Ogni anno, a luglio, puntualmente mi trovo davanti al computer a guardare video e foto della convention, sperando e desiderando di poter essere là, tra il pubblico della Hall H o della Ballroom 20 (sappiamo tutti che il meglio avviene là dentro). Mi ero quasi dimenticata di essermi registrata sul sito del Comic Con, quando tra le mie e-mail comparve il mittente “Comic-Con International” che voleva ricordarmi che i badges sarebbero stati messi in vendita di lì ad una settimana. Tempo due minuti e avevo già deciso: dovevo andare. Nel giro di una settimana mi trovai in possesso di un badge per l'intera durata della convention, compresa la preview night (fortuna del principiante? No. È stata una vera odissea!). Compro il biglietto aereo, prenoto l'hotel e a fine giugno penso di essere pronta per l'avventura, ma non è così! No, perché a fine giugno ancora non era uscito il programma! Avevo speso migliaia di euro e ancora non sapevo cosa avrei visto e chi avrei incontrato! Provavo ad immaginare chi avrebbe potuto esserci, chi speravo di vedere e facendo un po' di calcoli… diciamo che X-Files mi era passato per la testa (20 anni! Non si compiono tutti i giorni!).
Mancavano forse dieci giorni alla mia partenza quando iniziarono ad uscire le prime notizie ufficiali e i primi rumors sui partecipanti, chi aveva confermato, chi ancora non era sicuro. Quasi non ci credevo quando la notizia ufficiale arrivò: IL PANEL DI X-FILES SI FARÀ.
Non ricordo molto di quei momenti, non ricordo neanche chi mi abbia dato la notizia, so solo che per un paio di giorni non ho funzionato! Ero costantemente presa da un'euforia e da una voglia di sorridere incontrollabile che non mi hanno abbandonato per un bel po' di tempo!
15 Luglio: giorno della partenza
Sveglia all'alba. Arrivo in aeroporto alle 05.00. Ovviamente è troppo presto, quindi faccio colazione in un American Diner (tanto per stare in tema) lì dentro con un caffè americano. Indovinate che fine ha fatto quel “caffè”? Esattamente. Aprono il check-in e mentre aspetto il mio turno un impiegato della compagnia aerea inizia a farmi delle domande strane 'Qualcuno ha fatto il tuo bagaglio per te?', 'Hai perso di vista il tuo cellulare per più di una settimana?', 'Business or pleasure?', 'Trasporti droghe, alcol o armi?'... insomma domande per metterti a tuo agio! Comunque passo il test e finalmente tengo fra le mie mani il biglietto aereo. Dopo due voli, un film in francese (non riuscivo a cambiare la lingua), pasti osceni e circa 22 ore, di cui 15 passate con lo schienale dritto (perché non riuscivo a reclinarlo), finalmente arrivo a San Diego! Mi trasferisco in albergo dove mi aspettano le mie compagne di avventure e di lì a 10 minuti dormo come un angelo.
16 Luglio: cazzeggio per San Diego e dintorni
Dopo un viaggio così lungo e stancante vi immaginereste che dormissi almeno fino all'ora di pranzo, giusto? Beh, non è andata così. Alle 5 ero già sveglia e pronta per affrontare la giornata! Alle 7 faccio la mia prima colazione americana (senza il “caffè”): spremuta d'arancia e pancakes che più grandi non ho mai visto con burro e sciroppo d'acero. Se solo non fossi andata nel ristorante messicano più buono e premiato degli Stati Uniti, probabilmente sarei stata a posto per la giornata intera! Ma, ahimè, sono andata in quel ristorante nella Old Town di San Diego e seppure sono stata male l'intero pomeriggio, continuo a sostenere che ne sia valsa la pena! Segue un tour delle spiagge, con avvistamenti di foche, gabbiani e scoiattoli allegati e passeggiata nell'harbour di San Diego. Cena e poi dormita, l'ultima nottata tranquilla nel mio letto prima dell'inizio della follia.
17 Luglio: Preview Night
La mattina va più o meno come il giorno prima: sveglia all'alba, ma senza stop per i pancakes. Un frappuccino al volo e sono pronta per la passeggiata in città. Visitiamo i dintorni del Convention Center e per non tornare a casa senza nulla di interessante (per i genitori e i parenti) da raccontare, visitiamo un'ex-portaerei della seconda guerra mondiale. Non mi sarei detta interessata a navi, elicotteri e aerei, ma l'ho trovata molto interessante e bella da visitare.
Dopo la gita in barca e un bel pranzo, torniamo in albergo a preparare le borse per la notte che ci attende: sacco a pelo, cuscino, viveri, GameBoy e dolci ed era pronto.
