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Le premesse affinché questo episodio fosse memorabile c’erano tutte, a partire dal titolo originale incomprensibile in quanto codificato in base 64.

Il punto di partenza, che forse è servito da ispirazione per la creazione di questo episodio, è la storia vera dell’intelligenza artificiale creata da Microsoft qualche anno fa, sbarcata su Twitter sotto il nome di Tay con l’intento di apprendere il più possibile dalle conversazioni online. Dopo solo 24 ore dall’apertura del canale, Microsoft fu costretta a sospendere l’esperimento: Tay aveva iniziato a scrivere messaggi razzisti, omofobi e pieni di violenza.

Kristen Cloke e Shannon Hamblin, autrici dell’episodio, danno vita ad un esperimento unico nella storia della serie: non solo Mulder e Scully sono gli unici personaggi a popolare il racconto (cosa che avevamo già visto fare a Chris Carter in “How the Ghosts Stole Christmas”) ma i loro dialoghi sono qui ridotti al minimo.

Togliere la parola agli unici personaggi di un prodotto televisivo significa basare la riuscita della storia sugli attori, sul loro talento e bravura, sulla loro intesa, sulla loro esperienza e conoscenza dei personaggi. Il rapporto tra Mulder e Scully è sempre stato basato sul non detto, su quanto i due si dicessero attraverso gesti diventati molto più importanti di qualsiasi scambio di parole (uno sguardo, un abbraccio, un bacio sulla fronte, una stretta di mano). La sfida di togliere a Mulder e Scully anche quelle poche parole mentre si trovano a dover fronteggiare la rivolta della tecnologia permette a Glen Morgan di confezionare un episodio che è già un cult dopo i primi cinque minuti di non dialogo.

Questa stagione ci sta raccontando di due Mulder e Scully più umani nelle loro debolezze e nel reciproco bisogno di starsi accanto, un percorso attraverso il quale scopriamo più di loro e li vediamo sotto una luce nuova.

La trappola in cui i due cadono in questo episodio è quella della tecnologia e del suo sovra utilizzo. La maggior parte di noi ci è cascato almeno una volta: utilizziamo smartphone e dispositivi che spesso ci semplificano la vita, ma i vantaggi che traiamo dal loro utilizzo mascherano quello che stiamo perdendo in termini di privacy e libertà personale. Tutte le nostre attività (anche quelle più intime a quanto pare) vengono tracciate, memorizzate, catalogate, rivendute e riutilizzate per continuare a tenerci sempre più legati alle nuove tecnologie.

Compriamo una cosa online, perché costa meno, perché ce la consegnano a casa il giorno dopo, perché è più comodo, ed improvvisamente tutti i siti web che visitiamo si popolano di pubblicità riguardo quel prodotto. Ma non solo. In questo modo viene sempre più a mancare il contatto umano con gli altri. Non siamo usciti di casa, non abbiamo salutato il vicino uscendo, non abbiamo sentito il calore del sole o l’aria frizzante sul viso, non abbiamo interagito col negoziante per chiedere un consiglio sull’acquisto.

È possibile che tutta questa fantastica tecnologia ci stia sempre più isolando gli uni dagli altri? Probabilmente sì, ed il silenzio che pervade tutto questo episodio ne è un esempio perfetto.

Mulder e Scully qui sembrano spesso fuori personaggio. Li vediamo uscire a cena (finalmente Scully ha avuto il suo appuntamento!) e andare in un locale totalmente automatizzato dove sono gli unici esseri umani. Li vediamo giocare coi loro smartphone come se fossero due adolescenti qualsiasi.
Sappiamo che i nostri Mulder e Scully non si comporterebbero mai così e che non sarebbero mai entrati in un posto simile.
Vediamo Scully salire su un taxi senza autista. Sappiamo che la nostra Scully non ci salirebbe mai (voi ci salireste??) e che molto probabilmente Mulder l’accompagnerebbe a casa.
La casa “smart” di Scully sembra quasi asettica e stride col ricordo delle sue abitazioni precedenti che richiamavano sempre il concetto di calore e famiglia. Sembra quasi che nessuno abiti in quella casa e che Scully, nonostante tutte le comodità, preferisca passare il suo tempo altrove (ad esempio in quella casa che ancora trasuda umanità e che ha visto i due crescere come coppia).

Forse questo è quello che succede a tutti noi. La tecnologia futuristica che già ci circonda sta cambiando i nostri comportamenti e neanche ce ne accorgiamo.

Il silenzio che pervade questo episodio è funzionale al racconto e viene contrapposto al rumore della scena finale per farci capire cosa sia davvero importante. È proprio in questa scena infatti che ritroviamo i due Mulder e Scully che conosciamo.
I due si trovano infatti in una classica chiassosa tavola calda, piena di umanità varia, che assomiglia molto ad uno dei tanti posti in cui immaginiamo si siano fermati centinaia di volte, nel corso degli anni, quando si trovavano in giro ad indagare su un caso. È in questa situazione che ritrovano la loro umanità, abbandonando lo smartphone che li stava ancora dividendo e scegliendo di guardarsi negli occhi e tenersi per mano.

Mulder e Scully nella scena finale di Rm9sbg93zxjz

La storia di questo episodio è sì una critica verso le nuove tecnologie, ma contiene soprattutto un’attenta analisi del comportamento umano. Così come è accaduto per Tay, che dagli umani con cui ha interagito ha imparato il peggio, se è vero che siamo dei cattivi maestri per queste macchine futuristiche è ancora più vero che prima di tutto siamo dei pessimi esempi per noi stessi.

Gli esperimenti su queste intelligenze artificiali sono un campanello di allarme. Prima di insegnare loro qualsiasi cosa, dovremmo diventare tutti noi persone migliori da cui prendere esempio l’uno dall’altra.

E come sempre, X-Files si dimostra una serie tv totalmente immersa nel mondo attuale e capace di volgere lo sguardo sui lati più oscuri dell’essere umano.
 

 



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