X-Files, Chris Carter e la perfezione assoluta del finale di stagione

X-Files, Chris Carter e la perfezione assoluta

“My Struggle IV” è la perfezione assoluta, il culmine di una storia che Chris Carter ci ha tenuto nascosta per anni e che finalmente è riuscito a portare sullo schermo.

In questo finale di stagione Chris Carter ci racconta la storia di William, un personaggio che a discapito della sua assenza è diventato fondamentale per il proseguimento della serie. Per anni, molti di noi avevano sperato, si erano fatti un’idea ben precisa di chi fosse diventato questo William e del momento in cui l’avremo rivisto. “Ghouli” aveva già cambiato le carte in tavola, ci aveva già fatto capire che la nostra storia non era per niente quella di Chris Carter e in questo episodio il creatore di X-Files non ha fatto altro che ribadire il concetto.

William è un ragazzo solo, spaventato da un futuro che riesce a vedere e che non comprende, con dei poteri soprannaturali che solo ora sta imparando a controllare e che, paradossalmente, mettono in pericolo la sua stessa esistenza. Ha vissuto tutta la sua vita da diverso ed emarginato. In fuga da mesi, fa sempre più fatica a nascondersi dagli uomini che vogliono catturarlo per sfruttarlo e controllare il futuro, primo tra tutti l’Uomo che Fuma. E qui arriva la prima grande rivelazione dell’episodio: nel monologo iniziale William si riferisce a lui come a suo padre. Il teaser ancora non è terminato e siamo già a bocca spalancata.

Ma stiamo guardando X-Files, e X-Files non è una serie tv normale. Abbiamo raggiunto il termine di questa stagione e non abbiamo visto un episodio che fosse anche lontanamente uguale ad un altro (dieci episodi con dieci tagline tutte differenti – non era MAI successo) e questa non è una cosa che accade in una serie tv normale.

Chris Carter ha plasmato le storie racchiuse nei quattro capitoli di “My Struggle” riprendendo la Mitologia raccontata nella serie classica. Ha giocato con aspetti di quella storia volutamente lasciati inspiegati nel corso delle prime nove stagioni. Ci ha lasciato immaginare, per molto tempo, cosa fosse accaduto nei momenti che non avevamo visto e adesso che ne ha avuto l’opportunità, ci ha raccontato la sua storia e lo ha fatto nel suo stile unico e geniale: ci ha spiazzato completamente ribaltando quasi tutte le teorie che noi fan avevamo costruito nel corso di tutti questi anni in cui X-Files era stato assente dai nostri schermi.
Impossibile sapere se tutto ciò fosse già nella sua mente quando, ad esempio, venne girato “En Ami” nell’ormai lontano anno 2000. Non credo che ce lo dirà mai.

Mulder e Scully hanno considerato quel ragazzo loro figlio fin dalla sua nascita, e di conseguenza, noi lo abbiamo creduto con loro. Nonostante tutti i dubbi di Scully sull’origine della gravidanza nella nona stagione, entrambi avevano riconosciuto quel bambino come il frutto della loro relazione. La scioccante rivelazione di “My Struggle III” viene quindi confermata: in qualche modo, l’Uomo che Fuma ha messo le mani sul concepimento di William.
Ma Scully e William sono legati in modo stretto, quasi simbiotico, da quelle visioni sul futuro che condividono. È quindi lecito chiedersi quando Scully sia venuta esattamente a conoscenza di questi dubbi legati alla reale paternità del ragazzo. È davvero Skinner a rivelargliela durante quella folle corsa in auto o lei ne era già consapevole in quel momento? Per tutta la durata dell’episodio la vediamo condividere con William i suoi pensieri e le sue visioni anche sull’immediato futuro. Possibile davvero che ancora non sapesse? Perché a giudicare dalla sua reazione, sembra che Scully abbia avuto molto più tempo per metabolizzare la rivelazione.

