di
Chris Brancato, Kenneth Biller
diretto da Fred Gerber
Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
diretto da Fred Gerber
Mulder e Scully cercano due bambine scomparse dopo che i loro padri sono stati uccisi nello stesso modo.
Mulder e Scully indagano quando un uomo di nome Joel Simmons viene trovato morto in giardino con il corpo dissanguato. Mulder all'inizio collega l'incidente alle misteriose mutilazioni di bestiame accadute negli Stati Uniti dal 1967.
Gli agenti parlano con Teena Simmons, la figlia di otto anni della vittima, che era a casa al momento dell'omicidio. Teena descrive come un "uomo dalle nuvole" si trovasse dietro suo padre. Mulder si stupisce quando Teena gli racconta che l'uomo voleva "dissanguare" suo padre, una parola troppo complessa da capire per una ragazzina.
Poco dopo, gli agenti ricevono notizia di un omicidio identico che ha avuto luogo a San Francisco: un uomo di nome Doug Reardon è stato trovato morto in giardino, dissanguato. Gli agenti rimangono sorpresi quando incontrano la figlia di otto anni dei Reardon, Cindy. Lei e Teena sono in apparenza identiche. Teena, nel frattempo, scompare dall'istituto nel quale era alloggiata temporaneamente, apparentemente vittima di un rapimento.
Scully scopre che la sig.ra Reardon ha utilizzato la fecondazione in vitro in una clinica a San Francisco. Un medico di nome Sally Kendrick, che si era occupata sia il programma di fecondazione dei Simmons sia quello dei Reardon, è stata licenziata dopo che era stata scoperta ad alterare con materiale genetico le uova fertilizzate in laboratorio.
Deep Throat contatta Mulder e gli rivela l'esistenza di un programma top secret chiamato "Esperimento Litchfield". In questo programma un gruppo di ragazzi nati dalla fecondazione artificiale venivano monitorati mentre crescevano. I ragazzi si chiamavano "Adam" e le ragazze "Eva".
Mulder e Scully rintracciano Eva Sei in un istituto mentale. Con grande loro sorpresa, è identica a Sally Kendrick. Eva ammette che due delle Eve originarie sono ancora vive. Gli agenti realizzano che Sally Kendrick sta continuando l'esperimento Litchfield nella clinica di San Francisco dove aveva clonato Teena e Cindy.
Una delle altre Eve rapisce Cindy. Porta la ragazza in un motel e le presenta Cindy. Entrambe le ragazze sapevano dell'esistenza dell'altra, e sanno di aver ucciso i rispettivi padri. Eva è convinta di poter correggere gli errori precedenti e prevenire i disturbi mentali che hanno fatto impazzire le altre Eve. A dispetto della sua convinzione, si accorge troppo tardi che le piccole, senza nessuna ragione apparente, le hanno avvelenato la bibita.
Quando Mulder e Scully arrivano al motel, trovano Eva morta. Le ragazzine raccontano che le due Eve rimanenti hanno cospirato per ucciderle. Gli agenti credono alla loro storia senza sospettare che le piccole giochino un ruolo fondamentale nell'omicidio.
Mulder e Scully portano le ragazzine sulla loro auto. Si fermano in un bar per far andare in bagno le bambine. Mulder ordina al banco quattro sode, e mentre non sta guardando, Cindy avvelena due bicchieri. Mulder si accorge che le bevande sono state alterate e ferma Scully in tempo prima che ingerisca la sua soda. Le ragazze si accorgono che il loro piano è stato scoperto. Cercano di fuggire nascondendosi nel parcheggio del bar, ma Mulder alla fine riesce ad arrestarle.
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully
Attori Co-Protagonisti
HARRIET HARRIS - Sally Kendrick
ERIKA KREIVINS - Cindy Reardon
SABRINA KREIVINS - Teena Simmons
JERRY HARDIN - Deep Throat
GEORGE TOULIATOS - Dr. Katz
JANET HODGKINSON - Cameriera
TASHA SIMMS - Ellen Reardon
TINA GILBERTSON - Donna Watkins
CHRISTINE UPRIGHT-LETAIN - Ms. Wells
GORDON TIPPLE - Detective
GARRY DAVEY - Hunter
JOE MAFFEI - Guardia #1
MARIA HERRERA - Guardia #2
ROBERT LEWIS - Ufficiale
Trasmesso la prima volta in TV
10/12/93
13/07/94
Gli agenti parlano con Teena Simmons, la figlia di otto anni della vittima, che era a casa al momento dell'omicidio. Teena descrive come un "uomo dalle nuvole" si trovasse dietro suo padre. Mulder si stupisce quando Teena gli racconta che l'uomo voleva "dissanguare" suo padre, una parola troppo complessa da capire per una ragazzina.
Poco dopo, gli agenti ricevono notizia di un omicidio identico che ha avuto luogo a San Francisco: un uomo di nome Doug Reardon è stato trovato morto in giardino, dissanguato. Gli agenti rimangono sorpresi quando incontrano la figlia di otto anni dei Reardon, Cindy. Lei e Teena sono in apparenza identiche. Teena, nel frattempo, scompare dall'istituto nel quale era alloggiata temporaneamente, apparentemente vittima di un rapimento.
Scully scopre che la sig.ra Reardon ha utilizzato la fecondazione in vitro in una clinica a San Francisco. Un medico di nome Sally Kendrick, che si era occupata sia il programma di fecondazione dei Simmons sia quello dei Reardon, è stata licenziata dopo che era stata scoperta ad alterare con materiale genetico le uova fertilizzate in laboratorio.
Deep Throat contatta Mulder e gli rivela l'esistenza di un programma top secret chiamato "Esperimento Litchfield". In questo programma un gruppo di ragazzi nati dalla fecondazione artificiale venivano monitorati mentre crescevano. I ragazzi si chiamavano "Adam" e le ragazze "Eva".
Mulder e Scully rintracciano Eva Sei in un istituto mentale. Con grande loro sorpresa, è identica a Sally Kendrick. Eva ammette che due delle Eve originarie sono ancora vive. Gli agenti realizzano che Sally Kendrick sta continuando l'esperimento Litchfield nella clinica di San Francisco dove aveva clonato Teena e Cindy.
Una delle altre Eve rapisce Cindy. Porta la ragazza in un motel e le presenta Cindy. Entrambe le ragazze sapevano dell'esistenza dell'altra, e sanno di aver ucciso i rispettivi padri. Eva è convinta di poter correggere gli errori precedenti e prevenire i disturbi mentali che hanno fatto impazzire le altre Eve. A dispetto della sua convinzione, si accorge troppo tardi che le piccole, senza nessuna ragione apparente, le hanno avvelenato la bibita.
Quando Mulder e Scully arrivano al motel, trovano Eva morta. Le ragazzine raccontano che le due Eve rimanenti hanno cospirato per ucciderle. Gli agenti credono alla loro storia senza sospettare che le piccole giochino un ruolo fondamentale nell'omicidio.
Mulder e Scully portano le ragazzine sulla loro auto. Si fermano in un bar per far andare in bagno le bambine. Mulder ordina al banco quattro sode, e mentre non sta guardando, Cindy avvelena due bicchieri. Mulder si accorge che le bevande sono state alterate e ferma Scully in tempo prima che ingerisca la sua soda. Le ragazze si accorgono che il loro piano è stato scoperto. Cercano di fuggire nascondendosi nel parcheggio del bar, ma Mulder alla fine riesce ad arrestarle.
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully
Attori Co-Protagonisti
HARRIET HARRIS - Sally Kendrick
ERIKA KREIVINS - Cindy Reardon
SABRINA KREIVINS - Teena Simmons
JERRY HARDIN - Deep Throat
GEORGE TOULIATOS - Dr. Katz
JANET HODGKINSON - Cameriera
TASHA SIMMS - Ellen Reardon
TINA GILBERTSON - Donna Watkins
CHRISTINE UPRIGHT-LETAIN - Ms. Wells
GORDON TIPPLE - Detective
GARRY DAVEY - Hunter
JOE MAFFEI - Guardia #1
MARIA HERRERA - Guardia #2
ROBERT LEWIS - Ufficiale
Trasmesso la prima volta in TV
10/12/93
13/07/94
- I nomi delle ragazzine, Cindy e Teena, sono anche i nomi delle mogli degli scrittori/produttori Glen Morgan e James Wong
- Mentre Mulder e Scully interrogano la madre Ellen Reardon, la Eva-bambina Cindy Reardon guarda per pochi istanti ‘Eek the Cat’, un cartone animato che in seguito presenterà Mulder e Scully sotto forma di cartoni animati
- C’è un gruppo musicale di nome Eve 6. Hanno scelto il loro nome dopo aver visto questo episodio
SCENA 1
GREENWICH, CONNECTICUT
(La piccola Teena Simmons, dopo essersi guardata intorno, esce dal giardino di casa in direzione della strada. Viene notata da una coppia di coniugi intenti a fare jogging.)
DONNA: (lanciando un’occhiata alla bimba e rivolgendosi al marito) Che fa Teena tutta sola?
(I due si avvicinano alla bambina: stringe un peluche e pare infreddolita, ma rimane impassibile.)
UOMO: Teena?
DONNA: Tesoro?
(La donna tocca Teena e si accorge che è gelata.)
DONNA: Ma sei gelata... Mettiti una giacca.
UOMO: Dov’è tuo padre?
TEENA In giardino. Ha detto che voleva stare un po’ per conto suo.
UOMO: (sorridendo alla moglie) Vado a vedere cosa sta combinando.
DONNA: Andiamo, tesoro, tuo padre non vuole che tu prenda freddo.
(L’uomo corre nel giardino.)
UOMO: Joel?
(Il padre di Teena siede sull’altalena, immobile; l’uomo gli va incontro, divertito dall’insolito quadretto.)
UOMO: Ehi, Joel, l’altalena dovrebbe essere per tua figlia, non per te.
(L’uomo gli dà un colpetto sulla spalla, per scuoterlo, ma il corpo del signor Simmons cade a peso morto. È morto. Teena urla, terrorizzata, e nasconde il viso tra le braccia della donna. Il cadavere del padre, in avanzato stato di rigor mortis, presenta due grossi fori sul collo.)
UOMO: (allontanandosi di corsa) Chiamo la polizia.
(La donna stringe forte Teena per rassicurarla. La bambina alza gli occhi verso il padre e lo osserva con freddezza.)
TEENA: Papà?
SIGLA
SCENA 2
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.
SCULLY: (leggendo il rapporto del coroner) Morte per ipovolemia. Ha perso il 75% di sangue. (rivolgendosi a Mulder) Ha perso oltre quattro litri di sangue.
MULDER: (controllando delle diapositive) Si può dire che era rimasto a secco di carburante.
SCULLY: Sua figlia, di otto anni, si è allontanata da lui per non più di dieci minuti. Non ricorda più niente... e non c’è nessuna traccia di impronte sul luogo del delitto.
MULDER: (controlla l’archivio degli X-Files e ne estrae un fascicolo, che porge a Scully) Comunque qualsiasi impronta sarebbe stata cancellata dalla pioggia.
SCULLY: Ah, aveva due piccoli fori sulla giugulare.
MULDER: Hai mai sentito del fenomeno delle mutilazioni di bestiame?
SCULLY: Uhm?
(Scully guarda Mulder con aria interrogativa e fa un cenno di diniego; Mulder espone la sua teoria, attivando il proiettore e mostrandole delle diapositive.)
MULDER: Dal 1967, oltre trentaquattro stati hanno riferito di casi irrisolti di mutilazione del bestiame. Le tracce riscontrate presentano analogie con questo caso. (fa scorrere una diapositiva) Incisioni di precisione chirurgica. (scorre un’altra diapositiva) Venivano asportati la zona intorno alla bocca e spesso gli organi genitali. (scorre un’ultima diapositiva) C’era una notevole perdita ematica senza alcuna traccia di sangue sul posto.
SCULLY: Com’è possibile?
MULDER: Dissanguamento. (mima l’inserimento di un ago nel collo) Se s’infila un ago nella giugulare di un qualsiasi essere vivente, il cuore automaticamente fa da pompa. (Mulder si avvicina allo schermo ed indica la ferita del signor Simmons) Le giugulari di quegli animali presentavano fori analoghi a quelli dell’uomo ucciso nel Connecticut. È la prima volta che questo viene riscontrato su un essere umano.
SCULLY: Ma non c’erano segni di lotta, come si può starsene immobili mentre si subisce un dissanguamento!
MULDER: Il medico legale ha trovato tracce di Digitalis, un’erba sudamericana usata come droga paralizzante.
SCULLY: Aspetta un momento. Questi X-File dicono che probabilmente è un fenomeno legato agli UFO. Nei pressi dell’incidente sono stati segnalati avvistamenti, superfici bruciate...
MULDER: Spesso i testimoni hanno buchi di memoria, l’abbiamo riscontrato nei casi di sequestro da parte di alieni. La bambina infatti non ricorda niente.
SCULLY: Mulder, perché gli alieni avrebbero viaggiato per anni verso la Terra solo per giocare al dottore con gli animali?
MULDER: Per la stessa ragione per cui noi sezioniamo scimmie e rane. (Mulder indica i fori sul collo del signor Simmons) Comunque, sembra che ora abbiano alzato la mira.
(Scully riflette su quest’ultima diapositiva, ma non è ancora del tutto convinta.)
SCENA 3
CONTEA DI FAIRFIELD
SOCIAL SERVICES HOSTEL
GREENWICH, CONNECTICUT
(Teena si trova nella stanza che le è stata assegnata dai servizi sociali. Seduta sul letto col suo peluche fra le braccia, persa nei suoi pensieri, osserva qualcosa in alto, fuori dalla finestra. L’assistente sociale conduce Mulder e Scully dalla piccola, aggiornandoli sulla sua situazione familiare.)
ASSISTENTE SOCIALE: Sua madre è morta di cancro all’utero due anni fa. Non ha altri parenti. La terremo qui finché non riusciremo a trovarle una famiglia adottiva.
MULDER: Parla dell’accaduto?
ASSISTENTE SOCIALE: No, neanche una parola.
MULDER: Nessun incubo?
ASSISTENTE SOCIALE: No, almeno che io sappia.
(L’assistente sociale e i due agenti sbirciano Teena da una specie di oblò sulla porta della sua stanza. La bambina è apparentemente immobile e inconsapevole di essere osservata.)
SCULLY: Le possiamo parlare?
ASSISTENTE SOCIALE: Certo.
(L’assistente sociale bussa alla porta. Teena si volta nel momento in cui gli agenti entrano.)
ASSISTENTE SOCIALE: Teena? Queste sono le persone di cui ti ho detto, la signorina Scully e il signor Mulder. Ti va di parlare con loro?
(Teena annuisce.)
ASSISTENTE SOCIALE: Bene.
(Mulder e Scully si avvicinano a Teena. Scully si siede sul letto.)
SCULLY: Ciao. So quanto ti senti triste in questo momento. E spaventata. Ma noi vogliamo scoprire cos’è successo al tuo papà per fermare chi gli ha fatto male, capisci?
