Le fanfic di X-Files
Solo
Post All-ThingsPubblicata il: 25/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: R, una via di mezzo tra il PG-13 e NC-17
Genere: MRS/RSM
Sommario: Post All-Things
Note sulla fanfic: "Questo è il mio punto di vista su ciò che successe in AllThings( per dirlo meglio quello che mi piace credere che accadde). "
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Appartamento di Fox Mulder
Una pigra alba di Aprile, un qualche posto di Arlington...
Qui , qui intrecciata a lui ed ai suoi sogni, sentendo il suo respiro molto vicino al mio, respirando il profumo dei suoi baci, intrappolata tra le sue braccia e le lenzuola del suo letto...E...Cosa sto pensando? Che ho paura. Si, d'accordo, una paura irrazionale, ma è paura. Paura della mia vita, paura di non scegliere bene, paura di perdermi e non ritrovare più la strada.
Domani, Cos'è il domani? La mia paura per il giorno dopo, i miei sforzi per portare avanti la mia vita, un futuro davanti ai miei occhi, un nuovo giorno e una nuova speranza....
Ieri, che cosa è ieri? Un commiato dal passato, una rottura con le cose di prima, il saluto al coraggio, domenica, una vita passata e un giorno concluso....
Accoccolata tra le sue braccia nell'equatore della linea invisibile che separa un giorno dall'altro nella dose perfetta che limita e divide la vita in caselle di 24 ore.
Per me, invece il tempo si è alterato in questa notte magica nella quale ho incominciato a vivere; le ore sono sfumate nello spazio che separa il suo divano dal suo letto, i secondi si sono diluiti tra la mia maglietta e la sua pelle e sette anni si sono condensati in un bacio indescrivibile, indecifrabile, profondamente tenero, meravigliosamente istintivo...
Sentirlo qui così vicino, così lontano nei suoi sogni mi fa sentire speciale, fortunata. E' un segreto diviso tra noi, qualcosa che solo noi conosciamo, una notte e due anime che finalmente hanno trovato il nord. Se i muri di questa stanza potessero parlare...Se lo stesso Morfeo che insegue il mio sonno raccontasse ciò che ha visto...Se la luna, argentata e rotonda sussurrasse alle stelle il nostro segreto....
Ero addormentata, riposando sul divano e qualcosa nella parte più profonda del mio subcosciente mi ha fatto sussultare e ha fatto in modo che mi svegliassi. Una chiamata, "ora o mai più", un piccolo tocco, qualcosa d'impulsivo e strano che mi ha obbligato a fare un castello di carte con la mia vita, a prendere una strada, a non nascondermi e affrontare i miei veri sentimenti.
Mi sono seduta ed ho coperto il viso con le mani. Sapevo che avrei dovuto porre fine a questo, che non potevo continuare a nascondermi come una bimba. Per l'amor di Dio! E' stato il tuo compagno per sette anni. E' lui, Dana! Lo conosci benissimo, per di più non c'è bisogno di parole perchè possiate sapere quello che passa per le vostre teste, è una compenetrazione totale, una fiducia assoluta. Due persone totalmente unite ma con armature tutt'intorno che uccidono lentamente e non lasciano che i sentimenti respirino. Mentre navigavo per le mie connessioni neurali non mi sono accorta delle sua presenza. Lì, silenzioso, appoggiato alla cornice della porta della sua stanza, osservandomi, dissezionando la mia testa, leggendomi la mente, avvicinandosi lentamente...
-La pioggia d'aprile ti ha svegliato.eh? Sei fortunata, a me non mi ha nemmeno lasciato dormire- Ha detto con un sussurro dolce e soave.
-Mulder...-E lui si è avvicinato- non so che...-E si è accovacciato lasciando la sua bocca molto vicina alla mia-.
-Leggo la tua mente e tu leggi la mia. Entrambi sappiamo ciò che accadrà, quello che vogliamo che accada. Questa notte è nostra, perfino il cielo ci accompagna con la pioggia- Ed io ho percorso lo spazio che rimaneva tra noi con un sussurro. Finalmente ho sentito quello che avevo sempre sognato. E per un secondo i suoi occhi si sono inchiodati nei miei, scrutando nell'oscurità, cercando una risposta, anelando trovare la chiave dei miei secreti.
