sembra godere di ottima salute.
SCULLY: E come mai?
RIDLEY: Ho modificato il trattamento di Barnett. Una volta riuscito a isolare i ricettori della progeria mi sono imbattuto in una cosa del tutto inaspettata. Quegli stessi geni erano legati alla produzione di mielina.
SCULLY: Non è la sostanza che isola i neuroni nel corpo?
RIDLEY: Sì. Vede la mielina non è presente nelle persone molto giovani e invertendo il processo di invecchiamento, cosa che ho fatto con Barnett, ho scoperto che ero in grado di regolare la produzione di mielina. La mielina è una sostanza che ci impedisce di... diciamo... di rigenerare una nuova mano nel caso la stessa dovesse essere amputata.
MULDER: E' riuscito a far crescere a Barnett una nuova mano?
RIDLEY: Non esattamente. Non un arto umano comunque. A quello non sono arrivato fino a questo momento.
SCULLY: Ho quasi paura a chiederglielo... che genere di mano gli ha fato ricrescere?
RIDLEY: A Londra hanno fatto degli esperimenti. Prendendo alcuni campioni di quella che chiamiamo morfegene cellulare da un arto amputato a una salamandra e applicandolo sul dorso della creatura sono riusciti a far crescere un nuovo arto in un'altra parte del corpo. Ma solo sulle salamandre.

(Mulder si passa una mano sul volto.)

MULDER: ...E su John Barnett.
RIDLEY: Sì.
SCULLY: Davvero incredibile.
RIDLEY: Questi esperimenti mi sono costati cari. Sono stato radiato dall'ordine dei medici. Mi chiamavano dottor Mengele, dottor Frankenstein, ma non me ne importava niente.
SCULLY: Perché se le sue teorie si fossero rivelate un successo...
RIDLEY: L'uomo che possiede l'elisir della giovinezza controlla il mondo. Quando l'associazione medica mi censurò saltarono fuori alcuni sponsor, uno di questi era il governo degli Stati Uniti.
MULDER: Come? Finanziarono le sue ricerche?
RIDLEY: Si sorprenderebbe ancora di più se sapesse quanto interesse ha destato questa mia inquietante scoperta.


SCENA 17
BAR "DA GERTIE"


(E' notte fonda quando Deep Throat entra nel bar. Osserva l'ambiente attorno a lui in cerca di qualcuno. L'uomo si siede ad un tavolino dove lo aspetta Mulder.)

DEEP THROAT: So perché mi ha contattato, mi stia bene a sentire adesso, non sono particolarmente soddisfatto del modo in cui è stata risolta questa maledetta faccenda, ma le piaccia o no, John Barnett ci sta molto a cuore.
MULDER: Vorrei che l'agente Purdue fosse qui per apprezzare la sua ironia.
DEEP THROAT: Il governo ha sempre saputo che Barnett si trovava nel nostro paese, naturalmente lei è al corrente del fatto che Barnett ha rubato tutti gli appunti di Ridley.
MULDER: Sì.
DEEP THROAT: Beh, quello che Ridley non sa è che il nostro governo sta trattando con Barnett per comprarli direttamente da lui.
MULDER: Però! E cosa vuole in cambio?
DEEP THROAT: Un sacco di soldi, l'immunità, un rifugio sicuro...
MULDER: E glieli darete?
DEEP THROAT: (ridendo) Ha il coltello dalla parte del manico.
MULDER: Si rende conto che la persona con cui state negoziando è un assassino spietato?
DEEP THROAT: Sì, ma Barnett è in possesso di un qualcosa che potrebbe cambiare il futuro dell'umanità. Consideri le alternative.
MULDER: Le sto considerando.

(Mulder si allontana.)


SCENA 18
APPARTAMENTO DI SCULLY


(Mentre Scully è in bagno il telefono squilla e parte la segreteria.)

SEGRETERIA: "Salve, sono Dana Scully. Siete pregati di lasciare un messaggio dopo il segnale acustico."

(Scully esce dal bagno e si dirige verso il telefono, ma prima che possa toccare l'apparecchio, la voce della segreteria parte di nuovo.)

SEGRETERIA: "Ascolto messaggi."

(I messaggi presenti in segreteria vengono riprodotti mentre Scully ascolta incredula.)

MARGARETH SCULLY: "Ciao Dana, sono la mamma. Volevo salutarti. Quando puoi fammi uno squillo. Ciao, ciao."
KATHY: "Sono Kathy. Allora ci vediamo prima del mio concerto per violoncello."