(Teena annuisce. Mulder si avvicina e si siede accanto a Scully.)
SCULLY: Bene. Non hai mai visto uno sconosciuto in casa con il tuo papà?
(Teena si stringe nelle spalle.)
SCULLY: Non l’hai mai visto litigare con qualcuno, o qualcuno litigare con lui?
TEENA: No.
SCULLY: Hai idea se c’era qualcuno che voleva fargli del male?
TEENA: No.
(Mulder guarda Teena.)
MULDER: Che bel coniglietto che hai.
(Teena accenna un sorriso e stringe forte il peluche.)
MULDER: Teena, possiamo parlare di quello che è accaduto? Di quello che è accaduto in giardino?
(Teena annuisce.)
MULDER: Sì? Ricordi per caso qualche suono strano, una luce, o qualcosa di simile?
(Teena riflette sulla domanda di Mulder, il quale la guarda come se attendesse la risposta che vorrebbe sentirsi dire.)
TEENA: Una forte luce rossa.
(Scully distoglie lo sguardo da Teena.)
MULDER: Dimmi qualcosa di più su questa luce.
TEENA: Non ricordo più niente... è diventato tutto nero.
MULDER: E una cosa del genere non l’avevi mai vista prima?
(Teena annuisce.)
MULDER: Ah sì? E quando?
TEENA: Gli uomini delle nuvole. Davano la caccia a mio padre.
(Scully e Mulder guardano Teena con aria interrogativa. Il cellulare di Scully squilla e lei si allontana per rispondere.)
SCULLY: (al cellulare) Dana Scully.
(Mulder riprende a fare domande.)
MULDER: Perché quegli uomini gli davano la caccia?
TEENA: Perché volevano dissanguarlo.
(Mulder rimane interdetto.)
SCULLY: (chiudendo la conversazione al cellulare) Grazie. (Rivolta a Mulder) Mulder...
MULDER: Cosa c’è?
(Mulder si allontana dalla bambina.)
SCULLY: (quasi sottovoce) Ne hanno trovato un altro.
SCENA 4
SCENA DEL CRIMINE DI CASA REARDON
CONTEA DI MARIN, CALIFORNIA
(Mulder e Scully camminano nel giardino dei Reardon. Scully legge stralci del rapporto della scientifica, Mulder gira intorno ad un’altalena.)
MULDER: Sembra la fotocopia dell’altro delitto.
SCULLY: La vittima, Doug Reardon, era sposato e aveva una figlia. Causa del decesso: ipovolemia. Mulder, fermati, senti questa. Hanno trovato tracce di veleno di Digitalis.
MULDER: E fori sul corpo?
SCULLY: Ah... sì. Sulla giugulare. Ora del decesso: presumibilmente le 14:30. Stesso giorno, a solo tre ore di distanza dalla morte di Simmons.
MULDER: Ma se consideriamo la differenza di fuso orario l’ora coincide perfettamente.
SCULLY: Si direbbe che si tratti di due serial killer che lavorano in coppia.
MULDER: No. Raramente i serial killer lavorano in due, e quando lo fanno uccidono insieme, non separatamente.
SCULLY: Mulder, niente oltre alle tue domande tendenziose a Teena Simmons, conferma la teoria della mutilazione ad opera degli UFO.
MULDER: La figlia di Reardon ha assistito all’omicidio?
SCULLY: Sì. Il rapporto di polizia dice che non ricorda più niente. In questo momento si trova con la madre e gli altri familiari a Sacramento.
MULDER: E quando torneranno?
SCULLY: Uhm... Domani.
MULDER: Scommettiamo che ricorderà una luce rossa?
SCENA 7
CONTEA DI FAIRFIELD
SOCIAL SERVICES HOSTEL
12:35 A.M. (FUSO ORARIO DELLA COSTA ATLANTICA)
(È notte fonda, infuria una pioggia tremenda. Teena è distesa nel suo letto, ma non dorme. Il suo sguardo cade sull’oblò della porta della sua stanza. Le sembra di sentire qualcuno che si aggira nel corridoio, proprio fuori dalla sua camera. Teena si alza da letto per andare alla porta. Riesce a distinguere una figura dietro di essa. Prende allora una sedia, l’appoggia alla porta e tenta di sbloccare la serratura della finestra per fuggire. Il misterioso individuo forza ripetutamente la porta. Teena, terrorizzata, si affanna ad aprire la finestra senza alcun risultato. Si nasconde sotto al letto. La porta viene sfondata. Da sotto il letto, Teena osserva la scena circostante. Vede la porta spalancata e prova a fuggire dalla stanza, ma viene improvvisamente afferrata dall’individuo. Teena urla, scomparendo in un lampo di luce bianca. Sentite le urla di Teena, l’assistente sociale sale di corsa le scale.)
ASSISTENTE SOCIALE: Teena? Teena? Teena? Teena???
(La donna si precipita nella stanza della bambina, messa completamente sottosopra, e la chiama ripetutamente, senza ottenere risposta. La porta-finestra della camera è spalancata, il peluche di Teena gettato a terra.)
SCENA 8
SCENA DEL CRIMINE DI CASA REARDON
CONTEA DI MARIN, CALIFORNIA
(Mulder e Scully tornano a casa di Doug Reardon per interrogare moglie e figlia. Mentre scendono dall’auto, i due agenti fanno il punto della situazione.)
SCULLY: È stata prelevata dal centro di assistenza ieri notte, più o meno verso le 23. È come se qualcuno temesse che lei possa ricordare troppo.
MULDER: Qualcuno o qualcosa, chi lo sa!
SCULLY: (sospira) La polizia del Connecticut ha approntato dei posti di blocco in meno di mezz’ora. Niente.
MULDER: (indicando il cielo) Forse non cercavano nella giusta direzione!
SCULLY: Gli ho detto di contattarci in caso la trovassero.
(Mulder bussa. Una bambina apre la porta. I due agenti la fissano increduli: è identica a Teena Simmons.)
SCULLY: Teena?
CINDY: (guardandoli confusa) No.
(Scully si volta verso Mulder, che non distoglie lo sguardo dalla ragazzina.)
SCULLY: Come ti chiami?
CINDY: Cindy Reardon.
MULDER: Vivi qui, Cindy?
CINDY: Certo, da otto anni, da quando sono nata.
(I due agenti fissano Cindy, che ricambia i loro sguardi impassibile.)
SCENA 9
(Più tardi, mentre Mulder e Scully attendono di interrogare la madre, Cindy guarda un cartone animato alla tv, poi cambia canale. I due agenti la osservano incuriositi.)
VOCE ALLA TELEVISIONE: Buongiorno, ragazzi. Questa è la cerimonia ufficiale organizzata in occasione della premiazione per la migliore opera letteraria realizzata dai ragazzi...
(La signora Reardon arriva con una tazza di caffè per tutti.)
MULDER: Cindy è una splendida bambina, signora Reardon.
ELLEN REARDON: Io e Doug l’abbiamo viziata molto. Volevamo proteggerla da tutte le cose brutte della vita.
(La signora Reardon versa un po’ di caffè, sospirando affranta. Mulder e Scully si guardano, non sapendo che dire.)
ELLEN REARDON: Era la gioia del suo papà.
MULDER: Cindy è figlia unica?
(La signora Reardon annuisce.)
SCULLY: Posso chiederle se... è stata adottata?
ELLEN REARDON: (guardando Scully sorpresa) No! L’ho partorita al San Rafael General Hospital.
(Cindy, che dà le spalle ai tre, ascolta attentamente la conversazione.)
SCULLY: Immagino... che lei abbia tutta la documentazione, il certificato di nascita...
ELLEN REARDON: Ma certo. Ho tutto.
MULDER: È nata soltanto lei da quel parto?
ELLEN REARDON: Ma che razza di domande mi state facendo? Senta, ho già detto alla polizia quello che sapevo.
(La signora Reardon, offesa, dà le spalle a Mulder e prende qualcosa dalla credenza.)
MULDER: Signora, ha mai visto quest’uomo prima d’ora?
(Mulder mostra ad Ellen una foto di Joel e Teena Simmons.)
ELLEN REARDON: È l’uomo di cui sospettate?
MULDER: No.
ELLEN REARDON: (sull’orlo delle lacrime) Ha fatto qualcosa a Cindy?
MULDER: No... lui è...
SCULLY: No, mi ascolti signora, quella non è sua figlia. Il suo nome è Teena Simmons.
(Cindy continua ad ascoltare la conversazione. Mulder osserva Cindy.)
SCULLY: Vive a tremila miglia da qui, a Greenwich, nel Connecticut. Quell’uomo è suo padre, ed è stato ucciso come il signor Reardon.
ELLEN REARDON: (togliendo gli occhi dalla foto e rivolgendosi a Scully) Cindy è mia figlia. Della sua nascita ho una ripresa filmata. Sono rimasta incinta dopo anni di tentativi.
MULDER: (sorpreso) Ha fatto la fecondazione artificiale?
(La signora Reardon guarda Mulder e annuisce.)
MULDER: In quale clinica?
ELLEN REARDON: Al “Luther Stapes Center”. Si trova a San Francisco.
(Cindy abbassa lo sguardo.)
MULDER: La ringrazio.
SCENA 10
(I due agenti escono dalla residenza dei Reardon e raggiungono la loro auto.)
SCULLY: Credi ancora che ci sia un collegamento con gli UFO? Cindy Reardon non ha visto la luce rossa.
MULDER: Non lo so. Sembra che l’unica analogia fra quelle bambine sia il loro aspetto.
SCULLY: Beh, è raro, ma può accadere che due persone siano perfettamente identiche.
MULDER: E che entrambe assistano alla morte per dissanguamento del padre? È più raro di un en plein alla roulette.
(Scully riflette. I due salgono in macchina, si allacciano le cinture e partono.)
SCULLY: Le bambine sono l’unico legame fra questi due delitti.
MULDER: E per di più, una di loro è sparita.
SCULLY: Rapita.
MULDER: (in tono ironico) Sparita, rapita...
SCULLY: (Scully sorride alla battuta) Dove stai andando?
MULDER: Gli omicidi sono stati commessi dalla stessa persona, o da più persone, e una parte del piano consiste nel rapire le ragazzine.
(Mulder ferma la macchina.)
SCULLY: E ti aspetti che il piano continui.
MULDER: Sì. (uscendo dall’auto) E preferisco tener d’occhio Cindy. Tu controlla la clinica. Guarda se i Simmons erano iscritti allo stesso programma di fecondazione.
SCULLY: (togliendosi la cintura) D’accordo. Ah, chiamo l’ufficio di San Francisco e mando qualcuno a darti il cambio.
MULDER: Va bene.
SCENA 11
LUTHER STAPES CENTER
FOR REPRODUCTIVE MEDICINE
(Un medico accompagna Scully nel suo ufficio, esponendole il programma di fecondazione assistita da lui diretto.)
MEDICO: Vede, la fecondazione in vitro è una procedura secondo la quale possiamo effettuare la fecondazione, e l’impianto dell’embrione, nell’utero.
SCULLY: Può succedere che una paziente creda di ricevere il proprio uovo, e in realtà ne riceva un altro senza saperlo?
MEDICO: No, non qui, abbiamo controlli molto severi.
SCULLY: Ricorda di avere avuto come pazienti i signori Claudia e Joel Simmons?
MEDICO: Ogni notizia sui nostri pazienti è riservata. Questioni di deontologia.
SCULLY: Senta, i Simmons sono morti e la bambina è stata rapita. Quindi secondo me, ogni informazione utile mette in secondo piano la sua deontologia, non crede?
(Il medico guarda Scully, indeciso sul da farsi.)
SCENA 12
UFFICIO DEL MEDICO
(Nell’ufficio del medico, Scully passa in rassegna la documentazione relativa ai Simmons.)
SCULLY: Ah, queste sono copie della documentazione trasmessa a Greenwich, Connecticut, nel 1991. (continua a leggere i documenti) Sono venuti qui nove anni fa, e sono stati in cura dalla dottoressa Sally Kendrick?
(Il medico abbassa gli occhi e si stringe le mani, visibilmente in imbarazzo.)
SCULLY: (guardando il medico con aria interrogativa) C’è qualche problema?
MEDICO: (dopo una lunga pausa) La dottoressa Kendrick. Non ci ha dato che problemi.
(Il medico mostra a Scully una videocassetta della dottoressa Kendrick, intenta a pubblicizzare il programma di fecondazione assistita del “Luther Stapes”.)
SALLY KENDRICK: (in video) Buongiorno, e benvenuti al Centro "Luther Stapes" per lo studio sulla riproduzione. Io sono la dottoressa Sally Kendrick, specialista nell’interessante campo della fecondazione in vitro. Il "Luther Stapes" è un centro all’avanguardia...
MEDICO: Lavorava qui da noi nel 1985. Brillante. Era la prima del corso di medicina a Yale, dove si è laureata dopo aver completato il dottorato in biogenetica. Eravamo entusiasti di averla.
(Il nastro prosegue in sottofondo.)
SCULLY: Ma adesso non sembra più tanto entusiasta.
(Il medico fa un lungo sospiro.)
MEDICO: Abbiamo motivo di ritenere, che la dottoressa Kendrick manomettesse in laboratorio il materiale genetico degli ovuli fecondati, prima di impiantarli. Esperimenti di eugenetica.
SCULLY: L’ha riferito agli organi competenti?
MEDICO: Certo. E l’ho licenziata. Ho anche sollecitato un’indagine da parte del Dipartimento della Sanità.
SCULLY: E com’è finita?
MEDICO: Con un richiamo ufficiale. E un non luogo a procedere purtroppo. La dottoressa Kendrick... è sparita.
(Scully sembra intuire qualcosa, poi guarda il nastro della dottoressa Kendrick.)
SALLY KENDRICK: (in video) ... e siamo pronti ad aiutarvi. Nella prossima mezz’ora starò con voi e vi accompagnerò attraverso...
SCENA 13
(In motel, Mulder e Scully guardano lo stesso nastro della dottoressa Kendrick.)
SCULLY: La dottoressa Kendrick era la responsabile del programma di fecondazione sia dei Reardon che dei Simmons. Sembra che facesse degli esperimenti in clinica.
MULDER: E forse adesso sta cercando di cancellarne i risultati.
SALLY KENDRICK: (in video) ...credo che con le nostre conoscenze scientifiche e un po’ di fortuna e tanta speranza, i miracoli possano verificarsi.
SCULLY: Ma deve aver avuto un complice per compiere tutti e due gli omicidi.
MULDER: Quindi questa sarebbe una vendetta attuata da lei e da un collega ai danni del centro Stapes.
(Scully annuisce. Il telefono squilla e Scully si alza per rispondere.)
SCULLY: Non mi dirai che hai abbandonato l’idea di un collegamento con gli UFO?
(Mulder sorride mentre Scully risponde.)
SCULLY: Pronto?
(Dall’altro capo della cornetta si sentono due click.)
SCULLY: Pronto?
(Scully riattacca, Mulder riflette.)
