"Beyond the Sea" incontra Frank Spotnitz

Una delle frasi più famose di Scully, che è quasi diventata un motto per tutti i fan di X-Files, è “Quello che può essere immaginato può anche essere raggiunto” (che guarda caso è tratta da un episodio scritto proprio da Frank Spotnitz).

Di immaginazione, qui su BTS, ne abbiamo sempre avuta in abbondanza, ma MAI saremmo potuti arrivare ad immaginare che un giorno avremmo avuto la possibilità di sedere ai tavolini del bar dell’Auditorium Parco della Musica di Roma insieme a Frank Spotnitz e parlare con lui di X-Files a ruota libera. Invece è accaduto.

L’entusiasmo di Frank per questo incontro, la sua curiosità e la disponibilità totale dimostrata verso di noi  (“Puoi chiedermi quello che vuoi” mi ha detto) ha spiazzato tutti quanti, me per prima che ero partita da casa con una valanga di domande pronte da fare a lui.

Il risultato è stato un incontro del tutto informale tra alcuni fan di X-Files ed un autore che forse lì in mezzo era il più fan di tutti. A prescindere dal contenuto della nostra chiacchierata, la cosa che più ha colpito tutti noi è l’entusiamo e l’affetto con cui Frank parla ancora di questa serie, che evidentemente porta ancora nel cuore, unite alla forza e alla convinzione con cui parla di XF3.
Ed è proprio mentre lui parlava di questo film che tra noi regnava un silenzio quasi irreale... perché una cosa è leggere un messaggio nel suo blog in cui scrive “Don’t give up”, ma sentirglielo dire a voce mentre è seduto di fianco a voi e vi parla guardandovi negli occhi è una cosa ben diversa. In quel momento XF3 sembrava davvero molto più vicino. E chissà che non lo sia... siamo certi che Frank non ci abbia detto tutto a riguardo (e di certo non ce lo aspettavamo) ma l’impressione generale che tutti noi abbiamo avuto è che ci fosse tanto ottimismo nell’aria.

“Deve essere il miglior X-Files che abbiamo mai fatto” così ci ha detto.

A poco più di un mese da quel giorno, la sensazione che ancora domina i ricordi di questa esperienza è sicuramente quella dell’incredulità per quanto accaduto. Non smetterò mai di ringraziare Frank, neo cittadino italiano, per aver reso possibile tutto questo, quindi ancora una volta “Grazie, Frank”!

Potete leggere di seguito la traduzione della nostra chiacchierata con Frank, ad opera di Carlotta Casoni e della sottoscritta, oppure potete scaricarla in formato PDF a questo indirizzo.
Ricordo inoltre che per vedere foto e video dell'evento potete consultare il nostro speciale sul Roma Fiction Fest.
 
"Beyond the Sea" incontra Frank Spotnitz

Frank Spotnitz: Prima che iniziamo, ho io qualcosa da dirvi. Sono molto eccitato riguardo a questa cosa, non ci crederete. Da questo giovedì sono cittadino italiano.
Beyond The Sea: Davvero???
FS: Non sto scherzando. Mia moglie ha richiesto la sua cittadinanza italiana due anni fa, lei è italo-americana. I miei figli hanno passaporto italiano e io ne ho fatto richiesta due anni fa e adesso è arrivato. Quindi, adesso sono italiano... ma non parlo la lingua!
BTS: Beh, devi impararla!
FS: Quello è il mio obiettivo. La prossima volta che ci vediamo...
BTS: Ti possiamo aiutare noi!
FS:  Posso prenderti in parola per questo!
BTS: Va bene.
FS: ... ma la prossima volta che ci vediamo, parlerò in italiano. Questo è il mio obiettivo.  Forse alla premiere di XF3 parlerò in italiano! Spero di sì.
BTS: Ok... quindi... possiamo iniziare... perché avrei qualche domanda da farti.
FS: Ok.
BTS: ... sì, tipo vent’anni di domande...
FS: (ridendo) Quanto tempo abbiamo??

