#7X08 The Amazing Maleeni - Magie

#7X08 The Amazing Maleeni - Magie
di Frank Spotnitz, John Shiban, Vince Gilligan
diretto da Thomas J. Wright


Un mago viene trovato morto dopo aver girato la propria testa di 360 gradi davanti ad una platea sbalordita. Mulder e Scully però credono che sia stato ucciso.
Sul molo di Santa Monica in California, il Favoloso Maleeni siede sul bordo del suo scassato furgone, vestito con l'abito di scena prima della sua esibizione di magia. Un giovane dirigente gli chiede se è pronto per andare. "Questo sarà il mio più grande spettacolo" dice Maleeni prima di salire sul palco. Compie una serie di rudimentali giochi con dei bicchieri e delle palline mentre recita la storia dei grandi maghi. Un ragazzo della platea lo esorta a fare qualche trucco più eccitante. Maleeni ribatte al ragazzo, Billy LaBonge, annunciando che si appresterà a ripetere il trucco dell'egiziano Dedi riattaccandosi la propria testa tagliata. Mentre la folla è in silenzio, Maleeni incredibilmente fa fare alla propria testa un giro completo. La platea applaude e Maleeni lancia uno sguardo a LaBonge, che se ne va. Dopo lo spettacolo il giovane dirigente va da Maleeni presso il suo furgone, ma il mago è seduto immobile. L'organizzatore lo scrolla. La testa di Maleeni rotola via fuori dal finestrino mentre il suo corpo senza testa rimane nel furgone.

Mulder e Scully il giorno seguente indagano sulla scena del crimine. Lei non è interessata, pensando che sia un mero caso di omicidio. Mulder però crede che qualcosa sia andato storto nel grande trucco di magia di Maleeni. Esaminano una videocamera di un turista che ha ripreso lo spettacolo. Sospettano del disturbatore, ma non si vede il volto. Scully nota che il ragazzo ha gettato via un bicchiere. Le impronte digitali sul bicchiere li conducono a Billy LaBonge, un'altro piccolo mago con dei precedenti. LaBonge descrive Maleeni come un mago mediocre con dei debiti di gioco. Mentre gli agenti stanno per andarsene, LaBonge li ferma per restituirgli i loro tesserini. Loro non si sono accorti di essere stati borseggiati. Più tardi, LaBonge va a far visita allo strozzino Cissy Alvarez per parlare dei debiti di Maleeni. LaBonge si offre di aiutarlo ad ottenere dieci volte il valore di quello che gli era dovuto. Alvarez è interessato ed ascolta la proposta. 

Scully termina l'autopsia su Maleeni (ossia Hermann Pinchbeck) e scopre che la sua testa è stata tagliata ed incollata al corpo con della gomma. Pinchbeck, comunque, è morto per un attacco di cuore ed è stato congelato per circa un mese. Mulder e Scully si recano in una banca di Los Angeles per vedere il fratello di Pinchbeck, Albert. Questi è l'esatto gemello di Maleeni, ed indossa un collare. Albert afferma che lui e suo fratello una volta facevano uno spettacolo di magia insieme, e continua mostrando un trucco in cui Mulder prende una carta dal mazzo. Mulder sospetta che Albert abbia eseguito un ultimo trucco sul molo in onore del fratello Herman. Albert afferma di non aver potuto fare lo spettacolo, rivelando di essere in carrozzina e privo delle gambe. Con nessun'altra pista, Mulder e Scully portano LaBonge al furgone di Maleeni per cercare degli indizi. LaBonge pensa di scoprire uno scompartimento segreto in cui Maleeni avrebbe potuto nascondere il corpo, ma non ne esce nulla. Mulder trova una nota con le scommesse di Pinchbeck. 

Alla banca, Albert Pinchbeck ammira la pistola di una guardia portavalori. Riceve quindi la visita di Alvarez che lo minaccia. Albert nota i distintivi tatuaggi sulla mano di Alvarez. Nel frattempo, la guardia portavalori trova un uomo mascherato all'interno del furgone blindato e gli spara. L'uomo fugge ma la guardia prende nota dei tatuaggi sulla sua mano. Non visto l'uomo si toglie la maschera. E' LaBonge incolume. Si sta cancellando i tatuaggi con una salvietta. Mulder e Scully interrogano Alvarez circa l'appunto con le scommesse, ma lui nega qualsiasi legame con l'assassinio. Mulder confida a Scully di pensare che loro siano stati depistati, come in un trucco di destrezza. LaBonge li vede mentre lasciano la sala biliardi di Alvarez e chiama il 911. Va dentro il locale e viene minacciato da Alvarez. Mentre corre fuori con una pistola in mano, LaBonge viene preso dalla polizia. Gli agenti tornano alla banca dove Mulder scarica Albert Pinchbeck dalla sua sedia a rotelle. Egli aveva le gambe nascoste in una cavità della carrozzina. Confessa che lui in realtà è Herman Pinchbeck/Maleeni, e che temeva per la sua vita a causa dei debiti di gioco con Alvarez. Quando è andato da Albert per un prestito, ha trovato suo fratello morto per un attacco di cuore. Ha quindi progettato di prendere il posto di suo fratello, proprio dopo essersi ritirato con la sua più grande performance. Mulder non crede alla sua storia strappalacrime e lo arresta. Guarda nel computer di Pinchbeck. Il direttore della banca gli dice che i trasferimenti di fondi richiederebbero il numero del tesserino di un federale e le sue impronte digitali. Scully nota che la tentata rapina è stata compiuta ad un portavalori che Pinchbeck aveva controfirmato. Il direttore dice che non è stato rubato nulla. Pinchbeck viene portato in prigione, dove c'è qualcuno nella cella accanto. E' LaBonge. Pinchbeck gli dice che tutto è andato "a meraviglia". Il che rivela che i due sono d'accordo. 

La mattina seguente, la camera blindata è vuota. La registrazione non mostra nulla, ma un nastro precedente mostra Alvarez che entra nell'edificio, e la guardia portavalori riconosce i suoi tatuaggi. L'FBI si fionda alla sala biliardi e trova i soldi. Alvarez afferma di essere stato incastrato da LaBonge. Mulder e Scully capiscono che Pinchbeck e LaBonge lavorano assieme. Vanno alla prigione proprio mentre i maghi stanno per essere rilasciati. Gli agenti rivelano la loro teoria: la morte di Albert Pinchbeck ha dato ai due una grossa opportunità. Maleeni perde intenzionalmente dei soldi con Alvarez e quindi simula la sua morte. LaBonge, il protetto di Maleeni, incastra Alvarez per la rapina, sperando di vendicarsi di Alvarez, compagno di prigione in precedenza. Maleeni ha sostituito i proiettili nella pistola della guardia, così LaBonge mascherato non viene ucciso. Mentre i due erano rinchiusi in gabbia, hanno usato dei trucchi per scappare, fare la rapina, mettere i soldi da Alvarez e ritornare in prigione per la mattina. Dato che i soldi sono stati restituiti gli agenti rilasciano Maleeni e LaBonge. 

