Le fanfic di X-Files

Roswell

Il cerchio si chiude e all'inizio di una nuova era, i profeti recitano le proprie preghiere.
Autore: Irati
Pubblicata il: 23/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: G, per tutti
Genere: ANGST, ROMANCE
Sommario: Il cerchio si chiude e all'inizio di una nuova era, i profeti recitano le proprie preghiere.
Note sulla fanfic: E' un racconto breve, ambientato poche ore dopo "The Truth"(SPF)

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Altre note: Sono atea ma credo che ognuno ha diritto di commettere i propri errori e combattere la propria guerra e non mi piacerebbe che gli alieni ci togliessero la possibilità di tentarlo. Se qualcuno può impedirlo, questi devono essere Mulder e Scully, che rappresentano l'umanità nella sua confusa gamma emozioni contraddittorie. Questo è ciò che ho visto alla fine di "The Truth" "Resisterò per continuare a vivere, diventerò di ferro per indurire la pelle e anche se i venti della vita soffiano forte, sono come il giunco che si piega ma continua a stare in piedi(...) sopporterò i colpi e mai mi arrenderò e anche se le braccia si romperanno in pezzi, resisterò. Resisterò."
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Per quelli che hanno ancora fede. E per Chris Carter, che fa sempre miracoli con la mia

Nessuno di loro due ci ha pensato - forse vagamente - ma il destino li ha portati a Roswell. Lo stesso posto dove è iniziato tutto, decenni prima che loro nascessero, è improvvisamente lo scenario del primo giorno del resto delle loro vite. Sanno che si dice sempre "il primo giorno del resto della mia vita" e può darsi che sia sempre vero però poche volte è così vero come questa notte, mentre dormono stretti l'uno all'altro, ancora incapaci di fare l'amore, spossati dalla sensazione di stare insieme. La tormenta battezza il giorno dell'inizio e nessuno lo sa, ma sei miliardi di terrestri hanno cominciato una nuova vita questa notte, a Roswell, Nuovo Messico.

Ad un certo punto nella notte, forse verso le tre del mattino, tra i tuoni e il picchettare ritmico della pioggia sui vetri, Scully allunga un braccio e si trova sola, avvolta in un freddo nucleare. E anche se sono mesi che dorme con questo freddo, qualche ora con lui è stata sufficiente per abituarsi al suo calore e non può più dormire se non respirando il suo respiro. Quello che non sa è che da molti minuti sta sola nel letto, e che già da un pò che Mulder guarda dalla finestra attraverso le tende. Guarda nel buio e sta piangendo senza rendersene conto.

Spinta da un impulso quasi involontario, Scully si avvicina piano e la morbida vestaglia di seta l'accarezza e esalta la sua bellezza. E' stata sempre lì, questa bellezza. Ma mai con la magnifica maturità che ha ora. Si è temprata nel fuoco e nella neve, si è indurita dove doveva e invece di lasciarsi vincere dal cinismo, ha appreso ad essere di più se stessa di quanto mai abbia osato essere. Per questo brilla dall'interno, come un diamante che si è acceso nel centro del suo cuore di vetro.

Ci sono tanti motivi per piangere e tante ragioni per non farlo, che Scully non sa se chiedere o no di loro due. Negli ultimi mesi, anche lei ha pianto molto e sempre sola. E' questo, probabilmente. Questa solitudine è quello che fa delle lacrime un rituale doloroso. Quello che uccide non è piangere. Vuole credere che ciò che ti distrugge dall'interno è piangere in completa solitudine.. Scully si è sempre sentita confortata nel proprio spazio ma ora si è stancata si stare sola. Si sono sbagliati dall'inizio. Dalla prima volta che decisero di separarsi c'erano segni che mettevano in evidenza il loro sbaglio ma non avevano saputo ascoltarli. Perché non hanno saputo?

Anche gli errori hanno una ragion d'essere, pensa. E continua a non capire ma si ripromette di capire un giorno. Un giorno un narratore potrà raccontare la sua storia e qualcuno potrà capire meglio la lezione di quanto possa farlo lei questa notte, in questa stanza.