(A questo punto Frank vede per la prima volta il foglio con le domande che ci eravamo preparati - una pagina formato A4 scritta da cima a fondo su entrambi i lati) 

FS: (ridendo) Oh mio Dio!!!
BTS:  Qui sono scritte in italiano, mi spiace, non puoi sbirciare.
FS: Ok, perfetto.
BTS: Iniziamo con qualcosa di serio oppure no?
FS:  Puoi chiedermi tutto quello che vuoi.
BTS: Come mai hai scelto “Milagro” e “Memento Mori” da vedere oggi?
FS: Ho chiesto ai fan su Twitter.
BTS: Sì, io penso di averti richiesto “Fight the Future”.
FS: Sì, avevo pensato anche io a quello, ma mi avevano chiesto di scegliere due episodi della serie. Penso che questi due abbiano avuto più richieste. Avevo pensato anche a “Memento Mori” e “Leonard Betts” perché sono vicini nella serie, uno è un monster of the week mentre l’altro apre l’arco di storia del cancro, ma poi ho pensato – e ne parleremo oggi pomeriggio – uno è un episodio mitologico e uno no, il secondo riguarda davvero lo scrivere per la serie, per me è l’episodio più personale.
BTS: A proposito di “Milagro”, tu sai vero che nessuno di noi fan vede Padgett a letto con Scully in quella scena, vero?
FS: Non l’avete visto?
BTS: No, assolutamente. Per noi quello è Mulder!
FS: Ah! Non lo sapevo! (ride) Buono a sapersi!
BTS: Beh, sì, non pensavamo che fosse Padgett, speravamo che fosse qualcun altro.
FS: Ne parleremo questo pomeriggio allora.
BTS: Magari all’inizio, c’è stata qualche possibilità che non fosse Padgett, ci avevi pensato... o no?
FS: Sapete cosa... lo lascerò a voi, potete interpretarlo come volete.
BTS: No, credimi, è meglio di no.

(ride)

BTS: Ok, allora, ti farò solo una domanda su XF3. Non ti chiederò a che punto siamo con le trattative o cose del genere, ma mi piacerebbe sapere se ad oggi c’è già qualche elemento che tu sai che vuoi assolutamente inserire nella storia di questo film.
FS: Certo.
BTS: Non voglio sapere che cos’è, ma se vuoi dircelo lo stesso...
FS: (ride) No, non voglio dirlo. Chris ed io ne abbiamo parlato per anni, anni ed anni... abbiamo un’idea molto precisa. Non sarà una cosa del tipo “Oddio, adesso cosa facciamo?” no, sappiamo cosa vogliamo fare.
BTS: E ci piacerà molto, me lo sento.
FS: Farà meglio a piacervi!
BTS: Lo so.
FS: Nessuna pressione, ma deve essere il miglior X-Files che abbiamo mai fatto.
BTS: Wow!
FS: Non c’è ragione di farlo a meno che non sia la cosa migliore che abbiamo mai fatto.
BTS: È già il migliore di tutti!
FS: Ed è meglio che lo sia!
BTS: No, quello che voglio dire è che la serie e i due film sono già la cosa migliore che io abbia mai visto...
FS: Grazie.
BTS: ... per più di un motivo, ma ci meritiamo questa chiusura.
FS: È giusto. Questo è quello che continuiamo a dire, non è vero?
BTS: Sì.
FS: Da cinque anni... sì.
BTS: Don’t give up!
FS: Don’t give up.
BTS: Insomma, chi dobbiamo picchiare per avere questo film?
FS: Sì, lo so... vorrei che fosse così semplice. È complicato. Non si tratta solo delle politiche dello studio, si tratta del business cinematografico che è davvero... complicato, sì.
BTS: Beh, sai che ho chiesto personalmente al Roma Fiction Fest di averti qui oggi?
FS: Davvero?
BTS: Sì.
FS: Beh, grazie! Quindi tu mi hai portato qui!
BTS: Sì, quindi puoi darmi l’indirizzo mail della Fox, posso scrivere anche a loro.
FS: Va bene!