In seguito, Mulder dice a Scully di aver scoperto il perchè i due hanno elaborato un simile piano elaborato senza averne un guadagno. Le mostra il portafoglio di Maleeni, preso dalla stanza delle prove. Afferma che Alvarez non era altro che un modo per depistare l'attenzione degli agenti. Il piano dei due era di accedere ai trasferimenti elettronici di fondi della banca utilizzando il numero del tesserino di Mulder, ottenuto quando LaBonge gli ha sottratto i badge. Avevano bisogno anche delle impronte digitali e Mulder tira fuori dal portafoglio la carta da gioco che ha pescato nel gioco di carte di Pinchbeck. La sola domanda ancora senza risposta è come Maleeni abbia fatto a ruotare completamente la testa. Scully dice di conoscere il trucco. Fa fare alla propria mano un giro completo sul pavimento mentre Mulder guarda stupito. Le chiede come ci sia riuscita e lei risponde "Magia". 
Attori Protagonisti
DAVID DUCHOVNY - Agente Speciale Fox Mulder
GILLIAN ANDERSON - Agente Speciale Dana Scully

Attori Co-Protagonisti
Ricky Jay - The Amazing Maleeni/Albert Pinchbeck
Jonathan Levit - Billy LaBonge
Robert LaSardo - Cissy Alvarez
Jim Maniaci - Testa rasata
Rick Marzan - Ufficiale di guardia alle celle
Mark Chaet - Impiegato di banca
Dennis Keiffer - Testa rasata
Dan Rice - Poliziotto in uniforme
Sherri Howard - Impiegata
J. David - Giovane capo
Steven Barr - Guardia giurata
Adam Vernier - Autista 

Trasmesso la prima volta in TV
USA 16/01/00
Italia 07/05/00
  • Il Favoloso Maleeni prende il nome dal vero mago Max Malini (1875 - 1942).  Famoso per fare affidamento sulla sua abilità, Malini si esibì per re, regine e milionari.
  • Il mago Billy LaBonge deve il suo nome al Direttore della Fotografia della Seconda Unità Bob LaBonge.
SCENA 1
PORTO DI SANTA MONICA


(Un uomo sulla cinquantina, Maleeni, è seduto sul retro del suo furgone)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Signor Maleeni. Allora, è pronto a stupirci?
MALEENI: Se si riferisce al mio numero, sì, sono pronto.
DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Bene, senta. Ho detto che le avrei dato 120 dollari, ma posso dargliene solo 70, ho incassato una miseria. Però non mi deluderà, vero?
MALEENI: Questo sarà il più grande spettacolo della mia vita.
DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Fantastico.

(Maleeni è sul palco di fronte ad un tavolino con sopra tre bicchieri capovolti. Sopra ogni bicchiere c’è una pallina.)

MALEENI: Signore e signori, damas y caballeros. Oggi sono qui non solo per intrattenervi, ma per insegnarvi, e per illustrarvi, e per farvi conoscere la misteriosa e antichissima storia della mia arte. Già ai tempi di Johann Nepomuk le carte da gioco erano considerate la poesia dell’illusionismo. La destrezza di un prestigiatore però si misurava essenzialmente dalla sua abilità nell’esercizio di un certo numero. Questo numero era conosciuto come il gioco dei tre bicchieri. I trucchi si tramandano da centinaia, addirittura migliaia di anni, forse l’artista più grande è stato l’italiano Bartolomeo Bosco.
LABONGE: Dacci un taglio e facci divertire!
MALEENI: Bosco era solito eseguire il gioco dei tre bicchieri in questo modo.

(Maleeni prende una pallina, la mette in una mano e la fa sparire.)

MALEENI: Voilà!

(Prende la seconda pallina e fa sparire anche quella.)

MALEENI: Via la seconda.

(Prende la terza pallina e ripete l’operazione.)

MALEENI: Via la terza. Sono sparite e sono tornate tutte e tre.

(Maleeni alza i tre bicchieri facendo comparire le palline sotto di essi.)

MALEENI: Bosco aveva un solo rivale, un francese poco più anziano di lui di nome Conus che nel 1795 annunciò che avrebbe fatto apparire sua moglie alta un metro e 70 sotto uno dei bicchieri. Purtroppo io non potrò eseguire questo numero perché ancora devo trovare moglie.

(Lo spettatore ride sarcasticamente.)

MALEENI: Conus metteva la prima pallina in una tasca, in un’altra metteva la seconda, la terza invece la metteva in una mano e la faceva sparire. E a questo punto, signori, si compie la magia dei tre bicchieri.

(Maleeni piega i bicchieri facendo apparire sotto di essi delle arance. Il pubblico applaude.)

LABONGE: Ehi, sei capace di fare qualche trucco un po’ più originale e moderno? Questa roba non è vecchia, è decrepita!
MALEENI: Se io potessi importunarla mentre lavora come lei fa con me, le assicuro che in pochi minuti le passerebbe la voglia di fare tanto lo spiritoso.
LABONGE: Su fammi vedere qualcosa! Andiamo. Cerca di spremerti le meningi.
MALEENI: L’amore per le sfide, unita ad una grande esperienza ed abilità. Erano queste le doti dell’egiziano Dedi, che nella sua più famosa esibizione riuscì a riattaccare una testa che era stata appena tagliata. La ricongiunse al corpo ancora caldo, che in quell’istante riprese vita. La storia narra che in seguito altri tre maghi riproposero l’esperimento nel tentativo di ripetere l’exploitegiziano. Tutti e tre però ebbero un esito tragico. Io oggi vi riproporrò un numero simile.

(Due spettatori anziani riprendono il numero del mago con una videocamera.)

MALEENI: Vorrei che ora osservaste il più assoluto silenzio, per favore.

(Maleeni gira la sua testa di 360 gradi e la folla applaude.)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Oh, geniale! Questo è un numero strabiliante! Woo-hoo!
ANNUNCIATORE: (voce) Un grande applauso per il fantastico Maleeni.

(Dopo lo spettacolo il dipendente del luna park cammina al fianco di Maleeni.)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Ah, è stato fortissimo, ci ha lasciati di sasso.

(Maleeni si tocca il collo.)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Cavolo sembrava proprio vero. Ma come ha fatto?

(Maleeni non risponde e apre la portiera del suo furgone.)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Va bene, giusto. E’ un segreto. Ah, senta i soldi. Aspetti, eh.

(Il dipendente torna da Maleeni contando i soldi.)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: 20, 40, 45, 50, 55, 60, 65, 70, 75. Se li è guadagnati.

(Maleeni ha gli occhi chiusi.)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Signor Maleeni? Signor Maleeni?

(Non ricevendo alcuna risposta, il ragazzo tocca il braccio del mago, scuotendolo. La testa di Maleeni si stacca dal corpo e rotola sulla strada.)

DIPENDENTE DEL LUNA PARK: Oddio.


SIGLA
SCENA 2

(Mulder osserva la foto della scena del crimine. Si avvicina al furgone osservando l’interno attraverso il finestrino. Scully compare dal lato opposto.)

MULDER: Un abile trucco, eh?
SCULLY: Io ne conosco di migliori. Come hai fatto a convincermi a mollare tutto e salire sul primo aereo per Los Angeles?
MULDER: Ma come? Non ti sembra un caso abbastanza intrigante? Un prestigiatore fa fare un giro di 360 gradi alla sua testa per divertire grandi e piccini, e pochi minuti dopo la testa gli cade senza troppi complimenti. Vedi la foto?
SCULLY: Sì, ho visto la foto. E questa storia della testa che fa un giro di 360 gradi, come hai detto tu, è un abile trucco.
MULDER: Però?
SCULLY: Però..

(Scully va verso Mulder.)