SCULLY: Ho sentito solo due click. Avranno sbagliato numero.
(Mulder capisce. Si alza, si toglie gli occhiali e cerca di mandar via Scully.)
MULDER: Sai che ti dico? Ci dormirò sopra e ne riparliamo domattina a mente fresca.
SCULLY: Mulder, mi stai forse buttando fuori?
MULDER: (aprendo la porta per far uscire Scully) Ma no! Che ti salta in testa.
SCULLY: Stai aspettando una ragazza?
MULDER: Ma che ragazza!? Voglio vedere un film alla tv, tutto qui. Dormi bene, eh. Ci vediamo domani.
(Scully esce, Mulder chiude la porta.)
SCENA 14
(Più tardi, Mulder si trova solo, davanti ad un molo. Aspetta qualcuno. Cammina per la banchina sgranocchiando qualcosa. Improvvisamente si volta, udita una voce familiare nell’oscurità.)
DEEP THROAT: Sicuro che non ti abbia seguito?
MULDER: Sì. Perché siamo qui?
(Su invito dell’informatore, i due fingono di passeggiare per non dare nell’occhio.)
DEEP THROAT: Beh, pensavo di proporti una partitina a scacchi. No... a dir la verità, mi trovavo da queste parti. E mi stavo domandando se ti avessi mai parlato dell’esperimento Lichfield, per caso.
MULDER: Uhm... No, direi di no.
DEEP THROAT: Beh, si trattava di un progetto di enorme importanza e interesse, classificato al più alto livello, ormai tutti i documenti sono stati distrutti, e coloro che ne erano a conoscenza negheranno di averne mai saputo qualcosa. Nei primi anni ’50, durante la Guerra Fredda, abbiamo saputo che i russi armeggiavano con l’eugenetica, in modo alquanto primitivo aggiungerei, tentando di fare incroci tra i loro migliori scienziati, atleti, e chi più ne ha più ne metta... per trasformarli in super soldati invincibili. Naturalmente, noi ci siamo mossi di conseguenza.
(Con una dissolvenza, vediamo l’auto di Mulder e Scully viaggiare di notte verso una destinazione ignota. Intanto, il dialogo fra Mulder e Deep Throat prosegue fuori campo.)
MULDER (VOCE FUORICAMPO): L’esperimento Litchfield.
DEEP THROAT (VOCE FUORICAMPO): Alcuni bambini, geneticamente controllati, vennero allevati e tenuti sotto osservazione in un centro di Litchfield.
(Con un’altra dissolvenza, vediamo una panoramica sul Manicomio Criminale Whiting. Fuori campo, Deep Throat continua la sua spiegazione.)
DEEP THROAT (VOCE FUORICAMPO): I maschi vennero chiamati Adamo, e alle femmine venne dato il nome di... Eva.
SCENA 15
BLOCCO Z
( Mulder e Scully giungono al blocco Z del penitenziario, fino alla guardia preposta alla sorveglianza.)
DEEP THROAT (VOCE FUORICAMPO): C’è una donna che dovresti incontrare, sono sicuro che ti daranno il permesso. ( La battuta nella versione originale è "I’ll make sure that you can get in" che significa "Mi assicurerò che ti facciano entrare".)
(Mulder e Scully mostrano le loro credenziali alla guardia.)
MULDER: Agenti Mulder e Scully. Dobbiamo vedere Eva 6.
GUARDIA: Depositate le armi e firmate per questi.(da sotto il bancone, tira fuori una specie di cercapersone)
MULDER: Cosa sono?
GUARDIA: Pulsanti d’allarme. Senza questi non potete entrare.
(La guardia ritira le loro armi. Mulder e Scully si scambiano uno sguardo. Una guardia carceraria apre loro il cancello che dà accesso al blocco Z. Appena entrati, lo richiude alle loro spalle. Li scorta al piano inferiore del blocco, dove si odono le urla indistinte dei detenuti. I tre giungono ad un altro cancello, che li immette nell’anticamera della cella di Eva 6. I due agenti si fermano davanti alla cella e parlano brevemente con la guardia, che consegna loro una torcia.)
SCULLY: Perché la torcia?
GUARDIA: Non fa altro che strillare quando accendiamo la luce. (scuotendo la testa) Nessuno l’ha mai vista bene in faccia.
(La guardia apre la cella di Eva 6. Scully è visibilmente tesa, Mulder lo dà meno a vedere.)
GUARDIA: Noi siamo qui fuori, eh.
SCENA 16
ALL’INTERNO DELLA CELLA
(Gli agenti accendono le torce ed entrano nella cella.)
MULDER: Salve.
(La luce fioca delle torce illumina le pareti imbottite della cella, tappezzate di ritagli di giornale, poi si ferma su una sedia e sulla brandina di Eva 6. Ne illumina prima i piedi, poi le gambe...)
EVA 6: E così avete trovato quello che cercavate.
(La luce illumina il corpo, stretto in una camicia di forza, e infine il volto. Mulder e Scully guardano con attenzione Eva 6. )
EVA 6: Una di noi, almeno.
(Scully guarda Mulder, poi torna a fissare Eva 6.)
SCULLY: Sally Kendrick.
(Mulder esce dall’oscurità e punta la sua torcia su Eva 6, che si ritrae per il fastidio.)
EVA 6: Prima slegatemi, e poi parliamo.
MULDER: Deve esserci una buona ragione se è legata.
EVA 6: No, una pessima ragione. Mi sono presa troppe libertà con una guardia. Gli ho cavato gli occhi a morsi. (mima l’atto di mordere)
(Mulder e Scully sono senza parole.)
EVA 6: Io lo consideravo un segno d’affetto. (fa una risata isterica) Mi volete fare un test d’intelligenza? Credo di superare 265. Siamo molto brillanti, noi Eva. È una cosa di famiglia.
(Mulder e Scully si scambiano un’occhiata preoccupata.)
MULDER: Dove sono gli altri, gli Adamo e le Eva?
EVA 6: Siamo predisposti al suicidio. Io sono l’unica rimasta... Eva 7 è scappata quasi subito e... dopo dieci anni è scappata anche Eva 8.
SCULLY: È lei Sally Kendrick?
EVA 6: Questo non è il mio nome, ma... lei è me e io sono lei... noi siamo la stessa cosa... (ghigna)
SCULLY: Ha lavorato al “Luther Stapes Center” per lo studio sulla riproduzione nel ‘85?
EVA 6: Nel 1985 mi hanno tenuto legata così per due anni! E per quale ragione? Nessuna ragione! Non ho fatto niente! Sono solo me stessa. Loro mi hanno prodotta, ma hanno sofferto? Loro no, no, io soffro. Io soffro! Mi mantengono in vita per quel progetto Litchfield. Loro vengono qui, mi fanno un test, mi studiano per vedere cosa è andato storto! Sally sa cosa è andato storto.
(Mulder e Scully si guardano.)
EVA 6: Voi due avete 46 cromosomi. Gli Adamo hanno fatto le Eva. Noi ne abbiamo 56. Abbiamo cromosomi in sovrannumero, i numeri 4, 5, 12, 16 e 22. Questa duplicazione di cromosomi produce anche geni in eccesso. Eccessiva forza, eccessiva intelligenza...
MULDER: Eccessive nevrosi.
EVA 6: Questa è la ciliegina sulla torta. Voi non mi credete, vero? Ma io ho le prove. Guardate sulla parete. (indica con la gamba) Il mio album di famiglia.
(I due agenti si voltano verso la parete della cella. Le torce illuminano delle foto raffiguranti una dozzina di Eva bambine, tutte identiche a Teena Simmons e Cindy Reardon.)
SCULLY: Oh, mio Dio. Le bambine!
EVA 6: Eravamo unite. Eravamo molto unite!
MULDER: Sally Kendrick utilizzava la clinica per portare avanti l’esperimento Litchfield. (punta la torcia su Eva 6, che lo fissa) Clonava sé stessa.
SCENA 17
(Nella sua cameretta, Cindy recita le preghiere della buonanotte amorevolmente assistita dalla madre.)
CINDY: Adesso vado a letto e prego il Signore di proteggere la mia anima. Se dovessi morire prima del risveglio, prego il Signore di accogliere la mia anima. Dio benedica i miei nonni Stenner, Irma e Jean Paul. E Dio benedica la mamma, e ti prego di vegliare su papà in Paradiso.
ELLEN REARDON: (accarezzandole i capelli) Sei una bambina meravigliosa, Cindy.
(La signora Reardon rimbocca le coperte alla figlia e le augura la buona notte. La bambina pare tranquilla, ma ha lo sguardo assente.)
ELLEN REARDON: Buonanotte, tesoro.
SCENA 18
(Mulder e Scully sono appostati fuori da casa Reardon, dentro la loro auto.)
MULDER: Se Eva 6 ha ragione e ci sono in giro altre due Eva, questo spiegherebbe i due identici omicidi avvenuti nello stesso momento. (Scully osserva attentamente la finestra della stanza di Cindy) Sally Kendrick ha veramente un complice: sé stessa.
SCULLY: Sai che all’inizio sospettavo quasi delle ragazzine?
MULDER: No. No, no, no... Credo che le due Eva sopravvissute stiano eliminando i genitori per riportare Teena e Cindy nella famiglia.
(Nella sua stanza, Cindy si alza dal letto e va alla finestra. Scully l’osserva col binocolo e la vede fissare la loro auto.)
SCULLY: Pensi che le bambine sappiano chi sono?
MULDER: Io spero di no.
(Alle spalle di Cindy, proprio dietro alla porta della sua stanza, appare una luce bianca. Sempre osservando dal binocolo, Scully vede una figura indistinta afferrare la ragazzina.)
SCULLY: Mulder, eccola!
(La figura indistinta porta via Cindy.)
MULDER: Io passo da dietro.
(Gli agenti escono velocemente dall’auto e si dividono. La signora Reardon sente bussare ed arriva di corsa alla porta: è Scully.)
SCULLY: C’è qualcuno di sopra. Aspetti fuori.
(Mulder controlla il retro, mentre Scully sale al piano superiore. Una volta salite le scale, Scully viene gettata a terra dal rapitore. Mentre Mulder setaccia il giardino, l’individuo che ha rapito Cindy fugge dall’abitazione frantumando in mille pezzi il vetro di una porta-finestra che dà sul cortile, proprio davanti a Mulder.)
MULDER: (puntando la pistola) FBI! Sono armato!
(Mulder illumina la figura incappucciata con la torcia: è Sally Kendrick. Tiene in braccio Cindy, ma la bambina, anziché essere spaventata, rimane perfettamente impassibile.)
MULDER: Quale delle due sei? Eva 7 o Eva 8?
SALLY KENDRICK: (puntando la pistola su Cindy) Getta la pistola. Sai quanto sono in gamba. (Mulder alza la mano e abbassa la pistola fin quasi a terra) Lentamente. Molto lentamente.
(Sally Kendrick si allontana lentamente, continuando a puntare l’arma su Cindy. Mulder fa finta di abbassarsi e di appoggiare la sua pistola a terra. La Kendrick si avvicina di corsa alla macchina e fa salire Cindy sul sedile posteriore. L’agente si alza di scatto e la insegue. La Kendrick sta per salire sull’auto, ma sopraggiunge Mulder e si vede costretta a sparargli un colpo per allontanarlo, infine entra in macchina e parte a tutta velocità. Mulder si lancia al suo inseguimento.)
SCENA 19
(Più tardi, sul luogo è arrivata la polizia. Scully detta l’identikit della Kendrick ad uno degli agenti.)
SCULLY: Il nome della sospetta è Sally Kendrick. Intorno ai 40, un metro e 70, peserà una sessantina di chili. Fate attenzione, potrebbe avere una complice del tutto somigliante a lei. La Kendrick è al volante di una Toyota blu del ’93. Ha una forza eccezionale per la sua statura, dev’essere considerata armata e pericolosa. Ah, è probabile che la donna riveli un comportamento gravemente disturbato. La polizia di Oakland sta organizzando le ricerche oltre il ponte.
(Mulder parla con la signora Reardon.)
ELLEN REARDON: E se avesse, se avesse intenzione di ucciderla? Prima Doug, ora Cindy.
MULDER: Signora Reardon, il fatto che la Kendrick e la sua complice uccidano i padri e rapiscano le figlie, dimostra che le vogliono vive. Sono sicuro che Cindy è viva e la troveremo.
(Ellen Reardon annuisce e si allontana. Mulder la osserva. Scully si avvicina al collega.)
SCULLY: E poi che cosa faremo?
(Mulder non risponde.)
SCENA 20
PT. REYES NATIONAL SEASHORE
40 MIGLIA A NORD DI SAN FRANCISCO
(Una Toyota blu entra nel parcheggio di un motel. Viene notata dal proprietario di quest’ultimo, intento a sistemare il giardino. Dall’auto escono Sally Kendrick e Cindy. Il proprietario continua a tenerle sott’occhio. La donna e la ragazzina entrano in una delle stanze.)
SALLY KENDRICK: Mi dispiace che dobbiate conoscervi in questo modo. (controlla fuori dalla finestra, mentre Cindy si guarda intorno) Ma è la cosa migliore, tutto considerato.
(La Kendrick entra in bagno, mentre Cindy attende appoggiata allo stipite della porta. La donna si sposta e compare Teena, legata.)
SALLY KENDRICK: (guardando Teena e rivolgendosi a Cindy) Teena Simmons, ti presento Cindy Reardon.
(Le gemelle si guardano. Teena sorride e Cindy assume un’espressione più serena.)
SCENA 21
(A casa Reardon, la polizia prosegue le indagini. Mulder e Scully stanno scendendo al piano inferiore. Scully viene raggiunta da un agente, mentre Mulder risponde al cellulare.)
AGENTE DI POLIZIA #1: Quello della scientifica è di sopra.
AGENTE DI POLIZIA #2: Agente Scully?
MULDER: (rispondendo al telefono) Mulder. Sì?
AGENTE DI POLIZIA #2: Hanno trovato la Toyota blu nel parcheggio dell’aeroporto di San Francisco.
MULDER: (al telefono) Che cosa ha visto?
SCULLY: Oh, bene. D’accordo. Voglio che controlliate ogni singola lista d’imbarco dei passeggeri di tutti i voli partiti nelle ultime ventiquattro ore.
MULDER: (al telefono) Ne è sicuro? Arriviamo al più presto.
SCULLY: Controllate i terminal, può darsi che si sia nascosta in attesa di un volo successivo... e ricordatevi, potrebbe avere una complice.
(L’agente annuisce e si allontana. Mulder si avvicina a Scully per riferirle della telefonata.)
MULDER: Era il proprietario di un motel di Port Reyes. Dice che una cliente corrisponde alla descrizione di Sally Kendrick.
SCULLY: Mulder, hanno appena trovato l’auto all’aeroporto.
MULDER: Ma non vuol dire niente! L’albergatore ha detto che la donna si è registrata con una bambina. Poi ha lasciato il motel nel pomeriggio da sola, è stata via tutta la notte, ed è tornata di nuovo con la bambina.