BTS: Come mai non eri a San Diego per il Comic Con?
FS: Avevo prenotato le vacanze con la famiglia mesi prima. Non potevo assolutamente andare, purtroppo.
BTS: Noi siamo stati in piedi fino alle quattro del mattino, più o meno, per seguire questo evento.
FS: Siete riusciti a guardarlo?
BTS: No, seguivamo gli aggiornamenti su Twitter e Facebook.
FS: Tutti hanno detto che è stato fantastico.
BTS: È stato “enorme”. Però tu hai partecipato alla WonderCon durante la promozione di IWTB quindi conosci quella sensazione, com’è stare di fronte a 3-400 mila persone che sono lì per la tua serie?
FS: Beh... è una cosa che riguarda davvero la serie, io ho fatto solo una piccola parte, è bello esserne parte, ma si tratta davvero della serie. La serie è più grande di ognuno di noi. La WonderCon riguardava davvero David e Gillian, e Chris, e io mi sentivo come...  è stato come se fossimo i Beatles e io mi sentivo come Ringo. (ride) È grandioso essere Ringo, ma...
BTS: Mi ricordo quando fu mostrato il primo trailer del film proprio alla WonderCon. È stato pazzesco.
FS: Sì. C’è stata parecchia eccitazione. Puoi immaginare cosa accadrà per XF3?
BTS: Sì, e tu riesci ad immaginare cosa vuol dire vedere tutto questo ed essere dall’altra parte del mondo come noi?
FS: Beh, sì... però penso che l’eccitazione per XF3 sarà ancora più grande di quella. Questo è il film che la gente vuole, che sta aspettando di vedere.
BTS: Sappi che siamo pronti a venire in California per la premiere di questo film.
FS: Perfetto. Se tutto va bene, accadrà presto.

BTS: Correggimi se sbaglio, ma questa è la prima volta che vieni in Italia per “X-Files”, vero?
FS: Sì.
BTS: Cosa ne pensi di noi, del pubblico italiano?
FS: (ride) Beh, guardatevi... Siete favolosi!!!
BTS: Voglio dire, siamo un pubblico che non conosci, cosa ti aspetti da noi?
FS: Beh, mi sembra di conoscere già alcuni di voi. Sono anni che ci scriviamo via mail. Sembra davvero di incontrare qualcuno con cui hai già una relazione, solo a distanza. Non sembra affatto strano.
BTS: Ok, a parte noi che ti scriviamo sempre.
FS: (ride) Beh, l’ho fatto diverse volte adesso che abito a Londra, ho incontrato fan che arrivavano da diversi paesi come la Germania e la Spagna...
BTS: Ti abbiamo mancato al London Film & Comic Con l’anno scorso...
FS: Sì. Tutti i fan hanno più cose in comune tra loro di quanto si pensi, e non dico questo per fare dei complimenti, ma sono tutti molto brillanti, carini e rispettosi. Mi sento come un rappresentante della serie, non si tratta di me, apprezzo tutta questa eccitazione per me, ma sono qui per il mio collegamento con la serie. È grandioso, una sensazione fantastica, vent’anni dopo c’è ancora tutta questa passione e per la gente è ancora importante.

BTS: Che effetto fa scrivere qualcosa e poi vederlo realizzato in tv?
FS: Ti fa lavorare davvero molto duramente perché sai che lo vedranno milioni di persone, è una cosa davvero importante, non è un test, sai che verrà girato e le persone lo guarderanno e quindi è meglio che quello che scrivi sia buono. In “X-Files”, che è stato anche il mio primo lavoro, Chris Carter ci spingeva molto a fare del nostro meglio. Si trattava davvero di lavorare il più duro possibile. Penso che questo sia il motivo per cui la serie è così buona. C’erano tante persone piene di talento, ma Chris le faceva davvero lavorare più duramente che potevano ed è per questo che la serie è di così alto livello, ne sono convinto. Tutti noi abbiamo fatto tesoro di quell’esperienza e ce la portiamo dietro tutt’ora. È un gran dono.

BTS: Le ultime due stagioni avevano una qualità delle storie eccezionale proprio perché non c'erano Mulder e Scully a sostenere la serie e quindi, in un certo senso, le storie dovevano essere dei personaggi veri e propri.
FS: Sì, è stato molto duro, una vera sfida.
BTS: Ho apprezzato molto le ultime due stagioni, ma non “Jump the shark”... o “William”. Ci avete fatto piangere come dei bambini...
FS: (ride) Lo so... lo so... l’unico mio rimpianto per quell’episodio è che vorrei che avessimo finito con uno sorriso. Non avrebbe dovuto finire in modo triste, anche se erano morti i Lone Gunmen. Loro avrebbero dovuto lasciarci con un sorriso perché era quello che facevano sempre.
BTS: Ma hanno salvato il mondo.
FS: Sì, alla fine hanno salvato il mondo.
BTS: L’unica cosa che non ho mai capito è perché non li avete uccisi in un episodio mitologico, ma in uno standalone.
FS: Lo so, ma stavamo tentando di accontentare due serie tv, “X-Files”  e “The Lone Gunmen”, quindi è stato tutto molto complicato. Quello e “Millennium” sono stati gli episodi più difficili, era davvero difficile capire come raccontare la storia.
BTS: Sai che nei nuovi fumetti i Lone Gunmen sono vivi?
FS: Sì, lo so! Può succedere qualsiasi cosa in “X-Files”! Come dice sempre Chris: “Nessuno è mai davvero morto in X-Files”. Insomma, è vero. Pensate all’Uomo che Fuma, quel tizio è fantastico! Lo abbiamo visto essere incenerito da un missile, abbiamo visto il teschio... è incredibile.
BTS: Quindi in XF3 chi rivedremo?
FS: Tutto è possibile. (ride)