SCULLY: Sono certa che quella prodezza non c’entra assolutamente niente con questo omicidio.
MULDER: Pensi sia un omicidio?
SCULLY: Perché tu no? (Mulder fa una strano gesto con gli occhi) Ma scusa gli hanno tagliato la testa!
MULDER: Dunque, prego notare la quasi totale assenza di sangue, nonché la scarsità di impronte digitali come dimostrato dagli accurati ritrovamenti eseguiti dalla scientifica.
SCULLY: Stai giocando a fare Nero Wolfe?

(us Nella versione originale la battuta di Scully è "Why are you talking like Tony Randall?" che significa "Perché stai parlando come Tony Randall?")

MULDER: Notare che il fantastico Maleeni un attimo prima era vivo e un attimo dopo era cadavere, e notare che nessuno ha visto l’ipotetico assassino, né sentito la vittima gridare.
SCULLY: Ammetto di non sapere quale possa essere stata la dinamica, ma ti ripeto che è stato un omicidio. Sentiamo la tua teoria.
MULDER: Un gioco di prestigio finito male, uno di quelli in cui chi lo fa rischia la pelle. (rivolto ad un poliziotto) Scusi, la videocamera per favore. (prende la videocamera dal poliziotto) Grazie.

(Torna da Scully azionando la videocamera.)

MULDER: Un turista ha filmato l’esibizione di Maleeni. Ecco.

(Mulder e Scully osservano l’esibizione.)

LABONGE: (voce proveniente dal video) Questa roba non è vecchia, è decrepita!
SCULLY: Chi è quel tizio?
LABONGE: Su! Fammi vedere qualcosa! Andiamo! Cerca di spremerti le meningi.
MULDER: Non lo so.

(Osservano la testa di Maleeni che fa un giro di 360 gradi.)

MULDER: Niente male, eh.
SCULLY: Scusa, mi fai rivedere una cosa?

(Scully porta indietro il nastro.)

SCULLY: Il tizio che urlava non sembra molto impressionato. Se ne va senza battere ciglio.
MULDER: Pensi che sia l’assassino?
SCULLY: Beh, vale la pena di indagare no?
MULDER: Non lo so. Dovremmo fare una vera magia, non si vede mai la faccia.
SCULLY: Ah, ah.. ti prego di notare.

(Scully ferma il filmato.)

SCULLY: Ha buttato il bicchiere della bibita. La magia la farà la scientifica rilevando le impronte.
MULDER: Se quel cestino non è già stato svuotato.
SCULLY: Pessimista.

(us In lingua originale Scully dice "skeptic" e cioè "sciettico".)


SCENA 3
NORTH HOLLYWOOD, CALIFORNIA

(Scully e Mulder entrano in un vecchio teatro dove un uomo, LaBonge, sta mischiando le carte su un tavolo.)

SCULLY: Il signor LaBonge? Agenti Mulder e Scully dell’FBI. Lei si trovava sul molo di Santa Monica ieri mattina, vero?
LABONGE: Sì.
MULDER: E ha assistito allo spettacolo del fantastico Maleeni?
LABONGE: Sì, uno schifo. Perché?
SCULLY: E’ morto. E’ morto in circostanze a dir poco sospette.
LABONGE: Faceva schifo lo stesso. Come mi avete trovato?
SCULLY: Tramite le sue impronte. Lei ha precedenti penali.
MULDER: Una condanna per borseggio.
LABONGE: Ah, quella fu un’opera d’arte, e poi ormai è acqua passata. Cos’è, non penserete che l’abbia ucciso io?
SCULLY: Beh, c’è un videotape nel quale lei lo denigra.
MULDER: Che cosa aveva contro il signor Maleeni?
LABONGE: Prima di tutto non si chiamava Maleeni.

(LaBonge inizia a fare un gioco di prestigio con una monetina.)

LABONGE: Quello era il nome di un vero mago vissuto all’inizio del secolo, Max Malini. Mai sentito?
SCULLY: No.
LABONGE: Un vero peccato. Comunque gli ha preso il nome, e così come se niente fosse, si è messo a fare qualche giochetto che non incanterebbe nemmeno dei bambini.
MULDER: Che cosa sa di quel numero in cui faceva un giro completo con la testa?
LABONGE: State a guardare.

(LaBonge si inginocchia sul pavimento e gira il suo braccio di 360 gradi. Mulder e Scully lo osservano impressionati.)

LABONGE: Che ci vuole!

(Scully guarda Mulder.)

LABONGE: Vi è piaciuto?
SCULLY: Sì.
LABONGE: Guardate. La moneta è qui.

(LaBonge fa un altro gioco di prestigio con la moneta.)

LABONGE: E’ svanita. Ma forse non la vedevate molto bene. Allora la ingrandisco un po’.

(LaBonge fa comparire dalla sua mano una moneta più grande.)

MULDER: Interessante, ma tra i suoi trucchi e quelli di Maleeni non mi pare che ci sia differenza.

(LaBonge continua il gioco di prestigio con quattro monete.)

LABONGE: Mozart e Salieri. Un orecchio profano direbbe che sono uguali. Ma non è cosi. Capite cosa voglio dire? E’ una questione di originalità. Di stile...

(LaBonge, mentre parla, sposta le monete. Scully sorride.)

LABONGE: ...ma di anima soprattutto. Mi seguite? Perché è l’anima che ci permette di distinguere i grandi dagli inetti. Specie nella magia, noi abbiamo a che fare con forze molto potenti, con energie che travalicano la semplice umana comprensione.

(LaBonge fa sparire le monete.)

MULDER: E questo gli ha fatto perdere la testa?
LABONGE: Può darsi. Questo e il fatto di aver accumulato grossi debiti di gioco. Chissà a chi ha cercato di tirare il bidone.
SCULLY: La ringrazio signor LaBonge, ci terremo in contatto.
LABONGE: D’accordo.

(Scully e Mulder si voltano per uscire dal teatro.)

LABONGE: Agenti?

(LaBonge disincrocia le braccia facendo comparire i distintivi di Mulder e Scully, uno in ogni mano. I due agenti guardano nelle loro tasche, scoprendole vuole. Riprendono i loro distintivi e si allontanano.)

MULDER: Mozart e Salieri, chi è l’uno e chi è l’altro?
SCULLY: La gelosia professionale è un ottimo movente per commettere un omicidio, non dimenticarlo.
MULDER: Se è un omicidio. Io non sono convinto.

(Scully guarda il suo orologio.)

SCULLY: Quando avrò fatto l’autopsia al signor Maleeni, forse metteremo fine a questo dubbio una volta per tutte.


SCENA 4

(Il corpo decapitato di Maleeni si trova sul tavolo. Scully si toglie i guanti.)

SCULLY: Sono a dir poco sconcertata. E ho tutte le ragioni per esserlo.
MULDER: Perché?
SCULLY: Dunque, prima di tutto mi dispiace di doverti deludere, ma la testa del signor Maleeni non si è staccata dal suo corpo magicamente. E’ stata tagliata con grande cura. Un lavoretto molto lento e preciso, forse eseguito con una sega da macellaio. E guarda questo piccolo dettaglio.

(Scully indica una sostanza giallastra attorno al collo di Maleeni.)

SCULLY: E’ gomma Arabica. Mi spiego? Ha tenuto la testa attaccata al corpo, alla buona ovviamente.
MULDER: Allora è stato ucciso.
SCULLY: No, tutt’altro. Direi che è morto a causa di una malattia coronarica in fase avanzata.
MULDER: Per cause naturali.
SCULLY: Esatto.
MULDER: Quindi è morto di infarto, poi è arrivato qualcuno in punta di piedi, gli ha tagliato la testa e l’ha riattaccata con la colla, il tutto in qualche secondo.