La voce di Mulder è un piccolo verme rugoso quando decide di parlare.

"Nihil est veritatis luce dulcium". Un latino pronunciato male, duro nelle consonati, morbido nelle vocali

Lo dice senza prestare attenzione, senza uscire dalla sua meditazione, né dimostrare un interesse speciale per sue parole. In questa frase che mormora tra i denti, muovendo il suo generoso labbro inferiore di appena un millimetro, Scully riconosce una sola parola. Probabilmente dalla messa in latino del collegio di monache.

Veritatis.

La verità.

Le si stringe il cuore. Per Mulder niente ha un significato tanto mostruoso come questa parola. Starà piangendo per lei. Starà sotterrando la verità gioiosa che sempre ha cercato, tentando di far sua l'amarezza della nuova verità che deve combattere.

Verdi, a tratti grigi, a tratti azzurri, i suoi piccoli occhi curiosi, non sembrano essere coscienti di star piangendo. Non c'è nessuna espressione sul suo viso mentre queste lacrime a cui non fa caso, cadono e scivolano, giocano e muoiono sulla moquette del motel.

Nella tempesta e il silenzio, Mulder parla a Scully di Oxford e del suo professore di latino. Un signore anziano a cui nessuno prestava molta attenzione. Qualcuno che viveva immerso nei suoi libri e nelle sue manie di cattedratico rugoso. Qualcuno perso in un idioma che si era estinto centinaia di anni prima perché nuovi idiomi potessero sopravvivere e adattarsi ai cambiamenti degli uomini. Ipnotizzato in sè stesso e nei suoi ricordi, Mulder ricrea un giorno in particolare, un aneddoto che lo sta facendo piangere. Scully non sa che fare o che dire ma ascolta con attenzione e anche se queste lacrime le danno angoscia maschera la sua preoccupazione e lo lascia continuare. Concentrata nell'incanto della voce di Mulder.

Le racconta che stavano in classe e un alunno superbo che crede di saper tutto o che non sa niente ma non vuole ammetterlo, si pavoneggia davanti ai suoi compagni, attaccando l'anziano professore, mettendo in discussione la necessità e l'opportunità di studiare un idioma che non parla nessuno.

Il latino.

"Ci sarà un motivo perché sia morto", dice. E si fa bello per la sua abilità dialettica.

Da sotto gli occhiali, l'anziano professore, gelido nella sua furia, gli rivolge una frase conclusiva che esce dalle sue labbra rimbombando come un trombone furioso e fa zittire le risate soffocate dell'aula. In un angolo, c'è un giovane studente di psicologia che si è iscritto al corso di latino mosso dalla sua malata curiosità per tutto. E' un alunno riservato, chiuso nella sua solitudine piena di immaginazione, preso dalle sua energia nervosa, avvelenato dalla sua inferma necessità di dominare i misteri della natura.

"Un giorno anche tu sarai morto", dice il professore. "Quando ogni segno del tuo passaggio si sarà estinto le parole morte del latino continueranno a parlare. Ma non sarà di te che parleranno. Perché nessuno parlerà di te, giovanotto".

Mulder ricorda perfettamente la cadenza di quelle parole e l'espressione di superbia graffiante dell'alunno. Ma sopratutto ricorda gli occhietti acuti del professore quando si incontrarono con i suoi in un angolo della classe. In quel momento, in quell'angolo dell'aula e del mondo e a prescindere dalla loro età, una complicità segreta li unisce entrambi e Mulder si sente orgoglioso del suo professore, che gli ricorda se stesso mentre spaventava Samantha con le sue storie tenebrose.

"Si trasformò nella mia materia preferita" Ritornato a Roswell, uscendo dall'università della sua memoria, Mulder continua a parlare per Scully, avvolgendola con la sua malinconia. "Ho ricordato questa frase improvvisamente"

E torna a ripeterlo.

"Nihil est veritatis luce dulcium".

E questa volta lo traduce.