Per caso ci capita di accendere la tv su FoxNews e che servizio stanno trasmettendo? Ovviamente uno sul Comic Con, con tanto di inviato sul posto che intervista gente in fila… ma in fila per cosa? Qualcuno dice Star Wars, altri per ritirare i badges e altri ancora per il panel di X-Files. Inizia il panico. Come può essere che alle 15 ci sia già fila? Per di più la convention non aveva ancora aperto le porte! Abbandono lo zaino e in dieci minuti sono davanti al convention center a chiedere io stessa per cosa sia la fila. Fortunatamente ancora nessuno era lì per X-Files, quindi con calma ritiro il mio badge ed entro per la prima volta nell'Exhibit Hall. Credo che descriverla sia impossibile. Non ho mai visto una sala tanto grande e con così tante persone all'interno. Marvel, Lego, Lucas Film, DC Comics, Fox, Play Station, Warner Bros, Mattel, Summit c'erano tutte e molte di più; fumetti, spade laser, cosplay: sembra di essere in un altro mondo! Potete capire che essendo per me la prima volta ad un evento simile, mi sia lasciata un po' trasportare dall'eccitazione e che quindi mi sia ritrovata alle 20.30 ancora là dentro ad esplorare! Ma erano le 20.30 e secondo le veterane da Comic Con una fila per un panel come quello di X-Files sarebbe già dovuta essere iniziata. Mi catapulto fuori e fortunatamente davanti a me c'erano solo una quarantina di persone! Mi siedo per terra e la mia attesa inizia. Piano piano la fila si allunga e dopo aver recuperato lo zaino e il cibo, mi metto comoda sotto le coperte e mi addormento. Non pensavo sarebbe stato così semplice, ma evidentemente la stanchezza accumulata era tanta! Le notti a San Diego sono freddine, ve l'assicuro!
18 Luglio: il giorno X
Lo staff del Comic Con ci sveglia intorno alle 6 per iniziare a farci entrare nell'edificio e molto ordinatamente seguiamo questo strano percorso all'interno della lobby per arrivare, dopo tanti giri e rigiri, all'esterno della Ballroom 20. Ormai l'emozione è veramente tanta, ero quasi là! Mi aggiudico un bellissimo posto in quarta fila con visuale perfetta sulla parte destra del tavolo, insomma... meglio di così non si può!
Inizia così la giornata dei panel! Prima di X-Files c'erano altri cinque panel e se dicessi di sapere di cosa si trattassero, mentirei. Ho però fatto qualche scoperta interessante in quelle ore che precedevano l'evento: “Intelligence”, nuova serie con il bel Sawyer di Lost e la Katherine dalla voce suadente di CSI, e “Psych”, ormai alla sua settima stagione. Se avete tempo dategli un'occhiata.
Ma adesso basta con la cronaca del mio viaggio e pubblicità occulte ad altre serie tv. È ora di passare al sodo: adesso inizia il panico vero.
Dopo una mattinata a fare foto di gente che neanche conoscevo, mi ritrovo a circa due ore dall'inizio del panel di X-Files senza più memoria nella fotocamera e batteria quasi esaurita sul cellulare. Ovviamente non avevo pensato di portarmi dietro una memory stick di riserva, ne tanto meno batterie di ricambio, perciò dopo aver chiamato e mandato messaggi ad una mia compagna di avventure che si aggirava per l'Exhibit Hall senza nessuno scopo in mente, riesco a farle abbastanza pena da convincerla a correre in città per cercarmi suddette batterie e memory stick! Mancava ormai mezz'ora all'inizio e non avevo sue notizie ormai da un'ora. Sudo freddo e inizio a cancellare foto su foto sperando di fare abbastanza spazio per X-Files, quando finalmente il messaggio arriva “Sono qui fuori”. I 40 dollari meglio spesi dell'intera vacanza.
Ormai è ora. Non vi farò la cronaca di tutto quello che è stato detto, sono sicura che ormai abbiate visto quei video miliardi di volte. No, mi limiterò a dire che l'emozione che ho provato quando hanno presentato ognuno di coloro che hanno realizzato e reso l'icona che è X-Files tutt’oggi, è stata indescrivibile. Ogni volta che veniva annunciato un nome avevo un tuffo al cuore. Ogni singola volta. Ma devo confessare che dopo l'arrivo di Chris, la loro entrata in scena con le torce è quello che mi ha dato il colpo di grazia! Ho avuto un gran mal di gola dopo quell'entrata, non credo di aver mai urlato tanto e tanto forte! Belli e fighi come non mai, con quei sorrisi e quegli sguardi complici. Vederli insieme è una delle cose più fantastiche a cui abbia mai assistito, la chimica c'è ancora anche dopo tutti questi anni. L'avete visto anche voi dai video, sembra non sia passato un giorno. Hanno dato tanto ai fan. E ce n'erano tanti, davvero tanti! Abbiamo riempito la Ballroom 20 e costruito una fila che andava dall'ingresso della sala fino al retro del convention center e oltre, e quei fan non erano solo gli 'originals' che hanno assistito alla prima messa in onda del Pilot, ma c'erano anche nuovi fan come me, che l'hanno scoperto molto dopo, perché troppo piccoli per vederlo o addirittura neanche nati ancora. E l'esperienza di vederci tutti insieme, nello stesso posto per questo evento, è stata spettacolare. Non ci sono tante serie che possono vantare un tale lascito, un tale seguito anche dopo la “fine”, e sono fiera di far parte di quel gruppo di persone che lo tiene vivo.
Dopo questo panel la mia avventura è ovviamente continuata e vi assicuro che è stata una grande esperienza, che mi ha lasciato tanta nostalgia e tanta voglia di tornare. Perciò, anche se probabilmente non festeggeranno il ventunesimo anniversario, penso proprio che tornerò a San Diego! Chissà, la prossima volta potrebbe esserci un panel dedicato a XF3!
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