(Mulder ride.)

MULDER: Ha un senso per te?
SCULLY: No. E le stranezze non finiscono qui. Secondo i risultati delle analisi, la morte di quest’uomo risale a più di un mese fa. Ho trovato segni di congelamento.
MULDER: Eppure ieri si è esibito. Che fenomeno.
SCULLY: No. A esibirsi è stato qualcun altro.


SCENA 5

(LaBonge entra in una sala da biliardo e si avvicina ad un uomo pieno di tatuaggi che sta scrivendo su un piccolo libro nero.)

LABONGE: Andy Alvarez.
ALVAREZ: Chi sei?
LABONGE: Non ti ricordi di me? Hai la memoria corta. Mi chiamo LaBonge, otto anni fa ero in prigione con te. Tu eri dentro per rapina.
ALVAREZ: Il tuo nome non mi dice niente. Che cosa vuoi?
LABONGE: So che giochi a poker. E che hai ripulito un tale che si fa chiamare il Fantastico Maleeni, ma che in realtà si chiama Herman Pinchbeck.
ALVAREZ: Pinchbeck?
LABONGE: E’ defunto.
ALVAREZ: L’ho letto sul giornale. C’era scritto che gli è caduta la testa, e tu cosa centri?
LABONGE: Io sono quello che gliel’ha fatta cadere.

(Alvarez dà un’occhiata ai due uomini dietro LaBonge e mette il libro nel taschino della sua camicia.)

LABONGE: Te lo sei segnato vero? Ti doveva quindicimila?
ALVAREZ: Venti.
LABONGE: Non credo che li avresti mai recuperati.
ALVAREZ: Stai cominciando a diventare noioso culetto e chiacchiere, quindi fila se non vuoi passare dei guai.
LABONGE: Ti piacerebbe incassare quei ventimila... moltiplicato dieci?
ALVAREZ: Duecentomila. E come?
LABONGE: Dandomi una mano.
ALVAREZ: A fare cosa?
LABONGE: Una magia.

(Alvarez fa un cenno ai due uomini di avvicinarsi. LaBonge alza la mano scuotendola leggermente quando improvvisamente prende fuoco. I tre uomini lo osservano impressionati. LaBonge scuote nuovamente la mano fino a che le fiamme si spengono e si materializza il libro nero.)

LABONGE: E’ sufficiente o no?

(Alvarez controlla la sua tasca vuota.)


SCENA 6
CRADOCK MARINE BANK
LOS ANGELES, CALIFORNIA

(Mulder e Scully entrano nella banca. Mentre camminano si imbattono in un’impiegata.)

MULDER: Mi scusi cerchiamo il signor Albert Pinchbeck.
IMPIEGATA: Guardi, è nell’ultimo ufficio là in fondo.
MULDER: Grazie.
IMPIEGATA: Poveretto.

(Mentre Mulder e Scully si stanno dirigendo verso l’ufficio, vengono incuriositi da quello che vedono oltre la vetrata e si fermano ad osservare.)

MULDER: Ti ricorda qualcuno, Scully?
SCULLY: Altroché...

(Pinchbeck è seduto nel suo ufficio, con un collarino ortopedico al collo. E’ il gemello di Maleeni.)

MULDER: La trama si complica.
SCULLY: Diamoci da fare.

(Scully bussa alla porta dell’ufficio.)

PINCHBECK: Avanti.

(Gli agenti entrano nell’ufficio.)

PINCHBECK: Buongiorno, signore e signora..?
MULDER: Agenti... Mulder e Scully. FBI.
PINCHBECK: Immagino non siate qua per chiedere un mutuo.

(Mulder e Scully si siedono.)

SCULLY: No, stiamo indagando sulla morte di un prestigiatore che si faceva chiamare il Fantastico Maleeni.
PINCHBECK: Herman Pinchbeck. Mio fratello gemello.
SCULLY: Lo sappiamo, non aveva altri parenti.
MULDER: Cos’ha fatto al collo, signor Pinchbeck?
PINCHBECK: Un incidente d’auto.
MULDER: Un incidente. E quindi il problema che ha, non c’entra niente col numero che ha eseguito al molo di Santa Monica due giorni fa, quando ha fatto un giro completo di 360 gradi con la testa.
PINCHBECK: No, quello non ero io. Ho avuto un incidente d’auto in Messico.
MULDER: Ah, è in Messico che ha avuto l’incidente. In Messico.
SCULLY: Lei è un prestigiatore, signor Pinchbeck?
PINCHBECK: Oh sì, mio fratello e io ci esibivamo insieme negli anni ’70.
MULDER: Poi ha smesso?
PINCHBECK: Non si smette mai veramente.

(Il signor Pinchbeck prende dal cassetto un mazzo di carte e lo porge a Mulder.)

MULDER: Prendo una carta? Una a caso?

(Mulder prende una carta. Il re di quadri. La fa vedere a Scully e la rimette nel mazzo. Pinchbeck mischia il mazzo fino a far cadere nella sua mano tutte le carte, tranne una. Il re di quadri.)

MULDER: Complimenti.
PINCHBECK: Io e mio fratello sognavamo di mettere su il numero più sensazionale che si fosse mai visto. Io però sapevo che non ci saremmo mai riusciti, mentre lui era convinto di sì. Non ci siamo più visti da quando ho deciso di mollare.
MULDER: Io ho un sospetto, signor Pinchbeck e le spiego subito qual è. Suo fratello è morto di infarto senza essere riuscito a diventare il più grande prestigiatore del mondo e questo a lei è dispiaciuto. Come le era dispiaciuto dividersi da lui. E ha deciso di esibirsi al suo posto per dargli un’ultima chance affinché il suo nome potesse passare alla storia. L’ultimo spettacolo doveva finire in modo cosi shoccante, con un colpo di scena tale, da rimanere per sempre negli annali della magia. Questo è ciò che penso.
PINCHBECK: Come vorrei che fosse così.

(Il signor Pinchbeck indietreggia dalla sua scrivania mostrando la sedia a rotelle. Le sue gambe sono amputate fino al ginocchio.)

PINCHBECK: E’ stato un brutto incidente, quello che ho avuto in Messico.

(Mulder e Scully escono dall’ufficio e si dirigono verso l’uscita della banca.)

MULDER: Touché.
SCULLY: Accidenti.

(Mulder si tocca il volto con la mano, imbarazzato.)

SCULLY: E adesso?
MULDER: A un uomo si stacca la testa, un numero che passerà alla storia. Quale molla può spingere a fare una cosa simile se non c’è uno scopo preciso?
SCULLY: Perché si fanno i giochi di prestigio? Per meravigliare, divertire, attirare l’attenzione.
MULDER: Ah beh, l’attenzione l’ha attirata senz’altro. Forse lo scopo era questo.
SCULLY: Credo che dovremmo consultare un esperto. Qualcuno che conosce l’arte della magia e ha assistito al numero che passerà alla storia. Chissà, forse può darci una mano.
MULDER: Mozart.
SCULLY: Già.


SCENA 7

(Scully, Mulder e LaBonge sono nel garage in cui la polizia tiene i materiali sequestrati.)

LABONGE: E io che ci guadagno? Se vi aiutassi, che cosa ne ricaverei?
SCULLY: L’orgoglio personale per aver ottemperato ad un suo dovere verso la società.
MULDER: E inoltre avrebbe la possibilità di mettere il naso nei segreti professionali di un prestigiatore per lei mediocre.
LABONGE: Davvero molto spiritosi.
MULDER: Grazie.