La notizia è ancora più straziante se messa in relazione con i sentimenti di Mulder. Qui infatti ritroviamo la tenacia e la testardaggine di quel fratello che per tutta la sua vita ha cercato la sorella perduta, solo che questa volta abbiamo a che fare con un padre che vuole trovare suo figlio. Nel corso della stagione precedente avevamo intuito che Mulder nutrisse forti sentimenti per William, anche se non li aveva mai dati a vedere. Fino a questo momento Mulder aveva sempre espresso il suo dolore attraverso il silenzio, portando in secondo piano le proprie emozioni per fare da sostegno a Scully e ai sensi di colpa di quest'ultima.
Abbiamo sempre vissuto la storia di William attraverso le parole e i pensieri di Scully, ma questa volta la viviamo attraverso Mulder: Mulder che parte alla ricerca di William senza fare domande a Scully sul perché non vada insieme a lui, Mulder che abbraccia William dopo averlo trovato, Mulder che capisce di non poterlo proteggere ma vuole comunque farlo, Mulder disperato per aver perso loro figlio (forse) per sempre.
La rabbia e il dolore di questo padre mai stato spingono Mulder a fare quello che non aveva mai fatto prima: sparare all’Uomo che Fuma – suo padre – e gettarlo in acqua con tutta la forza che in quel momento ha in corpo.

X-Files - Mulder e William in My Struggle IV

È la straordinaria interpretazione di David Duchovny che rende questo episodio emozionante e lascia senza fiato fino all’ultimo istante. Questo Mulder inedito, che piange apertamente suo figlio e quella paternità che aveva definito la sua vita negli ultimi vent’anni, ci mostra il dolore di un genitore che non vuole rassegnarsi alla perdita più grande e rappresenta l’ennesimo viaggio nel cuore e nell’anima di questi personaggi che amiamo da tantissimo tempo.

X-Files non aveva mai raccontato in modo così aperto i sentimenti di Mulder e Scully, ma in queste due ultime stagioni è la loro relazione ad essere diventata il punto principale attorno a cui ruota tutto il resto. I personaggi sono cambiati, sono maturati, e la loro visione del mondo, così come accade per le persone reali, è cambiata con l’avanzare dell’età e l’accumularsi delle esperienze fatte. Mulder e Scully sono segnati dai loro dolori e dai sensi di colpa, ma finalmente sono pronti ad accettare quella verità che avevano spesso messo da parte.

“Il motto della serie era 'La verità è là fuori' e per molti anni sono stato dell’idea che, suona un po' banale, la verità più grande dell'universo sia l'amore, è questa sorta di verità non fisica. È il legame che ha unito Mulder e Scully. Visto che la loro collaborazione era basata su questa ricerca per la verità, non hanno mai consumato quel legame. È come se quella battaglia avesse impedito loro di stare insieme” diceva Frank Spotnitz parlando del finale della nona stagione.

Il crescendo di “My Struggle IV” ci ha riportati esattamente a questo punto. Mulder e Scully sono di nuovo insieme. Scully decide di lasciare andare William perché è stato lui stesso a chiederglielo, perché sa che non potrà mai proteggerlo, perché sa che è ancora vivo e perché sa che se non sarà lei a farlo, Mulder continuerà a cercarlo e a consumarsi in questa ricerca così come ha fatto per sua sorella.

Forse davvero Mulder e Scully non sono neanche i genitori naturali di William, ma io credo che nonostante le ultime affermazioni di Scully, nessuno dei due lascerà mai veramente andare questo figlio che è stato nei loro pensieri per quasi vent’anni.
Scully sa però che adesso, in un certo senso, sono obbligati a voltare pagina. Il loro futuro, quello che entrambi vogliono affrontare insieme all’altro, deve necessariamente ripartire da qui, dalla seconda, forse ancora più scioccante, rivelazione di questa storia a causa della quale mi sono ritrovata a gridare contro la televisione così come mi accadde di fare guardando “Requiem”.