BTS: Hai detto che “X-Files” è stato il tuo primo lavoro. Puoi raccontarci come sei entrato in contatto con Chris e come sei entrato nella serie?
FS: Questa è una storia davvero buffa, strana e divertente. Mi ero trasferito a Los Angeles per diventare uno sceneggiatore e frequentare l’American Film Institute. Prima di iniziare tutto questo, mi ero unito ad un gruppo di lettura e in quel gruppo c’era un tizio che lavorava per la Disney, il suo nome era Chris Carter. Era in questo gruppo. Ci vedevamo ogni due mesi circa. La cosa è andata avanti per circa due anni, poi abbiamo smesso e non ho più visto nessuno dei membri del gruppo. In seguito ho sentito che “X-Files” era in televisione e ho iniziato a guardarlo.
BTS: Eri un fan?
FS: Sì, ho iniziato a guardarlo perché conoscevo Chris e sapevo che era suo. Pensavo che fosse eccezionale e lo guardavo tutte le settimane. A quel punto avevo finito la scuola di cinema e alla fine della prima stagione un mio amico mi chiese: “Tu conosci quel Chris Carter, vero? Potresti chiamarlo per me per vedere se riesco a proporgli qualche idea per X-Files?”
La cosa mi metteva in imbarazzo perché non gli parlavo da tempo, avevo il suo numero, ma era comunque strano... comunque alla fine l’ho chiamato, gli ho spiegato la situazione e lui mi ha detto: “No, grazie. Ma se tu hai delle idee, voglio ascoltarle.” Non avevo mai pensato di scrivere per la tv, pensavo di scrivere per il cinema, non per serie tv. Ho pensato che non avevo niente da perdere, quindi sono andato da lui (non c’era solo lui quel giorno, ma anche altri produttori)  gli ho proposto tre idee e lui le ha rifiutate tutte, una per una. Me ne sono andato da lì in totale imbarazzo pensando che fosse stata una completa perdita di tempo. Qualche settimana dopo mi ha chiamato dicendo: “Non ho preso in considerazione le tue idee, ma c’era qualcosa di buono in ognuna di loro”, e si ricordava cosa c’era di buono in ogni idea che avevo proposto, “Sto per perdere due autori della serie quindi posso offrirti un lavoro, perché non vieni sul set?”
È stato del tutto inaspettato, non avevo mai pensato che mi sarei unito allo staff di “X-Files” e la verità è che non sapevo cosa stessi facendo. Davvero. Non avevo alcuna esperienza, non avevo idea... La prima settimana che ero lì mi hanno mandato in sala di montaggio. Ho lavorato su “Excelsis Dei”. Ho lavorato su quell’episodio, non avevo mai lavorato in televisione e stavo montando quell’episodio tentando di risolvere i problemi che si presentavano.
BTS: Una grande pressione...
FS: Davvero grande. Penso che fosse la seconda settimana quando Chris mi ha portato a pranzo con Howard Gordon e mi chiese: “Quali nuove idee hai?”.
Una cosa che mi venne in mente era: “E se la sorella di Mulder tornasse indietro dopo tutti questi anni? E se sembrasse davvero sua sorella nell’aspetto, come farebbe lui a sapere che... non lo è?”
A quel punto potevo vedere letteralmente le rotelle girare nella mente di Chris e ho pensato “Stavolta ce l’ho fatta, ho avuto un’idea che gli piace” e ovviamente quello è diventato l’episodio in due parti, David poi ebbe l’idea del cacciatore di taglie, “Colony” e “End Game”.

BTS: Chris è un tizio davvero duro con cui lavorare, vero?
FS: Sì. Molto competitivo, è una persona che pretende molto.
BTS: Però ha visto qualcosa in te, qualcosa in Gillian...
FS: Sì, è vero. Si fida del suo istinto.

