Mulder e Scully incontrano Duane Barry, un uomo che sostiene di essere stato rapito dagli alieni in più di un'occasione e che finirà per prendersela con Scully.
La tradizione letteraria, cinematografica e televisiva sui rapimenti alieni è molto vasta. X-Files, che ne rappresenta una sorta di enciclopedia, sceglie di metterli in scena nella versione più sfruttata: bagliori di luce, coni luminosi che scendono dal cielo, interferenze con gli apparecchi elettrici, frammenti di ricordi di esperimenti scientifici da parte delle vittime, esseri umanoidi con grandi occhi neri e viso di forma allungata.
Nella mitologia della serie di X-Files, Duane Barry è il personaggio-simbolo dei rapimenti alieni. Ancor più di Samantha, la sorella di Mulder. E ancor più degli stessi Mulder e Scully. Perché è Duane il primo a raccontare di rapimenti in serie: l'uomo afferma di essere stato prelevato contro la sua volontà in parecchie occasioni e di essere costantemente nel mirino degli alieni, che lo rintracciano ovunque si nasconda.
Nel corso di questo quinto episodio della seconda stagione, il primo diretto da Chris Carter, scopriamo che Barry è un ex agente dell'FBI, gravemente ferito in servizio negli anni Ottanta e da allora ritenuto inaffidabile e mentalmente instabile. Come da tradizione, X-Files ci offre una spiegazione razionale a quelle che potrebbero essere le farneticazioni di un pazzo, ma Mulder non la pensa affatto così. Vuole scoprire se il racconto di Barry è veritiero al punto di offrirsi come volontario per prendere il posto di uno degli ostaggi (questo il titolo italiano dell'episodio) catturati da Barry.
Ma toccherà a Scully analizzare le misteriose incisioni su un pezzo di metallo estratto dal cranio di Barry, e "toccare con mano" la veridicità del suo racconto. Alla fine di questo episodio, infatti, Duane Barry aggredisce Scully e si prepara a renderla protagonista di uno degli eventi più importanti di tutta la serie...