SCENA 19
UFFICIO DEGLI X-FILES


(Mulder è nel suo ufficio e sta osservando la ricostruzione del volto di Barnett fatta al computer, quando sopraggiunge Scully con in mano la sua segreteria telefonica.)

MULDER: Che cos'è?
SCULLY: La mia segreteria telefonica privata, almeno pensavo che lo fosse.
MULDER: Che vuoi dire?
SCULLY: Quando sono uscita dalla doccia stamattina, ho sentito qualcuno che usava il mio codice personale e riascoltava i messaggi. Ieri sera prima che arrivasse il dottor Ridley, avrei potuto giurare che c'era qualcuno nell'appartamento, ma poi ha bussato Ridley e io non ci ho più pensato.
MULDER: Scully...
SCULLY: Stamattina, prima di venire qui, sono passata giù alla scientifica. C'è l'impronta dell'indice sinistro di John Barnett sull'apparecchio.

(Squilla il telefono dell'ufficio e Mulder risponde.)

MULDER: Mulder.

(Barnett ghigna e Mulder capisce chi è.)

MULDER: Barnett?
BARNETT: Sai... il tuo nuovo amico, Ridley, non affezionarti troppo a lui, Mulder. Morirà presto, come tutti I tuoi amici del resto.
MULDER: Ma che stai farneticando.
BARNETT: Uno dopo l'altro.
MULDER: Non sei divertente
BARNETT: Non mi dirai che hai ancora bisogno di prove, amico mio. Ma non importa, tanto il tuo turno arriverà tra non molto.
MULDER: Non ci riuscirai, Barnett.
BARNETT: Ah no? (ride) E chi mi fermerà, eh? (ride) Amico... questo... questo è un paese libero! Sicuramente mi stai registrando adesso. Ti saluto... per ora.

(Barnett riaggancia.)

MULDER: Cosa... cosa ha saputo Barnett dai tuoi messaggi?
SCULLY: Ehm... che mia madre ha chiamato per farmi un saluto e che incontrerò un'amica al suo concerto per violoncello.
MULDER: Dov'è il concerto?


SCENA 20
JANIE TAYLOR MEMORIAL
RECITAL HALL
WASHINGTON, D.C.


(All'interno del teatro Mulder istruisce diversi agenti sull'operazione mentre Scully distribuisce ai presenti la ricostruzione del volto di Barnett.)

MULDER: Prima e durante lo spettacolo siamo in svantaggio perché non sappiamo esattamente come sia cambiato l'aspetto di Barnett. Studiate attentamente ognuna di queste facce. Fatele vostre. In modo particolare gli occhi.
SCULLY: Vi accludo una pianta del teatro. Ci sono sei entrate sulla facciata principale e quattro sul retro.
MULDER: Sappiamo che punterà direttamente su Scully, quindi ovunque lei sia, non dovete mai perderla di vista. Mancano due ore all'inizio dello spettacolo, studiatevi questo posto dentro e fuori. Non sparate nemmeno un colpo se possibile. Dobbiamo prendere Barnett vivo, d'accordo?

(Gli agenti annuiscono e si disperdono nel teatro. Mulder si rivolge a Scully.)

MULDER: Come ti senti?
SCULLY: E' la prima volta che mi capita di fare da bersaglio.
MULDER: Facciamo in modo che non sia la prima e l'ultima.

(Mulder perlustra la sala principale del teatro, ancora vuota. Sul palco Kathy sta provando mentre accanto a lei un uomo sta accordando il pianoforte. L'accordatore ha una mano deformata. La sala antistante è colma di persone e Mulder osserva attentamente anche gli altri agenti che si muovono nel locale. Mulder incrocia lo sguardo di Scully e le fa l'occhiolino per tranquillizzarla. Nel frattempo, l'accordatore apre una borsa dalla quale estrae una pistola e se la infila sotto la maglia. L'uomo lascia la sala per raggiungere il locale esterno.)

DONNA: Un programma interessante.
UOMO: Già, abbiamo fatto bene a fare l'abbonamento.
DONNA: Sì, credo di sì.

(Barnett individua Scully tra la folla, estrae la pistola e spara nella sua direzione.)

SCULLY: Mulder!

(Scully viene colpita in pieno petto e cade a terra.)

MULDER: Giù!
AGENTE: Mantenete la calma! Allontanatevi, signori! Allontanatevi!

(Mulder raggiunge Scully, ma poi si precipita ad inseguire Barnett. Un agente si china su Scully.)

MULDER: Pensate a lei!

(Barnett torna nella sala concerti e prende in ostaggio l'amica di Scully. Mulder, insieme ad altri agenti, lo raggiunge subito dopo.)