BTS: Riguardo David e Gillian, penso che molto di Mulder e Scully fosse scritto nero su bianco, ma penso anche che loro abbiano portato ai personaggi qualcosa in più.
FS: Sì, sicuramente.
BTS: È stata solo fortuna... o qualcosa di studiato...
FS: Penso che David e Gillian fossero i migliori attori per quei ruoli. Tu speri che gli attori che scegli abbiano qualche tipo di connessione, di chimica, ma in realtà non lo sai, non puoi prevederlo. È venuto fuori che hanno una chimica straordinaria e man mano che la serie andava avanti la cosa è addirittura migliorata. Potete vedere le cose che sono in grado di fare, penso che in molti fossero sotto shock quando hanno girato “Humbug” perché si è scoperto che potevano essere anche divertenti. Hanno dei tempi comici incredibili. E chi lo sapeva?
Anche tutta la tensione sessuale irrisolta tra i due... è stato qualcosa che hanno portato loro, raramente era scritta, era solo qualcosa che  facevano loro.
BTS: È stata una loro idea...
FS: Penso che semplicemente avessero questa “elettricità” tra loro e ci giocavano in modo molto intelligente... molte decisioni che hanno preso come attori lo hanno fatto una settimana dopo l’altra... ed è incredibile se pensate a quanto duramente dovevano lavorare. Specialmente i primi anni della serie erano quasi sempre insieme nelle scene, in seguito poi abbiamo iniziato a dividerli di più per dar loro più tempo libero, perché era sempre più duro anno dopo anno. Ma se pensiamo ai primi anni a Vancouver, arrivavano al trucco lunedì mattina intorno alle 6 poi lavoravano fino alle 18 o alle 20 di sera e poi finivano tipo alle 3 o 4 del mattino di sabato e poi iniziavano di nuovo. Recitavano in quelle condizioni. È incredibile.

BTS: Avete cambiato il vostro modo di scrivere a causa della presenza di questa loro intesa?
FS: Oh sì, totalmente, e questa era un’altra cosa che Chris sapeva fare e che noi abbiamo imparato a fare stando con lui. Reagisci a ciò che vedi, “Vedi cosa fanno?” e questo ti può dare idee su cosa scrivere come conseguenza di ciò che fanno gli attori.  Non è accaduto solo con David e Gillian, ma anche con tutti gli altri personaggi della serie, basti pensare ai Lone Gunmen, Skinner, l’Uomo che Fuma o Krycek. Non erano pianificati, ma sono stati così bravi che sono diventati parte della serie e abbiamo continuato a farli tornare in scena perché erano incredibilmente bravi. L’Uomo che Fuma, chi sapeva che fosse in grado di recitare? Chi immaginava che dandogli un dialogo fosse effettivamente in grado di trasmetterlo al pubblico finché Glen e Jim non hanno scritto le scene per lui? Lo stesso discorso vale per Skinner. Quindi noi abbiamo agito di conseguenza guardandoli sullo schermo, scrivendo di più per loro.

BTS: Riguardo ad alcune scene tagliate che abbiamo visto in questi anni, c’è ancora qualcosa che dobbiamo vedere? Recentemente hai parlato del bacio di “Post-Modern Prometheus” di cui nessuno sospettava l’esistenza.
FS: Credo che sfortunatamente lo studio abbia distrutto tutti i giornalieri della serie, che non se ne sia salvato nemmeno uno.
BTS: Questo mi sta spezzando il cuore.
FS: Non ne sono sicuro, e non so se nessuno ne abbia mai parlato, ma fu sottratto molto materiale dalla sala di montaggio di “X-Files”. Ci sono state persone che hanno rubato molte scene per rivenderle, quindi l’unico modo per rivederle è sperare che qualcuno di questi ladri le abbia ancora, ma non so, non le ho viste girare.
BTS: Quindi... quali baci non abbiamo ancora visto?
FS: “Post- Modern Prometheus”... “Millennium”, ma quello lo avete visto...
BTS: Ce n’è un altro?
FS: Nel film lo avete visto...
BTS: Perché ci sono molte scene in cui sembra che stiano per....
FS: Oh, “Memento Mori”!
BTS: Sì, quello è nei dvd... però ci sono sempre state molte voci riguardo ad un bacio in “Requiem.” Nella scena del corridoio...
FS: (pensa qualche attimo prima di rispondere) Può essere, non me lo ricordo, quindi può essere...
BTS: Non puoi dire “può essere”...
FS: (ride) Non lo so... no, sono quasi certo che non sia successo perché i furti di cui parlavo prima sono successi all’inizio della serie e una volta scoperti poi hanno smesso.
BTS: C’erano voci insistenti riguardo a quella scena, non so perché...
FS: Non saprei, mi dispiace.