SCULLY: Qualcun altro potrebbe aver preso la bambina senza che l’albergatore se ne accorgesse. Quella zona è piena di famiglie in vacanza, potrebbero esserci centinaia di ragazzine in giro.
MULDER: Ma a lui è rimasta impressa quella. Gli ha consigliato una formula chimica a basso contenuto di cloro per disinfettare la piscina. Una ragazzina prodigio, a dir poco.
SCULLY: Mi hai convinto.
SCENA 22
(Nella stanza del motel, Sally Kendrick siede con le gemelle a tavola. Hanno appena finito di mangiare del cibo di un fast-food, e la donna sta spiegando loro come le abbia monitorate in tutto questo tempo. È preoccupata per le bambine e decisa ad aiutarle.)
SALLY KENDRICK: Ho sempre seguito attentamente il vostro comportamento dovunque mi trovassi. Ho passato gli ultimi anni sperando di trovare tutte le Eva rimaste. Il mio compito è stato semplificato dalla vostra... attività. Mi illudevo di essere riuscita a correggere gli errori del programma Litchfield, dato che il comportamento psicotico non si manifestava prima dei sedici anni e l’istinto omicida a venti. Potete immaginare... il mio disappunto, quando ho saputo di una tale accelerazione nel vostro sviluppo. (si alza per buttare qualcosa nel cestino, attentamente osservata dalle bambine, poi si risiede) Come avete saputo l’una dell’altra?
(Le gemelle sono vestite allo stesso modo, praticamente indistinguibili. Pronunciano una battuta a turno.)
TEENA/CINDY: Lo sapevamo e basta.
SALLY KENDRICK: Come vi siete messe d’accordo per combinare la vostra... marachella?
CINDY/TEENA: Lo sapevamo e basta.
SALLY KENDRICK: Perché avete ucciso i vostri padri?
CINDY/TEENA: Non erano i nostri padri.
TEENA/CINDY: Non abbiamo mai avuto genitori.
CINDY/TEENA: Noi non siamo nemmeno nate.
TEENA/CINDY: Noi siamo state create.
SALLY KENDRICK: Non dovete ragionare in questo modo. Voi siete esseri umani. Diversi, certo, speciali, ma non potete arrendervi a un destino genetico. È per questo che ora siete qui. Io sono stata allevata da un uomo che sapeva molto bene chi ero, l’ingegnere genetico di quel progetto. Con un... con un ambiente appropriato e un programma... di cure, diciamo a lungo termine, riuscirete a diventare come me, e non come le altre Eva.
(Sally Kendrick comincia a tremare spasmodicamente. Le bambine la guardano e ridono. La donna, in preda ai conati di vomito, si alza di scatto per andare al lavandino. Si volta verso le gemelle, fissandole con occhi spiritati.)
SALLY KENDRICK: Cosa... cosa... cosa avete fatto?
TEENA/CINDY: (è seduta e parla per prima; l’altra bambina si alza e le va accanto) La tua soda. C’erano dentro quattro once di veleno.
CINDY/TEENA: (in piedi) Estratto dalla Digitalis. Questa quantità (indica col dito la quantità di veleno prelevata da un piccolo contenitore) è una dose letale.
TEENA/CINDY: (seduta) L’abbiamo coltivata noi stesse.
SALLY KENDRICK: (scivolando a terra) Ma... perché?
CINDY/TEENA: Sei stata tu a dircelo.
TEENA/CINDY: Sei stata tu a crearci.
CINDY/TEENA: Noi siamo un tuo errore.
SALLY KENDRICK: (afferrando un coltello e provando ad alzarsi) Io... correggerò... il mio errore.
SCENA 23
(Più tardi, Mulder e Scully si ricongiungono con una pattuglia della polizia nel parcheggio del motel; ne arrivano poi altre di rinforzo. Gli agenti scendono dalla loro macchina e parlano con un agente sul posto.)
AGENTE DI POLIZIA #1: Sono sempre rimasto qui. Non ho visto nessuno entrare o uscire.
(Si sente il rumore di un vetro frantumato.)
MULDER: (rivolto a Scully) Va’ sul retro! ( Nella versione in lingua originale, questa battuta viene pronunciata dal poliziotto, infatti Scully corre alla porta della stanza, mentre la squadra di polizia corre a coprire il retro del motel)
AGENTE DI POLIZIA #2: Attenzione!
AGENTE DI POLIZIA #3: Da quella parte!
AGENTE DI POLIZIA #2: State attenti, è armata!
AGENTE DI POLIZIA #4: Copritemi! Provo a entrare dal retro.
(Mulder, Scully e l’agente di polizia corrono alla stanza della Kendrick. L’agente sfonda la porta. Mulder va avanti, coperto da Scully, a sua volta coperta dal suddetto agente. La Kendrick è riversa sul pavimento, morta. Mulder la oltrepassa per andare alla finestra, completamente frantumata, Scully le tasta il polso per accertarne il decesso. I singhiozzi delle bambine, rannicchiate in un angolo, catturano la sua attenzione.)
TEENA/CINDY: Dovevamo berlo tutte, ma noi abbiamo solo fatto finta.
CINDY/TEENA: Hanno cercato di avvelenarci.
SCULLY: Chi è stato?
CINDY/TEENA: Lei e un’altra donna.
MULDER: A chi assomigliava l’altra donna?
(Una delle bambine indica Sally Kendrick.)
MULDER: (voltandosi verso la Kendrick) Eva 8. Lavoravano insieme.
(Le bambine guardano Mulder, poi si abbracciano e scoppiano a piangere.)
SCULLY: (accarezzando loro i capelli) State tranquille, ora ci siamo qua noi. Sarete al sicuro.
(Mulder osserva le ragazzine.)
SCENA 24
( In seguito, la polizia procede nel sopralluogo. Il cadavere di Sally Kendrick viene coperto con un telo.)
VOCE ALLA RADIO: (da un’auto della polizia) L’autopattuglia 747 si rechi alla più vicina stazione di polizia.
AGENTE DI POLIZIA #1: Stiamo raccogliendo tutti gli elementi che possano esserci utili, signore.
DETECTIVE: D’accordo.
SCULLY: (osservando attentamente il bicchiere da dove ha bevuto la Kendrick) Sembra che le due Eva abbiano messo quattro once di Digitalis in ogni bicchiere. (lo porge a Mulder)
MULDER: (osservando il bicchiere) Eh, già. A quanto pare i conti tornano. Eva 6 ha detto che avevano tendenza al suicidio. ( Nella versione in lingua originale dell'episodio Mulder dice "Their own Jonestown" che significa "La loro Jonestown". Jonestown è il nome con il quale ci si riferisce al "Progetto Agricolo del Tempio del Popolo", un movimento religioso statunitense fondato dal pastore Jim Jones. Balzò tristemente all'attenzione della cronaca quando 909 abitanti del progetto vennero assassinati con del cianuro. Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Jonestown_(Guyana))
SCULLY: (controlla i resti del pasto sul tavolo) Ha un sapore dolce, probabilmente non è percepibile dentro la soda.
MULDER: Già.
DETECTIVE: (avvicinandosi ai due agenti) Stiamo setacciando la zona, ma fin’ora non c’è traccia dell’altra sospetta. Un agente riporterà a casa le bambine.
MULDER: No, forse è meglio se la responsabilità delle bambine ce la assumiamo noi.
SCULLY: Con l’autorizzazione di un dottore, naturalmente.
DETECTIVE: (annuendo) D’accordo, fate voi.
MULDER: Ok.
(Le gemelle attendono fuori, in silenzio. Vengono raggiunte da Mulder e Scully.)
SCULLY: Coraggio, vi riportiamo indietro.
TEENA: Indietro dove?
CINDY: Che cosa ne sarà di Teena adesso?
MULDER: Ne parliamo in macchina, d’accordo?
(I due agenti fanno salire Teena e Cindy in macchina, sui sedili posteriori. Chiuso lo sportello, le due osservano Mulder e Scully da dietro il finestrino.)
SCULLY: Si sentono già tanto legate. Quando Teena verrà data in affidamento sarà dura.
MULDER: Già.
(Le ragazzine si guardano e lanciano un’occhiata ai due agenti.)
SCENA 25
(È notte e i quattro sono ancora in viaggio. Mulder è al volante. Le bambine siedono sui sedili posteriori, in assoluto silenzio. Si prendono per mano, poi si guardano come per darsi un segnale.)
TEENA/CINDY: Agente Mulder, ho bisogno di andare al gabinetto.
CINDY/TEENA: Pure io.
MULDER: (voltandosi verso le gemelle) Non potete aspettare?
TEENA/CINDY: No, io non ce la faccio.
(Mulder si volta verso Scully.)
SCULLY: E io berrei volentieri qualcosa.
(Mulder annuisce e svolta presso una tavola calda.)
SCENA 26
(All’interno del locale una cameriera sta portando alcune pietanze dalla cucina al bancone. Mulder si rivolge a lei, Scully e le bambine lo seguono.)
MULDER: Salve. Scusi, dov’è il bagno?
CAMERIERA: Laggiù in fondo. Le do la chiave.
MULDER: Grazie. (Mulder si volta per dare un paio di chiavi a Scully) Tieni. (rivolto alla cameriera) Ah, mi prepara quattro sode dietetiche?
TEENA E CINDY: (guardando Mulder) Due normali.
MULDER: (guardando le gemelle) D’accordo, due dietetiche e due normali. Da portar via, per favore.
(La cameriera annuisce e prende le ordinazioni. I due agenti accompagnano le bambine al bagno. Mentre Mulder si dirige alla toilette degli uomini, Scully entra con le bambine in quella delle donne e chiude la porta alle sue spalle. Dopo qualche secondo, una delle due bambine esce dal bagno con un mazzo di chiavi.)
TEENA/CINDY: (la bambina rimasta in bagno) Agente Scully, la mia porta si è bloccata.
SCULLY: (in bagno) Arrivo subito.
(La bambina uscita dal bagno torna di soppiatto nella sala principale. Si avvicina al bancone per prendere le sode ed andarsene, ma viene fermata dalla cameriera.)
CAMERIERA: Aspetta un attimo.
CINDY/TEENA: Stia tranquilla. Appena esce dal bagno, il mio papà gliele paga.
CAMERIERA: Va bene.
(La bambina ricambia il sorriso e si allontana. Appoggia due bicchieri sopra a un tavolo, estrae un piccolo contenitore da una tasca del cappotto e ne versa il contenuto dentro ad entrambi. Alle spalle della ragazzina vediamo Mulder uscire dal bagno. )
MULDER: (avvicinandosi alla bambina) Sono quelle sono dietetiche?
CINDY/TEENA: (voltandosi di scatto per la sorpresa) Credo di sì.
MULDER: (assaggiando la bibita) Ne sei sicura? È così dolce, assaggiala. (porge il bicchiere alla bambina)
CINDY/TEENA: (ritraendosi) Sì, è dietetica. Ho visto quando la versava.
MULDER: (sorridendole) Va beh, allora.
SCULLY: (fuori campo) Siamo pronte.
MULDER: Andiamo.
(Scully è sulla porta e tiene per mano l’altra bambina. Mulder fa per andarsene, ma la gemella che è con Scully li blocca.)
TEENA/CINDY: Non dimenticate la soda?
MULDER: Eh, già.
(Mulder e la bambina che è con lui tornano al bancone per saldare il conto e ritirare il tutto.)
MULDER: Quanto le devo?
CAMERIERA: Cinque dollari.
MULDER: (rivolgendosi alla bambina) Paghi tu?
CINDY/TEENA: Certo.
MULDER: Ecco qui.
(Mulder e la bambina pagano.)
MULDER: (rivolto alla bambina) Prendi tu questa? (rivolto alla cameriera) Grazie.
(Mulder e la bambina raggiungono Scully e l’altra gemella. Mulder porge a Scully la sua soda. I quattro escono dal locale. Scully tiene per mano una bambina, mentre Mulder la segue con l’altra.)
SCULLY: (assaggiando la bibita e rivolgendosi alla bimba che è con lei) Quanto è dolce.
(La bambina che è con Scully si volta verso l’altra, che le sorride. Gli agenti si apprestano a far salire le bambine in macchina. Mulder fruga in tasca alla ricerca delle chiavi, ma non le trova.)
MULDER: Cindy, hai preso tu le chiavi della macchina sul bancone?
CINDY: No.
MULDER: No? (Tornando verso il locale) Scusatemi, torno subito.
(Scully beve la sua soda sotto lo sguardo delle bambine. Le due si scambiano un sorriso. All’interno della tavola calda, Mulder incrocia la cameriera che li ha serviti e si dirige al bancone. Prende le chiavi, ma la sua attenzione è catturata da alcune macchioline verdastre sulla superficie del bancone. Le osserva, le tocca, si porta un dito alla bocca per saggiarne la consistenza ed il sapore. Si accorge che è l’estratto di Digitalis. Corre ad avvertire Scully, che nel frattempo ha continuato a bere - ignara di tutto - la sua soda.)
MULDER: (precipitandosi fuori dalla tavola calda) Scully!
(Scully e le bambine si voltano di scatto.)
SCULLY: (guardando Mulder) Cosa c’è?
(Le bambine fissano Mulder, immobili.)
MULDER: Scully... (scendendo le scale) volevo solo aprirti lo sportello.
(Scully accenna un sorriso. Mulder le si avvicina e le butta a terra il bicchiere.)
SCULLY: (infastidita) Mulder!
(Le bambine, che prima osservavano attentamente la scena, si guardano e capiscono che Mulder ha intuito ogni cosa.)
MULDER: (sussurrando a Scully). Sono state loro. Era avvelenata. Facciamole salire in macchina.
SCULLY: D’accordo.
(I due si voltano, ma le bambine sono scomparse. Si lanciano al loro inseguimento.)
MULDER: Io ne ho bevuto solo un po’.
SCULLY: Anch’io. Non dovrebbe farci male.
(I due agenti si dividono per controllare il parcheggio. Mulder scorge l’ombra di una delle due bambine. Le due stanno tentando di nascondersi sotto ad uno dei tanti camion che sostano nel parcheggio. Mulder le afferra alle spalle. Teena e Cindy urlano spaventate.)
MULDER: Scully! Le ho trovate!
TEENA/CINDY: Lasciami!
CINDY/TEENA: Lasciami stare!
MULDER: Le ho prese! Scully!
TEENA/CINDY: Aiuto!
Un camionista osserva la scena dallo specchietto retrovisore del proprio mezzo. Scende dal camion imbracciando un fucile, seguito da un'altra donna.
CAMIONISTA: (rivolto a Mulder) Ehi! Che diavolo stai facendo?
MULDER: Non vi avvicinate, sono un agente federale!
CAMIONISTA: Sì, e io sono il capo della polizia ( La battuta in lingua originale è "Yeah, and these are Americas’s Most Wanted. Hands in front.", che signica "Sì, e queste due sono apparse in America's Most Wanted. Mani in alto". America's Most Wanted era un programma televisivo, prodotto dalla Fox Television Network, in cui venivano presentati i criminali più pericolosi ricercati dalle forze dell'ordine. Fonte: en.wikipedia.org/wiki/America's_Most_Wanted)
(Scully arriva di corsa e il camionista le punta contro il fucile.)