(Mulder toglie il telo blu che ricopre il furgone di Maleeni, aprono il retro e LaBonge esamina l’interno.)

LABONGE: Eh, è peggio di quanto credessi.

(LaBonge prende un cappello a forma di cilindro dal quale escono delle colombe bianche. L’uomo posa il cappello sulla testa di Scully.)

LABONGE: Sarà bene dargli da mangiare.

(Scully si toglie il cappello e guarda dentro.)

LABONGE: Dunque. Maleeni non è stato ucciso.
SCULLY: Sembra proprio di no.
LABONGE: E qualcuno ha preso il suo posto in quel ridicolo spettacolo. Interessante.

(LaBonge trova una pistola nel furgone, preme il grilletto e salta fuori una bandiera rossa con la scritta “BANG”.)

LABONGE: Potrebbe essere stato il suo gemello, ma dubito che sia meno mediocre come prestigiatore.
MULDER: Tra l’altro, senza gambe non sarebbe stato facile.
LABONGE: Ah, già. Dimenticavo. Quindi cerchiamo un prestigiatore della stessa altezza e corporatura, che con la parrucca giusta e ben truccato è stato scambiato per Maleeni.
SCULLY: Anche da lei, se non erro.
LABONGE: Avevo bevuto un bicchiere di troppo.
MULDER: E come avrebbe fatto l’impostore a far comparire il cadavere?
LABONGE: Ah, che ci vuole. Resterà a bocca aperta quando le farò vedere come ha fatto. E’ molto semplice. La magia è basata sul distogliere.. (muove le dita della mano) ..l’attenzione.

(Mulder muove, verso Scully, le dita della mano. Scully sorride e lo ignora.)

LABONGE: Il vostro uomo si è assicurato che la gente guardasse da un’altra parte, e ha tirato fuori il cadavere dal suo nascondiglio segreto, che si trova... qua sotto.

(LaBonge alza il pannello che ricopre il pavimento del furgone senza scoprire nulla. Sorpreso, alza il secondo pannello fino a sollevarli tutti. LaBonge scende dal furgone.)

LABONGE: Accidenti, il tizio sa il fatto suo.
SCULLY: Grazie per il suo parere di esperto. Direi che siamo di nuovo al punto di partenza.

(Mulder raccoglie un foglio di carta.)

MULDER: Forse no. Lei ha detto che il Fantastico Maleeni aveva debiti di gioco?
LABONGE: Sì, l’ho saputo da fonti sicure.
MULDER: Dà un’occhiata qui. Sembra un appunto. Venti mila dollari. Pinchbeck.

(Scully osserva il foglio di carta datato 29 dicembre ‘99.)

SCULLY: E che cosa ci fa nel furgone di Maleeni?

(Mulder le annuisce.)


SCENA 8

(Due guardie, Anthony e Marvin, stanno prelevando dei sacchi di soldi dalla banca. Quando Anthony esce dalla stanza, Pinchbeck chiude la porta mettendosi la chiave intorno al collo.)

ANTHONY: Grazie, signor Pinchbeck. Ecco, se gentilmente mette una firma qui.
PINCHBECK: Con piacere.
ANTHONY: Grazie.
PINCHBECK: Anthony, che tipo di pistola è quella?
ANTHONY: Glock 17, nove millimetri.
PINCHBECK: E’ da un po’ di tempo che sto pensando di comprarne una.
ANTHONY: Tenga, la guardi pure.

(Anthony toglie i proiettili dalla pistola e la porge a Pinchbeck.)

PINCHBECK: Mmm, accidenti non pensavo che pesasse tanto.

(Le guardie ridono. Pinchbeck consegna la pistola ad Anthony.)

PINCHBECK: Grazie Anthony. Marvin.
ANTHONY: Se vuole un giorno la porto con me al poligono. Le auguro una buona giornata.
PINCHBECK: Altrettanto.

(Pinchbeck ritorna nel suo ufficio quando Alvarez entra, chiude la porta e si siede.)

PINCHBECK: Buon giorno, dica.
ALVAREZ: Cavolo, sei identico.
PINCHBECK: Come scusi?
ALVAREZ: Sai, quella specie di mago Merlino di tuo fratello è schiattato e mi doveva dei soldi. Una barca di soldi. Dovrai rimediare tu.
PINCHBECK: Mi dispiace, ma i debiti di mio fratello restano affari suoi.

(Alvarez, sporgendosi sulla scrivania, posa la sua mano su quella di Pinchbeck.)

ALVAREZ: Ho detto che devi rimediare tu. Io e miei amici sappiamo dove abiti, capito?

(Pinchbeck guarda la mano tatuata di Alvarez.)


SCENA 9

(Anthony e Marvin sono sul furgone portavalori. Marvin guida, quando entrambi sentono uno strano rumore provenire dal retro.)

MARVIN: Lo senti questo rumore?
ANTHONY: Accosta.

(Marvin accosta il furgone.)

ANTHONY: Vado a dare un’occhiata. Tu chiama il soccorso.
MARVIN: (alla radio) Abbiamo un problema, forse il differenziale. Siamo tra la quarta e la Main, stiamo controllando.

(Anthony scende con cautela dal furgone poggiando la mano alla fondina della pistola. Apre il retro impugnando la pistola.)

ANTHONY: Tu. Alzati!

(Un uomo è sdraiato tra i sacchi di denaro.)

ANTHONY: Alzati e resta immobile! Forza, mettiti in piedi! Mani in alto! Bene.

(L’uomo è di spalle e alza le sue mani tatuate.)

ANTHONY: Girati. Ho detto girati. Girati.

(L’uomo fa un movimento veloce ed Anthony spara. Marvin lo raggiunge.)

ANTHONY: C’è un uomo dentro al furgone!

(I due uomini impugnano la pistola, ma quando raggiungono il furgone l’uomo è scomparso.)

ANTHONY: Era tatuato. Gli ho sparato quattro colpi. Non capisco. L’ho colpito in pieno.

(In un angolo della strada LaBonge fissa i due agenti togliendosi il passamontagna e cancellando i finti tatuaggi dalla mano.)


SCENA 10

(Mulder e Scully lanciano il foglio di carta imbustato su un tavolo da biliardo, dove Alvarez sta giocando.)

SCULLY: E’ la sua calligrafia questa? Per favore signor Alvarez, risponda alla domanda.
ALVAREZ: No, non è la mia. E non so di chi possa essere.
MULDER: Su quel foglio però ci sono solo le sue impronte.
SCULLY: Abbiamo fatto delle ricerche nell’archivio penale della California, dove il suo nome a quanto pare, ricorre di frequente.
ALVAREZ: E va bene, è la mia. Pinchbeck mi doveva dei soldi. Una partita amichevole a poker.
MULDER: Molto amichevole. Venti mila dollari di amicizia.
ALVAREZ: Dove l’avete trovato?
SCULLY: Nel furgone di Herman Pinchbeck. Lei dov’era giovedì scorso?
ALVAREZ: Qui, a giocare. Con loro.

(Alvarez indica i due uomini alle spalle di Mulder e Scully.)

ALVAREZ: Credete che sia stato io ad uccidere Pinchbeck? Non sono mica scemo. Se l’avessi ucciso avrei perso i miei soldi.
MULDER: Come mai ha giocato a carte con lui? Lo sapeva che era un prestigiatore.
ALVAREZ: Non sapevo cosa faceva. E a poker era una vera schiappa.
SCULLY: Non lasci la città signor Alvarez.