BTS: Parliamo dei jokes, per esempio il “1013”, come è nata l’abitudine di inserirli negli episodi? Si è trattato di uno caso?
FS: No, no. Chris ha usato molto l’1121, il compleanno di sua moglie. Crede molto in queste cose, è superstizioso.
BTS: Mi pare di ricordare che ci fosse anche il nome di un tuo insegnante...
FS: Sì, Dimsdales... Arthur Dales! John Shiban ed io abbiamo avuto lo stesso insegnante. Era un comunista negli anni ’50.
BTS: Sì, mi ricordo che lo hai raccontato.
FS: Era ancora un comunista quando ci faceva lezione, era un uomo adorabile. In ogni caso fu messo su una lista nera, per cui doveva scrivere con uno pseudonimo, che era Arthur Dales, quindi abbiamo usato questo nome in “Travelers” come omaggio nei suoi confronti, anche se era già deceduto. Abbiamo pensato che fosse particolarmente divertente perché come comunista era indagato dall’FBI, e lì invece interpretava un agente dell’FBI. Probabilmente lo avrebbe detestato, ma era il nostro omaggio a lui.
BTS: Forse il migliore di tutti i jokes rimane la X alla fine di IWTB in fondo al mare...
FS: Sì, non riesco a ricordare se sia stata un’idea di Chris o di Mat Beck, il responsabile degli effetti speciali visivi. Forse è stata sua l’idea di mettere la X sott’acqua.

BTS: Nei telefilm che vanno in onda oggi ci sono molti tributi a “X-Files”, in questo momento mi viene in mente “Castle”, in cui c’è Rob Bowman...
FS: Anche Bill Roe.
BTS: Sì, lo so... guardo “Castle” solo perché ci lavora Rob Bowman! In realtà tutti noi guardiamo un sacco di telefilm solo perché ci sono persone che hanno lavorato in “X-Files”. Comunque, come ti fa sentire questo?
FS: Oh, è un grande complimento! È fantastico, grandioso! Si sente spesso ad Hollywood quando gli autori fanno dei riferimenti a “X-Files”,  io non me ne prendo il merito perché è tutto merito di Chris che ha creato questo magnifico modello narrativo, il credente e la scettica. Quello che era veramente innovativo a riguardo è che Mulder, l’uomo, era il credente, mentre Scully, la donna, era la scettica, e questo invertiva lo stereotipo che ci si aspettava essere il contrario. Quella fu un’idea di narrazione talmente perfetta che le persone continuano... ne sono ispirate, e cercano di trovare nuovi modi per fare le stesse cose.
BTS: Ci provano...
FS: Sì, ma è molto, molto difficile. Guardando indietro ai vecchi film dell’orrore e a storie sovrannaturali si può notare come quella dinamica credente / scettico esistesse già prima, ma penso che in “X-Files” si veda in modo chiaro, come non era mai stato fatto prima.

BTS: No, non credo. Dunque... se tu potessi fare una domanda a noi?
FS: Perché siete... quanti anni avevate quando avete iniziato a guardare X-Files?

(Le risposte dei ragazzi presenti variano da 9, 19, 11 anni... etc)

BTS: Lei ha 19 anni, ha la stessa età di “X-Files”! Il primo episodio che ho visto io è stato “Duane Barry.”
FS:  L’hai visto in tv quando lo diedero per la prima volta? È un bell’episodio per cominciare.
BTS: Sì, decisamente. Mi ha preso subito.
FS: Da lì hai iniziato.
BTS: Sì, esatto.
FS: È per Mulder e Scully? È per loro che lo guardate? Cosa vi attira della serie?
BTS: Non saprei dire... davvero... gli altri dicono che sia la chimica, i personaggi, la storia. È per tutto questo messo insieme, credo.

