La celebre Scully di X-Files, al Roma Fiction Fest per ritirare l’Excellence Award, parla del suo ruolo in "Great Expectations", adattamento del classico dell'autore inglese. «Un'esperienza gioiosa»
Al RomaFictionFest abbiamo assistito all'anteprima della miniserie della BBC "Great Expectations", voluta per celebrare il bicentenario della nascita di Charles Dickens. Pubblicato nel 1860-61, "Grandi Speranze" è considerato uno dei suoi romanzi più sofisticati e popolari, e Miss Havisham è senza dubbio il più complesso fra i personaggi: una nobile donna che, dopo essere stata abbandonata dal promesso sposo il giorno delle nozze, decide di lasciare la sua casa immutata da quel momento, fermando tutti gli orologi e non togliendosi mai più l'abito da sposa. Un'anima ferita, sopraffatta dal dolore e desiderosa di vendetta, da portare a termine in un modo tutto suo.
Ad interpretare il personaggio è Gillian Anderson, l'attrice nata a Chicago 44 anni fa, celebre per aver vestito i panni di Scully in X-Files. L'abbiamo incontrata lunedì scorso all'Auditorium Parco della Musica, dove ha assistito alla proiezione dell'anteprima.
Possiamo considerare Miss Havisham una delle più celebri icone letterarie dell'abbandono e della sofferenza umana. Come è stato interpretare un personaggio di questo calibro psicologico?
Quando si deve interpretare un personaggio così iconico si ha sempre un po' di paura, innanzitutto perché le persone hanno delle aspettative molto grandi sul personaggio, anche rispetto a com'è nella loro mente, magari sono stati influenzati da altre realizzazioni (oltre 250 fra teatro, cinema, e tv), un po' di timore in questo senso è normale. Interpretare il personaggio di Miss Havisham in realtà per me è stata un'esperienza molto gioiosa, proprio perché lavorare con la complessità di questo personaggio ti dà qualcosa con cui lavorare, del materiale che puoi plasmare. È stato anche molto divertente cercare di "scoprire" chi fosse questo personaggio e trovare dei modi adatti per proiettare tutto questo nell'interpretazione.
Dopo la miniserie dickensiana, la vedremo presto tornare nei panni investigativi dopo tanti anni, nella serie "The Fall" prossimamente in onda. Come sarà il suo personaggio?
Stella Gibson è un personaggio molto differente rispetto a Scully, molto più "duro" e complicato. Scully è sempre stato un personaggio impostato, molto scientifica, intellettuale, mentre Stella è decisamente più naturale, una donna vera, diretta, per questo la sento molto più simile a me. Stella probabilmente è uno dei migliori personaggi che abbia mai interpretato.
In Italia c'è un gran numero di fan che seguono le sue attività artistiche, anche al di là di X-Files, la serie che l'ha resa celebre in tutto il mondo.
Sì, assolutamente, sono consapevole di avere questa grande base di ammiratori italiani, molto spesso vengono anche a Londra quando recito a teatro, mi attendono fuori dalla sala o vicino al palcoscenico e mi lanciano dei fiori. È un fandom straordinario.