CAMIONISTA: Alzate le mani! Levagli le mani di dosso.
DONNA: Salite sul camion, forza. Salite!
(Mulder lascia andare le bambine.)
DONNA: Chiamo la polizia.
SCULLY: (gridando alla donna) Siamo noi la polizia!
(Le bambine non salgono sul camion, ma fuggono via senza che la coppia se ne accorga.)
SCULLY: (gridando e indicando le ragazzine) Mulder!
(Gli agenti si lanciano al loro inseguimento. Scully, stizzita, mostra il distintivo alla coppia, che rimane attonita. Uno scuolabus riparte dal parcheggio. Mulder si ricongiunge a Scully in prossimità di questo.)
MULDER: (rivolto a Scully) Da quella parte!
(Gli agenti rientrano di corsa nel locale, armati. Mulder controlla la sala principale, Scully si dirige alla cassa, dalla cameriera che li aveva precedentemente serviti.)
SCULLY: Ha visto le gemelle che erano con noi?
CAMERIERA: No, ma... (indica fuori dal locale) Un gruppo di scolari è andato via con quell’autobus.
(Mulder e Scully si precipitano fuori. All’esterno, vediamo un’auto - presumibilmente quella dei due agenti - fare il giro del parcheggio ed uscire in direzione dell’autostrada. Poco dopo, le bambine sbucano da sotto un telo verde, nascoste dentro ad una piccola imbarcazione sistemata nel parcheggio. Le due si assicurano che l’auto si sia allontanata e poi escono allo scoperto, aiutandosi l’un l’altra. Mulder le sorprende alle spalle.)
MULDER: Dimenticate la soda!
TEENA/CINDY: Non abbiamo fatto niente di male.
CINDY/TEENA: Siamo solo due ragazzine.
MULDER: Questa è l’ultima cosa che siete.
(Teena e Cindy si arrendono.)
SCENA 27
(A casa Reardon, vediamo una foto di Doug e Cindy Reardon in mostra sul caminetto.)
ELLEN REARDON: (voce fuori campo) Hanno detto di avere un ottimo programma di riabilitazione per Cindy.
(La donna prende in mano la cornice con la foto. La osserva, poi guarda i due agenti.)
MULDER: Non si possono nascondere dietro la burocrazia, signora Reardon. Lei ha il diritto di sapere cosa è successo, e deve pretenderlo.
ELLEN REARDON: L’unica cosa che mi basta sapere è che lei non era mia figlia. Non lo è mai stata.
(Ellen dà le spalle a Mulder e Scully. Si accovaccia davanti al caminetto, strappa la porzione di foto che ritrae Cindy - conservando quella con suo marito - e la adagia tra la legna che arde.
SCENA 28
(Il volto di Eva 6 emerge dalla grata della porta blindata della sua cella.)
EVA 6: Salve, ragazze.
(Dalla grata della cella di Eva 9 compare una delle bambine. Da quella di Eva 10 compare l’altra.)
EVA 6: È bello avere un po’ di compagnia.
(Le gemelle la fissano, impassibili. Al di fuori del blocco Z, vediamo la guardia che aveva consentito a Mulder e Scully di entrare nella cella di Eva 6. Sta svolgendo le medesime pratiche con un altro visitatore, il cui volto non viene mostrato.)
GUARDIA: (rivolgendosi all’ignoto interlocutore) Firmi per questo.
(Il visitatore porge una lettera alla guardia. Questi la legge, ma rimane in silenzio. Il visitatore ha accesso al blocco Z. Il visitatore, mostrato di spalle, non è altri che Sally Kendrick / Eva 8. Viene condotta nell’anticamera delle celle delle tre Eva da un altro agente di custodia. Eva 8 si guarda intorno: è osservata dalle altre Eva da dietro le grate.)
EVA 10: Ciao Eva 8.
EVA 9: Ti stavamo aspettando.
EVA 8: Come sapevate che sarei venuta?
EVA 9: Lo sapevamo e basta.
EVA 10: Lo sapevamo e basta.
(Eva 9 ed Eva 10 continuano a fissare Eva 8.)
Trascrizione effettuata da Chiara
GREENWICH, CONNECTICUT
(La piccola Teena Simmons, dopo essersi guardata intorno, esce dal giardino di casa in direzione della strada. Viene notata da una coppia di coniugi intenti a fare jogging.)
DONNA: (lanciando un’occhiata alla bimba e rivolgendosi al marito) Che fa Teena tutta sola?
(I due si avvicinano alla bambina: stringe un peluche e pare infreddolita, ma rimane impassibile.)
UOMO: Teena?
DONNA: Tesoro?
(La donna tocca Teena e si accorge che è gelata.)
DONNA: Ma sei gelata... Mettiti una giacca.
UOMO: Dov’è tuo padre?
TEENA In giardino. Ha detto che voleva stare un po’ per conto suo.
UOMO: (sorridendo alla moglie) Vado a vedere cosa sta combinando.
DONNA: Andiamo, tesoro, tuo padre non vuole che tu prenda freddo.
(L’uomo corre nel giardino.)
UOMO: Joel?
(Il padre di Teena siede sull’altalena, immobile; l’uomo gli va incontro, divertito dall’insolito quadretto.)
UOMO: Ehi, Joel, l’altalena dovrebbe essere per tua figlia, non per te.
(L’uomo gli dà un colpetto sulla spalla, per scuoterlo, ma il corpo del signor Simmons cade a peso morto. È morto. Teena urla, terrorizzata, e nasconde il viso tra le braccia della donna. Il cadavere del padre, in avanzato stato di rigor mortis, presenta due grossi fori sul collo.)
UOMO: (allontanandosi di corsa) Chiamo la polizia.
(La donna stringe forte Teena per rassicurarla. La bambina alza gli occhi verso il padre e lo osserva con freddezza.)
TEENA: Papà?
SIGLA
SCENA 2
QUARTIER GENERALE FBI
WASHINGTON, D.C.
SCULLY: (leggendo il rapporto del coroner) Morte per ipovolemia. Ha perso il 75% di sangue. (rivolgendosi a Mulder) Ha perso oltre quattro litri di sangue.
MULDER: (controllando delle diapositive) Si può dire che era rimasto a secco di carburante.
SCULLY: Sua figlia, di otto anni, si è allontanata da lui per non più di dieci minuti. Non ricorda più niente... e non c’è nessuna traccia di impronte sul luogo del delitto.
MULDER: (controlla l’archivio degli X-Files e ne estrae un fascicolo, che porge a Scully) Comunque qualsiasi impronta sarebbe stata cancellata dalla pioggia.
SCULLY: Ah, aveva due piccoli fori sulla giugulare.
MULDER: Hai mai sentito del fenomeno delle mutilazioni di bestiame?
SCULLY: Uhm?
(Scully guarda Mulder con aria interrogativa e fa un cenno di diniego; Mulder espone la sua teoria, attivando il proiettore e mostrandole delle diapositive.)
MULDER: Dal 1967, oltre trentaquattro stati hanno riferito di casi irrisolti di mutilazione del bestiame. Le tracce riscontrate presentano analogie con questo caso. (fa scorrere una diapositiva) Incisioni di precisione chirurgica. (scorre un’altra diapositiva) Venivano asportati la zona intorno alla bocca e spesso gli organi genitali. (scorre un’ultima diapositiva) C’era una notevole perdita ematica senza alcuna traccia di sangue sul posto.
SCULLY: Com’è possibile?
MULDER: Dissanguamento. (mima l’inserimento di un ago nel collo) Se s’infila un ago nella giugulare di un qualsiasi essere vivente, il cuore automaticamente fa da pompa. (Mulder si avvicina allo schermo ed indica la ferita del signor Simmons) Le giugulari di quegli animali presentavano fori analoghi a quelli dell’uomo ucciso nel Connecticut. È la prima volta che questo viene riscontrato su un essere umano.
SCULLY: Ma non c’erano segni di lotta, come si può starsene immobili mentre si subisce un dissanguamento!
MULDER: Il medico legale ha trovato tracce di Digitalis, un’erba sudamericana usata come droga paralizzante.
SCULLY: Aspetta un momento. Questi X-File dicono che probabilmente è un fenomeno legato agli UFO. Nei pressi dell’incidente sono stati segnalati avvistamenti, superfici bruciate...
MULDER: Spesso i testimoni hanno buchi di memoria, l’abbiamo riscontrato nei casi di sequestro da parte di alieni. La bambina infatti non ricorda niente.
SCULLY: Mulder, perché gli alieni avrebbero viaggiato per anni verso la Terra solo per giocare al dottore con gli animali?
MULDER: Per la stessa ragione per cui noi sezioniamo scimmie e rane. (Mulder indica i fori sul collo del signor Simmons) Comunque, sembra che ora abbiano alzato la mira.
(Scully riflette su quest’ultima diapositiva, ma non è ancora del tutto convinta.)
SCENA 3
CONTEA DI FAIRFIELD
SOCIAL SERVICES HOSTEL
GREENWICH, CONNECTICUT
(Teena si trova nella stanza che le è stata assegnata dai servizi sociali. Seduta sul letto col suo peluche fra le braccia, persa nei suoi pensieri, osserva qualcosa in alto, fuori dalla finestra. L’assistente sociale conduce Mulder e Scully dalla piccola, aggiornandoli sulla sua situazione familiare.)
ASSISTENTE SOCIALE: Sua madre è morta di cancro all’utero due anni fa. Non ha altri parenti. La terremo qui finché non riusciremo a trovarle una famiglia adottiva.
MULDER: Parla dell’accaduto?
ASSISTENTE SOCIALE: No, neanche una parola.
MULDER: Nessun incubo?
ASSISTENTE SOCIALE: No, almeno che io sappia.
(L’assistente sociale e i due agenti sbirciano Teena da una specie di oblò sulla porta della sua stanza. La bambina è apparentemente immobile e inconsapevole di essere osservata.)
SCULLY: Le possiamo parlare?
ASSISTENTE SOCIALE: Certo.
(L’assistente sociale bussa alla porta. Teena si volta nel momento in cui gli agenti entrano.)
ASSISTENTE SOCIALE: Teena? Queste sono le persone di cui ti ho detto, la signorina Scully e il signor Mulder. Ti va di parlare con loro?
(Teena annuisce.)
ASSISTENTE SOCIALE: Bene.
(Mulder e Scully si avvicinano a Teena. Scully si siede sul letto.)
SCULLY: Ciao. So quanto ti senti triste in questo momento. E spaventata. Ma noi vogliamo scoprire cos’è successo al tuo papà per fermare chi gli ha fatto male, capisci?
(Teena annuisce. Mulder si avvicina e si siede accanto a Scully.)
SCULLY: Bene. Non hai mai visto uno sconosciuto in casa con il tuo papà?
(Teena si stringe nelle spalle.)
SCULLY: Non l’hai mai visto litigare con qualcuno, o qualcuno litigare con lui?
TEENA: No.
SCULLY: Hai idea se c’era qualcuno che voleva fargli del male?
TEENA: No.
(Mulder guarda Teena.)
MULDER: Che bel coniglietto che hai.
(Teena accenna un sorriso e stringe forte il peluche.)
MULDER: Teena, possiamo parlare di quello che è accaduto? Di quello che è accaduto in giardino?
(Teena annuisce.)
MULDER: Sì? Ricordi per caso qualche suono strano, una luce, o qualcosa di simile?
(Teena riflette sulla domanda di Mulder, il quale la guarda come se attendesse la risposta che vorrebbe sentirsi dire.)
TEENA: Una forte luce rossa.
(Scully distoglie lo sguardo da Teena.)
MULDER: Dimmi qualcosa di più su questa luce.
TEENA: Non ricordo più niente... è diventato tutto nero.
MULDER: E una cosa del genere non l’avevi mai vista prima?
(Teena annuisce.)
MULDER: Ah sì? E quando?
TEENA: Gli uomini delle nuvole. Davano la caccia a mio padre.
(Scully e Mulder guardano Teena con aria interrogativa. Il cellulare di Scully squilla e lei si allontana per rispondere.)
SCULLY: (al cellulare) Dana Scully.
(Mulder riprende a fare domande.)
MULDER: Perché quegli uomini gli davano la caccia?
TEENA: Perché volevano dissanguarlo.
(Mulder rimane interdetto.)
SCULLY: (chiudendo la conversazione al cellulare) Grazie. (Rivolta a Mulder) Mulder...
MULDER: Cosa c’è?
(Mulder si allontana dalla bambina.)
SCULLY: (quasi sottovoce) Ne hanno trovato un altro.
SCENA 4
SCENA DEL CRIMINE DI CASA REARDON
CONTEA DI MARIN, CALIFORNIA
(Mulder e Scully camminano nel giardino dei Reardon. Scully legge stralci del rapporto della scientifica, Mulder gira intorno ad un’altalena.)
MULDER: Sembra la fotocopia dell’altro delitto.
SCULLY: La vittima, Doug Reardon, era sposato e aveva una figlia. Causa del decesso: ipovolemia. Mulder, fermati, senti questa. Hanno trovato tracce di veleno di Digitalis.
MULDER: E fori sul corpo?
SCULLY: Ah... sì. Sulla giugulare. Ora del decesso: presumibilmente le 14:30. Stesso giorno, a solo tre ore di distanza dalla morte di Simmons.
MULDER: Ma se consideriamo la differenza di fuso orario l’ora coincide perfettamente.
SCULLY: Si direbbe che si tratti di due serial killer che lavorano in coppia.
MULDER: No. Raramente i serial killer lavorano in due, e quando lo fanno uccidono insieme, non separatamente.
SCULLY: Mulder, niente oltre alle tue domande tendenziose a Teena Simmons, conferma la teoria della mutilazione ad opera degli UFO.
MULDER: La figlia di Reardon ha assistito all’omicidio?
SCULLY: Sì. Il rapporto di polizia dice che non ricorda più niente. In questo momento si trova con la madre e gli altri familiari a Sacramento.
MULDER: E quando torneranno?
SCULLY: Uhm... Domani.
MULDER: Scommettiamo che ricorderà una luce rossa?
SCENA 7
CONTEA DI FAIRFIELD
SOCIAL SERVICES HOSTEL
12:35 A.M. (FUSO ORARIO DELLA COSTA ATLANTICA)
(È notte fonda, infuria una pioggia tremenda. Teena è distesa nel suo letto, ma non dorme. Il suo sguardo cade sull’oblò della porta della sua stanza. Le sembra di sentire qualcuno che si aggira nel corridoio, proprio fuori dalla sua camera. Teena si alza da letto per andare alla porta. Riesce a distinguere una figura dietro di essa. Prende allora una sedia, l’appoggia alla porta e tenta di sbloccare la serratura della finestra per fuggire. Il misterioso individuo forza ripetutamente la porta. Teena, terrorizzata, si affanna ad aprire la finestra senza alcun risultato. Si nasconde sotto al letto. La porta viene sfondata. Da sotto il letto, Teena osserva la scena circostante. Vede la porta spalancata e prova a fuggire dalla stanza, ma viene improvvisamente afferrata dall’individuo. Teena urla, scomparendo in un lampo di luce bianca. Sentite le urla di Teena, l’assistente sociale sale di corsa le scale.)
