Il Dizionario dei Telefilm di Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria (edizioni Garzanti), con la prefazione di Aldo Grasso, contiene più di 1800 schede relative a tutte le serie italiane e straniere andate in onda sul piccolo schermo nel corso di cinquant’anni.
Naturalmente non poteva mancare la scheda relativa ad X-Files, che oltre ad introdurre la serie, comprende un vero e proprio cross-over di tutte le stagioni dello show. Seppur contenente alcune imprecisioni, Cassandra Spender non ha mai lavorato per l'ONU, mi sembra comunque una buona recensione della nostra amata serie TV.
***ATTENZIONE, a chi ancora non ha visto la fine di X-Files e non vuole anticipazioni, consiglio di non proseguire nella lettura.
Potete trovare la scheda qui di seguito, oppure nella pagina di Mymovies.it che la riporta.
X-FILES (Dizionario dei Telefilm)
I casi che nessuno può spiegare; i casi che non seguono alcuna logica e non hanno alcuna spiegazione; i casi che nessuno vorrebbe risolvere perché nascondono misteri inquietanti; i casi che l’FBI ha catalogato come “X-Files”, quelli che il Pentagono classifica come “storie di straordinaria quotidianità”, che non hanno alcuna spiegazione logica e che verrebbero archiviati come top secret.
Storie incredibili, ai confini della realtà, che nessuno ha il coraggio o la voglia di affrontare. Nessuno tranne l’agente dell’FBI Fox Mulder detto “Spooky” (David Duchovny), per il quale gli “X-Files” rappresentano una vera e propria ossessione; convinto che la sorella Samantha sia stata vittima di un rapimento del “terzo tipo”, Mulder parte dal presupposto che i fenomeni paranormali e gli extraterrestri non siano un semplice frutto della fantasia. Per controllare il suo operato e nella speranza di demolirne le teorie i superiori gli affiancano Dana Scully (Gillian Anderson), una giovane e affascinante agente della scientifica con trascorsi medici che si dimostra in prima battuta scettica sulle convinzioni del nuovo collega. Caso dopo caso, però, il rapporto tra i due diviene più complesso, un misto di fiducia professionale e di attrazione reciproca subconscia, di scetticismo dettato dalla logica e di fede senza prove tangibili.
Se nelle prime due serie gli enigmi da risolvere sono cose e casi dall’altro mondo, nella terza stagione i misteri sono da cercare dentro il Palazzo. Non esistono certezze, nessuno è colui che sembra, tutti hanno qualcosa da nascondere. Accanto a extraterrestri e vampiri, dietro i delitti di serial killer e reincarnati, si nascondono entità in carne e ossa che tramano nell’ombra, che coprono e insabbiano prove fondamentali, che uccidono per non far sapere. Si muovono in anticipo, sanno tutto prima, non hanno scrupoli né carta d’identità. Ufficialmente non esistono, ufficiosamente sono dappertutto; sono loro i nuovi “nemici”, sono loro il mistero più grande.
Per gli agenti dell’impossibile vale ancor di più il motto “non fidatevi di nessuno”. I due detective del “terzo tipo” accendono i riflettori su misteri e complotti più pericolosi di qualsiasi alieno, su rivelazioni e scoperte assai più top secret di qualsiasi pericolo di contaminazione, su persone che custodiscono le risposte ai più inquietanti interrogativi. Ombre, doppi e tripli giochi, spie e intrighi, sospetti e cospirazioni: in uno scenario di chiaroscuri, i nostri scavano a fondo per rimanere in vita, per svelare segreti che valgono la loro stessa sopravvivenza.
Proprio per questo, accanto a Fox Mulder e Dana Scully assumono un ruolo fondamentale i personaggi che nei primi due cicli del serial cult rivestivano figure da comprimari: il vicedirettore dell’FBI Walter Skinner (Mitch Pileggi) sposa la causa dei due agenti tentando di aiutarli; l’“Uomo che fuma” (William B. Davis) diventa il “grande burattinaio”; l’agente Krycek (Nicholas Lea) torna dal passato con il compito di eliminare la coppia d’investigatori; il trio nerd formato da John Byers (Bruce Harwood), Melvin Frohike (Tom Braidwood) e Ringo Langly (Dean Haglund) – in originale “The lone gunmen” – rappresenta il sostegno informatizzato e hacker di Mulder (e Scully). Ma nessuno di loro è bianco o nero, nessuno di loro lotta solo per il Bene o solo per il Male, tutti rivelano i mille volti dell’intrigo.
