Ci ho provato, ma proprio non riesco a ricordare com’era la mia vita “prima” di avere “Beyond the Sea”. Sono passati vent’anni e le poche cose che ricordo di quel periodo appaiono oggi come disegni sparsi su un pavimento.
Ricordo che andavo all’università, che a casa non avevo ancora Internet e che sfruttavo la rete dell’ateneo per scaricare tutto ciò che potevo dal sito ufficiale di X-Files (e spero che la mia sudatissima laurea sia ancora valida dopo questa confessione). Il mio zaino conteneva libri, compense cartacee, quaderni e floppy disk che traboccavano di immagini, video e file html.
Ricordo l’idea di Luca di registrare un “dominio”, questa parola allora semisconosciuta, per abbandonare lo spazio gratuito di Interfree ed avere uno spazio tutto nostro. Ricordo la scelta per il nome del dominio. Il nome della nostra casa.
Non sapevamo assolutamente cosa stavamo facendo.
Non ricordo esattamente tutto il tempo che ho passato per mettere in piedi la prima, la seconda e la terza versione della nostra casa, così come non ricordo – e sarebbe impossibile farne anche un conteggio sommario – tutto il tempo passato a gestire tutto quello che andava gestito, dal sito web, agli utenti, agli eventi, ai social.
Non lo ricordo, ma so che è un tempo incalcolabile.
Abbiamo passato online, spesso insieme a voi che ci leggete, venti dei ventotto anni della storia di X-Files.
Lo scrivo di nuovo perché ha dell'incredibile: abbiamo attraversato sul nostro sito venti dei ventotto anni della storia di X-Files.
Non avevamo un progetto o uno scopo. Non lo abbiamo mai avuto.
Avevamo solo una quantità imbarazzante di floppy disk (dalla capacità di 1.44 MEGABYTE ciascuno!) stracolmi di materiale che non sapevamo dove mettere. Internet ci era sembrato il posto adatto dove mettere tutte quelle cose. E così è stato.
Oggi capisco, seppur in piccolo, come deve essersi sentito Chris Carter quando X-Files ha iniziato ad avere il successo planetario che sappiamo. Quella sensazione che ti arriva addosso quando fai una cosa solo perché ti piace, per il gusto di farla, e all’improvviso inizia a piacere un po’ a tutti, poi ti scoppia tra le mani, è fuori dal tuo controllo e anche se sei felice di quello che sta accadendo l’unica cosa che vorresti fare è dire: “Fermi tutti! Sta andando tutto troppo veloce! Fatemi scendere!”
Non mi sto paragonando a Chris Carter, ma credo di aver provato quella sensazione in alcuni momenti.
Perché non sono scesa e non mi sono fermata? Il motivo è lo stesso per cui il sito è ancora qui.
Raccontiamo X-Files perché è la nostra serie tv preferita, quella che ha riempito gran parte della nostra vita (lo dice la matematica arrivati a questo punto), quella che ameremo sempre e comunque, quella che ci fermeremo a guardare tutte le volte che troviamo per caso facendo zapping, quella che ci farà brillare gli occhi, quella che ci farà voltare di scatto non appena sentiamo nominare Mulder e Scully.
Abbiamo fatto tutto per l’amore che ci lega a questa opera che sembra quasi riduttivo chiamare serie tv. Un’opera talmente vasta che andrebbe studiata a lungo e fatta studiare a scuola. Un’opera che passa come un racconto di fantascienza, ma che nel corso degli anni si è sempre più occupata della nostra realtà terrena, dei rapporti umani e sociali che legano gli uni agli altri e al mondo che ci circonda, sia esso quello naturale o quello extra-terreno.
In questi vent’anni abbiamo trascorso insieme tante giornate 1013, sicuramente anche più chiassose di quella di oggi, ma è sempre bello celebrare il creatore di tutto questo.
In fin dei conti, il nostro sito è online grazie a lui, a Chris Carter. O per colpa sua… decidete voi!
Per X-Files, per Mulder e Scully, la nostra casa su Internet ci sarà sempre.
Grazie a chi, nel corso di questa nostra vita online, è diventato un amico del nostro sito, a chi è passato a trovarci solo ogni tanto, a chi ci ha visto una volta ed è scappato a gambe levate, a tutti gli amici silenziosi e a quelli più estroversi, a chi abbiamo conosciuto nella vita reale e a chi è rimasto solo un nickname dietro uno schermo e una tastiera.
Grazie, grazie, grazie a tutti.
Più ci provo e più non riesco a ricordare com’era la mia vita “prima”.
Ma so che sicuramente il “dopo” è diventato migliore di quello che sarebbe stato senza “Beyond the Sea”.
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