ASSISTENTE SOCIALE: Teena? Teena? Teena? Teena???
(La donna si precipita nella stanza della bambina, messa completamente sottosopra, e la chiama ripetutamente, senza ottenere risposta. La porta-finestra della camera è spalancata, il peluche di Teena gettato a terra.)
SCENA 8
SCENA DEL CRIMINE DI CASA REARDON
CONTEA DI MARIN, CALIFORNIA
(Mulder e Scully tornano a casa di Doug Reardon per interrogare moglie e figlia. Mentre scendono dall’auto, i due agenti fanno il punto della situazione.)
SCULLY: È stata prelevata dal centro di assistenza ieri notte, più o meno verso le 23. È come se qualcuno temesse che lei possa ricordare troppo.
MULDER: Qualcuno o qualcosa, chi lo sa!
SCULLY: (sospira) La polizia del Connecticut ha approntato dei posti di blocco in meno di mezz’ora. Niente.
MULDER: (indicando il cielo) Forse non cercavano nella giusta direzione!
SCULLY: Gli ho detto di contattarci in caso la trovassero.
(Mulder bussa. Una bambina apre la porta. I due agenti la fissano increduli: è identica a Teena Simmons.)
SCULLY: Teena?
CINDY: (guardandoli confusa) No.
(Scully si volta verso Mulder, che non distoglie lo sguardo dalla ragazzina.)
SCULLY: Come ti chiami?
CINDY: Cindy Reardon.
MULDER: Vivi qui, Cindy?
CINDY: Certo, da otto anni, da quando sono nata.
(I due agenti fissano Cindy, che ricambia i loro sguardi impassibile.)
SCENA 9
(Più tardi, mentre Mulder e Scully attendono di interrogare la madre, Cindy guarda un cartone animato alla tv, poi cambia canale. I due agenti la osservano incuriositi.)
VOCE ALLA TELEVISIONE: Buongiorno, ragazzi. Questa è la cerimonia ufficiale organizzata in occasione della premiazione per la migliore opera letteraria realizzata dai ragazzi...
(La signora Reardon arriva con una tazza di caffè per tutti.)
MULDER: Cindy è una splendida bambina, signora Reardon.
ELLEN REARDON: Io e Doug l’abbiamo viziata molto. Volevamo proteggerla da tutte le cose brutte della vita.
(La signora Reardon versa un po’ di caffè, sospirando affranta. Mulder e Scully si guardano, non sapendo che dire.)
ELLEN REARDON: Era la gioia del suo papà.
MULDER: Cindy è figlia unica?
(La signora Reardon annuisce.)
SCULLY: Posso chiederle se... è stata adottata?
ELLEN REARDON: (guardando Scully sorpresa) No! L’ho partorita al San Rafael General Hospital.
(Cindy, che dà le spalle ai tre, ascolta attentamente la conversazione.)
SCULLY: Immagino... che lei abbia tutta la documentazione, il certificato di nascita...
ELLEN REARDON: Ma certo. Ho tutto.
MULDER: È nata soltanto lei da quel parto?
ELLEN REARDON: Ma che razza di domande mi state facendo? Senta, ho già detto alla polizia quello che sapevo.
(La signora Reardon, offesa, dà le spalle a Mulder e prende qualcosa dalla credenza.)
MULDER: Signora, ha mai visto quest’uomo prima d’ora?
(Mulder mostra ad Ellen una foto di Joel e Teena Simmons.)
ELLEN REARDON: È l’uomo di cui sospettate?
MULDER: No.
ELLEN REARDON: (sull’orlo delle lacrime) Ha fatto qualcosa a Cindy?
MULDER: No... lui è...
SCULLY: No, mi ascolti signora, quella non è sua figlia. Il suo nome è Teena Simmons.
(Cindy continua ad ascoltare la conversazione. Mulder osserva Cindy.)
SCULLY: Vive a tremila miglia da qui, a Greenwich, nel Connecticut. Quell’uomo è suo padre, ed è stato ucciso come il signor Reardon.
ELLEN REARDON: (togliendo gli occhi dalla foto e rivolgendosi a Scully) Cindy è mia figlia. Della sua nascita ho una ripresa filmata. Sono rimasta incinta dopo anni di tentativi.
MULDER: (sorpreso) Ha fatto la fecondazione artificiale?
(La signora Reardon guarda Mulder e annuisce.)
MULDER: In quale clinica?
ELLEN REARDON: Al “Luther Stapes Center”. Si trova a San Francisco.
(Cindy abbassa lo sguardo.)
MULDER: La ringrazio.
SCENA 10
(I due agenti escono dalla residenza dei Reardon e raggiungono la loro auto.)
SCULLY: Credi ancora che ci sia un collegamento con gli UFO? Cindy Reardon non ha visto la luce rossa.
MULDER: Non lo so. Sembra che l’unica analogia fra quelle bambine sia il loro aspetto.
SCULLY: Beh, è raro, ma può accadere che due persone siano perfettamente identiche.
MULDER: E che entrambe assistano alla morte per dissanguamento del padre? È più raro di un en plein alla roulette.
(Scully riflette. I due salgono in macchina, si allacciano le cinture e partono.)
SCULLY: Le bambine sono l’unico legame fra questi due delitti.
MULDER: E per di più, una di loro è sparita.
SCULLY: Rapita.
MULDER: (in tono ironico) Sparita, rapita...
SCULLY: (Scully sorride alla battuta) Dove stai andando?
MULDER: Gli omicidi sono stati commessi dalla stessa persona, o da più persone, e una parte del piano consiste nel rapire le ragazzine.
(Mulder ferma la macchina.)
SCULLY: E ti aspetti che il piano continui.
MULDER: Sì. (uscendo dall’auto) E preferisco tener d’occhio Cindy. Tu controlla la clinica. Guarda se i Simmons erano iscritti allo stesso programma di fecondazione.
SCULLY: (togliendosi la cintura) D’accordo. Ah, chiamo l’ufficio di San Francisco e mando qualcuno a darti il cambio.
MULDER: Va bene.
SCENA 11
LUTHER STAPES CENTER
FOR REPRODUCTIVE MEDICINE
(Un medico accompagna Scully nel suo ufficio, esponendole il programma di fecondazione assistita da lui diretto.)
MEDICO: Vede, la fecondazione in vitro è una procedura secondo la quale possiamo effettuare la fecondazione, e l’impianto dell’embrione, nell’utero.
SCULLY: Può succedere che una paziente creda di ricevere il proprio uovo, e in realtà ne riceva un altro senza saperlo?
MEDICO: No, non qui, abbiamo controlli molto severi.
SCULLY: Ricorda di avere avuto come pazienti i signori Claudia e Joel Simmons?
MEDICO: Ogni notizia sui nostri pazienti è riservata. Questioni di deontologia.
SCULLY: Senta, i Simmons sono morti e la bambina è stata rapita. Quindi secondo me, ogni informazione utile mette in secondo piano la sua deontologia, non crede?
(Il medico guarda Scully, indeciso sul da farsi.)
SCENA 12
UFFICIO DEL MEDICO
(Nell’ufficio del medico, Scully passa in rassegna la documentazione relativa ai Simmons.)
SCULLY: Ah, queste sono copie della documentazione trasmessa a Greenwich, Connecticut, nel 1991. (continua a leggere i documenti) Sono venuti qui nove anni fa, e sono stati in cura dalla dottoressa Sally Kendrick?
(Il medico abbassa gli occhi e si stringe le mani, visibilmente in imbarazzo.)
SCULLY: (guardando il medico con aria interrogativa) C’è qualche problema?
MEDICO: (dopo una lunga pausa) La dottoressa Kendrick. Non ci ha dato che problemi.
(Il medico mostra a Scully una videocassetta della dottoressa Kendrick, intenta a pubblicizzare il programma di fecondazione assistita del “Luther Stapes”.)
SALLY KENDRICK: (in video) Buongiorno, e benvenuti al Centro "Luther Stapes" per lo studio sulla riproduzione. Io sono la dottoressa Sally Kendrick, specialista nell’interessante campo della fecondazione in vitro. Il "Luther Stapes" è un centro all’avanguardia...
MEDICO: Lavorava qui da noi nel 1985. Brillante. Era la prima del corso di medicina a Yale, dove si è laureata dopo aver completato il dottorato in biogenetica. Eravamo entusiasti di averla.
(Il nastro prosegue in sottofondo.)
SCULLY: Ma adesso non sembra più tanto entusiasta.
(Il medico fa un lungo sospiro.)
MEDICO: Abbiamo motivo di ritenere, che la dottoressa Kendrick manomettesse in laboratorio il materiale genetico degli ovuli fecondati, prima di impiantarli. Esperimenti di eugenetica.
SCULLY: L’ha riferito agli organi competenti?
MEDICO: Certo. E l’ho licenziata. Ho anche sollecitato un’indagine da parte del Dipartimento della Sanità.
SCULLY: E com’è finita?
MEDICO: Con un richiamo ufficiale. E un non luogo a procedere purtroppo. La dottoressa Kendrick... è sparita.
(Scully sembra intuire qualcosa, poi guarda il nastro della dottoressa Kendrick.)
SALLY KENDRICK: (in video) ... e siamo pronti ad aiutarvi. Nella prossima mezz’ora starò con voi e vi accompagnerò attraverso...
SCENA 13
(In motel, Mulder e Scully guardano lo stesso nastro della dottoressa Kendrick.)
SCULLY: La dottoressa Kendrick era la responsabile del programma di fecondazione sia dei Reardon che dei Simmons. Sembra che facesse degli esperimenti in clinica.
MULDER: E forse adesso sta cercando di cancellarne i risultati.
SALLY KENDRICK: (in video) ...credo che con le nostre conoscenze scientifiche e un po’ di fortuna e tanta speranza, i miracoli possano verificarsi.
SCULLY: Ma deve aver avuto un complice per compiere tutti e due gli omicidi.
MULDER: Quindi questa sarebbe una vendetta attuata da lei e da un collega ai danni del centro Stapes.
(Scully annuisce. Il telefono squilla e Scully si alza per rispondere.)
SCULLY: Non mi dirai che hai abbandonato l’idea di un collegamento con gli UFO?
(Mulder sorride mentre Scully risponde.)
SCULLY: Pronto?
(Dall’altro capo della cornetta si sentono due click.)
SCULLY: Pronto?
(Scully riattacca, Mulder riflette.)
SCULLY: Ho sentito solo due click. Avranno sbagliato numero.
(Mulder capisce. Si alza, si toglie gli occhiali e cerca di mandar via Scully.)
MULDER: Sai che ti dico? Ci dormirò sopra e ne riparliamo domattina a mente fresca.
SCULLY: Mulder, mi stai forse buttando fuori?
MULDER: (aprendo la porta per far uscire Scully) Ma no! Che ti salta in testa.
SCULLY: Stai aspettando una ragazza?
MULDER: Ma che ragazza!? Voglio vedere un film alla tv, tutto qui. Dormi bene, eh. Ci vediamo domani.
(Scully esce, Mulder chiude la porta.)
SCENA 14
(Più tardi, Mulder si trova solo, davanti ad un molo. Aspetta qualcuno. Cammina per la banchina sgranocchiando qualcosa. Improvvisamente si volta, udita una voce familiare nell’oscurità.)
DEEP THROAT: Sicuro che non ti abbia seguito?
MULDER: Sì. Perché siamo qui?
(Su invito dell’informatore, i due fingono di passeggiare per non dare nell’occhio.)
DEEP THROAT: Beh, pensavo di proporti una partitina a scacchi. No... a dir la verità, mi trovavo da queste parti. E mi stavo domandando se ti avessi mai parlato dell’esperimento Lichfield, per caso.
MULDER: Uhm... No, direi di no.
DEEP THROAT: Beh, si trattava di un progetto di enorme importanza e interesse, classificato al più alto livello, ormai tutti i documenti sono stati distrutti, e coloro che ne erano a conoscenza negheranno di averne mai saputo qualcosa. Nei primi anni ’50, durante la Guerra Fredda, abbiamo saputo che i russi armeggiavano con l’eugenetica, in modo alquanto primitivo aggiungerei, tentando di fare incroci tra i loro migliori scienziati, atleti, e chi più ne ha più ne metta... per trasformarli in super soldati invincibili. Naturalmente, noi ci siamo mossi di conseguenza.
(Con una dissolvenza, vediamo l’auto di Mulder e Scully viaggiare di notte verso una destinazione ignota. Intanto, il dialogo fra Mulder e Deep Throat prosegue fuori campo.)
MULDER (VOCE FUORICAMPO): L’esperimento Litchfield.
DEEP THROAT (VOCE FUORICAMPO): Alcuni bambini, geneticamente controllati, vennero allevati e tenuti sotto osservazione in un centro di Litchfield.
(Con un’altra dissolvenza, vediamo una panoramica sul Manicomio Criminale Whiting. Fuori campo, Deep Throat continua la sua spiegazione.)
DEEP THROAT (VOCE FUORICAMPO): I maschi vennero chiamati Adamo, e alle femmine venne dato il nome di... Eva.
SCENA 15
BLOCCO Z
( Mulder e Scully giungono al blocco Z del penitenziario, fino alla guardia preposta alla sorveglianza.)
DEEP THROAT (VOCE FUORICAMPO): C’è una donna che dovresti incontrare, sono sicuro che ti daranno il permesso. ( La battuta nella versione originale è "I’ll make sure that you can get in" che significa "Mi assicurerò che ti facciano entrare".)
(Mulder e Scully mostrano le loro credenziali alla guardia.)
MULDER: Agenti Mulder e Scully. Dobbiamo vedere Eva 6.
GUARDIA: Depositate le armi e firmate per questi.(da sotto il bancone, tira fuori una specie di cercapersone)
MULDER: Cosa sono?
GUARDIA: Pulsanti d’allarme. Senza questi non potete entrare.
(La guardia ritira le loro armi. Mulder e Scully si scambiano uno sguardo. Una guardia carceraria apre loro il cancello che dà accesso al blocco Z. Appena entrati, lo richiude alle loro spalle. Li scorta al piano inferiore del blocco, dove si odono le urla indistinte dei detenuti. I tre giungono ad un altro cancello, che li immette nell’anticamera della cella di Eva 6. I due agenti si fermano davanti alla cella e parlano brevemente con la guardia, che consegna loro una torcia.)
SCULLY: Perché la torcia?
GUARDIA: Non fa altro che strillare quando accendiamo la luce. (scuotendo la testa) Nessuno l’ha mai vista bene in faccia.
(La guardia apre la cella di Eva 6. Scully è visibilmente tesa, Mulder lo dà meno a vedere.)
GUARDIA: Noi siamo qui fuori, eh.