(Scully si volta, incamminandosi verso l’uscita, Mulder prende il foglio di carta e la raggiunge all’esterno.)

MULDER: Non ti sembra strano che il Fantastico Maleeni fosse un giocatore di poker mediocre? In fondo era abile nell’imbrogliare le carte.
SCULLY: Forse non era così abile. LaBonge non ha certo una grande opinione di lui.
MULDER: C’è un’altra possibilità. Osserva. Una moneta da un quarto di dollaro.

(Mulder prende tra le dita una moneta.)

MULDER: Ora è qui nella mano destra, e poi la passo nella mano sinistra.

(Mulder alza entrambi i pugni chiusi.)

MULDER: Dov’è?
SCULLY: Nella destra.

(Mulder apre il pugno destro. Vuoto.)

MULDER: No, non c’è.

(Scully sorridendo tocca il pugno sinistro di Mulder che lo apre scoprendolo vuoto. Scully sorride.)

SCULLY: Ah, niente male.
MULDER: Starnutisci Scully.
SCULLY: Mulder...

(Mulder stringe il naso di Scully.)

MULDER: Starnutisci, avanti dai!
SCULLY: Et ciù!

(La moneta cade dal naso di Scully nell'altra mano di Mulder.)

MULDER: Ta-da! Eccola.
SCULLY: Uh...
MULDER: Il grande Mulderini.
SCULLY: Cosa vuoi dimostrare?
MULDER: Ho distolto la tua attenzione, come ha spiegato LaBonge. Ti ho fatto guardare in una direzione e la moneta è andata nell’altra.
SCULLY: E credi che a noi stia succedendo lo stesso?
MULDER: Credo che qualcuno ci stia imbrogliando le carte.
SCULLY: Sì, ma chi. Maleeni è morto, giusto?
MULDER: Così sembra, ma ricorda, credevi che la moneta fosse a destra.

(Mulder e Scully entrano in macchina. Dall’altro lato della strada LaBonge aspetta che Mulder e Scully se ne siano andati per avvicinarsi ad un telefono pubblico e fare una telefonata.)

OPERATORE: Centrale di polizia.
LABONGE: Sì, pronto. Senta, ho visto un uomo con in mano una pistola, credo che voglia uccidere qualcuno.
OPERATORE: Parli più forte.
LABONGE: Dovete... Non posso parlare più forte. Sbrigatevi.

(LaBonge lascia la cornetta del telefono.)

OPERATORE: Signore? Pronto? Pronto?

(LaBonge attraversa la strada recandosi alla sala da biliardo. Alvarez sta controllando il suo libricino.)

ALVAREZ: Che bastardo!

(LaBonge entra nella sala.)

LABONGE: Ciao socio. Ragazzi.
ALVAREZ: Sei un figlio di puttana.
LABONGE: Cos’hai detto?
ALVAREZ: Volevi incastrarmi. Credi che non lo sappia?
LABONGE: Non è vero!
ALVAREZ: Ah, non è vero!
LABONGE: Abbiamo fatto un patto!
ALVAREZ: Non me ne frega niente! T’ammazzo figlio di puttana!

(LaBonge tira fuori una pistola puntandola verso i tre uomini.)

LABONGE: State indietro!

(LaBonge esce velocemente dalla sala da biliardo.)

ALVAREZ: Sei morto.

(LaBonge corre all’esterno e proprio in quel momento arriva una macchina della polizia. Il poliziotto impugna l’arma verso LaBonge.)

POLIZIOTTO: Fermo! Butta la pistola!

(LaBonge si ferma e getta la pistola per terra, dalla quale esce la bandiera rossa con la scritta “BANG”.)

POLIZIOTTO: Mani dietro la testa, forza.

(Il poliziotto ammanetta LaBonge, il quale sembra molto soddisfatto. Alvarez osserva tutta la scena.)


SCENA 11

(Pinchbeck sta lavorando al computer quando Mulder e Scully entrano nel suo ufficio.)

PINCHBECK: Agenti. Che piacevole sorpresa. Buon pomeriggio.
SCULLY: Vorremmo parlare con lei, signor Pinchbeck.

(Mulder va dietro Pinchbeck.)

MULDER: Davvero?
PINCHBECK: Ehi, ma.. cosa le prende?
MULDER: Eh, una pausa le farà bene.

(Mulder trascina la sedia a rotelle di Pinchbeck in un altro ufficio.)

PINCHBECK: Ma che cosa volete?
MULDER: Parlare di illusionismo, signor Pinchbeck. O dovrei dire, Fantastico Maleeni.

(Mulder alza la sedia a rotelle dal pavimento facendo cadere Pinchbeck a terra.)

SCULLY: Mulder!

(Una volta caduto a terra, entrambi vedono che Pinchbeck ha le gambe. I suoi pantaloni sono tagliati a metà. Pinchbeck si alza.)

MULDER: Svelato il trucco, Scully. Voilà.

(Pinchbeck si toglie il collare.)

PINCHBECK/MALEENI: Avete vinto.
SCULLY: Lei è Maleeni?
PINCHBECK/MALEENI: Mi chiami Herman.

(Più tardi, Pinchbeck/Maleeni è seduto al tavolo e mischia un mazzo di carte)

PINCHBECK/MALEENI: Temevo che potessero uccidermi. Ecco perché ho fatto quello che ho fatto, non ne vado certo fiero. Ma ho un debito molto alto che non posso assolutamente pagare.
SCULLY: Lo sappiamo. Ha contratto un debito di gioco con un certo Alvarez.
PINCHBECK/MALEENI: Sì, quel pazzo con i tatuaggi. Ho sentito dire cose terribili sul suo conto e ho saputo cosa ha fatto in prigione ad altri detenuti.
SCULLY: Però ha giocato a poker con lui.
PINCHBECK/MALEENI: Sono stato un ingenuo. Con la magia purtroppo non si guadagna un granché e giocando arrotondo un po’ le entrate.
SCULLY: Ma perché ha perso? Immagino che avrebbe potuto manipolare le carte.
PINCHBECK/MALEENI: Barare? Mi sta chiedendo perché non ho cercato di barare?
SCULLY: Beh, poteva farlo, no?
PINCHBECK/MALEENI: Certo che potevo. Ma come mi sarei sentito dopo?

(Pinchbeck/Maleeni gira sul tavolo quattro assi.)

PINCHBECK/MALEENI: Come un delinquente.
SCULLY: Beh, senta... quello che ancora non riesco a capire è cosa centri tutto questo col corpo di suo fratello trovato decapitato sul molo di Santa Monica.
PINCHBECK/MALEENI: Andai da lui per chiedergli dei soldi, ma per mia e per sua sfortuna..
SCULLY: Lo trovò morto a causa di un attacco di cuore.
PINCHBECK/MALEENI: Doveva essere morto da pochi minuti. Guardandolo così senza vita, ho visto me stesso, ho pensato che presto sarei morto anch’io. Tutte le cose che avrei voluto fare, i miei sogni sarebbero svaniti. Era un’ottima occasione per sparire, per diventare un altro, ma come ho già detto, non sono fiero di quello che ho fatto.
SCULLY: E così ha congelato il cadavere.
PINCHBECK/MALEENI: Mi serviva del tempo per pensare a come organizzare il piano. Fingendomi mio fratello chiamai la banca per chiedere una settimana di vacanza. Sarei andato in Messico. Poi la banca ricevette la notizia del mio terribile incidente e per un bel po’ potei evitare di venire a lavoro.
SCULLY: E ha finto di essere mutilato per allontanare il sospetto che non fosse suo fratello.
PINCHBECK/MALEENI: Esatto. Mi ha colpito moltissimo la solidarietà che mi hanno dimostrato i colleghi, soprattutto le donne.