Se il finale di X-Files, della serie intera, fosse questo, sarei davvero pronta a lasciare andare Mulder e Scully.
Per quello che mi riguarda, questo è il modo di Chris Carter per dire “e vissero felici e contenti” e non avrei potuto sperare di meglio. Per me, rappresenta appunto la perfezione assoluta.

Le domande irrisolte sono tantissime, così come lo erano al termine di “The Truth”.
Dobbiamo sempre tenere ben presente che non esiste episodio, specialmente se si tratta di un finale di stagione, che fornisca risposte esaurienti agli interrogativi rimasti irrisolti. Perché X-Files cambia negli anni, si adatta alla realtà del momento, ma mantiene sempre ben salda la sua vera identità.

Al termine di “My Struggle IV” non sappiamo, ad esempio, chi sia realmente morto e chi sia sopravvissuto. Skinner si è salvato dall’impatto? Monica Reyes, dopo aver dimostrato di essere lì solo per proteggere i suoi vecchi amici, è davvero morta? E l’Uomo che Fuma, quello che è sopravvissuto al lancio di un missile… possibile che siano bastati dei proiettili nel torace per farlo fuori?
Cosa accadrà a William adesso? L’Uomo che Fuma si è reso conto di aver sparato a lui e non a Mulder? E la fantomatica apocalisse virale?
E come se non bastasse… se mai X-Files dovesse non finire qui, avremo a che fare con un altro bambino.
Solo un pazzo poteva riportare nella trama principale un elemento che in passato aveva già creato svariati problemi narrativi. Ma solo un pazzo poteva creare e plasmare una serie tv simile che, lo ripeto, non è una serie tv normale e per questo farà sempre discutere, perché farci discutere è nella natura di X-Files e delle storie che Chris Carter ha scelto di raccontarci.

Se due anni fa, al termine della decima stagione, fare previsioni per il futuro era difficile, questa volta è impossibile per chiunque.

La sensazione che provo di fronte a questo finale è un misto di stupore e gratitudine. Stupore, perché Chris Carter riesce sempre a stupirmi in tutto e per tutto. Gratitudine, perché sono grata di aver avuto lui, la sua serie tv, Mulder e Scully, nella mia vita.

Non sarei affatto sorpresa se, in un futuro ancora tutto da stabilire, questo fantastico autore e genio televisivo riuscisse nel suo ennesimo prodigio e tornasse con quelle nuove storie che sostiene di aver ancora da raccontare.

Sono stati due anni incredibili, iniziati idealmente con l’anteprima di “My Struggle” a Courmayeur, un’avventura che non dimenticherò mai, e continuati raccogliendo la sfida di commentare i nuovi episodi ogni settimana. Il timore più grande era quello di non trovare spunti di riflessione e di non aver nulla da dire. Sono partita con un unico post dedicato ai primi due episodi della decima stagione e termino oggi, dopo aver scritto due post, a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, la cui prima bozza occupava ciascuna tre pagine piene di Word. In tutto questo tempo la mia passione per X-Files è cresciuta ancora. Ho visto Mulder e Scully con occhi nuovi ed oggi credo di amarli ancora di più forse proprio grazie a queste ultime due stagioni.

Prima di chiudere questa serie di commenti, voglio ringraziare tutti voi che ci avete seguito su queste pagine e sui nostri canali social. Una menzione particolare va al mio personale gruppo d’ascolto che ha sopportato tutti i miei “Avete visto l’1121 sulla colonna mentre Mulder corre all’impazzata?!?!?” durati mesi. X-Files senza di voi non sarebbe più lo stesso.

Grazie a tutti. Ci rileggeremo molto presto su queste pagine perché le riflessioni, le analisi e i commenti su queste ultime due stagioni sono ben lontane dal terminare qui.

X-Files sarà per sempre.

Il finale di My Struggle IV
 

 



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