"Niente è più dolce della luce della verità"

E qualcosa si rompe. Qualcosa che era stato legato dentro di lui si rompe questa notte, in questo motel, a questa finestra e con questa donna. E ciò che era un piangere tranquillo è ad un tratto e senza avviso, un maremoto liberato che trasforma il suo viso in una smorfia patetica e fa del singhiozzo, gemito; del gemito, angoscia soffocata; del dolore un singhiozzo continuo che rompe il petto e lo fa cadere in ginocchio davanti a lei, mentre l'abbraccia.

L'abbraccia tra le gambe e la vita o dove può e sa e raggiunge. E continua a piangere, scomponendosi in pezzi, esorcizzando tanta bruttura come può. Deve buttare fuori tutta la melma del dolore che porta dentro. Si è mantenuto forte per tutti questi mesi nei quali è stato senza di lei perché sapeva che se avesse pianto in solitudine, se si fosse permesso il lusso di sentire per un momento il dolore, lo avrebbe divorato la sua angoscia e sarebbe finito sentendo troppa pena per non spararsi e finire con la sua miseria e la miseria del mondo.

Non è la prima volta che Scully lo sente piangere. Anche nella notte in cui morì sua madre lo sostenne tra le braccia, con l'odore dell'autopsia ancora impresso nel cervello. Quella volta, come in questa, Mulder ripete la stessa cosa mentre piange.

"Mi dispiace".

E' tutto ciò che dice. Tra le lacrime che gli lasciano il viso rosso e gonfio, e tracciano il loro solchi salati nel destino degli uomini, Mulder chiede perdono. Per non aver salvato sua madre, per aver perso sua sorella, per averla abbandonata, per non avere lì suo figlio, per tanti amici morti.

Perdonami, padre, perché ho peccato.

Quando Scully era bambina apprese molte orazioni, molte preghiere cattoliche. Se qualcuna ha definito Mulder nel corso degli anni è stata questa.

Perdonami, padre, perché ho peccato.

Non è una buona preghiera, decide Scully. Mulder non ha commesso nessun peccato che non abbia espiato. E loro due non si arrenderanno. Non sanno arrendersi. Già hanno deciso che finché ci sarà una speranza, non si arrenderanno.

E' una questione d'orgoglio. E di più. E' molto di più.

Quando Mulder la guarda e, con gli occhi ancora piangenti, sprofondati nell'angoscia, parla di nuovo, é Scully che sente tremare e si rompe.

"Mi dispiace che sia così amara", le dice. Ed è un bambino.

Un pianto di un bimbo affamato e denutrito. Calmo, così inconsolabile, così profondamente triste. C'è più tristezza negli occhi di Mulder di tutta la tristezza che Scully abbia mai sentito.

"Volevo che la verità fosse dolce per te, Scully, lo fosse per tutti e due".

Niente è più dolce della luce della verità

Nihil est veritatis luce dulcium.

La verità ti salverà. La verità ci salverà. Ho fede nella verità. Credo nella verità. Voglio sentire la verità.

Per anni questo è stato il mantra di Mulder. La luce interna che l'ha guidato, il significato della sua ricerca. Sapere la verità. Ora che la sa, ora che non c'è allegria nella verità, piange perché comprende che il suo destino non era conoscerla, ma lottare per cambiarla.

Signore, abbi pietà di noi.

Illuminaci, oh Signore.

Questa preghiera le sembra più appropriata per i tempi difficile che li aspettano.

Ora non sono profeti che annunciano la verità. Ora sono soldati. Hanno vinto la prima battaglia e per questo Mulder sta piangendo. Perché la vittoria, come tutte le vittorie è amara e vuota. Perché per anni ha lottato per sapere e ne è uscito vincitore. Ma dalla trincea piena di cadaveri, il sangue sparso degli innocenti è il sangue senza ritorno del paradiso distrutto. I vinti non hanno gloria quando è l'innocenza quella che muore al fronte. Questa innocenza si chiamava una volta Samantha Mulder e non tornerà più. E Mulder piange per lei.

Piange per Dana Scully, laureata in Fisica, Dottore in medicina, Agente Speciale dell'FBI, assegnata agli XFiles, che era entrata nel suo ufficio con molte risposte, e una montagna indistruttibile di fede. In Dio, nel suo paese, nell'autorità della legge, nella giustizia, nel futuro.

