Non sapevo bene cosa aspettarmi da un libro scritto da David Duchovny che si intitola “Holy Cow” con in copertina il disegno di una mucca alquanto bislacca, ma devo confessare che la lettura di questa opera prima si è rivelata un’incredibile ed entusiasmante sorpresa, pagina dopo pagina.
La protagonista, e voce narrante della storia, è Elsie, una mucca che vive in una fattoria a nord di New York. La vita scorre felice nella fattoria per Elsie, finché un giorno l’animale scopre la cruda verità sul futuro che la aspetta, la macellazione, e decide quindi di fuggire. Per andare dove? In India, dove la mucca è considerata un animale sacro e quindi intoccabile. A lei si uniscono Shalom, un maiale ebreo che vuole andare in Israele, e Tom, un tacchino diretto in Turchia. L’improbabile trio, tramite una mappa, uno smartphone, sapientemente manovrato da Tom con il suo becco, e qualche travestimento, si mette in viaggio, arriva fino all’aeroporto internazionale JFK e si imbarca su un aereo diretto dall’altra parte del mondo in cerca della propria salvezza.
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