Un bacio reale e immaginario, astratto e concreto, dolce e salato, bianco e nero ci ha riempito, ha riempito l'aria sfumandosi con l'odore dei semi di girasole e aftershave del suo appartamento. I pesciolini dorati si sono dimenati inquieti disegnando con il loro istinto animale il momento...Il clima e la notte della capitale hanno cullato il nostro istante con gocce d'acqua e sillabe addormentate nel vento triste e appiccicoso che percorreva le strade.
Sentire questo è stato come sentire tutto, come se tutte le sensazioni prima delle sue labbra fossero state banali e vuote....
Ora dorme vicino a me e mi sento gelosa dei suoi sogni e mi piacerebbe essere anche dentro di essi. Ma, è stato tutto così precipitoso, sono venute fuori così poche parole dalle nostre bocche e tante dalle nostre anime, ci siamo detti così tante cose con sguardi liquidi e baci gassosi...tanti passi, tanti luoghi, tanti motels, tante telefonate disperate a metà di notti infinite, ancora più infinite senza di lui.... Tutto si è unito questa notte tra le sue lenzuola di seta e le sue labbra di amido dolce.
So che sta albeggiando e presto un sole spento coccolerà nei suoi raggi un'alba sonnolenta d'Aprile che farà si che sfumi la notte nella quale ho amato di più un uomo in tutta la mia vita.
E' difficile pensare, le idee si piegano formando ricci continui, girandosi a spirale, modellandosi in cerchi concentrici. Attribuisco questa mancanza di reazione al fatto di essere prigioniera delle sue braccia. Mi separo da lui, ho freddo, ho lasciato l'estate a trenta centimetri, si muove addormentato e afferra il piumone, abbracciandolo come faceva con me appena un minuto fa.
Cerco i miei vestiti, sono sparsi per terra, confusi con i suoi, poco a poco mi vesto senza fare rumore, in bagno cerco di aggiustarmi i capelli, prendo la giacca, guardo il suo viso, sembra un bambino che si è arreso al sonno.
Vado via, esco per strada, non so se ho fatto male, non so nemmeno quello che accadrà ora che è arrivato a conoscere quello che non ha mai conosciuto di me, il nostro unico silenzio, il nostro unico stupido limite, la nostra ultima battaglia...Attraverso i semafori per inerzia, guidata al mio appartamento da qualcosa quasi soprannaturale. Ricordando ad ogni passo le sue carezze furtive, con ogni sguardo al sole nascosto i suoi baci; rossi, di caramella, di fragola acida, di vodka dolce...
La paura che convive con l'aspettativa e con la speranza di mescolare tutte le mie albe con lui e tutti i tramonti della sua solitudine con me. Perchè mi rendo conto che io sono lui, che lui è la mia anima.
Conosco il mio compagno meglio di quanto conosco me stessa e invece ho paura di rivederlo. E ciò che è peggio, di dover giustificare la mia fuga.
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Ufficio di Mulder e Scully, Palazzo E. Hoover
Starà per arrivare, è ora, penso mentre guardo pensierosa la targa con il suo nome. Piano da mettere in atto: barriere anti-Mulder attivate( quello che resta, sempre che resti qualcosa), occhi fissi su un documento, fingere di leggere qualcosa d'interessante scritto con lettere invisibili, non alzare lo sguardo per niente al mondo e non perdere la calma, la calma e l'autocontrollo( le parole che definiscono la mia vita)
Si sente l'ascensore, le mie pulsazioni aumentano velocemente, cerco di mantenere il mio ruolo, ma istintivamente so che mi conosce così bene che non ho rifugio né schermo davanti ai suoi occhi verdi.
Entra, il suo odore m'invade e mi fa tornare a qualche ora prima e scene che riescono a farmi arrossire mi vengono in mente. Vestito grigio, camicia azzurra, cravatta di un grigio più scuro. Non alzo lo sguardo per guardarlo, ma disegno con la mia intuizione la sia espressione di sollievo al vedermi lì e il suo successivo sguardo di riconoscimento mattutino. Istintivamente so ciò che pensa e involontariamente mi preoccupo. Maledetta memoria fotografica!