Per anni, lui ha distrutto tutta questa fede e le ha promesso in cambio la verità. Convinto che avrebbero bevuto insieme al suo sacro Graal e ai sarebbero elevati fino al paradiso. Al posto del cielo, le ha dato l'inferno. La sua verità non ha gloria, ma dolore. Così che piange e chiede perdono per essersi sbagliato tanto, per essersi immensamente sbagliato per tanti anni.

La verità è che l'umanità è condannata, aspettando che la spada di Damocle cada dalle stelle e falci sei miliardi di anime. Non le ha potuto dare una verità migliore e non trova nessuna ragione per non piangere.

Con cura, Scully lo alza da terra e lo obbliga a tornare a letto e quando lui si lascia portare, come un bambino, sente che l'opprime il petto e le toglie il respiro la nostalgia del figlio perduto. Ma continua a camminare verso il letto e cerca appoggio in Mulder. Perché non è più sola e questa è la sua consolazione. Le è permesso appoggiarsi, non ha bisogno di piangere. E' tempo di lottare e si sente preparata.

Si sente benedetta e vuole che Mulder divida con lei questa religione. Ha gli occhi asciutti e lo sguardo fermo e sente che può essere forte veramente. Forse forte per la prima volta in vita sua.

Ha un rito, gli dice. Lo ha inventato recentemente ma le sembra d'averlo conosciuto per anni. Questa notte, vuole dividerlo con lui e che possa essere il rito di entrambi. Le è servito per tutta la sua solitudine e per le notti in un letto vuoto e spera che le serva nelle dure battaglie che arriveranno. E' la preghiera dei defunti. Per Missy e Emily. E per suo padre. E per Samantha Mulder, se Mulder vuole. Scully non l'ha mai conosciuta, ma le sarebbe piaciuto. Sarebbe stata felice di vedere la versione femminile del suo compagno, curiosa e meno addolorata. E' anche una preghiera per Bill Mulder e Teena Mulder e per tutte le voci del passato.

"Devi parlare con loro e fare promesse".

Le lacrime di Mulder si sono calmate e anche se continua ad avere il viso devastato dal dolore, sta incominciando a solidificarsi e ricomporsi, cellula per cellula. Scully sa che uscirà fortificato da questa ricostruzione e comincia la sua preghiera, invocando sua sorella, morta al posto suo.

Rannicchiata vicino a Mulder, quasi viso contro viso, comincia la litania. "Ti prometto che farò caso al mio istinto e non solo alla mia ragione, Melissa".

Mulder accenna ad un piccolo sorriso e lascia che lei continui.

"Ti prometto che mi sarebbe piaciuto abbracciarti in molte altre notti, Emily e non solo la notte che ti perdetti".

Con le sue parole sembra che possa disegnare la figura fragile, minuta e bionda di questa bambina la cui vita non poté condividere ma la cui morte fu sul punto di distruggerla. All'inizio, nei primi giorni della sua nuova religione, Scully poteva appena pensare a lei e dire il suo nome ma la preghiera l'aiutò a poco a poco. Curò le sue ferite e questa notte può pensare ad Emily e sorridere. E' un sorriso beato che calma completamente l'ansia di Mulder.

Scully pensa ad Ahab, che naviga per sempre, amen.

"Ti prometto che ti saresti sentito orgoglioso di me, papà, se potessi vedermi".

Le brilla lo sguardo e sente che Dio esiste sotto forma di coloro che sono morti. Sente che il capitano Scully è lì e può vedere la sua prodigiosa figlia. Lo crede perché Scully sembra invincibile e in qualche modo suo padre deve saperlo. Non gli viene in mente niente di meglio in cui avere fede e sente che le sue speranze si rinnovano con più intensità dopo il pianto.

C'è una verità che fa male. Ma Scully è la verità che illumina. L'altra faccia della luna. La mano di Dio e lo spirito santo.

