Le fanfic di X-Files
Verbum
Chi è stato prima? L'uomo o il verbo?Pubblicata il: 24/09/2009
Tradotta da: Angelita
Rating: PG, da leggere con i genitori
Genere: UST, MRS/RSM, VIGNETTE
Sommario: Chi è stato prima? L'uomo o il verbo?
Note sulla fanfic: Dedicato ai creatori delle parole della 1013 e a tutti quelli che continuano il loro stimolante esempio nei confini della rete. E' sorprendente come funziona questo gioco di rapporti incrociati, come le ff si nutrano della televisione e come a volte la televisione finisce per assimilarle. Penso a Padgett e a Nascimento quando lo dico. Penso anche alle persone come Leyla Harrison. Che bell'omaggio di eternità. Penso anche che forse le parole perpetuino il nostro spirito più in là della nostra stessa fiamma. Amen.
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Altre note: Verbum. "Parola " in latino. Anche "Dio o figlio"
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Le parole del libro lo perseguitano e gli girano nella testa come foglie agitate dal vento.
"Dare briglie sciolte alla sua passione. La scena aveva attraversato la sua mente con frequenza. Abbandonarsi nelle braccia di uno sconosciuto. Liberare il suo cuore dai lacci auto-imposti dalla freddezza e l'efficienza. Quanti slanci proibiti. Quanti desideri sublimati. Lo sconosciuto ravvivava le fiamme della passione come se le sue parole fossero la chiave per entrare nei posti più bui del suo subcosciente, dove nemmeno lei osava entrare. Amarlo. Desiderarlo. Dargli il suo corpo senza inibizioni. Fare arrendere la sua solitudine come una sconfitta e riempire il letto di gemiti dimenticati nella notte dei tempi. Che tentatrice, dolce visione. L'agente Dana Scully a stento poteva trattenersi d'arrossire davanti alla portata dei suoi pensieri".
- Il parco diventa oscuro. La bruma cade a quest'ora come un manto biancastro. La maggior parte degli appassionati di jogging ritornano verso i loro appartamenti. Mulder continua a correre. Normalmente, si accontenta di tre o quattro chilometri. Questa notte ne ha fatto cinque e non sente ancora la stanchezza.
- Gli bruciano i polmoni. Ed è sudato. Forse incomincia a sentire il peso delle vescichette ai piedi. Ma la sua mente continua ad essere troppo sveglia. Un turbine d'idee sconnesse e immagini fugaci che non riesce a fermare.
- Gli succede spesso. Alla Crimini Violenti si guadagnò una fama ben meritata di spettrale. Il capo dell'Area Rasch aveva una frase per lui. "Ti pompa troppa adrenalina, Mulder, e ti sale direttamente alla testa"
- Troppa adrenalina. Probabilmente aveva ragione. Probabilmente la sua mente lavora più in fretta del resto. Per questo è così bravo in quel che fa. Per questo gli costa tanto dormire la notte.
- Può pensare solo ad una cosa. Non doveva leggere il libro. Avrebbe dovuto lasciarlo quando aveva incominciato a vedere di cosa trattava. Ma non aveva seguito il suo istinto. Cattivo presagio. Si era auto-convinto che lo leggeva perché era una prova e continuò, ed aveva continuato fino a finirlo. Mentre corre gli viene in mente di pensare che in fin dei conti la lettura del libro l'aveva aiutata ad arrestare Philip Padgett. Chiaro che, pensa anche che alla fine Padgett è morto e in realtà non si è risolto niente.
- Si obbliga a non lasciarsi trascinare dalla colpa. Correre lo deve aiutare a razionalizzare la situazione. Da un punto di vista positivo, la cosa buona era che non moriva più gente. Da un punto di vista negativo, la cosa brutta era che le immagini del maledetto libro non l'avevano abbandonato dopo tre giorni che il caso era finito con la morte di Padgett, l'incenerimento del libro ed uno degli spaventi più grandi della sua vita: la vista di Scully mezzo dissanguata sul pavimento del suo appartamento.
