Queste sono le tematiche affrontate nell’ultima parte dell’intervista rilasciata da Chris Carter all’Archive of American Television.
Sul finire dell’intervista, imbeccato da John Dalton, Chris Carter rilascia un paio di dichiarazioni sul futuro di X-Files che è impossibile ignorare in qualità di fan. Il creatore di Mulder e Scully starà di nuovo giocando con noi? Ci sarà un fondo di verità in quello che ha detto? Al momento, sono tutte domande senza risposta…
“Tutto è avvenuto in modo naturale. Abbiamo sempre detto che facevamo un piccolo film ogni settimana e quindi volevamo la possibilità di farne uno vero. Penso che il passaggio sia riuscito molto bene e Rob Bowman ha fatto un lavoro magnifico. Abbiamo dovuto girare il film durante la pausa estiva dopo la quarta stagione, e poi girare un’intera stagione la cui storia avrebbe dovuto portare alla premiere del film l’estate successiva. È stato molto difficile, ma ha avuto i suoi benefici perché abbiamo potuto confezionare tutto perfettamente per il debutto del film. Nella storia abbiamo inserito un ‘quasi bacio’. L’idea era quella di far crescere l’attesa, di dare un significato maggiore a questo gesto e mostrare quanta tensione sessuale ci fosse realmente tra i due.”
La stagione successiva si apre con una nuova sfida per tutti. Il set delle riprese si sposta da Vancouver (Canada) a Los Angeles, California.
“Sia David che Gillian avevano lavorato molto lontano da casa per cinque stagioni ed era volontà di entrambi quella di essere più vicini alle proprie vite a Los Angeles. La decisione di spostare la serie è stata presa principalmente in seguito alla richiesta che aveva fatto David. Tutti dicevano che la serie sarebbe stata troppo solare e luminosa e non avrebbe più spaventato nessuno. Penso invece che alla fine questo trasferimento ci abbia aiutato: c’erano nuove location in cui girare, nuovi luoghi dove andare e nuove storie da raccontare. Anche se abbiamo odiato lasciare Vancouver e la nostra magnifica troupe, tutto questo ci ha obbligato ad essere più creativi.”
Dal punto di vista della mitologia, le stagioni successive si rivelano colme di sorprese. Alcune storie vengono risolte, chiudendo di fatto un capitolo enorme della serie, e vengono aggiunti nuovi elementi che gettano le basi per un nuovo filone mitologico che accompagnerà X-Files fino alla fine.
“A quel punto l’arco di storia che riguardava il rapimento della sorella di Mulder era finito. Abbiamo sentito di averlo portato avanti per tanto tempo, quindi abbiamo chiuso quella parte della storia ed abbiamo inserito dei nuovi elementi. Abbiamo introdotto i supersoldati presentandoli come il risultato dell’ibridazione umana aliena che era sfociato nella creazione di esseri indistruttibili.”
La settima stagione vede inoltre David e Gillian impegnati entrambi dietro la macchina da presa.
“Entrambi avevano acquisito molta esperienza sul set, molta più di quanto un attore spesso possa fare in un’intera vita, avevano una grande familiarità con tutto il processo di produzione e quindi non è stato difficile metterli dietro la macchina da presa. È stato duro perché avevano tre compiti allo stesso tempo: entrambi hanno scritto il loro episodio, lo hanno girato come attori e lo hanno diretto. Gli abbiamo chiesto molto.”
Il finale della stagione sette chiude di fatto un’era di X-Files.
“Molte cose stavano accadendo in quel periodo: David stava lasciando la serie, stavamo per introdurre nuovi personaggi, avevamo la possibilità di raccontare storie nuove. Probabilmente X-Files avrebbe potuto finire lì, ma sono molto contento che non sia accaduto perché nelle stagioni successive abbiamo fatto un ottimo lavoro.
Nel finale di stagione volevamo creare una sorta di legame tra Mulder e Scully che avrebbe poi portato alla nascita di questo bambino, William. Era un modo per far riunire questi due personaggi e allo stesso tempo far avanzare di nuovo la mitologia.”
David Duchovny lascia quindi X-Files al termine della settima stagione, anche se poi tornerà per alcuni episodi dell’ottava e per il finale della serie. Gli autori si trovano obbligati a gestire questo problema e decidono quindi di introdurre due nuovi personaggi a supporto di Scully: John Doggett e Monica Reyes.
“Ho tentato di reclutare dei personaggi interessanti che fossero il più possibile diversi da Mulder e Scully.
John Doggett era un uomo duro, ma giusto. Era l’opposto di Mulder, un duro che giocava secondo le regole. Lo abbiamo modellato su un personaggio di nome Bud White tratto dal film ‘L.A. Confidential’, interpretato da Russell Crowe. Mi piaceva molto la dinamica tra Doggett e Scully, così come quella tra Robert Patrick e Gillian. Lei gli ha letteralmente tirato l’acqua in faccia la prima volta che si sono incontrati.
Sapevamo inoltre che introducendo un personaggio maschile avremmo dovuto inserirne anche uno femminile. Volevamo qualcuno che fosse diverso da Scully, che non fosse scettico e che fosse aperto a tutto. Abbiamo costruito la dinamica tra Doggett e Reyes in contrappunto a quella di Mulder e Scully. Doggett assomigliava molto a Scully, mentre Reyes assomigliava molto a Mulder. Abbiamo veramente mescolato le carte.”