Se qualcuno può dargli il cielo, è Scully. E Mulder ripete le sue parole a bassa voce, senza rendersi conto che lo sta facendo. Incomincia a pensare che funzioni, che gli spiriti sono stati convocati e che l'orgoglio del padre degli Scully riempie la stanza. Che Melissa li benedice, che Emily può fare la faccia del "signor patata" e giocare.

E l'alito di Scully gli brucia la peluria del viso quando parla.

"Ti prometto che ti avrei amato tanto quanto tuo fratello se ti avessi conosciuto, Samantha".

"Sam", dice Mulder. Vuole che Scully anche la chiami Sam perchè per Mulder questo è stato sempre il suo nome ed è cosi come l'avrebbe voluta chiamare perché scendesse dalle stelle. Solo Sam.

"Sam", ripete Scully. E suona bene sulle sue labbra mentre la tormenta continua a lottare, scontrandosi con se stessa. E il vento gira nella notte e cavalca la sua rabbia da fine del mondo.

No. Ancora no. La fine del mondo deve aspettare. Loro due hanno molte promesse pendenti.

"Prometto" cerca di dire Mulder, lottando contro il dolore, "prometto che avrai un mondo nel quale poter lottare per la tua vita, Will".

E' la promessa più vera. E quando vede le lacrime negli occhi di Scully, gli danno conforto, perché c'è un dolore e un'allegria che traboccano da esse. Hanno dovuto rinunciare ad un figlio, ad un miracolo e il dolore non ha limiti. Ma il miracolo esiste, in qualche posto ed è la prova che insieme sfidano le leggi della biologia, del destino, dell'infertilità e della morte. Insieme danno vita ad un utero sterile e insieme troveranno il modo di mantenere le loro promesse. Perché i defunti sono con loro. Tutti i morti, milioni di uomini morti parlano loro dal silenzio e li pregano di continuare a vivere per mantenere viva la loro memoria.

I loro confidenti, i loro amici, i loro nemici. Nessuno è morto invano. La storia deve continuare il suo corso. Mulder si convince di questo. Gli sembra una buona prospettiva, una vita degna. Lottare per il mondo e diventare meritevoli di esso. Non è male. Non mentre ha Scully con lui. Se moriranno, se si condanneranno, moriranno insieme ma non sconfitti.

Il mondo che ha dato loro quest'amore, questa notte, li avrà che lottano per lui

"Prometto che gli farò uova "rancheros" quando lo desidera, Frohike".

Scully sorride. E questo sorriso riassume tutte le speranze che si conservano in questa stanza. Complice, saggia, fertile. E' il primo sorriso del resto delle loro vite e non c'è un inizio migliore.

Rimane solo una promessa e Scully prega secondo la sua religione senza smettere di guardare negli occhi chi ha di fronte e senza smettere si aver paura ma senza smettere di credere. "Padre nostro che sei nei cieli..." le sue parole si perdono nella litania del loro significato e per Mulder questo è il suo Dio, questa fede di Scully,"...prometto che non mi arrenderò finchè ci terrai insieme".

Sei miliardi di cuori battono quando si abbracciano e fanno, finalmente, questo amore che li unisce. Sei miliardi di esseri umani ignorano il proprio destino, non conoscono la battaglia e aspettano la catastrofe mentre sopravvivono al proprio caos. Sono ignoranti, impazienti, egoisti, crudeli, incapaci di sentire compassione. Ma lì, tra questi sei miliardi di corpi ci sono gli artisti che costruiscono cattedrali, poeti che piangono nella notte, madri che si lascino morire per i loro figli, amanti che cercano di salvare il loro amore, bambini che imparano a camminare, giovani che hanno paura, amici che si ascoltano. C'è una battaglia in spirale tra la luce e l'ombra che si libra tutti i giorni e ci sono sei miliardi di persone disorientate e contraddittorie e solo una è il loro figlio, ma nel nome di questo figlio e di tutti i loro figli, e nel nome di tutte le anime che sono vissute e morte prima, promettono , questa notte, in questa stanza di Roswell, Nuovo Messico che ci sarà una lotta e che mentre loro due si ameranno, continueranno a combattere, cercando una seconda opportunità per meritare la Terra.

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