Chris Carter ha cambiato la storia della TV, ha battuto ogni record d’ascolto e ha guadagnato l’affetto indelebile di milioni di telespettatori in tutto il mondo...
Californiano, appassionato di surf, appena laureato in giornalismo. E - assicura chi lo conobbe all’epoca - bello come il sole.
Era la fine degli anni Ottanta e un giovane Chris Carter, classe 1956, aveva il mondo ai suoi piedi. Fresco di matrimonio con la sceneggiatrice Dori Pierson, che è ancora sua moglie, doveva solo scegliere come passare alla storia.
Lo fece nel 1992, proponendo alla Twentieth Century Fox Television una nuova serie TV, ispirata dalla sua nota passione giovanile di telespettatore per Kolchak: The Night Stalker e per “la” serie: Ai confini della realtà.
Complice il grandissimo successo de Il silenzio degli innocenti, proprio in quell’anno, Carter ebbe l’idea di ambientare la serie fra le fila dell’FBI, cosa che fra l’altro offriva ai suoi personaggi i mezzi necessari per girare l’America alla ricerca di casi inconsueti.
I protagonisti erano due. Un uomo e una donna. Due metà del personaggio perfetto. Ma, nonostante la fiducia del network americano Fox, X-Files sembrava condannato in partenza: nel decennio precedente, la fantascienza in TV non aveva avuto molto seguito (con l’eccezione di Star Trek, naturalmente).
E la serie di Chris Carter non era nemmeno fantascienza “pura”: sfidava ogni precedente classificazione di genere, rischiando di confondere il pubblico. Aggiungiamo una programmazione infelice (la serata del venerdì, giorno in cui il pubblico di riferimento della serie era fuori casa a divertirsi) e abbiamo tutti gli elementi che avrebbero dovuto far fallire Carter e la sua nuova creazione. Invece, come sappiamo, le cose andarono diversamente…
X-files assorbì completamente Chris Carter, impegnandolo per nove stagioni (e un ritorno che ben conosciamo, a distanza di anni), i film, lo spin-off (The Lone Gunmen, incentrato sui personaggi dei Guerrieri Solitari, purtroppo prodotto per una sola stagione)…
Il nome di Chris Carter, dunque, resta e resterà per sempre associato a X-Files, la serie che ha cambiato la storia della TV riscrivendone le regole.
Ma anche Millennium, con le sue tre splendide e visionarie stagioni, che rappresentava un tuffo nella parte più dark di quel soprannaturale esplorato in X-Files, resta nel cuore dei suoi fan. Millennium è una serie visivamente molto ricca, suggestiva, ottimamente interpretata (da Lance Henriksen, protagonista nei panni di Frank Black, e dal grande Terry O'Quinn) e difficile da dimenticare.
Non si può dire lo stesso dell’altra creazione televisiva di Carter, Harsh Realm: nonostante l’ottimo potenziale, anche questa - come The Lone Gunmen, che venne creata due anni dopo - vide la luce per una sola stagione.
Forse il pubblico non era pronto per la realtà virtuale. Forse la serie era troppo difficile da comprendere. Forse i generi mescolati erano ancora troppi. Fatto sta che, nonostante le potenzialità, Harsh Realm non venne capita.
Poco male: al papà di X-Files restava il suo capolavoro, il progetto della sua vita, la serie che è tornata in TV dopo quindici anni mantenendo intatto il suo fascino e l’affetto del pubblico (come dimostrano i record d’ascolti).
E ora? Ora aspettiamo. Perché ci sono ottime probabilità che a maggio, mese degli upfronts per il network americano Fox, venga annunciato il ritorno di X-Files con nuovi episodi.
Sia David Duchovny che Gillian Anderson si sono pubblicamente resi disponibili per continuare a lavorarci. Tutto sta nel riuscire a incastrare i loro numerosi impegni.
Ma io sono sicura che, se c’è qualcuno che può riuscirci, quello è Chris Carter… Una delle "beautiful minds" della TV.
L'uomo che ha indicato la strada ai molti dei suoi colleghi più brillanti (a cominciare da Joss Whedon), dimostrando che le regole dei generi si possono infrangere. Che si può dar vita a qualcosa di inedito, originale e nuovo pur affondando le proprie radici nella tradizione, nella leggenda popolare, nella letteratura...
E nella passione. Quella che guida, da sempre, il lavoro di Chris Carter.