SCENA 16
ALL’INTERNO DELLA CELLA
(Gli agenti accendono le torce ed entrano nella cella.)
MULDER: Salve.
(La luce fioca delle torce illumina le pareti imbottite della cella, tappezzate di ritagli di giornale, poi si ferma su una sedia e sulla brandina di Eva 6. Ne illumina prima i piedi, poi le gambe...)
EVA 6: E così avete trovato quello che cercavate.
(La luce illumina il corpo, stretto in una camicia di forza, e infine il volto. Mulder e Scully guardano con attenzione Eva 6. )
EVA 6: Una di noi, almeno.
(Scully guarda Mulder, poi torna a fissare Eva 6.)
SCULLY: Sally Kendrick.
(Mulder esce dall’oscurità e punta la sua torcia su Eva 6, che si ritrae per il fastidio.)
EVA 6: Prima slegatemi, e poi parliamo.
MULDER: Deve esserci una buona ragione se è legata.
EVA 6: No, una pessima ragione. Mi sono presa troppe libertà con una guardia. Gli ho cavato gli occhi a morsi. (mima l’atto di mordere)
(Mulder e Scully sono senza parole.)
EVA 6: Io lo consideravo un segno d’affetto. (fa una risata isterica) Mi volete fare un test d’intelligenza? Credo di superare 265. Siamo molto brillanti, noi Eva. È una cosa di famiglia.
(Mulder e Scully si scambiano un’occhiata preoccupata.)
MULDER: Dove sono gli altri, gli Adamo e le Eva?
EVA 6: Siamo predisposti al suicidio. Io sono l’unica rimasta... Eva 7 è scappata quasi subito e... dopo dieci anni è scappata anche Eva 8.
SCULLY: È lei Sally Kendrick?
EVA 6: Questo non è il mio nome, ma... lei è me e io sono lei... noi siamo la stessa cosa... (ghigna)
SCULLY: Ha lavorato al “Luther Stapes Center” per lo studio sulla riproduzione nel ‘85?
EVA 6: Nel 1985 mi hanno tenuto legata così per due anni! E per quale ragione? Nessuna ragione! Non ho fatto niente! Sono solo me stessa. Loro mi hanno prodotta, ma hanno sofferto? Loro no, no, io soffro. Io soffro! Mi mantengono in vita per quel progetto Litchfield. Loro vengono qui, mi fanno un test, mi studiano per vedere cosa è andato storto! Sally sa cosa è andato storto.
(Mulder e Scully si guardano.)
EVA 6: Voi due avete 46 cromosomi. Gli Adamo hanno fatto le Eva. Noi ne abbiamo 56. Abbiamo cromosomi in sovrannumero, i numeri 4, 5, 12, 16 e 22. Questa duplicazione di cromosomi produce anche geni in eccesso. Eccessiva forza, eccessiva intelligenza...
MULDER: Eccessive nevrosi.
EVA 6: Questa è la ciliegina sulla torta. Voi non mi credete, vero? Ma io ho le prove. Guardate sulla parete. (indica con la gamba) Il mio album di famiglia.
(I due agenti si voltano verso la parete della cella. Le torce illuminano delle foto raffiguranti una dozzina di Eva bambine, tutte identiche a Teena Simmons e Cindy Reardon.)
SCULLY: Oh, mio Dio. Le bambine!
EVA 6: Eravamo unite. Eravamo molto unite!
MULDER: Sally Kendrick utilizzava la clinica per portare avanti l’esperimento Litchfield. (punta la torcia su Eva 6, che lo fissa) Clonava sé stessa.
SCENA 17
(Nella sua cameretta, Cindy recita le preghiere della buonanotte amorevolmente assistita dalla madre.)
CINDY: Adesso vado a letto e prego il Signore di proteggere la mia anima. Se dovessi morire prima del risveglio, prego il Signore di accogliere la mia anima. Dio benedica i miei nonni Stenner, Irma e Jean Paul. E Dio benedica la mamma, e ti prego di vegliare su papà in Paradiso.
ELLEN REARDON: (accarezzandole i capelli) Sei una bambina meravigliosa, Cindy.
(La signora Reardon rimbocca le coperte alla figlia e le augura la buona notte. La bambina pare tranquilla, ma ha lo sguardo assente.)
ELLEN REARDON: Buonanotte, tesoro.
SCENA 18
(Mulder e Scully sono appostati fuori da casa Reardon, dentro la loro auto.)
MULDER: Se Eva 6 ha ragione e ci sono in giro altre due Eva, questo spiegherebbe i due identici omicidi avvenuti nello stesso momento. (Scully osserva attentamente la finestra della stanza di Cindy) Sally Kendrick ha veramente un complice: sé stessa.
SCULLY: Sai che all’inizio sospettavo quasi delle ragazzine?
MULDER: No. No, no, no... Credo che le due Eva sopravvissute stiano eliminando i genitori per riportare Teena e Cindy nella famiglia.
(Nella sua stanza, Cindy si alza dal letto e va alla finestra. Scully l’osserva col binocolo e la vede fissare la loro auto.)
SCULLY: Pensi che le bambine sappiano chi sono?
MULDER: Io spero di no.
(Alle spalle di Cindy, proprio dietro alla porta della sua stanza, appare una luce bianca. Sempre osservando dal binocolo, Scully vede una figura indistinta afferrare la ragazzina.)
SCULLY: Mulder, eccola!
(La figura indistinta porta via Cindy.)
MULDER: Io passo da dietro.
(Gli agenti escono velocemente dall’auto e si dividono. La signora Reardon sente bussare ed arriva di corsa alla porta: è Scully.)
SCULLY: C’è qualcuno di sopra. Aspetti fuori.
(Mulder controlla il retro, mentre Scully sale al piano superiore. Una volta salite le scale, Scully viene gettata a terra dal rapitore. Mentre Mulder setaccia il giardino, l’individuo che ha rapito Cindy fugge dall’abitazione frantumando in mille pezzi il vetro di una porta-finestra che dà sul cortile, proprio davanti a Mulder.)
MULDER: (puntando la pistola) FBI! Sono armato!
(Mulder illumina la figura incappucciata con la torcia: è Sally Kendrick. Tiene in braccio Cindy, ma la bambina, anziché essere spaventata, rimane perfettamente impassibile.)
MULDER: Quale delle due sei? Eva 7 o Eva 8?
SALLY KENDRICK: (puntando la pistola su Cindy) Getta la pistola. Sai quanto sono in gamba. (Mulder alza la mano e abbassa la pistola fin quasi a terra) Lentamente. Molto lentamente.
(Sally Kendrick si allontana lentamente, continuando a puntare l’arma su Cindy. Mulder fa finta di abbassarsi e di appoggiare la sua pistola a terra. La Kendrick si avvicina di corsa alla macchina e fa salire Cindy sul sedile posteriore. L’agente si alza di scatto e la insegue. La Kendrick sta per salire sull’auto, ma sopraggiunge Mulder e si vede costretta a sparargli un colpo per allontanarlo, infine entra in macchina e parte a tutta velocità. Mulder si lancia al suo inseguimento.)
SCENA 19
(Più tardi, sul luogo è arrivata la polizia. Scully detta l’identikit della Kendrick ad uno degli agenti.)
SCULLY: Il nome della sospetta è Sally Kendrick. Intorno ai 40, un metro e 70, peserà una sessantina di chili. Fate attenzione, potrebbe avere una complice del tutto somigliante a lei. La Kendrick è al volante di una Toyota blu del ’93. Ha una forza eccezionale per la sua statura, dev’essere considerata armata e pericolosa. Ah, è probabile che la donna riveli un comportamento gravemente disturbato. La polizia di Oakland sta organizzando le ricerche oltre il ponte.
(Mulder parla con la signora Reardon.)
ELLEN REARDON: E se avesse, se avesse intenzione di ucciderla? Prima Doug, ora Cindy.
MULDER: Signora Reardon, il fatto che la Kendrick e la sua complice uccidano i padri e rapiscano le figlie, dimostra che le vogliono vive. Sono sicuro che Cindy è viva e la troveremo.
(Ellen Reardon annuisce e si allontana. Mulder la osserva. Scully si avvicina al collega.)
SCULLY: E poi che cosa faremo?
(Mulder non risponde.)
SCENA 20
PT. REYES NATIONAL SEASHORE
40 MIGLIA A NORD DI SAN FRANCISCO
(Una Toyota blu entra nel parcheggio di un motel. Viene notata dal proprietario di quest’ultimo, intento a sistemare il giardino. Dall’auto escono Sally Kendrick e Cindy. Il proprietario continua a tenerle sott’occhio. La donna e la ragazzina entrano in una delle stanze.)
SALLY KENDRICK: Mi dispiace che dobbiate conoscervi in questo modo. (controlla fuori dalla finestra, mentre Cindy si guarda intorno) Ma è la cosa migliore, tutto considerato.
(La Kendrick entra in bagno, mentre Cindy attende appoggiata allo stipite della porta. La donna si sposta e compare Teena, legata.)
SALLY KENDRICK: (guardando Teena e rivolgendosi a Cindy) Teena Simmons, ti presento Cindy Reardon.
(Le gemelle si guardano. Teena sorride e Cindy assume un’espressione più serena.)
SCENA 21
(A casa Reardon, la polizia prosegue le indagini. Mulder e Scully stanno scendendo al piano inferiore. Scully viene raggiunta da un agente, mentre Mulder risponde al cellulare.)
AGENTE DI POLIZIA #1: Quello della scientifica è di sopra.
AGENTE DI POLIZIA #2: Agente Scully?
MULDER: (rispondendo al telefono) Mulder. Sì?
AGENTE DI POLIZIA #2: Hanno trovato la Toyota blu nel parcheggio dell’aeroporto di San Francisco.
MULDER: (al telefono) Che cosa ha visto?
SCULLY: Oh, bene. D’accordo. Voglio che controlliate ogni singola lista d’imbarco dei passeggeri di tutti i voli partiti nelle ultime ventiquattro ore.
MULDER: (al telefono) Ne è sicuro? Arriviamo al più presto.
SCULLY: Controllate i terminal, può darsi che si sia nascosta in attesa di un volo successivo... e ricordatevi, potrebbe avere una complice.
(L’agente annuisce e si allontana. Mulder si avvicina a Scully per riferirle della telefonata.)
MULDER: Era il proprietario di un motel di Port Reyes. Dice che una cliente corrisponde alla descrizione di Sally Kendrick.
SCULLY: Mulder, hanno appena trovato l’auto all’aeroporto.
MULDER: Ma non vuol dire niente! L’albergatore ha detto che la donna si è registrata con una bambina. Poi ha lasciato il motel nel pomeriggio da sola, è stata via tutta la notte, ed è tornata di nuovo con la bambina.
SCULLY: Qualcun altro potrebbe aver preso la bambina senza che l’albergatore se ne accorgesse. Quella zona è piena di famiglie in vacanza, potrebbero esserci centinaia di ragazzine in giro.
MULDER: Ma a lui è rimasta impressa quella. Gli ha consigliato una formula chimica a basso contenuto di cloro per disinfettare la piscina. Una ragazzina prodigio, a dir poco.
SCULLY: Mi hai convinto.
SCENA 22
(Nella stanza del motel, Sally Kendrick siede con le gemelle a tavola. Hanno appena finito di mangiare del cibo di un fast-food, e la donna sta spiegando loro come le abbia monitorate in tutto questo tempo. È preoccupata per le bambine e decisa ad aiutarle.)
SALLY KENDRICK: Ho sempre seguito attentamente il vostro comportamento dovunque mi trovassi. Ho passato gli ultimi anni sperando di trovare tutte le Eva rimaste. Il mio compito è stato semplificato dalla vostra... attività. Mi illudevo di essere riuscita a correggere gli errori del programma Litchfield, dato che il comportamento psicotico non si manifestava prima dei sedici anni e l’istinto omicida a venti. Potete immaginare... il mio disappunto, quando ho saputo di una tale accelerazione nel vostro sviluppo. (si alza per buttare qualcosa nel cestino, attentamente osservata dalle bambine, poi si risiede) Come avete saputo l’una dell’altra?
(Le gemelle sono vestite allo stesso modo, praticamente indistinguibili. Pronunciano una battuta a turno.)
TEENA/CINDY: Lo sapevamo e basta.
SALLY KENDRICK: Come vi siete messe d’accordo per combinare la vostra... marachella?
CINDY/TEENA: Lo sapevamo e basta.
SALLY KENDRICK: Perché avete ucciso i vostri padri?
CINDY/TEENA: Non erano i nostri padri.
TEENA/CINDY: Non abbiamo mai avuto genitori.
CINDY/TEENA: Noi non siamo nemmeno nate.
TEENA/CINDY: Noi siamo state create.
SALLY KENDRICK: Non dovete ragionare in questo modo. Voi siete esseri umani. Diversi, certo, speciali, ma non potete arrendervi a un destino genetico. È per questo che ora siete qui. Io sono stata allevata da un uomo che sapeva molto bene chi ero, l’ingegnere genetico di quel progetto. Con un... con un ambiente appropriato e un programma... di cure, diciamo a lungo termine, riuscirete a diventare come me, e non come le altre Eva.
(Sally Kendrick comincia a tremare spasmodicamente. Le bambine la guardano e ridono. La donna, in preda ai conati di vomito, si alza di scatto per andare al lavandino. Si volta verso le gemelle, fissandole con occhi spiritati.)
SALLY KENDRICK: Cosa... cosa... cosa avete fatto?
TEENA/CINDY: (è seduta e parla per prima; l’altra bambina si alza e le va accanto) La tua soda. C’erano dentro quattro once di veleno.
CINDY/TEENA: (in piedi) Estratto dalla Digitalis. Questa quantità (indica col dito la quantità di veleno prelevata da un piccolo contenitore) è una dose letale.
TEENA/CINDY: (seduta) L’abbiamo coltivata noi stesse.
SALLY KENDRICK: (scivolando a terra) Ma... perché?
CINDY/TEENA: Sei stata tu a dircelo.
TEENA/CINDY: Sei stata tu a crearci.
CINDY/TEENA: Noi siamo un tuo errore.
SALLY KENDRICK: (afferrando un coltello e provando ad alzarsi) Io... correggerò... il mio errore.
SCENA 23
(Più tardi, Mulder e Scully si ricongiungono con una pattuglia della polizia nel parcheggio del motel; ne arrivano poi altre di rinforzo. Gli agenti scendono dalla loro macchina e parlano con un agente sul posto.)
AGENTE DI POLIZIA #1: Sono sempre rimasto qui. Non ho visto nessuno entrare o uscire.
(Si sente il rumore di un vetro frantumato.)
MULDER: (rivolto a Scully) Va’ sul retro! ( Nella versione in lingua originale, questa battuta viene pronunciata dal poliziotto, infatti Scully corre alla porta della stanza, mentre la squadra di polizia corre a coprire il retro del motel)
AGENTE DI POLIZIA #2: Attenzione!
AGENTE DI POLIZIA #3: Da quella parte!
AGENTE DI POLIZIA #2: State attenti, è armata!