(Mulder fa una risata sarcastica e Scully si gira per guardarlo.)

SCULLY: Comunque, non ci ha ancora spiegato per quale ragione ha lasciato il cadavere di suo fratello al molo e perché ha fatto in modo che gli cadesse la testa.
PINCHBECK/MALEENI: L’ha spiegato lui. Quando siete venuti l’altra volta. Doveva essere la mia ultima esibizione. Volevo chiudere la carriera in modo cosi shoccante con un tale colpo di scena che il mio nome sarebbe rimasto negli annali della magia.
MULDER: Beh, la carriera l’ha chiusa davvero.

(Mulder tira fuori le manette dalla tasca.)

PINCHBECK/MALEENI: Cosa vuole fare?
MULDER: Vede, credo che lei abbia ancora qualche trucco da svelarci.

(Mulder ammanetta Pinchbeck/Maleeni. Più tardi, Mulder, Scully e Pinchbeck/Maleeni, ancora ammanettato, si trovano nell’ufficio di quest’ultimo con il direttore della banca. Mulder cerca nei cassetti.)

DIRETTORE: Io non riesco a crederci. Ti abbiamo dato il parcheggio per disabili. Ti abbiamo messo lo scivolo.

(Pinchbeck/Maleeni abbassa la testa vergognandosi.)

MULDER: Aveva accesso al caveau?
DIRETTORE: Ah, sì certo, aveva la chiave come molti di noi.
SCULLY: Mulder, che stai cercando?
MULDER: Un indizio qualunque che si spieghi davvero perché il signor Maleeni ha finto di essere suo fratello. (toccando lo schermo del computer) Avrebbe potuto intercettare i trasferimenti di fondi?
DIRETTORE: Non aveva la chiave d’accesso a EFT, cioè quella per entrare nel circuito.
MULDER: Forse c’è entrato in un altro modo. Posso vedere il resoconto dei prelievi?
DIRETTORE: Ci vuole il numero del distintivo e l’impronta del pollice. E forse anche l’autorizzazione federale.

(L’attenzione di Scully viene attratta da una cartella sulla quale compare la firma di Pinchbeck/Maleeni.)

DIRETTORE: Può immaginare il perché di tutte queste precauzioni. Ma forse c’è una via più breve. Vediamo qual è la lista delle operazioni fatte da questo computer.

(Sul computer appare la scritta “Nessun ordine di trasferimento registrato”.)

DIRETTORE: No, no è tutto in ordine.

(Pinchbeck/Maleeni si toglie le manette e, tenendole alzate, sorride a Mulder.)

SCULLY: Mulder, qui c’è scritto che ieri c’è stato un tentativo di rapina.
DIRETTORE: Sì, ma non qui da noi in banca, bensì al furgone porta valori che lavora per noi. I soldi non gli hanno presi, ma sono riusciti a fuggire.
SCULLY: E’ stato il signor Pinchbeck a firmare l’uscita del porta valori. Conosceva la prassi.
PINCHBECK/MALEENI: Io non c’entro con quella storia.
SCULLY: Può darsi di sì, può darsi di no.
MULDER: E finché non riusciremo a scoprirlo faremo in modo che lei non si volatilizzi.


SCENA 12
CENTRALE DI POLIZIA
NORTH HOLLYWOOD

(Un poliziotto accompagna Pinchbeck/Maleeni in una cella.)

POLIZIOTTO: Apri. Ehi Paul, l’ho sistemato nella sei.
PAUL: Bene.
POLIZIOTTO: Buona notte e sogni d’oro.
PINCHBECK/MALEENI: Posso fare una telefonata, agente? Agente?

(L’agente non risponde. Pinchbeck/Maleeni bussa sul muro comunicante con un’altra cella, dove si trova LaBonge.)

LABONGE: Com’è andata?
PINCHBECK/MALEENI: Liscia come l’olio.
LABONGE: Abracadabra, amico.


SCENA 13
CRADOCK MARINE BANK
9:04 AM

(Il direttore della banca e le due guardie, Anthony e Marvin, aprono il caveau e scoprono che è completamente vuoto.)

DIRETTORE: Dannazione.

(Più tardi, dei poliziotti stanno facendo dei rilievi per trovare delle impronte digitali.)

SCULLY: (al telefono) Sì. Va bene. D’accordo. Sì, grazie.
MULDER: Maleeni?
SCULLY: E’ ancora in cella, dove è stato messo ieri sera quando l’abbiamo arrestato. Ho dei seri dubbi che sia stato lui. Ci sono molte impronte.
MULDER: Ovviamente però non appartengono ai nostri maghi. Non sono tipi da lasciare tracce, se non per gettare fumo negli occhi.

(Il direttore della banca si avvicina.)

DIRETTORE: Scusate. Potete seguirmi?
SCULLY: Sì.

(Il direttore mostra a Mulder e Scully una registrazione.)

DIRETTORE: Pensavo che le telecamere avessero ripreso i ladri.
SCULLY: E’così?
DIRETTORE: Eh no. Hanno misteriosamente smesso di funzionare dalle 3 alle 3:20, ma c’è un’altra cosa interessante.
ANTHONY: Queste sono di due giorni fa.

(Sul monitor si vede Alvarez che entra nella banca.)

SCULLY: Andy Alvarez. Condannato per rapina.
ANTHONY: Conoscete quell’uomo?
MULDER: Noi sì. E lei?

(Anthony fa uno zoom sul video.)

ANTHONY: Riconosco i tatuaggi. E’ l’uomo che ho sorpreso nel mio furgone.


SCENA 14

(Alvarez viene ammanettato da un poliziotto mentre Mulder, Scully ed altri poliziotti perquisiscono la sala da biliardo.)

ALVAREZ: Che cavolo volete? Che cosa ho fatto? Ehi, FBI si può sapere che succede? Non potete piombare qui, io ho i miei diritti. Voglio chiamare il mio avvocato e dopo facciamo i conti!
POLIZIOTTO #1 : (rivolto a Mulder) Non ho trovato niente.
ALVAREZ: Questa è un’aggressione! E’ un’aggressione! Ma che state cercando? Qualcuno mi risponda per la miseria!
POLIZIOTTO #2 : Sta zitto.
ALVAREZ: No, sta zitto tu! Non avete il diritto! Io vi farò passare dei guai! E che state cercando?

(Mulder nota che uno dei pannelli sul soffitto è ricurvo. Prende una stecca da biliardo e lo picchietta fino a romperlo facendo cadere dei sacchi pieni di soldi.)

ALVAREZ: Che cavolo..
SCULLY: Bene, ha fatto provviste per l’inverno?
ALVAREZ: No, no. Ci hanno incastrati, era una trappola! E’ stato il mago!
MULDER: Quale mago? Maleeni?
ALVAREZ: No, non quello che è morto. Quell’altro imbroglione! LaBonge! Mi ha incastrato lui, credetemi! E’ la verità!

(I poliziotti portano via Alvarez.)

SCULLY: Billy LaBonge.
MULDER: E il fantastico Maleeni. Un doppio spettacolo che non mi voglio perdere.


SCENA 15

(Il poliziotto apre la cella di Pinchbeck/Maleeni.)