- Aveva pensato che correre l'avrebbe aiutato a dimenticarlo. A volte, la stanchezza fisica finisce per provocare la stanchezza mentale. Correre per non pensare. Per non riavvolgere nella sua mente le parole di Padgett e l'immagine di quello che sembrava il cadavere immerso nel sangue di Scully.
"Avrebbe desiderato poter resistere, ma non poteva continuare a negare i suoi istinti. L'avevano portata fino a casa sua e sapeva che l'avrebbero portata anche nel suo letto. Il primo bacio ebbe un sapore oscuro e sentì che tutti i suoi peccati le ardevano in petto come fiammate di passione. Toccami, desiderami, prendimi in modo selvaggio, sconosciuto e liberami dalle mie colpe, pensò. Con quanto ardore, lo pensò"
- Il libro non era nemmeno buono, cazzo. Ma la sua schifosa memoria fotografica era riuscita a trattenere i paragrafi peggiori. Gli era bastata una sola lettura per registrare a fuoco lento la peggiore di tutte le immagini, quella di Dana Scully desiderosa, sottomessa, ardente nelle braccia di un altro uomo.
- Un altro uomo Mulder? Quello che era.
- E tra le parole appiccicose e gli argomenti da quattro soldi di Padgett, combinati con l'immagine incancellabile di Scully incosciente e dissanguata, a Mulder stava costando sforzi conciliare il sonno.
- Fottuto, maledetto libro di merda, cazzo.
- Sei chilometri e niente.
- Cerca di pensare ad un'altra cosa. Il caso che gli ha assegnato Skinner. Alla prossima partita dei Knicks. Scully nuda nel letto di Padgett.
- Così non andiamo da nessuna parte, Mulder.
- Continua a correre mentre ancora gli resta fiato. Quando inizia a piovere chiama un taxi per tornare a casa.
"Lo sconosciuto le sbottonò i vestiti con una cura reverenziale. Il suo sguardo era velenoso, pungente, aggressivo. L'agente Scully voleva baciarlo e lo fece. Baciò il corpo di lui nudo come se l'avesse posseduta l'istinto più primitivo di tutti, come se sapesse che quel corpo le avrebbe dato la passione che nessuno le dava".
- E la domanda da un milione di dollari continua a non avere risposta nella mente disordinata di Mulder. E' tutto questo Scully? E' questo che desideri? Lo ha letto Padgett in te o lo ha inventato per te? Che cosa deve spaventarmi di più? Che cosa ti aspetti da me? Mi consumeranno le tue fiamme se ravvivo il tuo fuoco? Lascerai che io entri nel tuo cuore? O aspetti un altro perché legga i tuoi segreti?
- Il tassista lo tira fuori dai suoi pensieri.
"Dove la porto?"
- Mulder è il primo che resta sorpreso per la sua risposta "Maryland"
- Dove altrimenti.
- Tutte le strade portano sempre allo stesso posto.
****
- Scully ha finito di cenare e sta raccogliendo i piatti. E' un rituale quasi automatico. Le piace la routine, le evita di pensare a quello che sta facendo. In questi giorni non le piace pensare. La sua mente la porta sempre in posti che non vuole visitare.
- La porta a pensare ad uno scrittore misterioso. La porta a domandarsi che cosa è potuto succedere. La porta a chiedersi come è possibile che avesse visto un uomo che le strappava il cuore per poi svegliarsi terrorizzata ma senza nessuna ferita visibile. Coperta di sangue ma sana.
- Pensare a ciò che è successo, non l'aiuta. Così che non ci pensa.
- E cerca ciecamente di non domandarselo. Non vuole sapere se Padgett la conosceva o credeva di conoscerla. Se semplicemente svegliò la sua curiosità, o se svegliò anche il suo desiderio. Non ci vuole pensare.