Tutto il mio coraggio mi abbandona di colpo, e comincio a parlare, precipitosamente del nostro nuovo caso. Lui si sorprende, io leggo le sue congetture nell'aria. Mi guarda, mi guarda solamente e sono sicura che non ha sentito una sola parola di quello che ho detto. Se la sta godendo al vedermi imbarazzata, senza difese davanti a lui, ma in fondo so che ha paura della mia reazione, so che è offeso per essersi svegliato da solo. Anche così approfitta che sto di spalle per avvicinarsi tanto a me quanto basta per sussurrarmi all'orecchio:
-Non devi nasconderti da me, continuiamo a comunicare senza parole, non cercare di distrarmi, non evitare una domanda che è inevitabile da parte mia, voglio credere di sapere ciò che vuoi. Quello che desideri, ma sai che sono un cercatore di risposte e tu sei la mia verità più desiderata e il mio graal più sacro, che amo, di cui ho bisogno e che ha bisogno di me. Per questo mi ha spaventato non poterti abbracciare e gridare che non mi pento, che darei tutto per ieri notte.Non ho sopportato sentire come il dolore saliva per il mio sangue diretto al cuore al non poterti sussurrare un "ti amo" prima di sigillarlo sulle tue labbra. Sono addolorato. Dimmi se sei pentita, dimmi se lo cambieresti, dimmi se mi ami, dimmi perchè hai lasciato che mi svegliassi solo.-
Sono veramente sorpresa, impressionata, spaventata...Potrei utilizzare altri aggettivi. Un nervosismo stupido afferra i muscoli della mia lingua, i miei pensieri mi soffocano in un mare d'inquietudine prima di arrivare alla bocca. Che devo dirgli? Cosa voglio io veramente? Mi giro e resto così vicino a lui da sentire il suo alito sul mio. Come resistere a quest'inferno celeste? Controllo, controllo, controllo...
-Paura, paura, avevo paura che tutto cambiasse, che tutto si rovinasse...-sussurro mentre chiudo gli occhi.
-Io volevo solo sa...-cerca di rispondere lui finchè le mie dita gli chiudono la bocca mentre io continuo a cercare di spiegare.
-M'importa tanto perchè ti amo e non voglio che le cose vadano male- concludo
Il suo sguardo successivo è un poema scritto nell'aria dell'ufficio del seminterrato, troppe parole per due pupille, troppi sentimenti per poter essere descritti, troppo"Mulder" nei miei sensi, nel mio cervello, nel mio cuore per essere espresso su un pezzo di carta.
-Mulder, non puoi immaginare quanto ti amo-dico senza distogliere lo sguardo da lui.
-Sai che ho molta immaginazione. - Sorrido.
-Voglio che tu sappia che non mi pento, è stato un passo in totale coscienza, ora mi rendo conto che mi sarebbe piaciuto vedere il tuo viso quando ti sei svegliato, ma un panico stupido del "dopo"mi ha vinta e quando me ne sono resa conto ero a due isolati dal tuo appartamento...- Il suo sguardo si fa più intenso e ancora più dolce.
-Non sai come mi sono sentito deluso, terrore, ho sentito terrore a non poterti attirare vicino a me e a sentire il resto del letto vuoto. Per un istante ho pensato che tutto era stato un sogno- E abbassa le sue pupille.
-Tutte le cose mi hanno portato a te, ogni momento e ogni decisione della mia vita hanno fatto in modo che i miei baci siano oggi per noi due, che tu mi completi, voglio che tu stia con me perchè ho bisogno di te, perchè ti amo.
-Una vita con te è poco per me!-esclama prima di baciarmi.
Così ho conosciuto la mia strada, il mio destino, il centro di tutta la mia vita, di tutti i miei passi, di tutte le cose... Ho scoperto che un passo falso suppone un cambiamento nella tua vita, ho scoperte che il mio destino stava di fronte a me da sette anni.