E non sono immuni da questo “gioco delle parti” i due investigatori più amati dalla nuova generazione di telespettatori, la “Generazione X-Files”. Sullo sfondo, come sempre, le indagini “ai confini della realtà” che impegnano i due investigatori dell’incubo: clonazioni extraterrestri, serial killer che scelgono le vittime via Internet, fantasmi dall’aldilà in cerca di vendetta, treni che scompaiono nel nulla, uomini che leggono il futuro, diavoli di provincia, scarafaggi che uccidono, rapimenti alieni, teenager con poteri telecinetici, possessioni diaboliche, mostri in fondo al lago, esperimenti segreti sui piloti della Seconda guerra mondiale...
Per gli amanti del gossip, nessun tipo di relazione sentimentale si instaura tra i due protagonisti più cool dei palinsesti: una caratteristica controcorrente che secondo molti critici ha decretato la fortuna del serial cult. La quarta stagione inizia proprio dove i due protagonisti non avevano mai cercato: dentro sé stessi. Qualcosa o qualcuno si nasconde negli anfratti dell’anima e dell’inconscio. Chi sono veramente Mulder e Scully? Sono davvero disposti a tutto, pur di portare alla luce segreti e intrighi inconfessabili? E se la verità più grande si nascondesse in un frammento del loro passato? Qualcosa o qualcuno sta tornando per minacciare la loro vita e quella dell’umanità tutta. Impossibile ucciderli: diventerebbero dei martiri. Improbabile eliminarli: qualcuno chiederebbe di loro e delle loro indagini. Sconsigliabile rimuoverli: darebbero tutto in pasto alla stampa. No, l’unica soluzione è ricattarli, metterli di fronte a una situazione dalla quale non possono scappare, un bivio decisivo, un muro invalicabile, una decisione radicale, più atroce della morte.
Puntando su quella complicità tra i due agenti che si è consolidata nelle serie precedenti, Chris Carter stravolge le (poche) certezze acquisite per scavare nell’anima dei due protagonisti: anche loro, inconsciamente o meno, hanno qualcosa da nascondere. “Tutto cambia, tranne il mare”, afferma nella puntata-pilota del quarto ciclo l’“Uomo che fuma”, uno che la sa lunga e da molti considerato l’alterego dello stesso creatore produttore del serial cult. Assassini alieni invisibili, villaggi di provincia dediti a omicidi di massa, fotografie che rivelano i segreti della personalità, vittime ritrovate prive di pigmentazione cutanea, pericolosi culti religiosi, cliniche che praticano test su esseri umani, organismi vermiformi che si annidano nel cervello: tra un complotto e un “muro di gomma”, i due indagatori dell’impossibile continuano le loro indagini dell’“altro mondo”, tra domande senza risposte e colpevoli senza volto.
Come in una stanza degli specchi, Mulder e Scully si ritrovano spalla contro spalla, a sparare nel vuoto senza un bersaglio preciso da colpire. Perché, forse, gli unici a sapere qualcosa sono proprio loro.
Forte del tris di Golden Globes (miglior serie televisiva, miglior attore e migliore attrice del piccolo schermo), la serie diventa, se possibile, ancora più avvincente: i temi della cospirazione e dell’intrigo vengono “contaminati” dal coinvolgimento, in prima persona, dei due protagonisti. “La paura di essere soli – ha affermato Carter – “è maggiore di qualsiasi altra, compresa quella per gli alieni o per il diavolo”.
Il quarto ciclo ha stabilito il record di ascolti in America: segno che i retroscena personali di Mulder e Scully interessano più di omini verdi, uomini lupo, sette sataniche e quant’altro superi i confini della realtà.
La quinta stagione si segnala per due eventi clou: il presunto suicidio di Mulder e la metastasi della terribile malattia che minaccia Scully; tra le chicche, una puntata girata interamente in bianco e nero dedicata al mito di Frankenstein.
La sesta annata è caratterizzata da una sorta di “ritorno alle origini”, con l’escursione su temi paranormali di dominio pubblico come “il Triangolo delle Bermude” e la famigerata “Area 51”, oltre a casi più di provincia come quelli che coinvolgono un uomo in grado di cambiare la meteorologia o le onde elettromagnetiche che possono condizionare la mente; il sesto ciclo vede altresì emergere le figure dell’agente Jeffrey Spender (Chris Owens), che in seguito si rivelerà essere il figlio dell’“uomo che fuma” e di Cassandra Spender (Veronica Cartwright), osservatrice dell’ONU.
La settima stagione si apre con la rivelazione shock sulla probabile natura aliena di Mulder, per poi affiancare alla coppia protagonista l’agente Diane Fowley (Mimi Rogers), ex fiamma di Fox che finisce per ingelosire Scully; per i fans del metalinguaggio risulta da videoteca la puntata in cui la “strana coppia” chiede aiuto a Frank Black (Lance Henriksen) di Millennium. Tra le molte puntate da collezione se ne segnalano un paio scritte da William Gibson nonché quella che reca la firma di Stephen King.
