Gillian Anderson: "Scully ed io"

Gillian Anderson e Scully

Gillian Anderson ha scritto per l’edizione inglese di Vogue un articolo dal titolo più che significativo: "Scully ed io".

Nell’articolo l’attrice racconta la sua avventura nella serie, il suo incontro con questo personaggio e la sua evoluzione, partendo proprio dagli anni ’90 per arrivare fino ai giorni nostri, durante le riprese della decima stagione di X-Files. Un viaggio nel tempo in cui non si manca di citare i fan, Chris Carter, e il suo rapporto "magico" con David Duchovny.

Di seguito trovate alcuni passaggi dell’articolo tradotti. La versione originale è invece disponibile nel nostro archivio stampa a questo indirizzo.
 
All’inizio, i capelli di Scully erano il mio colore naturale. Era il 1993 ed avevo 24 anni. Dopo aver girato l’episodio pilota, X-Files venne selezionato per diventare una serie tv. Il nostro produttore esecutivo Chris Carter mi disse: "Diventerà rossa". Ed è così che Scully è diventata una rossa.

Scully mi è piaciuta fin dall’inizio. È una persona molto seria, un patologo, famosa per essere scettica ed è molto stimata. È un genio. Beh, sia lei che il suo partner Mulder lo sono poiché conoscono tutte le risposte a qualsiasi domanda di carattere scientifico, storico, geografico o antropologico che viene loro posta.

In qualità di attrice, ci sono stati molti altri ruoli dopo quello di Scully, ho pensato che sarebbe stato facile tornare ad interpretarla, ma in modo totalmente inaspettato, mi ci è voluto un po’ per ritrovarla.

Dire che le persone erano ossessionate dalla serie sarebbe stato riduttivo, e lo sarebbe ancora. Quando è iniziato non c’era niente di simile in televisione. La fotografia, i valori produttivi, il fatto che ci fosse una donna intelligente quanto l’uomo e al suo stesso livello.

E poi c’è quell’innegabile alchimia tra loro due, tra noi due, David ed io, che è stata presente fin dal nostro primo incontro. Non puoi fingere una cosa del genere. È una cosa più grande di noi due, ed è lì al servizio della serie e per i suoi fan.

David ed io siamo entrambi profondamente coscienti di quanto siamo stati fortunati. Siamo fortunati ad aver interpretato questi due personaggi che hanno avuto un grande impatto sulla televisione, che hanno definito un genere, trovato affetto in tante persone - e che sono durati per così tanti anni.
 

 



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