MULDER: Fermo o sparo!
BARNETT: Non ti avvicinare, Mulder! (rivolto a Kathy) Zitta!
MULDER: (rivolto agli altri agenti) State indietro, indietro!
JOHN BARNETT: Che cosa vorresti fare?
MULDER: Lasciala andare.
JOHN BARNETT: Coraggio, spara! Coraggio amico, spara Mulder! Di che cosa hai paura, eh? E' contro il regolamento, vero? No amico, io ti servo vivo! Perché sono l'unico in possesso di quella formula! Eh, potrei ucciderla e tu saresti tormentato dal rimorso per sempre!
MULDER: Chiudi quella bocca!
JOHN BARNETT: Allora Mulder... proprio come ai vecchi tempi, eh!

(Mulder prende attentamente la mira e spara un colpo in direzione di Barnett. L'uomo cade a terra.)

MULDER: (rivolto agli altri agenti) Chiamate un'ambulanza!
AGENTE: Subito!

(Nella sala antistante, un agente è rimasto con Scully.)

AGENTE: Sta tranquilla, Scully. L'ambulanza sta arrivando, stai bene? Non ti muovere!

(Scully apre gli occhi. Si porta le mani al petto. Il giubbotto anti-proiettile che indossava sotto i vestiti ha fermato il colpo esploso da Barnett salvandole la vita. Scully tira un sospira di sollievo.)


SCENA 21

(All'interno di una sala operatoria alcuni medici stanno cercando di salvare Barnett. Alcuni uomini governativi non identificati cercano di estrarre informazioni dall'uomo agonizzante.)

INTERFONO: Il dottor McKenzie è desiderato urgentemente in astanteria. Il dottor McKenzie è desiderato urgentemente in astanteria.
UOMO IN NERO: Dov'è la formula? Parla! E' la tua ultima occasione per rendere un servigio al paese. Dov'è la formula? Parla! Dove l'hai nascosta? Maledizione, parla ti ho detto! Parla figlio di un cane!

(Mulder osserva la scena da un locale adiacente. Scully lo raggiunge.)

MULDER: Come ti senti?
SCULLY: Come se mi avessero preso a calci nelle costole.
MULDER: Il proiettile ha attraversato otto strati di kevlar. Ti è andata bene.
SCULLY: E Barnett?
MULDER: Stanno cercando di salvargli la vita. Quello con l'abito scuro probabilmente è della CIA. Cerca di farlo parlare.
SCULLY: E Barnett è cosciente?
MULDER: Sì, ma non dice una parola.
SCULLY: Mulder, so che hai agito violando il regolamento...
MULDER: Non me ne importa assolutamente niente.

(Nella sala operatoria intanto...)

UOMO IN NERO: Parla, Barnett! Dove sono quegli appunti! Barnett, figlio di un cane! Vuoi dirci dove li hai messi? Barnett! Dicci dove gli hai nascosti! Barnett!

(L'uomo continua nel suo interrogatorio, ma Barnett non risponde.)

INFERMIERA: Lo stiamo perdendo! L'elettroencefalogramma è piatto.

(In punto di morte, il volto di Barnett si gira nella direzione di Mulder.)

SCULLY: Se n'è andato.
MULDER: Quel bastardo si è portato la scoperta nella tomba.
SCULLY: Chissà dove sarà.

(Mentre Mulder e Scully continuano a parlare vediamo l'interno di una stazione ferroviaria.)

MULDER: Se Barnett non l'ha distrutta, potrebbe averla nascosta ovunque. Ironia della sorte, eh? Una scoperta che potrebbe cambiare il futuro dell'umanità seppellita chissà dove. Magari lasciata in qualche cassetta di un deposito a invecchiare come tutti noi.

(L'inquadratura si sposta dalle persone che affollano la stazione, ai binari, fino a raggiungere una parete dove sono sistemate delle cassette di sicurezza.)

SCULLY: Se non l'ha distrutta chissà... forse un giorno qualcuno potrebbe trovarla.
MULDER: E in questo caso Barnett non avrebbe consumato la sua vendetta. Comunque ho la sensazione che sentiremo ancora parlare di lui.

(L'inquadratura stringe con un primo piano sulla cassetta di sicurezza numero 935.)


Trascrizione effettuata da Spooky


Tashmoo Federal Correctional Facility, Pennsylvania

Washington, D.C.

National Institutes of Health - Bethesda, Maryland

Jamie Taylor Memorial Recital Hall - Washington, D.C.


Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
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