Nell’ottavo ciclo si segnalano una dipartita e una novità sul campo: la prima riguarda l’agente Mulder, rapito dagli alieni che per lui erano divenuti una sorta di ossessione e che ora lo tengono in ostaggio quale cavia per esperimenti terribili; la seconda vede l’ingresso in scena dell’agente dell’FBI John Jay Doggett (Robert Patrick), posto dai vertici del Federal Bureau a controllare l’operato della “sopravvissuta” Scully. Proprio Dana, in attesa di un figlio da Mulder e unica depositaria in Terra degli “X-Files”, si troverà combattuta nella sua ricerca personale del collega di sempre e il nuovo rapporto con l’enigmatico Doggett. Quest’ultimo, in un affascinante scambio dei ruoli, interpreterà dapprima la parte del diffidente, di colui che non crede a casi di “ordinaria paranormalità” neanche se gli si parano di fronte; sarà Scully, erede della “fede” di Mulder in fenomeni al di fuori di ogni logica e di ogni spiegazione razionale, a cercare di “convertirlo” sulla retta via dell’X. A loro due si unisce l’agente Monica Reyes (Annabeth Gish), destinata a invaghirsi di Doggett.
Nella stagione conclusiva, tutte le vicende ruotano attorno alla figura dell’investigatrice che dopo molti travagli (di fede, di carriera, di cuore) si ritrova con un dubbio tremendo e una stupenda certezza: il primo è rappresentato dalla sparizione di Mulder, forse costretto a nascondersi o forse rapito, come si suppone dalle email che Scully riceve di tanto in tanto; la meravigliosa sicurezza è invece rappresentata dalla nascita del figlio William, verso il quale la nostra assume un atteggiamento protettivo temendo un rapimento alieno del tutto simile al suo.
Nell’ultima puntata dell’intera serie, Carter si inventa un processo a Mulder in cui sfilano alla sbarra tutti i protagonisti di nove cicli del “terzo tipo”, una summa di intrighi svelati e deposizioni shock (come quella che annuncia l’invasione aliena il 22 dicembre 2012) che non impedirà ai due detective dell’impossibile di fuggire e, pochi istanti prima del the end conclusivo, di abbracciarsi teneramente sul letto.
Nel 1998 si è tentata la strada del grande schermo, ma il film tratto dal fantacult ha ricevuto solo una tiepida accoglienza.
Tra le guest-stars si notano Felicity Huffman, Amanda Pays, John Savage, Giovanni Ribisi, Lucy Liu, Jerry Springer, Edward Asner, Tea Leoni (futura moglie di Duchovny), Minnie Driver, Lucy Lawless, Samaire Armstrong e Burt Reynolds.
Numerosi i riconoscimenti in patria al telefilm: “Usa Today” ha descritto l’immaginario del telefilm come “an exhilarating and terrifying place to be”; il prestigioso settimanale “Entertainment Weekly” ha definito il programma come “a cult favorite”; in totale la serie si è aggiudicata 16 Emmy Awards, 5 Golden Globes, 5 Saturn Awards, 2 Viewers for Quality Television Awards, 4 ASCAP Awards, 2 Art Directors Guild, 2 Golden Satellite Awards, 3 International Monitor Awards, un Golden Reel Award, 2 Screen Actors Guild Awards, un Tv Guide Award e un People’s Choice Award; un inaspettato boom che ha scomodato sociologi e settimanali d’opinione, i quali hanno etichettato il fenomeno con i termini di “X-Fileosophy” e di “New X-Generation”; libri, riviste, videocassette, siti Internet, dischi, fans club, radio, feste, convegni, dibattiti universitari, gadgets, premi, maratone cinematografiche di 24 ore: la “X-Filesmania” nata attorno al fantacult è cresciuta di pari passo con il successo del programma più multimediale della storia.
In Italia la serie ha registrato un vero e proprio tripudio nel sondaggio lanciato nel 2004 dall’Accademia dei Telefilm in occasione dei 50 anni della televisione italiana: il telefilm ha vinto i titoli di “miglior serie tv di tutti i tempi” e di “miglior serial fantascientifico di sempre” (battendo in entrambi sul fil di lana Star Trek), mentre Mulder e Scully sono stati eletti “coppia più cult” e il loro bacio è risultata per il popolo dei telespettatori “la scena da non perdere”.
A riprova dell’ottimo riscontro di pubblico e critica c’è da registrare anche un insolito invito: quello dell’FBI che invitava protagonisti e produttori a visitare il quartier generale del Pentagono a Washington. Ma la verità sarà davvero lì dentro?
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