BTS: Come sceglievate le storie? Vi mettevate tipo attorno ad un tavolo con molte storie e decidevate...
FS: In qualità di autori, da noi ci si aspettava che arrivassimo con delle idee per delle storie. Come ho già detto, io all’inizio non sapevo fare molto, ma col tempo Chris mi disse che avrei cominciato a lavorare sulle storie, quindi il mio lavoro diventò quello di lavorare con gli altri autori allo sviluppo delle storie, scena per scena, su quei biglietti che ha anche Padgett. Quando avevamo un’intera storia la portavamo a Chris. Lui ci dava i suoi appunti, i suoi pensieri e suggerimenti, così noi tornavamo indietro e apportavamo modifiche affinché quella diventasse la miglior versione possibile della storia. Verso le ultime due stagioni della serie, Chris ha cominciato a scrivere le sceneggiature, io ero in sala scrittura con John ad inventarci le storie, mentre Vince e Chris si dividevano il compito di scrivere la sceneggiatura finale. Quello diventò più o meno il processo per concludere il lavoro. Ma da dove arrivavano le idee credo sia sempre la domanda più difficile a cui rispondere...  credo che la pressione aiutasse a far arrivare le idee, non avevi scelta, dovevi farti venire un’idea per la storia... c’erano così tanti episodi, che scelta hai quando non puoi fermarti? Dovevamo avere una sceneggiatura nuova ogni otto giorni lavorativi, un’intera nuova sceneggiatura, è una pressione incredibile, ma posso dirvi che quando ero bloccato, pensavo a cosa mi spaventava da piccolo. Quello mi portava sempre verso qualcosa, svegliandomi alla mattina con il principio di un’idea. Cercavo di non guardare altri telefilm perché non volevo prendere in modo accidentale spunti da altri, ma guardavo cose come documentari. Ecco come succedeva il tutto.

BTS: C’era competizione tra voi autori?
FS: Certo! Credo che la competizione più grande fosse nella prima stagione, prima che arrivassi io, tra Chris, Morgan e Wong, Howard Gordon e Alex Gansa. Quelle tre “unità” si sentivano molto in competizione tra loro, cercando di superarsi l’un l’altro. Quando Morgan e Wong lasciarono, e anche Alex Gansa se ne andò, la situazione cambiò e divento più collaborativa tra Vince, John ed io (da questo è venuto fuori la cosa ci John Gillnitz) eravamo una squadra, non eravamo così competitivi l’uno verso l’altro, ci aiutavamo con le storie, ma credo che nella prima serie cercassero di fare l’uno meglio dell’altro.

BTS: Ci sono state delle storie che non sei riuscito a portare sullo schermo?
FS: C’è stata una storia su cui abbiamo lavorato, ma non siamo mai riusciti a farla funzionare fino in fondo. Riguardava una persona che era morta, c’erano diverse versioni della storia, ad esempio che fosse morta in Vietnam e cose così, ma in ogni caso questa persona era morta e poi era tornata indietro e quindi sapeva come era la vita dopo la morte. Quell’idea era davvero interessante per noi, ma non siamo mai riusciti a farla funzionare. Un’altra storia che avrei voluto vedere realizzata era una di Morgan e Wong. Loro hanno sempre creato da soli le loro storie, non venivano con noi nella stanza degli autori. Le loro storie erano sempre incredibili. Quando tornarono nella quarta stagione... vidi questo biglietto nel loro ufficio con la scritta “camera da letto di Lincoln” e ho sempre voluto sapere cosa fosse, ma se ne sono andati senza scriverne la storia! Ancora oggi vorrei sapere di cosa si trattava! Comunque credo che tutte le buone idee siano state usate. Abbiamo usato anche qualche idea non troppo brillante, ma non vi dirò quali!
BTS: Solo una?
FS: No, non posso. Nessuna con il mio nome sopra però, anche se ho lavorato a tutte assieme agli altri autori.