Si arriva quindi all’ultima stagione di X-Files, la nona.
“Anche se il mio contratto era terminato, mi è stato chiesto di tornare dai vertici dello studio. Eravamo ancora una serie di successo con buoni ascolti e penso sia stato deciso di chiudere solo durante il corso della stagione nove. Abbiamo debuttato tardi quell’anno e non molto dopo degli eventi dell’11 settembre. L’atmosfera della nazione era cambiata, così come quella della televisione e del pubblico. C’è stato un cambiamento nell’atteggiamento generale che ha messo X-Files sotto un’altra luce perché ad un tratto non c’era più nulla di divertente nelle cospirazioni governative.”
Per il gran finale viene quindi confezionata una storia apposita per chiudere l’avventura televisiva di X-Files.
“Abbiamo lasciato alcune cose irrisolte nel finale perché sapevamo che c’era la possibilità di tornare con un film e quindi era nostra intenzione lasciare le cose aperte con Mulder e Scully che, come si dice, corrono verso il tramonto, senza sapere cosa accade loro, ma sapendo che sono insieme. Abbiamo avuto l’opportunità di soddisfare il pubblico chiudendo alcuni dei aspetti della mitologia e lo abbiamo fatto con un episodio di due ore. E’ stata l’unica volta che lo abbiamo fatto, ed è stato davvero un piccolo film.”
Si chiude quindi con ‘The Truth’ il capitolo televisivo di X-Files, ma non le avventure di Mulder e Scully che riprendono, dopo molti problemi e con qualche ritardo rispetto alle intenzioni iniziali, sei anni dopo la fine della serie. Nel 2008 tornano infatti protagonisti del secondo film, dal titolo ‘I Want to Believe’.
“Il secondo film è un episodio standalone, non come il primo che riguardava la mitologia. Ci è stato dato un budget limitato con cui lavorare, quindi volevamo fare qualcosa che non comprendesse effetti speciali, alieni, navi spaziali o quella parte della mitologia. La serie era terminata da sei anni e non volevamo che gli spettatori dovessero per forza conoscere quella parte della storia per seguire il film.
È stato strano scrivere di nuovo di Mulder e Scully, scrivere i loro dialoghi e scrivere per loro ancora una volta. Non sapevo se l’avrei fatto di nuovo.
Il nostro era un film estivo. Penso che molti si aspettassero qualcosa di diverso proprio per questo, ma alla fine abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto di fare. È buffo come dopo molti anni dal termine della serie ci sia stata mossa la critica che avevamo fatto quello che poteva essere considerato un episodio per la televisione. Abbiamo sempre detto che realizzavamo un piccolo film per ogni episodio. Ci hanno dato pochi soldi e quindi un piccolo film è ciò che abbiamo fatto.”
Interrogato sulla frustrazione che i fan possano aver provato nei riguardi della relazione tra Mulder e Scully, mai espressa completamente e chiaramente, Chris Carter risponde nel modo seguente.
“Non ho mai pensato che la relazione tra Mulder e Scully possa essere catalogata in qualche modo. E’ una relazione non convenzionale ed intensa. E’ sempre stata così dall’inizio alla fine.”
Ma qual è l’eredità che lascia X-Files?
“Non so quale sia, penso che spetti ad altri dirlo. Spero che la nostra serie abbia avuto un impatto sulla qualità della televisione. Spero che nel momento in cui si parli di un’età d’oro della televisione degli anni ’90, noi fossimo considerati parte di quel periodo. Non so dire quale sarà l’influenza di X-Files, ma qualunque essa sia spero solo che rimanga per sempre.”
Nel corso di questa intervista si è ovviamente toccato anche l’argomento, tanto caro ai fan in questo periodo, del futuro di X-Files. Le risposte di Chris Carter sono talmente “sconvolgenti” nella loro semplicità che non possiamo far altro che riportale di seguito per intero.
“
DOMANDA: Pensi ci sarà un altro film?
CHRIS CARTER: C’è una possibilità di realizzare un terzo film. Lo sapremo presto.
[...]
DOMANDA: In questo momento stai lavorando a qualcosa?
CHRIS CARTER: Sto lavorando a qualcosa che riguarda una cospirazione.
DOMANDA: E’ una serie per la tv?
CHRIS CARTER: No. Si tratta di un film.
CHRIS CARTER: C’è una possibilità di realizzare un terzo film. Lo sapremo presto.
[...]
DOMANDA: In questo momento stai lavorando a qualcosa?
CHRIS CARTER: Sto lavorando a qualcosa che riguarda una cospirazione.
DOMANDA: E’ una serie per la tv?
CHRIS CARTER: No. Si tratta di un film.
”
Ricordando che l’intervista è stata realizzata lo scorso Giugno, e tenendo presente che chi sta parlando è l’uomo che ha coniato il motto “Non fidarti di nessuno” (da notare la sua espressione al minuto 15:50 del video mentre rilascia tali dichiarazioni), lasciamo a voi lettori qualsiasi ulteriore e possibile interpretazione.
(Se siete saltati sulla sedia leggendo queste ultime righe e la famosa musica di Mark Snow vi risuona nella mente… niente paura, siete solo fan di X-Files!)
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