- Lei conduce una buona vita. La vita che desidera, quella che ha scelto. E' efficiente. E' intelligente. E' rispettata. Le è costato fatica arrivare lì. Ha fatto sacrifici? Chiaro. Ma non è la donna disperata, solitaria, vulnerabile che credeva Padgett. Lui la giudicò male.
- Vero?
- Il colpo alla porta la spaventa. Ma si riprende quando guarda per lo spioncino.
- Mulder.
- E chi altri?
- Non lo invita nemmeno ad entrare. Apre la porta e lui passa. Come se fosse nel suo appartamento.
- E' sudato. Immerso nel suo sudore, odora di strada, di notte di corpo. Odora di Mulder più intensamente del solito.
- Gli domanda se vuole caffè, te, qualcosa. Neanche s'interessa dei motivi che lo portano al suo appartamento a mezzanotte. Nemmeno Mulder si prende il fastidio di spiegarsi.
"Non sarai venuto correndo?"
"In taxi"
Aspettano che l'acqua bolla seduti in cucina.
"Ho i risultati del sangue che hanno trovato sulla mia camicia quando mi…. assalirono"
Quando qualcuno che Scully credette di riconoscere come Ken Nascimento, un uomo morto da due anni, cercò di strapparle il cuore per scappare senza lasciare traccia.
"Le prove del DNA sono conclusive. Il sangue è di Philip Padgett"
Mulder si sorprende tanto quanto lei a saperlo ma non dice niente. E' Scully quella che domanda.
"Che cosa vuol dire?" ma subito si pente d'aver parlato. "Dimenticalo"
"Si sacrificò per te Scully. Non domandarmi cosa significa e inoltre, non chiedermi la mia opinione rispetto a Philip Padgett perché non so se credere se era un assassino o una vittima delle sue stesse fantasie, ma si sacrificò per te" Incenerendo il suo romanzo, aveva bruciato il suo cuore e la sua creatura assassina. Era l'unica spiegazione possibile. Impossibile, ma possibile.
Mentre ritira la teiera dal fuoco, Scully parla con voce serena che sembra sempre sul punto di rompersi. "Redenzione nelle fiamme purificatrici dell'ardente cuore di Gesù"
Mulder è cosciente del simbolismo religioso del caso, ma immagina che per lei ha più significati di quelli che lui può comprendere. Si domanda che significato aveva per Padgett
"Quella donna del romanzo non sono io, Mulder"
Non lo guarda negli occhi quando lo dice ma sembra sicura delle sue parole. "Non credo che mi conoscesse bene come pensava"
Ed a lui piacerebbe crederlo, dio come gli piacerebbe crederlo. Come desidera credere che Padgett la giudicò male. Che se cercasse… passione, sarebbe tra le sue braccia, e non tra quelle di uno sconosciuto. Come gli piacerebbe credere che nei suoi ultimi momenti Padgett aveva intravisto qualcosa di vero.
Le sue parole lo perseguitavano "Ho giudicato male il suo interesse per me. L'agente Scully non può innamorarsi di me perché è già innamorata"
L'aveva giudicata male anche allora? Mulder sa che dovrà continuare a vivere con il dubbio. Come con tanti altri dubbi.
"Non credo che fosse uno scrittore così buono, Scully"
Si guardano per un lungo momento. Per la prima volta da giorni. E gli occhi di Mulder si trasformano in un sorriso.
"Alla fin fine io nemmeno ci sono nel romanzo"
Anche lei sorride. "Quell'uomo aveva diritto di prendersi certe licenze, Mulder"
- Il tè ha un sapore dolce e amaro allo stesso tempo. Come un riconoscimento furtivo che si fa strada con battiti dolenti.
- Lo assaporano mentre la notte s'inoltra nel silenzio.
- Protetti nella solitudine dell'appartamento, i loro cuori battono palpitanti. All'unisono.