BTS: Sempre riguardo ai due episodi che vedremo più tardi, “Milagro” è stato diretto da Kim e “Memento Mori” da Rob Bowman. Era diverso, più difficile in qualche modo, scrivere per questi due registi?
FS: Abbiamo parlato prima di competizione e sappiamo che Rob e Kim erano molto in competizione l’uno con l’altro, cercando di migliorarsi a vicenda. Rob era quello giovane, Kim quello più vecchio. Era fantastico.  La prima volta che abbiamo dato a Kim un episodio della mitologia eravamo preoccupati, poteva farlo come Robert? O come David Nutter? Chiaramente poteva, ma posso guardare quegli episodi senza sapere chi dei due ha diretto quale e riconoscere il regista perché i loro stili sono molto diversi. Kim amava avvicinarsi molto e adorava fare questi movimenti elaborati con la macchina da presa, mentre Rob è più classico, dirige in modo elegante, ma mai in modo arbitrario, pensa sempre alla storia e a come la macchina da presa possa raccontarla. Credo di poter dire che, per entrambi, era una “macchina da presa emozionante”, che si trovava lì per un motivo, sentivano quello che dirigevano in un modo molto forte. Questo mi ha creato problemi con gli altri registi perché è così difficile trovare qualcuno a cui importi così tanto e che abbia la capacità di trasmettere la sua passione nello stesso modo in cui lo facevano loro due. Non ho incontrato spesso dei registi in grado di farlo.
BTS: Anche tu hai diretto due episodi.
FS: Sì, mi è piaciuto moltissimo, è stato fantastico! Non era nei piani, è davvero difficile trovare il tempo per farlo. Quando stava per andarsene, David Duchovny mi disse: “Se non lo fai prima che io me ne vada, lo rimpiangerai. Dovresti farlo.”
A quel punto eravamo quasi arrivati alla fine della stagione, ma lo feci. Fu molto meglio che scrivere, è molto più divertente! Se hai anche scritto, hai già diretto tutto nella tua testa. Vai sul set e tutti sono lì per rendere il tutto migliore, e non è solo l’immaginazione della cosa, bensì la sua realizzazione. Avrei diretto sempre se avessi potuto perché era molto divertente, ma era difficile perché il mio primo lavoro era comunque quello di essere un autore produttore.

BTS: A proposito di David, ma anche Gillian, entrambi hanno scritto alcuni dei momenti più romantici tra Mulder e Scully.
FS: Sì.
BTS: Si è trattato di un caso fortuito oppure sono stati indirizzati in qualche modo a scrivere quelle scene?
FS: Vuoi dire perché ci sono quelle scene negli episodi scritti e diretti da loro?
BTS: Sì, è una coincidenza strana, non trovi?
FS: Beh, non è una coincidenza. Probabilmente questo è accaduto perché loro hanno capito meglio di chiunque altro la forza di quella “chimica”.
BTS: Come nella scena del baseball...
FS: Sì, è proprio David quello...
BTS: O il teaser di “All Things”... siete stati malefici...
FS: Sì... lui sapeva l’importanza e l’intimità di quel gesto, lui è molto alto, lei così piccola, le mani di lui sono attorno a lei... credo che attori come David e Gillian siano molto intelligenti, capiscono così tante cose, che le dicano o meno, le sanno, e la scelta delle scene lo dimostra, per cui non mi sono sorpreso quando hanno scritto e diretto quelle scene, quel toccarsi... perché credo sapessero quanto potente... questo è il segreto di “X-Files” e non credo che nessuno lo abbia compreso all’inizio, il segreto è la forza della relazione tra quelle due persone. Ovviamente Chris Carter sapeva che era importante, ma non credo immaginasse fino a che punto, è stato come se si avverasse una magia tra quei due attori e quei due personaggi, e ha fatto sì che diventasse il fulcro della serie. Più di qualsiasi altra cosa riguarda quelle due persone...
BTS: ... e il loro viaggio.
FS: Esatto, e il loro percorso.

FS: Comunque, questo pomeriggio guarderò gli episodi con voi ed è la prima volta che lo faccio...
BTS: Lo sai che saranno in italiano, vero?
FS: (ride) Oh, non importa. Così lo imparerò! Credo sia la prima volta che li vedo da quando andarono in onda in tv. Per me è molto difficile riguardarli perché al contrario di voi, tutto ciò che vedo sono gli errori, penso a cosa avremmo potuto fare di diverso. Non mi diverte guardarli, è doloroso. Ho visto ognuno di quegli episodi probabilmente cinquanta volte mentre facevamo il montaggio e quando hai finito pensi solo che non lo vuoi più vedere, come il film, non l’ho più visto dal 2008.
BTS: Gillian ha detto più o meno la stessa cosa durante le interviste promozionali di IWTB “Non posso guardarmi recitare, vedo solo gli errori”.
FS: Sì, per me è lo stesso. Poi ti vengono in mente tutti i problemi, è molto difficile goderseli, è più facile guardare qualcosa fatto da altri.
BTS: Posso dirti che a noi piace tanto guardarli!
FS: Ne sono felice!

 

 



Condividi "Beyond the Sea" incontra Frank Spotnitz

Iscriviti alla nostra newsletter

per ricevere tutti gli aggiornamenti su X-Files e sul nostro sito.
Non ti intaseremo la casella di posta elettronica, promesso!
Sì, voglio iscrivermi!