In questo 2008 che ha visto l’arrivo - finalmente - di I Want to Believe, ho pensato di rendere omaggio al creatore di X-Files raccontando la genesi della sigla di apertura della serie. Una cosa che mi ha sempre affascinato di Chris Carter è che, dall’episodio pilota fino a quest’ultimo film, ha sempre avuto sotto controllo la gestione di tutti gli aspetti legati alla produzione di X-Files per essere sicuro che tutto rispecchiasse la sua “visione” del progetto. Dalla sceneggiatura alla realizzazione degli effetti speciali, dal montaggio alla scelta delle location, tutto passava sotto la sua approvazione. Non fa eccezione, ovviamente, la realizzazione della sigla di apertura, che tra l’altro valse ad X-Files la vincita del primo Emmy, nel 1994, di tutta la sua storia.
Come è noto, il tema musicale della sigla è stato composto da Mark Snow. Chris Carter aveva inviato al compositore una vasta serie di CD per fornire delle indicazioni su come voleva che il tema della serie fosse realizzato “In questo mi piace la batteria, in questo la voce, qui la chitarra…”. A quel punto Mark Snow, che lavorava nello studio privato di casa sua avvalendosi dell’uso di alcuni sintetizzatori elettronici, si trovava nella confusione più totale, non sapendo come uscire da quella situazione. Racconta Mark Snow: “Ad un certo punto appoggio il gomito sulla tastiera e c’è un riproduttore di eco che ripete questo suono. Quello diventò l’accompagnamento alla melodia principale.”
La musica ed il video dovevano rispecchiare questa nuova ed insolita prospettiva data dalla serie tv. La realizzazione del video venne affidata a Carol Johnsen, Bruce Bryant e Jim Castle. Il loro interesse preesistente per il paranormale ha ovviamente portato ad una relazione di lavoro simbiotica con Chris Carter. Ad esempio, successivamente Carter decise di inserire in un episodio di X-Files alcune fotografie scattate da Johnsen, Bryant e Castle che loro stessi avevano realizzato per un documentario riguardo le mutilazioni di bestiame.
L’idea originale della sigla di apertura prevedeva che la macchina da presa, e quindi lo spettatore, si avvicinasse lentamente a questo ufficio avvolto quasi totalmente nell’oscurità. Una volta dentro, sulle scrivanie, si sarebbero viste foto pseudo ufficiali dell’FBI, tesserini di identificazione e materiale vario proveniente da scene del crimine. Come spesso accade però, di tutte queste riprese che vennero realizzate, arrivarono nella sigla solo le inquadrature dei tesserini di Mulder e Scully. Piccola curiosità da sottolineare: le firme sui tesserini sono state apposte rispettivamente da Carol Johnsen, per Dana Scully, e da Jim Castle, per Fox Mulder.
La sigla avrebbe dovuto includere delle immagini che rappresentassero delle icone del paranormale, ed ovviamente gli UFO erano in cima alla lista di quelle immagini. Bryant, Jonhsen e Castle si recarono nel nord dell’Arizona e Bryant girò l’equivalente di più di tre ore di pellicola, da un piccolo aeroplano, per realizzare delle riprese che dovevano assomigliare ad un qualcosa che fosse stato catturato da un video amatore. Queste riprese avrebbero dovuto costituire lo sfondo per il disco volante. Tornando verso l’aeroporto di Prescott, i tre si fermarono per strada per riprendere l’immagine di alcune nuvole al crepuscolo. Carol Jonhsen girò solo alcuni secondi prima di perdere la luce giusta. L’inquadratura di Bryant che indica quelle nuvole funzionava meglio delle tre ore girate in precedenza quella stessa giornata, e quindi venne inserita nel prodotto finale. Per realizzare l’UFO vero e proprio invece vennero invece usati due semplici piatti incollati insieme e ricoperti entrambi di una speciale vernice riflettente.
Una delle immagini più famose inserite nella sigla di X-Files è però la faccia distorta. I tempi di realizzazione erano molto stretti e la data del debutto era incombente. In preda alla disperazione, Bryant, Jonhsen e Castle organizzarono una sessione di casting molto veloce direttamente nei loro uffici. Lou Eske, uno dei loro operatori, vinse il titolo di migliore urlatore. In fase di montaggio fu lo stesso Chris Carter a chiedere “Possiamo allungargli la faccia?”.
In seguito, Bryant, Jonhsen e Castle hanno mantenuto un legame stretto con X-Files e sono stati chiamati frequentemente per modificare la frase “The Truth is out there” che appare nel cielo nell’ultima immagine della sigla.
La sigla realizzata da Bryant, Jonhsen e Castle rimase invariata per le prime sette stagioni della serie e contribuì sicuramente a definire l'anima di X-Files diventando uno dei motivi, musicali e visivi, più noti nel mondo della televisione.
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