Le fanfic di X-Files

In riva al mare

Post Drive, cosa passa per la testa di Mulder dopo la morte di Crump
Autore: X-Phylia
Pubblicata il: 27/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: G, per tutti
Genere: ANGST, MRS/RSM
Sommario: Post Drive, cosa passa per la testa di Mulder dopo la morte di Crump
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Quando il cranio di Crump è esploso con un rumore sordo e secco dietro di me, qualcosa è accaduto anche nella mia testa.
Ancora una volta, sono arrivato troppo tardi.
E' quasi la storia della mia vita. Dovrei lasciarlo scritto nel mio testamento che quando morirò il mio feretro appaia alla veglia con mezz'ora di ritardo e porti scritto su un lato "Scusate il ritardo".
Più in là posso vedere la mia compagna preparare un equipaggiamento medico per niente. L'uomo è morto perché ho fallito di nuovo, come al solito. Cosa dirò a lei e alla gente che sta lì ad aspettare? Che Crump è morto perché non ho potuto muovere il mio culo più velocemente?
Scully scorge la macchia di sangue sul vetro del finestrino posteriore e non ha bisogno di domandare niente. Tranne che la sua espressione denuncia che le piacerebbe chiedermi se sto bene.

Naturalmente, non sto bene.
E nemmeno sono dell'umore di parlare di qualcosa in questi momenti, voglio solo sgranchirmi le gambe e respirare un poco d'aria fresca.
Posso sentire la preoccupazione di Scully mentre mi osserva, ma, a suo beneficio, c'è da dire che non cerca nemmeno di fermarmi quando esco da quest'auto puzzolente. Istintivamente mi dirigo verso la spiaggia rocciosa e lascio che la bellezza dell'oceano si incarichi di tranquillizzarmi mentre mi tolgo la cravatta.

Le gambe incominciano a tremare e temo che da un momento all'altro si pieghino, così che mi siedo con la schiena appoggiata alla roccia più piatta che trovo e mi perdo nel ritmo infinito delle onde. A differenza della maggior parte della gente il mare non mi sembra così attraente, forse perché sono cresciuto in posti dove lo davano per scontato.
Mi rendo conto ora che è da molto tempo che non vedo l'oceano da un luogo così, seduto vicino alla riva, e che mi è mancato. Quando ero più giovane ero solito andare in spiaggia pere scappare dai miei pensieri. La mia mente non era un posto molto accogliente quando ero adolescente. E continua a non esserlo.
Anche se non mi sono girato, so che Scully si trova dietro di me, mi osserva. Benedico la sua capacità di lasciarmi in pace e allo stesso tempo farmi sapere che non sono solo.
Si sta facendo sera e presto il sole s'immergerà nell'orizzonte. Che peccato che sia tutto nuvolo, sarebbe stato un bel tramonto sul mare. Man mano che passa il tempo la temperatura diminuisce e tutto il mio corpo incomincia a tremare dal freddo. Questo deve essere stato il segnale per Scully, perché sento i suoi passi che si avvicinano mentre porta una coperta che mi appoggia gentilmente sulle spalle.
Non sono ancora pronto per parlare e lei lo avverte, ma questa volta non si allontana. Invece, si siede dietro di me e incomincia a massaggiarmi la schiena ed il collo, rigidi dopo tante ore in strada. Disposta a fare sempre un buon lavoro, la mia diligente compagna cerca una pietra idonea e si siede in modo d'arrivare al mio collo più comodamente. Le sue mani sono fantastiche, e anche se qualche minuto fa volevo stare solo, ora appoggio il mento sul petto perché continui con il massaggio.
Non capisco completamente perché cerchi di confortarmi. Voglio dire, cosa ho fatto per meritarlo? Mi fa sentire ancora di più colpevole, se questo è possibile. Ma che Dio mi perdoni, ne ho bisogno. Le sue dita sono sorprendentemente abili e stanno facendo meraviglie sciogliendo la massa di muscoli annodati del collo. Forse è il semplice fatto che sia lei che lo fa, e questo basta per rilassarmi. Ma la cosa che più mi commuove è che lo fa senza dire una parola. So che vuole domandarmi tante cose, cercare di capire perché la morte di un completo estraneo mi condizioni tanto.
Ma già lo sai, Scully, non è così?
Sai che non è questo o quello, ma la combinazione di eventi che mi hanno oppresso in questi ultimi tempi. Credo, poi smetto di credere, e poi credo di nuovo... Il nostro arduo lavoro ridotto in cenere, l'ufficio degli XFiles in mano a quel bastardo arrogante, e questa, questa... La verità è che non so che pensare di Diana. Lo so che sei gelosa di lei, Scully. Mi uccideresti se sapessi quanto mi fa sentir bene sentirlo, ma non dovresti esserlo. Diana è storia. Non ho più fiducia in lei, e dubito di averlo fatto qualche volta. Se l'ho fatto, in nessun modo è la stessa fiducia che ho in te.
Scully sistema la coperta intorno a me con tanto affetto che mi porta quasi alle lacrime. Non voglio piangere, non qui, non di fronte a lei. Così che respiro profondamente, lasciando che l'aria fredda invada i miei polmoni, e mi giro verso di lei. Per la prima volta guardo i suoi occhi azzurri e ci trovo solo amore e compassione. Non oso indovinare cosa vede lei nei miei.
Senza dire niente mi circonda con le braccia e mi stringe contro il suo corpo, il mio viso atterra giusto trai suoi seni.

Quando si dice "suo giusto posto".
Le passo le braccia intorno alla vita e mi lascio cadere sulle sue spalle. Solo con un immenso sforzo riesco a reprimermi, ma stando così uniti Scully si rende conto di quanto sia vicino a crollare.

- Ah, Mulder - sospira baciandomi la fronte.

Il mio respiro si normalizza dopo qualche minuto. Una sua mano mi sostiene il collo, l'altra sale e scende per la mia schiena, tranquillizzandomi.

Per tutta risposta l'abbraccio più forte Non sono sicuro di poter parlare, se apro la bocca può darsi che mi vincano le lacrime e faccio resistenza perché questo non accada. Posso lasciare che mi abbracci come collega, come amico... ma sono un uomo, e gli uomini non piangono - almeno non in pubblico.
La luce pallida, i suoni del mare, il dolce ritmo del respiro di Scully e la mia stessa stanchezza si stanno sommando per farmi addormentare. Se stessi in una posizione più comoda (e questo si riferisce solo alle mie gambe), probabilmente già mi sarei addormentato.

- Sono così stanco - mormoro. La mia voce suona debole e aspra.

- Lo so. Anch'io. Dobbiamo cercare un posto per dormire. Uno "gradevole" tanto per cambiare - dice con una leggera smorfia.

E' vero, ma mi piacerebbe rimanere qui, avvolto nello stesso calore che non molto tempo fa mi tenne in vita mentre giacevo incosciente sul ghiaccio dell'Antartide.

Come se potesse leggere nei mie pensieri, Scully accarezza leggermente la cicatrice che ha lasciato la pallottola che mi sfiorò la testa. Mi chino un poco di più su di lei e questa volta sorrido, per la prima volta in due giorni.

- Non è stata colpa tua, Mulder. Hai fatto tutto quello che hai potuto, so che è stato così.

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