POLIZIOTTO: Pinchbeck ti hanno pagato la cauzione.

(Pinchbeck/Maleeni esce dalla cella. Il poliziotto cammina verso la cella di LaBonge.)

POLIZIOTTO: Anche per te.

(Mulder e Scully entrano nel carcere mostrando i loro distintivi a Paul, l’altro poliziotto, proprio mentre LaBonge e Pinchbeck/Maleeni stanno per uscire.)

PAUL: Ok.
SCULLY: Rilasciare questi due mi sembra un po’ prematuro.
MULDER: Ci permette un minuto?

(Il poliziotto esce lasciando Mulder e Scully con i due uomini.)

MULDER: (rivolto al poliziotto) Grazie. Buongiorno, signori. Dormito bene?
PINCHBECK/MALEENI: Agente Mulder, agente Scully.
MULDER: Bravi. Davvero.
LABONGE: Che vuol dire?
SCULLY: Stanotte alla Cradock Marine Bank hanno rubato un milione e ottocentomila dollari. E un paio d’ore fa l’intero bottino è stato trovato in possesso del signor Andy Alvarez.
PINCHBECK/MALEENI: Bene, l’avevo detto che era balordo. Bravi lo dico io. Avete fatto un ottimo lavoro.

(Mulder fa una risata sarcastica.)

MULDER: Beh, non c’è volute molto, in realtà era fin troppo scontato che il colpevole fosse Alvarez. E’ un ex-rapinatore e due giorni fa l’hanno sorpreso mentre cercava di rapinare il portavalori.
SCULLY: Non la passerà liscia.
MULDER: Già. E’ veramente nei guai.
SCULLY: Eh sì.
MULDER: Proprio come volevate.
PINCHBECK/MALEENI: Scusate, ma non capisco dove volete arrivare.
MULDER: Non ho prove, ma ho una teoria. Adesso, signor Maleeni, le spiego qual è. Dunque, la morte di suo fratello, Albert, per un attacco cardiaco, dà a lei e al suo giovane amico un’occasione d’oro.
PINCHBECK/MALEENI: Lui amico mio? Ma io quest’individuo lo odio! Lo detesto!
SCULLY: No. Non è come vuole farci credere.
MULDER: Lei voleva vendicarsi dell’uomo che in prigione le ha reso la vita un inferno.

(Flashback della conversazione tra LaBonge e Alvarez.)

LABONGE: Otto anni fa ero in prigione con te.

MULDER: Alvarez. Otto anni fa eravate nello stesso braccio.
SCULLY: E’ stata tutta una messa in scena. Lei a poker ha fatto in modo di perdere molti soldi.
MULDER: E la notizia della sua morte ha dato a LaBonge il là per andare da Alvarez.

(Mentre Scully parla vediamo il flashback della scena.)

SCULLY: LaBonge ha messo il foglietto di appunti di Alvarez vicino al furgone di Maleeni, e quindi, sicuri che le telecamere della banca lo avrebbero ripreso, avete inscenato quella finta rapina al portavalori. Affinché venisse accusato.
MULDER: In realtà l’uomo tatuato nel furgone era LaBonge. (flashback della scena) Pinchbeck in qualche modo ha sostituito il caricatore della pistola dell’agente il quale, senza saperlo, ha sparato a salve.
SCULLY: E infine questa notte avete rapinato la banca e sistemato il bottino nel locale di Alvarez. (flashback del ritrovamento dei soldi)
LABONGE: (toccando le grate della cella) Ma, io direi che abbiamo un buon alibi.
MULDER: Non buono, magnifico. Avete l’alibi più sicuro del mondo. Per questo sono convinto che vi siete fatti arrestare apposta.
SCULLY: Abilissimi nel distogliere l’attenzione altrui e nei borseggi, sarà stato uno scherzo per voi rubare la chiave ad una guardia per poi uscirvene indisturbati.
MULDER: Avete preso i soldi, gli avete portati da Alvarez e siete tornati qui per la colazione.
PINCHBECK/MALEENI: Uova strapazzate e salsiccia. Sarebbe stato il numero più sensazionale del mondo, non credete?
MULDER: Un numero che sarebbe rimasto per sempre negli annali della magia.
LABONGE: Che succederà ora?
MULDER: Niente. Tornate liberi, a patto che i trucchi siano finiti.
PINCHBECK/MALEENI: I grandi sanno quando è giunta l’ora di ritirarsi dalla scena.

(Mulder apre le porte del carcere a LaBonge e Pinchbeck/Maleeni.)

PINCHBECK/MALEENI: Su Billy, andiamocene da qui.

(I due uomini escono.)

MULDER: Sono i più grandi del mondo.
SCULLY: Ma noi abbiamo scoperto il loro trucco.
MULDER: Sì, e c’è dell’altro.

(Mulder sorridendo mostra a Scully che le sue maniche sono vuote. Gesticola con le mani e tira fuori dalla sua giacca un portafoglio.)

MULDER: Il portafogli del fantastico Maleeni.
SCULLY: (con aria sorpresa) Gliel’hai preso dalla tasca?
MULDER: No, era tra i suoi effetti personali e ora non potranno concludere il loro ultimo numero di prestidigitazione.
SCULLY: Ma di che stai parlando?
MULDER: Mi sono chiesto, perché hanno avuto bisogno di un piano cosi complicato? Perché si sono esposti tanto? Perché attirare perfino l’attenzione dell’FBI?
SCULLY: Eravamo l’ultima tessera del puzzle.
MULDER: Sì, la storia di Alvarez era soltanto un diversivo. In realtà il loro obiettivo finale era il trasferimento elettronico dei fondi. In banca Maleeni, Pinchbeck, non aveva la chiave d’accesso (flashback del distintivo di Mulder, numero 22791) quindi aveva bisogno di un piccolo aiuto da parte dei federali. Più precisamente del mio numero di distintivo e delle mie impronte (flashback di Mulder che prende una carta, il re di quadri). Con questi due elementi potevano intercettare trasferimenti di fondi via computer e rubare molto di più di quel misero milione e 800 mila. Ma sono fregati senza questa.

(Mulder prende dal portafoglio il re di quadri.)

MULDER: Prendi una carta Scully, una a caso.

(Scully è molto sorpresa. Più tardi i due camminano verso l’uscita.)

SCULLY: Sai Mulder, c’è ancora una cosa che non sei riuscito a spiegare.
MULDER: E cioè?
SCULLY: Come ha fatto Maleeni a far fare alla sua testa un giro completo su sé stessa.
MULDER: Non ne ho idea!
SCULLY: Io lo so. Vuoi vedere? Attenzione.

(Scully si mette in ginocchio. Mulder le sorride. Scully pone le sue mani sul pavimento e gira il suo braccio destro di 360 gradi.)

MULDER: Accidenti! Fantastico, come hai fatto?

(Scully si alza toccandosi il polso destro.)

SCULLY: Beh... magia!
MULDER: No, sul serio Scully. Come hai fatto?

(Scully cammina lungo il corridoio e Mulder la segue.)

MULDER: Non è la stessa cosa comunque. Vuoi mettere il braccio con la testa? L’articolazione del braccio è più elastica. E dai dimmi qual è il trucco!

(Scully, aprendo la porta, si volta verso Mulder sorridendo.)


Trascrizione effettuata da Veronica


Santa Monica Pier

North Hollywood, California

Cradock Marine Bank - Los Angeles, California

North Hollywood Station


Per ulteriori informazioni sugli eventi accaduti in questo episodio consulta la timeline di questa stagione
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