Una chiacchierata esclusiva con la popolare protagonista di X-Files in occasione della sua visita al RFF per ritirare l'Excellence Award per la sua brillante carriera. Una chiacchierata su Great Expectations, il suo approccio ai ruoli e la prossima serie The Fall per BBC.
E' forse l'ospite più atteso ed importante della VI edizione del RomaFictionFest, l'interprete dell'immortale Dana Scully di X-Files, ma a Roma per la presentazione della miniserie Great Expectations nell'ambito della giornata dedicata dalla kermesse romana all'inglese BBC, che ha coprodotto questo nuovo adattamento da Charles Dickens. Ma soprattutto per ritirare l'Excellence Award che il festival ha voluto assegnarle per la sua brillante carriera.
Gillian Anderson, un ospite più che gradito, che abbiamo avuto il privilegio di intervistare per farci raccontare la sua Miss Havisham, ma anche approfondire aspetti della sua carriera e farci anticipare qualcosa dei prossimi impegni.
Miss Havisham è stata interpretata in passato da tante attrici, anche molto famose come Anne Bancroft e Charlotte Rampling. Nell'affrontare il ruolo hai guardato intepretazioni precedenti o hai volontariamente evitato di farlo per evitare di essere influenzata?
Ho volutamente evitato di guardare le precedenti interpretazioni. Ho pensato che potesse essere fuorviante, che potessi essere spinta verso una direzione particolare senza rendermi conto. Ho preferito far riferimento al romanzo, a come il personaggio era stato scritto dall'autore.
Non è la prima volta che reciti in un'opera tratta da Dickens. E' un autore che ti interessa? Ci sono altri autori classici che ti piacerebbe portare su schermo?
Nessuno in particolare. Normalmente questi progetti mi arrivano tramite la BBC o Channel 4 per cui ho realizzato The Crimson Petal and the White. Possiamo dire che non vado alla loro ricerca, ma sono felice quando mi vengono proposti.
Ho notato in Great Expectations una grande cura riguardo scenografia e costumi. Questo livello di dettaglio aiuta nell'immedesimazione e nell'immergersi nel ruolo?
Aiuta tantissimo. Spesso mi faccio coinvogere nelle decisioni che riguardano i miei costumi e il mio trucco, quando ho a che fare con produzioni di ambientazione storica. Non mi sembra di dar voce al personaggio finchè non sono nel costume di scena. E' parte di quello che rappresenta il personaggio e spesso non dico le battute ad alta voce, se non nella mia stanza mentre provo, finchè non indossi il giusto costume di scena.
Si tratta di una collaborazione che viene naturale o è una sua richiesta quando accetta la parte?
Non è una vera richiesta, ma chi mi conosce sa che ho opinioni molto precise riguardo il mio lavoro. Quando mi incontro per la prima volta con chi si occupa del guardaroba, di solito ho la possibilità di fornire indicazioni, ma diciamo che la sento più come una collaborazione, perchè ho già un'immagine nella mia mente e lei - perchè di solito si tratta di una donna - ha una sua idea di come dovrà apparire il personaggio e non dobbiamo far altro che parlarne e trovare un punto di incontro tra i nostri punti di vista.
In che modo il successo e la grande visibilità avuta in passato hanno influito sulla tua carriera? Come ha cambiato l'approccio e l'accesso ai ruoli successivi?
Penso che abbia influito. Dopo aver interpretato un personaggio così a lungo è difficile per la gente vederti fare qualcosa di diverso. Da questo punto di vista è stata una benedizione vivere in Europa perchè i Britannici sono riusciti a vedere che avrei potuto fare altro e così quando mi offrivano delle parti erano molto diverse da quanto avevo fatto in precedenza, mentre dall'America mi arrivavano proposte più vicine al mio lavoro precedente.
Lei ha una grandissima abilità nel cambiare accento ed adattarsi da questo punto di vista al personaggio. E' una caratteristica che dipende dalle sue origini o c'è dietro uno studio in ogni nuova esperienza?
L'accento inglese mi viene naturale perchè sono cresciuta a Londra, ma per esempio ho interpretato un film ambientato in Irlanda del Nord ed ho dovuto lavorare con un insegnante per perfezionare l'accento nord irlandese. Per il ruolo di Wallis Simpson mi sono dovuta affidare a un coach, perchè si trattava di un accento americano di Boston con delle particolari cadenze britanniche, perchè era stata in Inghilterra a lungo. Quindi quando è necessario mi affido a qualcuno per imparare la giusta cadenza da utilizzare.
So che sarà in The Fall, nuovo drama BBC. Ci anticipa qualcosa?
E' una serie che dovrebbe essere trasmessa in Gran Bretagna a Febbraio, scritta da Allan Cubitt che ha scritto anche Prime Suspect anni fa e diretta da Jakob Verbruggen, un regista belga. Nella serie sono la detective, Stella Gibson, che si reca a Belfast per fare una revisione di ventotto giorni di un caso. Mentre è lì scopre per caso che l'omicidio fa parte di una serie di delitti di un serial killer.
Ha avuto anche un'esperienza di regia per un episodio di X-Files. Si è trattato di un esperimento o è qualcosa che vorrebbe fare in futuro?
Sì, penso di dirigere ancora in futuro e sì, è stato un'esperimento. Ma mi è piaciuto molto. Sto adattando un romanzo in sceneggiatura per una decina d'anni e prima o poi finirò questo lavoro e lo dirigerò. Quindi sarebbe quella la mia prossima esperienza come regista.