E' stata una specie di bell'incidente e c'è una meravigliosa ironia in tutto questo, perché alla fine la vera gravidanza di Gillian Anderson porta alla storia di Scully che non può avere un bambino, e poi miracolosamente alla fine della serie ha un bambino, e tutto questo è un meravigliosa sorta di confusione tra la vita reale e la fiction, visto che, dopo tutto, un evento non sarebbe accaduto senza l'altro. Se Gillian Anderson non avesse avuto Piper nella prima stagione di X-Files, lo show non si sarebbe sviluppato nella direzione che poi ha preso. "
Queste sono le parole che Frank Spotnitz usa in Threads of the Mythology per introdurre l'arco della storia della mitologia che tratta del rapimento di Scully. La vita reale si intreccia con la storia inventata dagli autori e influenza in modo pesante lo sviluppo della serie.
Carter sa che, ad un certo punto, dovrà fare a meno di Gillian Anderson per un po' di tempo a causa della sua gravidanza. All'inizio pensa di fare partorire a Scully un bambino alieno, ma alla fine decide semplicemente di ignorare la vita reale e di girare nascondendo la gravidanza, e quindi la pancia, di Gillian.
E' lo stesso Chris Carter che si assume la responsabilità di scrivere la storia di questo episodio, Duane Barry, che insieme a quello seguente, Ascension, costituisce il primo vero doppio episodio della storia di X-Files. La trama viene pensata e progettata per essere raccontata in due episodi distinti e, dopo una puntata intermedia in cui Mulder si troverà a lavorare da solo, la storia del rapimento di Scully terminerà nel corso dell'episodio One Breath. Gillian Anderson rimane sul set fino ad una settimana prima del parto e ritorna, dopo aver dato alla luce la sua bambina, per girare la fine di questo arco di storia.
E' proprio in seguito alla realizzazione di questa storia così suddivisa che Chris Carter inizia a coltivare l'idea di portare X-Files sul grande schermo. La serie stava iniziando ad evolvere e a crescere, e in effetti veniva prodotto un piccolo film per ogni episodio in soli otto/dieci giorni di riprese, ma i tempi non erano ancora maturi per il grande passo, che avverrà però qualche anno più tardi con Fight the Future.
Quattordici anni prima di I Want to Believe, Chris Carter debutta dietro la macchina da presa, è lui infatti che dirige questo episodio. Nel commento audio di Duane Barry, Chris racconta proprio questa sua prima volta come regista e tutti i problemi che ha dovuto affrontare, molti dei quali causati dalla sua inesperienza, come lui stesso ammette. Carter rivela inoltre il ruolo fondamentale che ha avuto David Nutter durante le riprese, il sostegno ricevuto da Steve Railsback, che qui interpreta in modo magistrale il personaggio di Duane Barry, e l'aiuto dell'allora assistente alla regia, quel Tom Braidwood diventato famoso in seguito nei panni di Frohike dei Lone Gunmen.
Un ringraziamento doveroso va al nostro amico Silvio, autore della prima stesura della traduzione di questo imperdibile documento, che potete trovare nella scheda di Duane Barry, sezione Audio.
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