AGENTE DI POLIZIA #4: Copritemi! Provo a entrare dal retro.
(Mulder, Scully e l’agente di polizia corrono alla stanza della Kendrick. L’agente sfonda la porta. Mulder va avanti, coperto da Scully, a sua volta coperta dal suddetto agente. La Kendrick è riversa sul pavimento, morta. Mulder la oltrepassa per andare alla finestra, completamente frantumata, Scully le tasta il polso per accertarne il decesso. I singhiozzi delle bambine, rannicchiate in un angolo, catturano la sua attenzione.)
TEENA/CINDY: Dovevamo berlo tutte, ma noi abbiamo solo fatto finta.
CINDY/TEENA: Hanno cercato di avvelenarci.
SCULLY: Chi è stato?
CINDY/TEENA: Lei e un’altra donna.
MULDER: A chi assomigliava l’altra donna?
(Una delle bambine indica Sally Kendrick.)
MULDER: (voltandosi verso la Kendrick) Eva 8. Lavoravano insieme.
(Le bambine guardano Mulder, poi si abbracciano e scoppiano a piangere.)
SCULLY: (accarezzando loro i capelli) State tranquille, ora ci siamo qua noi. Sarete al sicuro.
(Mulder osserva le ragazzine.)
SCENA 24
( In seguito, la polizia procede nel sopralluogo. Il cadavere di Sally Kendrick viene coperto con un telo.)
VOCE ALLA RADIO: (da un’auto della polizia) L’autopattuglia 747 si rechi alla più vicina stazione di polizia.
AGENTE DI POLIZIA #1: Stiamo raccogliendo tutti gli elementi che possano esserci utili, signore.
DETECTIVE: D’accordo.
SCULLY: (osservando attentamente il bicchiere da dove ha bevuto la Kendrick) Sembra che le due Eva abbiano messo quattro once di Digitalis in ogni bicchiere. (lo porge a Mulder)
MULDER: (osservando il bicchiere) Eh, già. A quanto pare i conti tornano. Eva 6 ha detto che avevano tendenza al suicidio. ( Nella versione in lingua originale dell'episodio Mulder dice "Their own Jonestown" che significa "La loro Jonestown". Jonestown è il nome con il quale ci si riferisce al "Progetto Agricolo del Tempio del Popolo", un movimento religioso statunitense fondato dal pastore Jim Jones. Balzò tristemente all'attenzione della cronaca quando 909 abitanti del progetto vennero assassinati con del cianuro. Fonte: it.wikipedia.org/wiki/Jonestown_(Guyana))
SCULLY: (controlla i resti del pasto sul tavolo) Ha un sapore dolce, probabilmente non è percepibile dentro la soda.
MULDER: Già.
DETECTIVE: (avvicinandosi ai due agenti) Stiamo setacciando la zona, ma fin’ora non c’è traccia dell’altra sospetta. Un agente riporterà a casa le bambine.
MULDER: No, forse è meglio se la responsabilità delle bambine ce la assumiamo noi.
SCULLY: Con l’autorizzazione di un dottore, naturalmente.
DETECTIVE: (annuendo) D’accordo, fate voi.
MULDER: Ok.
(Le gemelle attendono fuori, in silenzio. Vengono raggiunte da Mulder e Scully.)
SCULLY: Coraggio, vi riportiamo indietro.
TEENA: Indietro dove?
CINDY: Che cosa ne sarà di Teena adesso?
MULDER: Ne parliamo in macchina, d’accordo?
(I due agenti fanno salire Teena e Cindy in macchina, sui sedili posteriori. Chiuso lo sportello, le due osservano Mulder e Scully da dietro il finestrino.)
SCULLY: Si sentono già tanto legate. Quando Teena verrà data in affidamento sarà dura.
MULDER: Già.
(Le ragazzine si guardano e lanciano un’occhiata ai due agenti.)
SCENA 25
(È notte e i quattro sono ancora in viaggio. Mulder è al volante. Le bambine siedono sui sedili posteriori, in assoluto silenzio. Si prendono per mano, poi si guardano come per darsi un segnale.)
TEENA/CINDY: Agente Mulder, ho bisogno di andare al gabinetto.
CINDY/TEENA: Pure io.
MULDER: (voltandosi verso le gemelle) Non potete aspettare?
TEENA/CINDY: No, io non ce la faccio.
(Mulder si volta verso Scully.)
SCULLY: E io berrei volentieri qualcosa.
(Mulder annuisce e svolta presso una tavola calda.)
SCENA 26
(All’interno del locale una cameriera sta portando alcune pietanze dalla cucina al bancone. Mulder si rivolge a lei, Scully e le bambine lo seguono.)
MULDER: Salve. Scusi, dov’è il bagno?
CAMERIERA: Laggiù in fondo. Le do la chiave.
MULDER: Grazie. (Mulder si volta per dare un paio di chiavi a Scully) Tieni. (rivolto alla cameriera) Ah, mi prepara quattro sode dietetiche?
TEENA E CINDY: (guardando Mulder) Due normali.
MULDER: (guardando le gemelle) D’accordo, due dietetiche e due normali. Da portar via, per favore.
(La cameriera annuisce e prende le ordinazioni. I due agenti accompagnano le bambine al bagno. Mentre Mulder si dirige alla toilette degli uomini, Scully entra con le bambine in quella delle donne e chiude la porta alle sue spalle. Dopo qualche secondo, una delle due bambine esce dal bagno con un mazzo di chiavi.)
TEENA/CINDY: (la bambina rimasta in bagno) Agente Scully, la mia porta si è bloccata.
SCULLY: (in bagno) Arrivo subito.
(La bambina uscita dal bagno torna di soppiatto nella sala principale. Si avvicina al bancone per prendere le sode ed andarsene, ma viene fermata dalla cameriera.)
CAMERIERA: Aspetta un attimo.
CINDY/TEENA: Stia tranquilla. Appena esce dal bagno, il mio papà gliele paga.
CAMERIERA: Va bene.
(La bambina ricambia il sorriso e si allontana. Appoggia due bicchieri sopra a un tavolo, estrae un piccolo contenitore da una tasca del cappotto e ne versa il contenuto dentro ad entrambi. Alle spalle della ragazzina vediamo Mulder uscire dal bagno. )
MULDER: (avvicinandosi alla bambina) Sono quelle sono dietetiche?
CINDY/TEENA: (voltandosi di scatto per la sorpresa) Credo di sì.
MULDER: (assaggiando la bibita) Ne sei sicura? È così dolce, assaggiala. (porge il bicchiere alla bambina)
CINDY/TEENA: (ritraendosi) Sì, è dietetica. Ho visto quando la versava.
MULDER: (sorridendole) Va beh, allora.
SCULLY: (fuori campo) Siamo pronte.
MULDER: Andiamo.
(Scully è sulla porta e tiene per mano l’altra bambina. Mulder fa per andarsene, ma la gemella che è con Scully li blocca.)
TEENA/CINDY: Non dimenticate la soda?
MULDER: Eh, già.
(Mulder e la bambina che è con lui tornano al bancone per saldare il conto e ritirare il tutto.)
MULDER: Quanto le devo?
CAMERIERA: Cinque dollari.
MULDER: (rivolgendosi alla bambina) Paghi tu?
CINDY/TEENA: Certo.
MULDER: Ecco qui.
(Mulder e la bambina pagano.)
MULDER: (rivolto alla bambina) Prendi tu questa? (rivolto alla cameriera) Grazie.
(Mulder e la bambina raggiungono Scully e l’altra gemella. Mulder porge a Scully la sua soda. I quattro escono dal locale. Scully tiene per mano una bambina, mentre Mulder la segue con l’altra.)
SCULLY: (assaggiando la bibita e rivolgendosi alla bimba che è con lei) Quanto è dolce.
(La bambina che è con Scully si volta verso l’altra, che le sorride. Gli agenti si apprestano a far salire le bambine in macchina. Mulder fruga in tasca alla ricerca delle chiavi, ma non le trova.)
MULDER: Cindy, hai preso tu le chiavi della macchina sul bancone?
CINDY: No.
MULDER: No? (Tornando verso il locale) Scusatemi, torno subito.
(Scully beve la sua soda sotto lo sguardo delle bambine. Le due si scambiano un sorriso. All’interno della tavola calda, Mulder incrocia la cameriera che li ha serviti e si dirige al bancone. Prende le chiavi, ma la sua attenzione è catturata da alcune macchioline verdastre sulla superficie del bancone. Le osserva, le tocca, si porta un dito alla bocca per saggiarne la consistenza ed il sapore. Si accorge che è l’estratto di Digitalis. Corre ad avvertire Scully, che nel frattempo ha continuato a bere - ignara di tutto - la sua soda.)
MULDER: (precipitandosi fuori dalla tavola calda) Scully!
(Scully e le bambine si voltano di scatto.)
SCULLY: (guardando Mulder) Cosa c’è?
(Le bambine fissano Mulder, immobili.)
MULDER: Scully... (scendendo le scale) volevo solo aprirti lo sportello.
(Scully accenna un sorriso. Mulder le si avvicina e le butta a terra il bicchiere.)
SCULLY: (infastidita) Mulder!
(Le bambine, che prima osservavano attentamente la scena, si guardano e capiscono che Mulder ha intuito ogni cosa.)
MULDER: (sussurrando a Scully). Sono state loro. Era avvelenata. Facciamole salire in macchina.
SCULLY: D’accordo.
(I due si voltano, ma le bambine sono scomparse. Si lanciano al loro inseguimento.)
MULDER: Io ne ho bevuto solo un po’.
SCULLY: Anch’io. Non dovrebbe farci male.
(I due agenti si dividono per controllare il parcheggio. Mulder scorge l’ombra di una delle due bambine. Le due stanno tentando di nascondersi sotto ad uno dei tanti camion che sostano nel parcheggio. Mulder le afferra alle spalle. Teena e Cindy urlano spaventate.)
MULDER: Scully! Le ho trovate!
TEENA/CINDY: Lasciami!
CINDY/TEENA: Lasciami stare!
MULDER: Le ho prese! Scully!
TEENA/CINDY: Aiuto!
Un camionista osserva la scena dallo specchietto retrovisore del proprio mezzo. Scende dal camion imbracciando un fucile, seguito da un'altra donna.
CAMIONISTA: (rivolto a Mulder) Ehi! Che diavolo stai facendo?
MULDER: Non vi avvicinate, sono un agente federale!
CAMIONISTA: Sì, e io sono il capo della polizia ( La battuta in lingua originale è "Yeah, and these are Americas’s Most Wanted. Hands in front.", che signica "Sì, e queste due sono apparse in America's Most Wanted. Mani in alto". America's Most Wanted era un programma televisivo, prodotto dalla Fox Television Network, in cui venivano presentati i criminali più pericolosi ricercati dalle forze dell'ordine. Fonte: en.wikipedia.org/wiki/America's_Most_Wanted)
(Scully arriva di corsa e il camionista le punta contro il fucile.)
CAMIONISTA: Alzate le mani! Levagli le mani di dosso.
DONNA: Salite sul camion, forza. Salite!
(Mulder lascia andare le bambine.)
DONNA: Chiamo la polizia.
SCULLY: (gridando alla donna) Siamo noi la polizia!
(Le bambine non salgono sul camion, ma fuggono via senza che la coppia se ne accorga.)
SCULLY: (gridando e indicando le ragazzine) Mulder!
(Gli agenti si lanciano al loro inseguimento. Scully, stizzita, mostra il distintivo alla coppia, che rimane attonita. Uno scuolabus riparte dal parcheggio. Mulder si ricongiunge a Scully in prossimità di questo.)
MULDER: (rivolto a Scully) Da quella parte!
(Gli agenti rientrano di corsa nel locale, armati. Mulder controlla la sala principale, Scully si dirige alla cassa, dalla cameriera che li aveva precedentemente serviti.)
SCULLY: Ha visto le gemelle che erano con noi?
CAMERIERA: No, ma... (indica fuori dal locale) Un gruppo di scolari è andato via con quell’autobus.
(Mulder e Scully si precipitano fuori. All’esterno, vediamo un’auto - presumibilmente quella dei due agenti - fare il giro del parcheggio ed uscire in direzione dell’autostrada. Poco dopo, le bambine sbucano da sotto un telo verde, nascoste dentro ad una piccola imbarcazione sistemata nel parcheggio. Le due si assicurano che l’auto si sia allontanata e poi escono allo scoperto, aiutandosi l’un l’altra. Mulder le sorprende alle spalle.)
MULDER: Dimenticate la soda!
TEENA/CINDY: Non abbiamo fatto niente di male.
CINDY/TEENA: Siamo solo due ragazzine.
MULDER: Questa è l’ultima cosa che siete.
(Teena e Cindy si arrendono.)
SCENA 27
(A casa Reardon, vediamo una foto di Doug e Cindy Reardon in mostra sul caminetto.)
ELLEN REARDON: (voce fuori campo) Hanno detto di avere un ottimo programma di riabilitazione per Cindy.
(La donna prende in mano la cornice con la foto. La osserva, poi guarda i due agenti.)
MULDER: Non si possono nascondere dietro la burocrazia, signora Reardon. Lei ha il diritto di sapere cosa è successo, e deve pretenderlo.
ELLEN REARDON: L’unica cosa che mi basta sapere è che lei non era mia figlia. Non lo è mai stata.
(Ellen dà le spalle a Mulder e Scully. Si accovaccia davanti al caminetto, strappa la porzione di foto che ritrae Cindy - conservando quella con suo marito - e la adagia tra la legna che arde.
SCENA 28
(Il volto di Eva 6 emerge dalla grata della porta blindata della sua cella.)
EVA 6: Salve, ragazze.
(Dalla grata della cella di Eva 9 compare una delle bambine. Da quella di Eva 10 compare l’altra.)
EVA 6: È bello avere un po’ di compagnia.
(Le gemelle la fissano, impassibili. Al di fuori del blocco Z, vediamo la guardia che aveva consentito a Mulder e Scully di entrare nella cella di Eva 6. Sta svolgendo le medesime pratiche con un altro visitatore, il cui volto non viene mostrato.)
GUARDIA: (rivolgendosi all’ignoto interlocutore) Firmi per questo.
(Il visitatore porge una lettera alla guardia. Questi la legge, ma rimane in silenzio. Il visitatore ha accesso al blocco Z. Il visitatore, mostrato di spalle, non è altri che Sally Kendrick / Eva 8. Viene condotta nell’anticamera delle celle delle tre Eva da un altro agente di custodia. Eva 8 si guarda intorno: è osservata dalle altre Eva da dietro le grate.)
EVA 10: Ciao Eva 8.
EVA 9: Ti stavamo aspettando.
EVA 8: Come sapevate che sarei venuta?
EVA 9: Lo sapevamo e basta.
EVA 10: Lo sapevamo e basta.
(Eva 9 ed Eva 10 continuano a fissare Eva 8.)
Trascrizione effettuata da Chiara
Greenwich, Connecticut
FBI Headquarters - Washington, D.C.
Marin County, California
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